Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


sabato 30 novembre 2013

Occupati e disoccupati, dati provvisori, provvisorio disastro

I nostri governanti continuano a dirci che s'intravede una ripresa, sia pur leggera. Mah! Beati loro che riescono a vedere! Se leggiamo i dati ISTAT (l'Istituto nazionale di statistica) appena pubblicati, noi continuiamo a non vedere niente di positivo, è tutto in peggioramento, anche pesantemente. Un primo comunicato Istat riguarda i dati provvisori mensili, ottobre, mentre il secondo segue l'andamento trimestrale, il terzo trimestre,


A ottobre 2013 gli occupati sono 22 milioni 358 mila, sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente e in diminuzione dell'1,8% su base annua (-408 mila).
Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, aumenta di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali ma diminuisce di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima.

Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 189 mila, rimane sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente ma aumenta del 9,9% su base annua (+287 mila).
Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,5%, invariato rispetto al mese precedente e in aumento di 1,2 punti percentuali nei dodici mesi.
I disoccupati tra 15 e 24 anni sono 663 mila. L'incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all'11,0%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,6 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 41,2%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,8 punti nel confronto tendenziale.

Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente (-25 mila unità) ma aumenta dello 0,4% rispetto a dodici mesi prima (+55 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in calo di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e in aumento di 0,2 punti su base annua.


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Occupati e disoccupati trimestrali

Nel terzo trimestre 2013 prosegue il calo tendenziale del numero di occupati (-2,3%, pari a -522.000 unità), soprattutto nel Mezzogiorno (-5,4%, pari a -333.000 unità). La riduzione degli uomini (-2,8%, pari a -376.000 unità) si associa a quella delle donne (-1,5%, pari a -145.000 unità). Al persistente calo degli occupati più giovani e dei 35-49enni (rispettivamente -530.000 e -249.000 unità) continua a contrapporsi la crescita degli occupati con almeno 50 anni (+257.000 unità).

La riduzione tendenziale dell'occupazione italiana (-541.000 unità) si contrappone alla leggera crescita di quella straniera (19.000 unità). In confronto al terzo trimestre 2012, tuttavia, il tasso di occupazione degli stranieri segnala una riduzione di 2,9 punti percentuali a fronte di un calo di 1,1 punti di quello degli italiani.

Nell'industria in senso stretto prosegue la flessione dell'occupazione, con una discesa tendenziale del 2,2% (-99.000 unità), cui si associa la più marcata contrazione di occupati nelle costruzioni (-7,1%, pari a -123.000 unità). Per il terzo trimestre consecutivo, e a ritmi più sostenuti, l'occupazione si riduce anche nel terziario (-1,9%, pari a -300.000 unità).

Non si arresta il calo degli occupati a tempo pieno (-3,0%, pari a -568.000 unità rispetto al terzo trimestre 2012), che in più della metà dei casi riguarda i dipendenti a tempo indeterminato (-2,3%, pari a -291.000 unità). Gli occupati a tempo parziale aumentano a ritmo meno sostenuto rispetto al recente passato (1,2%, pari a +46.000 unità), ma la crescita riguarda esclusivamente il part time involontario.

Per il terzo trimestre consecutivo continua a calare il lavoro a termine (-7,4%, pari a -180.000 unità), cui si accompagna la nuova significativa diminuzione dei collaboratori (-17,0%, pari a -73.000 unità).

Il numero dei disoccupati è in ulteriore aumento su base tendenziale (14,6%, pari a +363.000 unità) e in quasi otto casi su dieci riguarda coloro che hanno perso il lavoro. L'incremento, diffuso su tutto il territorio nazionale, interessa in oltre la metà dei casi le persone con almeno 35 anni. Il 56,9% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più.

Il tasso di disoccupazione trimestrale è pari all'11,3%, in crescita di 1,5 punti percentuali su base annua; per gli uomini l'indicatore passa dall'8,8% all'attuale 10,7%; per le donne dall'11,0% al 12,1%. Aumentano i divari territoriali, con l'indicatore nel Nord al 7,6% (+0,7 punti percentuali), nel Centro al 10,2% (+1,4 punti) e nel Mezzogiorno al 18,5% (+3,0 punti).

Nel terzo trimestre 2013, per il secondo trimestre consecutivo, aumenta il numero di inattivi 15-64 anni (+0,7%, pari a 96.000 unità). L'incremento riguarda nella quasi totalità dei casi gli uomini e coinvolge chi cerca lavoro non attivamente.






