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mercoledì 14 ottobre 2009

Altro scandalo del nucleare francese: scorie nucleari scaricate all’aperto in Siberia

Notizia fresca fresca che fa il paio con quella precedente. Le schifezze vengono a galla prima o poi (meglio prima).

In Francia è scoppiato l'ennesimo scandalo nucleare. Oggi il segretario di Stato all'ecologia francese, Chantale Jouanno, si è detta favorevole all'apertura di un'inchiesta interna del colosso energetico Electricité de France (Edf) sullo stoccaggio di scorie nucleari francesi in Siberia, però "si rifiuta di trarre conclusioni affrettate". Poi ha aggiunto: "Ma a partire dal momento nel quale ci sarà un dubbio, è normale che l'opinione pubblica possa essere informata" e, quasi a scaricare la patata bollente, ha ricordato che la questione nucleare riguarda il ministro dell'ecologia e dell'energia Jean-Louis Borloo, cioè il suo collega e 'capo' nel governo francese.

Un modo molto imbarazzato ed imbarazzante di affrontare la nuova tegola caduta sul nucleare 'sicuro' francese dopo che l'inchiesta - 'Déchets: le cauchemar du nucléaire' , apparsa sulla rete televisiva Arte e poi ripresa con grande rilievo ieri dal quotidiano Liberation la quale ha svelato che il 13% delle scorie radioattive francesi sarebbero attualmente stoccate nel complesso atomico russo di Tomsk-7, in Siberia e che ogni anno 108 tonnellate di uranio impoverito provenienti dalle centrali atomiche francesi verrebbero spedite in Russia e scaricate a cielo aperto.

Fortissimo l'imbarazzo di Edf che ha affermato che "I rifiuti radioattivi prodotti dal trattamento dei combustibili restano in Francia dove sono custoditi in depositi in tutta sicurezza nel sito di La Hague". Eppure le immagini dell'inchiesta condotta dai giornalisti di Liberation Eric Guéret e Laure Noualhat mostrano in maniera inequivocabile e dettagliata contenitori con combustibile nucleare usato stoccati accanto ad una ferrovia in Siberia senza nessuna precauzione.

Infatti, alle assicurazioni del colosso nucleare in Francia non crede quasi nessuno, ad iniziare Réseau 'Sortir du nucléaire': "Mentre il ministro dell'ecologia Chantal Jouanno si contenta di chiedere 'un'inchiesta', con l'obiettivo evidente di guadagnare tempo perché l'affaire sparisca dall'attualità - dicono gli ambientalisti - Réseau 'Sortir du nucléaire' chiede il ritorno in Francia delle scorie radioattive francesi abbandonate da Edf in Russia. In effetti, è ingiustificabile che l'industria nucleare francese si sbarazzi all'estero dei suoi rifiuti radioattivi. L'argomentazione ingannevole di Edf che pretende che non si tratti di scorie ma di 'materiabile valorizzabile', non può essere posta: non è proprio più giustificabile lasciare in Russia sia "materiali valorizzabili" che rifiuti. Bisogna che la Francia nucleare si assuma le conseguenze delle sue attività e ne renda finalmente conto davanti all'opinione pubblica. I cittadini francesi devono in questa occasione prendere coscienza dell'accumulazione drammatica di diverse categorie di rifiuti e residui radioattivi prodotti dall'industria nucleare e dell'assenza di soluzioni per queste scorie. Il rimpatrio in Francia delle scorie radioattive spedite in Russia obbligherà le autorità francesi a tentare di trovare un sito di stoccaggio... sapendo che è più difficile trovare un sito del genere in Francia che in fondo alla Siberia. Questo permetterà di ricordare che, malgrado le manovre indegne, lo Stato francese non riesce, da molti mesi, ad imporre la realizzazione di un sito di interramento delle scorie radioattive: i tentativi fatti nell'Aube all'inizio del 2009 sono stati respinti dalle popolazioni locali e dalle associazioni antinucleari".

Gli ambientalisti francesi fanno la lista di altre scorie che la Francia ha nascosto in altri Paesi come gli 'sterili', vere montagne di residui dell'estrazione di uranio abbandonati a cielo aperto in Niger da Areva. La scoperta della discarica nucleare francese in Russia mette fortemente in dubbio quel che Edf ed Areva propagandano con una massiccia campagna sui media: "Il 96% delle scorie nucleari francesi sono riciclate», per 'Sortir du nucléaire' "Si tratta chiaramente di una campagna di disinformazione che gli conviene rettificare".

Fonte: greenreport
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