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venerdì 1 aprile 2016

Edificante, raschia raschia il fondo del barile ... si trovano le dimissioni nel governo

Intercettazioni Tempa Rossa, il ministro Guidi si dimette
Al termine di una giornata che l'ha vista trascinata nella bufera per via dell'intercettazione col compagno indagato nella quale auspicava il passaggio di un emendamento, il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi ha rassegnato le sue dimissioni.

Nella lettera inviata al premier Renzi, Guidi ha scritto: «Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni dall'incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese».

Dalle carte dell'inchiesta di Potenza, il ministro dello Sviluppo economico, intercettata col compagno Gianluca Gemelli, lo rassicurava circa un emendamento inserito nella legge di Stabilità 2015 riguardante l'impianto di Tempa Rossa, in Basilicata.

Un emendamento che, stando agli inquirenti, avrebbe favorito gli affari di Gemelli, imprenditore e commissario di Confindustria Siracusa, al momento indagato ccon l'accusa di traffico di influenze. L'intercettazione che ha inguaiato Guidi chiama in causa il centro del potere del governo Renzi, visto che il ministro cita anche Maria Elena Boschi: «Anche Maria Elena è d'accordo».

L'ex titolare dello Sviluppo economico rassicurava circa un emendamento inserito nella Stabilità 2015 riguardante l'impianto di Tempa Rossa, in Basilicata. Giacimento petrolifero, si legge nel sito della Total, «situato nell'alta valle del Sauro, nel cuore della regione». Un emendamento che, stando agli inquirenti, favoriva gli affari di Gemelli, imprenditore e commissario di Confindustria Siracusa, al momento indagato con l'accusa di traffico di influenze.

Nelle carte dell'inchiesta sono presenti intercettazioni delle telefonate tra Guidi e Gemelli, particolarmente interessato al destino dell'operazione gestita da Total. Un interessamento non disinteressato, visto che secondo i magistrati le sue aziende avrebbero potuto guadagnare 2 milioni e mezzo in sub appalti.

Il 13 dicembre, il ministro lo rassicura sull'operazione: «Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d'accordo anche Maria Elena la... quell'emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte... Rimetterlo dentro alla legge... con l'emendamento alla legge di Stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall'altra parte si muove tutto!».

Lui chiede se la decisione dipenda da 'amici'. E il ministro risponde: «Eh, certo capito? Per questo te l'ho detto».

Appena riagganciato con la compagna, Gemelli chiama il rappresentante della Total: «La chiamo per darle una buona notizia..ehm.. .si ricorda che tempo fa c'è stato casino..che avevano ritirato un emendamento...ragion per cui c'erano di nuovo problemi su Tempa Ross ... pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al senato..ragion per cui..se passa...e pare che ci sia l'accordo con Boschi e compagni...(...) se passa quest'emendamento... che pare... siano d'accordo tutti...perché la boschi ha accettato di inserirlo... (...) è tutto sbloccato! (ride ndr)...volevo che lo sapesse in anticipo! (...) e quindi questa è una notizia...».

Come riporta il Corriere, il 18 novembre 2014, Guidi e l'allora sottosegretario Simona Vicari incontraroono i rappresentanti Total. Dopo il meeting, Giuseppe Cobianchi dirigente della società chiamò Gemelli per ringraziarlo della possibilità di incointrare il ministro. «A nome della società la ringrazio per averci fatto conoscere direttamente il ministro Guidi e per l’interessamento che ha avuto», disse. «Assolutamente a disposizione, ce lo siamo detti dal primo giorno», rispose al telefono il manager.

Nell'ambito della stessa inchiesta, sono stati posti agli arresti domiciliari cinque funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) di Eni, dove viene trattato il petrolio estratto in Val d'Agri, perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di «attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti».

I Carabinieri hanno eseguito anche un'ordinanza di divieto di dimora nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata. I provvedimenti cautelari - emessi dal gip del Tribunale di Potenza nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia - sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta. Va detto che il filone su Gemelli riguarda solo la costruzione del centro oli della Total e non rientra in quella sullo smaltimento dei rifiuti.

Eni dal canto suo ha annunciato che la produzione di petrolio in Val d'Agri - pari a 75 mila barili al giorno - «al momento è sospesa». La compagnia ha dato piena «disponibilità dei beni posti sotto sequestro».

Fonte: Gestori Carburanti


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