Siccome è nostra abitudine controllare altri indicatori che riguardano l'evoluzione e l'involuzione dell'economia con i consumi mensili del petrolio, gas ed energia elettrica e la produzione in vari settori, attendiamo questi dati per avere un quadro più vicino alla realtà di quella che ci viene raccontata i suddetti (governanti).



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martedì 26 novembre 2013

Batterie al litio con stampanti 3-D

Se ne sente parlare sempre più spesso delle stampanti in grado di formare offetti in 3 dimensioni. Un'applicazione assolutamente interessante è quella ideata da Jennifer Lewis, materials scientist che lavora  al MIT di Harvard, Cambridge, nel Massachusetts. Anche se la tecnologia è ancora in una fase iniziale, la possibilità di stampare batterie e altri dispositivi elettronici potrebbe rendere possibile la produzione di nuovi tipi di oggetti elettronici, come per esempio sensori biomedici autoalimentati, posti sotto pelle, che trasmettono continuamente i segni vitali ad uno smartphone, senza la necessità di sostituire la batteria scarica periodicamente come avviene oggi. Sistemi elettronici e batterie stampati insieme in un unico elemento.
La Lewis, in primo luogo, ha inventato un insieme composto da quelli che lei chiama 'inchiostri funzionali' in grado di solidificarsi rapidamente costituendo batterie e componenti semplici, tra cui elettrodi, cavi e antenne. In secondo luogo, ha sviluppato ugelli ed estrusori in grado di spremere ad alta pressione il materiale per realizzare le batterie e altri componenti con una stampante 3-D di livello industriale. Gli inchiostri della Lewis utilizzano nanoparticelle sospese dei materiali desiderati, come i composti di litio per batterie o argento per i fili. Questi materiali devono essere mescolati in una varietà di soluzioni, e gli inchiostri risultanti sono allo stato solido/liquido quando fluiscono con una certa pressione. Una volta stampati, i materiali ritornano in forma solida. La stampa di una batteria da un singolo ugello può richiedere minuti, ma personalizzando la tecnologia di stampa 3-D di Lewis si possono depositare inchiostri da centinaia di ugelli contemporaneamente.

Come ci assicura l'articolo pubblicato sulla rivista online MIT Technology Review, la tecnologia di stampa funziona a temperatura ambiente, non necessita quindi le alte temperature normalmente richieste per lavorare con l'elettronica di alte prestazioni. Questo rende possibile la stampa su materiali in plastica senza provocare danni. I materiali che costituiscono le batterie non sono rivoluzionari ma è davvero una rivoluzione il modo in cui le cose vengono prodotte. Le batterie agli ioni di litio stampate sono piccole, un millimetro quadrato, ma sono del tutto simili alle batterie commerciali solo che la tecnologia messa in campo dalla Lewis può rendere fattibili architetture di microscala, con una precisione di 100 nanometri, ma strutturalmente sono batterie simili alle batterie  molto più grandi esistenti .


Come  funziona

Il gruppo di lavoro della Lewis detiene otto brevetti per i suoi inchiostri e sta lavorando sul rilascio delle licenze e la commercializzazione della tecnologia nei prossimi anni.



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lunedì 25 novembre 2013

Aumentano il consumo di petrolio e carburanti in Usa, la produzione e le scorte

Il rapporto mensile pubblicato nel sito web API (American Pertrolium Institute) evidenzia un  +1,3 % nelle consegne di petrolio negli USA dell'ottobre appena trascorso se confrontate allo stesso mese dell'anno passato con una media di poco inferiore a 19,0 milioni di barili al giorno. La produzione  domestica di greggio  è la più alta da 25 anni mentre le importazioni sono scese a un livello più basso da 17 anni. Gli Stati Uniti continuano a soddisfare sempre di più la richiesta di energia con quella prodotta internamente.

La domanda di benzina è aumentato del 2,6 % da ottobre 2012 con 8,9 milioni di barili al giorno, valore più alto dall'ottobre del 2010.

La domanda di distillato è aumentato del 3,3 % rispetto allo stesso periodo appena sotto 4,0 milioni di barili al giorno.

Rispetto a ottobre 2012, le consegne di "altri oli " è aumentato del 3,4 %, la domanda di carburante è aumentato del 1,6 % per il terzo livello più basso per il mese dal 1993, e le consegne di combustibile residuo è diminuito del 38,3 % a un minimo storico di 192 mila barili al giorno nel mese di ottobre.

