Da ieri a Bali sono riuniti i delegati e scienziati per due settimane per la più grande conferenza sul clima della storia, alla ricerca di un nuovo patto internazionale che entro il 2009 consenta di combattere i cambiamenti climatici. Intanto la prima notizia riguarda il vecchio patto, gli accordi di Kyoto: il neogoverno laburista australiano del premier Kevin Rudd ha, come annunciato, invertito la tendenza del predecessore John Howard e il delegato australiano, Howard Bamsey, ha proclamato la prossima firma del protocollo fra gli applausi dei presenti a Bali. La scomparsa del supporto dell'Australia lascerà isolati alla conferenza gli Stati Uniti dove il governo del presidente George W. Bush ha finora evitato di accettare le premesse del protocollo, ovvero l'esistenza effettiva di una minaccia creata dal riscaldamento globale, e l'utilità delle misure preconizzate a Kyoto con il taglio delle emissioni di gas nocivi. Sono circa diecimila i convenuti da 190 paesi a Bali, per discutere di una serie di rapporti sempre più minacciosi emersi dalla comunità scientifica. La questione prende sempre più peso nella coscienza collettiva - come dimostra anche l'assegnazione del premio Nobel per la pace 2007 all'americano Al Gore e all'IPCC, la commissione Onu per l'ambiente, per il loro lavoro sui cambiamenti climatici. "Gli occhi del mondo sono su di voi" ha detto ai delegati Yvo de Boer, segretario esecutivo della conferenza. "Il mondo si aspetta un balzo in avanti". In che direzione? Scopo immediato a Bali è varare un negoziato verso un accordo che sostituisca, entro il 2009, il protocollo di Kyoto (in scadenza nel 2012). Il problema più grosso resta coinvolgere gli Stati Uniti, la nazione che emette più gas a effetto serra, e che insiste per un accordo in cui i tagli alle emissioni restino su base volontaria e non obbligatoria. Il protocollo di Kyoto, dieci anni fa, chiedeva a 36 paesi industrializzati di ridurre le emissioni di gas nocivi prodotte dalle fabbriche e da altre fonti (agricoltura, trasporti) e indicava come obbiettivo, entro il 2012, la riduzione delle emissioni del 5% rispetto ai livelli del 1990.
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Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.
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1 commento:
"Mentre a Sagunto si muore a Roma si discute".
Riportata alla nostra realtà ambientale possiamo tradurla in "Mentre il mondo muore a Balì si discute".
Ma davvero c'era bisogno di questa conferenza sul clima ?
La realtà è sotto gli occhi di tutti. In Italia il nostro ambiente si sta impoverendo. Non riesce a darci le stagioni con quelle caratteristiche termoigronometriche che hanno così tanto contribuito a fare della nostra agricoltura una miniera di tipicità riconosciuta in tutto il mondo. La produzione di energia idroelettrica, causa l'abbassamento delle precipitazioni, sta calando ed ormai siamo sotto il 20 % del totale del fabbisogno.
In alcune parti del mondo il cambiamento delle temperature sta innescando dissesti idrogeologici causati dal rapido rilascio di acqua nel terreno altrimenti prima trattenuta dalla massa di ghiacci perenni. Per mantenere il livello di crescita del P.I.L. a livelli attuali dovremmo bruciare il ramo su cui siamo seduti. Sull'isola di Pasqua l'hanno fatto. Intanto l'Italia declama accordi energetici con la Francia per il nucleare (.. la centrale come verrà alimentata ? Con quale Uranio ? A Plutonio ?)
e con l'Albania per il carbone (... con quale carbone verrà alimentata la centrale ??? Quello bitumoso dell'Albania ???) senza fare nulla a casa propria. Vengono osteggiate le centrali eoliche (.... ci si mettono anche i Verdi !!!), non si possono costruire centrali turbogas/vapore per bruciare il metano prodotto dagli allevamenti zootecnici.
Ma non tutto è perduto. Ci sono comuni in Italia dotati di grande lungimiranza politica. Si, ho scritto "lungimiranza politica" e non "lungimiranza ambientale". Perchè è con la lungimiranza politica che si raggiungiungono obiettivi in campo ambientale. E non viceversa. La politica ambientale non è dei Verdi : è di tutti !!! Azioni dirette attuabili sulla raccolta differenziata dei rifiuti, sull'uso dell'acqua ai fini non idropotabili, sul trasporto pubblico, sugli impianti di riscaldamento a geotermia a bassa temperatura, sull'isolamento degli edifici, sulla conversione delle auto in elettriche ... sono tutti capitoli da inserire in un decreto ambientale di far approvare ..... dieci anni fa.
Una nota positiva : l'Australia finalmente ha dichiarato di voler sottoscrivere il trattato di Kyoto.
Un saluto agli amici di Mondoelettrico.
Silvano Robur
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