Il problema della produzione di alimenti, quello del consumo di materie prime, quello della crescita dell'inquinamento e della sua neutralizzazione, comportano una serie di scelte molto difficili e impegnative: dovrebbe però essere ormai chiaro che tutte queste difficoltà scaturiscono da una sola, semplice circostanza: la Terra ha dimensioni finite. Quanto più una qualsiasi attività umana si approssima ai limiti naturali, oltre i quali la Terra non è più in grado dì sostenerla, tanto più manifeste e gravi si fanno tali difficoltà.
Se c'è abbondanza di terre vergini coltivabili, si può avere una popolazione più numerosa e insieme più alimenti per ogni abitante; ma quando tutta la Terra sia ormai sottoposta a sfruttamento, occorre scegliere tra le due alternative, delle quali l'una esclude l'altra.
In generale, sì può dire che la società moderna non ha ancora imparato a riconoscere la necessità di simili scelte. A quanto sembra, il sistema mondiale attualmente tende a far crescere tanto il numero dì abitanti quanto la disponibilità di cibo, di beni materiali, di aria e acqua pulita per ciascuno di essi; ma, per quanto abbiamo osservato, questa tendenza alla fine porterà a raggiungere uno dei molti limiti naturali della Terra.
Non è possibile anticipare esattamente quale limite verrà raggiunto per primo, e con quali conseguenze, giacché l'umanità potrebbe reagire in molte diverse maniere a una situazione del genere. È possibile, invece, studiare quali condizioni o quali modificazioni del sistema mondiale potrebbero portare la società a scontrarsi con i limiti che pongono un termine alle possibilità di sviluppo in un mondo finito, o a trovare un accomodamento all'interno di essi.
estratto da
I Limiti Dello Sviluppo
Donella H. Meadows Dennìs L. Meadows J0rgen Randers William W. Behrens III
rapporto del System Dynamics Group Massachusetts Institute of Technology (MIT) per il progetto del Club di Roma sui dilemmi dell'umanità prefazione di Aurelio Peccei
EDIZIONI SCIENTIFICHE E TECNICHE MONDADORI 1972
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