Gli ingressi nelle raffinerie Usa è sceso del 4,9 % da settembre, ma è aumentato 1,6 % a partire da ottobre 2012.

Le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati sono diminuite del 2,7 % da settembre, ma è aumentato del 9,2 % da ottobre 2012 a quasi 3,6 milioni di barili al giorno, al più alto livello per il mese di riferimento.

La produzione di benzina è sceso 2,2 %   rispetto allo scorso anno ad appena sopra 8,9 milioni di barili al giorno al livello più basso da ottobre 2009.

Da inizio anno la produzione di benzina è aumentato del 1,9 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

La produzione di carburante distillato è cresciuto del 9,5 % rispetto allo scorso anno per raggiungere un massimo storico di 4,9 milioni di barili al giorno .

La produzione di greggio nazionale è aumentato del 11,7 % da ottobre 2012, con quasi 7,8 milioni di barili al giorno nel mese di ottobre, al livello più alto per il mese in 25 anni.

Secondo gli ultimi rapporti di Baker - Hughes , Inc., il numero di piattaforme petrolifere e di gas negli Stati Uniti nel mese di ottobre è in calo,  1.744, in settembre  erano 1.760 .

Le scorte di petrolio greggio sono salite del 1,6 % dallo scorso ottobre a 382,2 milioni di barili, il più alto livello di ottobre in 83 anni, cioè dal 1930.

Le scorte di benzina per motori salgono 4,4 % rispetto allo scorso anno a 212,0 milioni di barili nel mese di ottobre. Scorte di olio combustibile distillato è cresciuto del 2,7 % a 121,8 milioni di barili nello stesso periodo.

Il totale delle importazioni statunitensi di petrolio greggio è sceso ai livelli più bassi ottobre in 17 anni. Le importazioni totali sono scese dello 0,1 % in media poco più di 10,0 milioni di barili al giorno nel mese di ottobre, mentre le importazioni di petrolio greggio sono scese dello 0,5 % a 8,1 milioni di barili al giorno. Le importazioni di prodotti raffinati sono aumentate del 1,4 % da ottobre 2012 in media appena sotto 2,0 milioni di barili al giorno. Questo è stato il secondo livello più basso per il mese in 16 anni. Il tasso di utilizzo della capacità di raffinazione in media è dell' 86,4 % nel mese di ottobre, in calo di 4,4 punti percentuali a partire da settembre e -  0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una capacità di 17,818 milioni di barili al giorno, in crescita del 2,4 % rispetto della capacità dello scorso anno di 17,402 mila barili al giorno.

API è una associazione nazionale che rappresenta tutti i segmenti del settore del petrolio e del gas naturale, con oltre 550 membri - tra cui grandi imprese integrate, esplorazione e produzione, raffinazione, marketing, gasdotti, e le imprese marine, di servizi e forniture - forniscono la maggior parte dell'energia nazionale.  L' industria sostiene inoltre 9,8 milioni di posti di lavoro degli Stati Uniti e l'8 % dell'economia degli Stati Uniti , offre 85 milioni dollari al giorno di entrate al nostro governo , e , dal 2000 , ha investito oltre $ 2 trilioni di dollari in progetti di capitale degli Stati Uniti per promuovere tutte le forme di energia , comprese le alternative .


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venerdì 22 novembre 2013

Raffinerie, sempre meno

Un'altra raffineria chiude, è la raffineria Ies di Mantova. Come scrivono sul sito dei Gestori Carburanti : " la decisione del Gruppo Mol di cessare con il 31 dicembre prossimo la raffinazione nello stabilimento les di Mantova non viene revocata.

È una delle certezze emerse dal tavolo che si è tenuto ieri pomeriggio a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, per definire il futuro dell'impianto e dei suoi circa 400 dipendenti. "

Quante raffinerie sono rimaste in Italia che lavorano il petrolio per farne benzina, gasolio, GPL, carburanti in genere? E' il sito dell'Unione Petrolifera che ci viene incontro fornendoci i dati (anche se fermi al 2011), noi li mettiamo in un grafico che creiamo appositamente. Siamo a molto meno della metà di impianti esistenti rispetto agli '60 - '80.



