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Sicilia e Sardegna fuori dal nucleare
Jeremy Rifkin, il consigliere energetico dell’Unione europea, è andato in Sicilia a dire - assieme al presidente della Regione Raffaele Lombardo - che non saranno nè il nucleare nè un piano caso tutto fondato sull’aumento delle cubature a far decollare l’economia ma il nuovo progetto energetico concordato con la Regione: nell’arco di dieci anni la Sicilia può arrivare a produrre la metà dell’elettricità da fonti rinnovabili, usando un modello diffuso, decentrato, democratico, un modello capace di diventare un volano economico importante. Buona parte delle case si trasformerebbero - utilizzando solare, minieolico e geotermia - in produttori di elettricità seguendo l’esempio di due regioni spagnole, la Navarra e l’Aragona, che in dieci anni sono arrivate al 70 per cento di elettricità da fonti pulite. Per la prima volta le politiche energetiche di una Regione amministrata dal centrodestra entrano – almeno nei piani – in conflitto con le scelte del governo basate sul nucleare e su una vecchia idea delle opere pubbliche. Già in Sardegna Berlusconi aveva fatto una campagna elettorale all’insegna del “tranquilli, qui niente centrali nucleari”. Ora si sgancia anche la Sicilia. Quali saranno le regioni tanto fedeli da chiedere un impianto nucleare?
Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.
venerdì 20 marzo 2009
Energia da sole e vento... si deve!
Antonio Cianciullo scrive sul suo blog un articolo incentrato sulla notizia che la Sicilia si smarcherebbe dal nucleare dedicando i propri sforzi economici sullo sviluppo delle fonti alternative, rinnovabili in una programmazione di investimenti negli anni futuri. Concordo sul fatto che l’elettricità da fonti rinnovabili, rappresenta un modello diffuso, decentrato e quindi democratico ma mi desta preoccupazione che a raffigurare questa teoria sia l'economista Rifkin propugnatore della cosiddetta 'economia basata sull'idrogeno'. Niente di più sbagliato. Per produrre l'idrogeno si ha bisogno per estrarlo dall'acqua di energia elettrica e/o idrocarburi più energia elettrica. L'idrogeno NON è una fonte energetica ma un vettore di energia. Se manca energia non si ha idrogeno. L'unica valida soluzione ai problemi energetici che abbia come obiettivo la riduzione dalla dipendenza estera è quella di produrre energia da fonti rinnovabili, eterne, sicure, democratiche, diffuse come il vento e il sole. E' possibile da subito.
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3 commenti:
A suo tempo ho letto con attenzione il libro.
L'idrodeno è chiaramente indicato come un vettore non come una fonte di energia.
Il titolo del libro è fuorviante (sarebbe stato più corretto "L'economia basata sulle energie rinnovabili") ma è servito a farlo diventare un best seller e a catalizzare l'attenzione dei media internazionali su questo tema e sulla necessità di una ulteriore rivoluzione industriale.
Non gli butterei addosso la croce tanto gratuitamente.
Darei la colpa piuttosto alla scarsa preparazione dei giornalisti dei mass media tradizionali (tv,radio e giornali) che megli anni scorsi hanno affronato in maniera banalottta il tema energia ed economia.
Sono assolutamente d'accordo con Raimondo.
Rifkin potrà risultare simpatico o meno, ma io - che non sono un tecnico - mi sono schiarito le idee sul fatto che l'idrogeno è soltanto un vettore e non una fonte d'energia proprio leggendo il suo libro.
Che poi in Italia non si riesca a parlare di ambiente e di energie rinnovabili senza tirarlo in ballo è soltanto una misura di quanta pigrizia se non ignoranza caratterizzi i giornalisti italiani.
Concordo con Gigochef. I giornalisti non hanno memoria storica e non ritornano mai sulle loro notizie:
Vi ricordate Rubbia e il solare termodinamico ? Ieri la SIEMENS ha comprato il 28% della Archimede Solar SPA (sistema ENEA inventato da Rubbia). Ma cosa hanno scritto a suo tempo: .....rincara Clini. Quali sono le accuse alla gestione Rubbia? Clini scende nei dettagli: « C' è una progressiva divergenza fra le curiosità tecnico scientifiche personali di Rubbia e il ruolo più generale che l' Enea deve svolgere nel contesto della ricerca. Per esempio, di fronte alla grave crisi energetica, auspicavamo programmi adeguati alle nuove sfide. Fra questi, il recupero delle disperse e notevoli competenze italiane sul nucleare, con la riapertura della ricerca in questo settore. Invece, l' unico progetto energetico sostenuto da Rubbia è Archimede, il solare termodinamico, che ci costa 48 milioni di euro e di cui, dopo anni, è difficile capire lo stato dell' arte e la spendibilità » (ndr il progetto di ricerca e sviluppo era costato 15 milioni e non 48!!!) QUalcuno ha contato quante centrali solari a concentrazione sono state costruite nel mondo da quando Rubbia e' andato in Spagna nel 2005 ?
Che dire ?
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