La crisi dei consumi del petrolio e dei carburanti in Italia, lo sappiamo, è forte, progredisce di anno in anno di mese in mese come abbiamo già visto con altri post (vedere sotto).
Per rendere economicamente sostenibile la lavorazione e quindi i prezzi occorrono investimenti, ridimensionamenti, per rendere più efficienti i sistemi.


Ma tutti questi sforzi, forse, non bastano.

(2) Capacità supportata da impianti di lavorazione secondaria
adeguati alla produzione di benzine e gasoli secondo specifica.
I dati si riferiscono alla fine di ciascun anno.



Altri post di Novembre:

- Giù i consumi petroliferi italiani nel mese di ottobre: -2,9%
- Immatricolazioni auto in Italia, Ottobre - 5,6% in crollo da 41 mesi
- Le immatricolazioni dei veicoli commerciali fino a 3,5 t, un ulteriore calo dell’ 11% ad Ottobre


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giovedì 21 novembre 2013

300.000.000.000.000 di Yen i danni di un terremoto a Tokyo

Un nuovo studio prodotto ieri da Yoshiaki Kawata, professore di ingegneria civile alla Kansai University, Giappone, triplica l'entità dei danni di un eventuale terremoto con magnitudo 7,3 nel sottosuolo della capitale,  rispetto a quelli previsti dalle autorità governatine.

Potrebbero essere 300.000.000.000.000 ¥ equivalenti a circa 3.000 miliardi dollari) in danni economici, come riferisce un articolo online del quotidiano nipponico  Asahi Shimbun, 18 volte superiore ai danni arrecati dal  Grande Terremoto del marzo 2011, Fukushima, per intenderci. Supera anche la stima del governo che era di 220 trilioni di yen dei danni che potrebbero essere prodotti se un terremoto  di magnitudo 9,1  si verificasse nella fossa di Nankai , una fossa oceanica che si estende per circa 700 chilometri al largo della costa della Prefettura di Shizuoka, nel centro di Honshu a Kyushu.

E'  del 70 % la probabilità di un terremoto  di magnitudo 7.3, un evento particolarmente devastante,  nella parte settentrionale della baia di Tokyo entro i prossimi 30 anni .

Sempre secondo il prof. Yoshiaki Kawata un terremoto di  intensità 7, potrebbe causare 48.000 morti, danni economici, soprattutto per edifici e infrastrutture, tra i 200 e 300 trilioni di yen. E' da ricordare che due terzi delle grandi aziende del Giappone con capitale di 1 miliardo  di yen hanno sede nell'area metropolitana di Tokyo. Se si considera la ripartizione della attività politica ed economica, il danno complessivo sarebbe probabilmente superiore a 300 trilioni di yen.

Kawata ha anche simulato un terremoto di magnitudo 8,5 o superiore, al confine delle placche tettoniche che si estende dalla baia di Sagami nella Prefettura di Kanagawa  e al largo della Prefettura di Chiba, con una  stima  tra 280 e 420 trilioni di yen in  danni economici e 124.000 morti.


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mercoledì 20 novembre 2013

La Tesla modello S cala di prezzo in Europa

La statunitense Tesla Motors Inc.  con sede a Palo Alto in California è indaffarata nel tentativo di migliorare la catena produttiva e distributiva al fine di abbassare il prezzo della sua vettura elettrica, secondo quanto ci riferisce IBT Times, e limitare i lunghi tempi di attesa di coloro che si sono messi in fila nella lista degli acquirenti.
Recentemente Tesla è riuscita ad abbattere il prezzo di circa 3.160 euro ($ 4.273) con uno sconto sul prezzo del modello S. Ora, la berlina con il più piccolo pacco di batteria, 60 kWh, con una percorrenza di circa 208 miglia ha un prezzo a € 69.440 in Belgio e nei Paesi Bassi, equivalenti a poco meno di 94 mila dollari. Il prezzo include le imposte sul valore aggiunto europeo di circa 12.000 € (a seconda la nazione) ad esclusione degli eventuali incentivi locali dedicati alle auto elettriche.

La versione entry level del Modello S negli Stati Uniti ha un costo è notevolmente inferiore,  63.570 dollari escludendo gli incentivi fiscali, grazie alle minori imposte sui consumi e minori costi di consegna dall'impianto di produzione della società, che è a Fremont, in California

 Ecco i tre prezzi base per il modello S basati su operazioni in territorio olandese con il centro di distribuzione a Tilburg. Prezzi dei veicoli di base sono arrotondati ai 500 $ .  Le opzioni hanno prezzi a parte

-  60 kWh (percorrenza 208 miglia, 335 km) Modello S in Europa: 94 mila dollari (69.400 euro)
 - 60 kWh Modello S negli Stati Uniti: $ 63,500

 -  85 kWh (265 miglia, 425 km, 362 CV) Modello S in Europa: 107 mila dollari (79.00 euro)
 -  85 kWh Modello S negli Stati Uniti: $ 73.500

-  Performance 85 kWh (416 CV) Modello S in Europa: 125 mila dollari (92.300 euro)
-  Performance  85 kWh  Model S negli Stati Uniti: $ 87.000



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martedì 19 novembre 2013

Ripartire da zero

A proposito di produzione industriale e mobilità, sono andato a sbirciare i dati ufficiali dell'ANFIA che è l'Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche che si propone come portavoce di aziende operanti nel settore automotive, presso le istituzioni pubbliche e private .

Presi i dati degli ultimi 90 anni, a partire dal 1928, ho realizzato alcuni grafici relativi alla produzione di auto, autocarri e bus.

Se il risultato visivo non vi spaventa, andate a vedere i seguenti grafici che segnalano tutti un picco oramai lontano nel tempo per quanto riguarda la produzione di auto, un picco recente invece per i camion e gli autobus con una rapida inclinazione verso lo zero per tutte e tre le categorie.

Produzione


per il numero delle auto prodotte siamo tornati agli anni '60


per i veicoli commerciali, siamo tornati agli anni '90

per i bus siamo tornati a prima degli anni '50.

Se la produzione è quella che è, una sconfitta totale di un Paese che è (stato?) una potenza industriale (ottavo posto), spostiamoci nel considerare le immatricolazione degli stessi veicoli utilizzando i dati pubblicati dalla stessa ANFIA.

Ecco i nostri grafici.

Immatricolazioni delle auto a partire dal 1928


seguono due grafici nei quali vengono presi in considerazione insieme gli autocarri pesanti e leggeri fino al 1987, mentre sono due categorie separate dal 1988



infine i bus.



Un paese in rapidissimo declino industriale, produttivo in senso lato e nei servizi. Le sfumature le lascio alla vostra comprensione. Il destino è nelle nostre mani, ma si deve ripartire quasi da zero ... tra poco.

Altri post di Novembre:

- Produzione industriale a settembre +0,2% ma è a -3% rispetto al 2012
- Ancora giù i consumi di energia elettrica in Italia: -2,8% a Ottobre
- Ancora giù il consumo di gas in Ottobre: - 2,6%
- Immatricolazioni auto in Italia, Ottobre - 5,6% in crollo da 41 mesi
- Le immatricolazioni dei veicoli commerciali fino a 3,5 t, un ulteriore calo dell’ 11% ad Ottobre



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lunedì 18 novembre 2013

Produzione industriale a settembre +0,2% ma è a -3% rispetto al 2012

Cosa ci raccontano i dati dell'ISTAT  riguardo la produzione industriale? L'indice sale a livello mensile ma continua a scendere nel terzo trimestre, ma in realtà è più grave se consideriamo che si è lavorato un giorno in più rispetto al 2012. Leggiamo.

A settembre 2013 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,2% rispetto ad agosto. Nella media del trimestre luglio-settembre l'indice ha registrato una flessione dell'1,0% rispetto al trimestre precedente.

Corretto per gli effetti di calendario, a settembre 2013, l'indice è diminuito in termini tendenziali del 3,0% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di settembre 2012). Nella media dei primi nove mesi dell'anno la produzione è scesa del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

A settembre l'indice destagionalizzato aumenta, rispetto ad agosto, solo nel comparto dei beni strumentali (+0,4%). Diminuiscono invece, i beni di consumo (-1,6%), l'energia (-1,4%) e i beni intermedi (-0,7%).

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a settembre 2013, diminuzioni tendenziali più marcate nei comparti dei beni strumentali (-5,2%), dell'energia (-5,1%) e dei beni di consumo (-3,2%). Segna invece una flessione più contenuta il raggruppamento dei beni intermedi (-0,2%).

Per quanto riguarda i settori di attività economica, a settembre 2013 i comparti che registrano una crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+12,5%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+0,5%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,3%), dell'attività estrattiva (-9,2%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-7,7%).


Il nostro grafico
Produzione industriale: dati destagionalizzati dal Gennaio 2011 fino al Settembre 2013, indici e variazioni percentuali (base 2010=100)




Rivediamo alcuni indicatori dello stato di salute dell'economia nazionale nei nostri post precedenti di Novembre:


- Ancora giù i consumi di energia elettrica in Italia: -2,8% a Ottobre
- Ancora giù il consumo di gas in Ottobre: - 2,6%
- Immatricolazioni auto in Italia, Ottobre - 5,6% in crollo da 41 mesi
- Le immatricolazioni dei veicoli commerciali fino a 3,5 t, un ulteriore calo dell’ 11% ad Ottobre

Il Governo vede una 'ripresina'. Voi, nella vita reale, li vedete e li sentite questi segnali?



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domenica 17 novembre 2013

Go electric da 101 anni

Electric Vehicle Association of America ad, 1912



h/t  R. Read


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sabato 16 novembre 2013

Quanto costa l'energia elettrica in Europa?

In un altro post pubblicato recentemente abbiamo riassunto schematicamente i prezzi dei carburanti e del gas in Europa, adesso aggiungiamo un altro confronto tra i costi dell'energia nei 28 paesi uniti nella Comunità Europea.

Se andiamo a vedere il grafico da noi realizzato con i dati  ufficiali di ieri, 15 Novembre, ne sito web della UE, Europe's Energy Portal, relativi ai prezzi dell'energia,  vediamo chiaramente la situazione sul costo l'energia elettrica nel settore industriale.

I picchi sono 3 e manco a farlo apposta il picco di mezzo è quello italiano molto più in alto della linea di galleggiamento costituito dalla media europea, 0,16746 euro a kWh il nostro prezzo contro una media europea di 0,10055 euro a kWh. Peggio di noi stanno i ciprioti con quasi il doppio della media 0,19483 €/kWh e appena un po' meglio Malta con 0,16016  €/kWh. La pagano molto meno le grandi nazioni industriali europee come la Gran Bretagna (0,10284 €/kWh ), la Germania (0,11567), la Francia (0,07761) ed anche la Spagna (0,10220).



E' notizia proprio di ieri de Le Figaro che il costo dell'energia in Francia cresce di 3 euro a MWh il che inciderà per un 2,3% in più a carico delle bollette elettriche che dovranno pagare i cittadini francesi a partire dal 1 Gennaio 2014.



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venerdì 15 novembre 2013

Giù i consumi petroliferi italiani nel mese di ottobre: -2,9%

I consumi petroliferi italiani nel mese di ottobre 2013 hanno rallentato la loro discesa rispetto al trend degli ultimi due anni, attestandosi a circa 5,4 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 2,9% (‐163.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012.
I prodotti autotrazione, a parità di giorni di consegna, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo del 3,5% rispetto a ottobre  2012 (‐25.000 tonnellate), mentre il gasolio autotrazione dell’1,2% (‐24.000  tonnellate).
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di ottobre è così risultata pari a circa 2,7 milioni di tonnellate, di cui 0,7 di benzina e 2,0 di gasolio autotrazione, con un decremento pari all’1,8% (‐49.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012.
Si confermano in particolare i buoni andamenti di Gpl auto (+12,1%) e lubrificanti (+5,6%).

Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 5,6%, con quelle diesel che hanno rappresentato il 54,8% del totale (era il 51,5% a ottobre 2012).

Nei primi dieci mesi del 2013, i consumi sono stati invece pari a circa 50,8 milioni di tonnellate, con un calo del 5,5% (‐2.935.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2012.
La benzina nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 5,1% (‐361.000 tonnellate), il gasolio del 3,2% (‐615.000 tonnellate).
Nei primi dieci mesi la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un calo del 3,7% (‐976.000 tonnellate).
Le nuove immatricolazioni di autovetture nello stesso periodo sono risultate in diminuzione dell’8%, con quelle diesel a coprire il 53,8% del totale (era il 53,6 nel 2012).

Nel periodo gennaio‐ottobre 2013 il gettito fiscale (accise + IVA) stimato, tenuto conto dell'andamento dei consumi, è risultato in diminuzione di circa 930 milioni di euro (di cui 350 di sole accise) rispetto allo stesso periodo del 2012 (‐3,0%).

 Roma, 14 novembre 2013 – Unione Petrolifera

Con i dati forniti dal Ministero delle dello Sviluppo Economico siamo in grado di pubblicare i nostri consueti grafici. Vediamo come i consumi di petrolio scendano progressivamente sempre più giù di mese in mese dal Gennaio 2007.

Il petrolio

Il grafico con i consumi per anno solare...


e con i mesi in sequenza dal Gennaio 2007.


Qui di seguito vediamo i carburanti per autotrazione


La benzina + gasolio raggruppati insieme per il grafico in anni solari dal 2007


Benzina + gasolio

In sequenza mensile a partire dal gennaio 2007.



Torniamo a rileggere gli ultimi post di novembre per avere un'ulteriore visione d'insieme, con alcuni indicatori dello stato di salute dell'economia nazionale:


- Ancora giù i consumi di energia elettrica in Italia: -2,8% a Ottobre
- Ancora giù il consumo di gas in Ottobre: - 2,6%
- Immatricolazioni auto in Italia, Ottobre - 5,6% in crollo da 41 mesi
- Le immatricolazioni dei veicoli commerciali fino a 3,5 t, un ulteriore calo dell’ 11% ad Ottobre

Sono questi i segnali della 'ripresina'?


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giovedì 14 novembre 2013

Le immatricolazioni dei veicoli commerciali fino a 3,5 t, un ulteriore calo dell’ 11% ad Ottobre

Ecco come intitola il comunicato stampa l'UNRAE (l'Associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano delle autovetture, dei veicoli commerciali e industriali, dei bus e dei caravan e autocaravan ):
Ottobre chiude con un ulteriore calo dell’ 11% 
“Deluse le attese sul mercato dei veicoli commerciali generate dal risultato di settembre – afferma Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere. Nel corso del mese di ottobre, infatti, secondo le stime elaborate e diffuse dal nostro Centro Studi le immatricolazioni di veicoli commerciali (autocarri con peso totale a terra fino a 3,5 t) sono scese dell’11% a 9.626 unità, rispetto alle 10.815 di un anno fa”.

Il mese di settembre, infatti, ha contenuto il calo a causa dell'effetto confronto con lo stesso periodo 2012, nel quale il mercato era sceso del 29% e nello specifico grazie al contribuito di alcune marche che registrano buone performance di modelli di punta. L'analisi cumulata dei primi 10 mesi dell'anno indica, invece, una flessione ancora profonda, pari al 16,7% con 81.396 veicoli complessivamente venduti, rispetto ai 97.683 dello scorso anno.

“Lo scenario del mercato – prosegue il Presidente – continua a presentarsi molto depresso e il settore si appresta a chiudere l'anno in ulteriore flessione rispetto al calo superiore al 30% dello scorso anno. In particolare, confermiamo la nostra stima di una riduzione di oltre il 14% a circa 100.000 unità immatricolate nel 2013”.

“Per il prossimo anno, in assenza di sostegni concreti al settore per favorire consumi ed investimenti – conclude Nordio - il mercato difficilmente potrà esprimere l’attesa inversione di tendenza, limitandosi ad una debole crescita, dovuta principalmente a non più rimandabili esigenze di rinnovo delle componente business a fronte di costanti difficoltà dei piccoli imprenditori ed artigiani, considerato anche il livello di vendite complessive fortemente depresso al quale il mercato è sceso”.


Con i dati forniti abbiamo realizzato i seguenti grafici .

Le immatricolazioni mese per mese dal gennaio 2009

per anno solare


e totali nei dodici mesi, fatta eccezione per l'anno in corso.


Sullo stesso argomento:

- Immatricolazioni auto in Italia, Ottobre - 5,6% in crollo da 41 mesi




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mercoledì 13 novembre 2013

I costi energetici visti dalla Comunità Europea

Il sito web della UE, Europe's Energy Portal, pubblica  i dati ufficiali relativi ai costi dell'energia nei vari paesi della Comunità. Questi dati li abbiamo presi e messi in fila nei grafici che  potete vedere di seguito.

Il primo grafico riguarda il costo del gas ad uso casalingo,


il secondo grafico  riguarda il costo del gas ad uso industriale,


 il terzo grafico riguarda il costo alla pompa della benzina nei vari paesi UE,


 l'ultimo grafico riguarda il costo del gasolio.


Il puntino rosso italiano svetta prodigiosamente in alto, quasi sempre oltre la soglia della media europea e non di poco. Non è un bel vedere.



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