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Il Presidente dell'IPCC afferma: «
Occorre una nuova etica»
«Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è una nuova etica, che permetta a o
gni essere umano di rendersi conto dell'importanza della sfida che abbiamo dinanzi e di iniziare a impegnarsi per affrontarla
efficacemente modificando il proprio stile di vita e cambiando atteggiamenti e comportamenti», ha dichiarato Rajendra Pachauri, presidente del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), in occasione della presentazione del quarto rapporto di valutazione dell'IPCC a Valencia (Spagna).
Il nuovo rapporto evidenzia il fatto che il riscaldamento globale potrebbe avere impatti imprevisti o irreversibili, tra cui lo
scioglimento delle calotte di ghiaccio, con il conseguente
innalzamento del livello del mare, l'
estinzione delle specie e cambiamenti delle correnti oceaniche che avranno
effetti a catena per la pesca, l'
assorbimento del biossido di carbonio da parte degli oceani e la vegetazione terrestre.
Anche qualora lo scioglimento delle calotte di ghiaccio venisse scongiurato, l'
innalzamento del livello del mare provocato dalla sola espansione termica degli oceani è ormai inevitabile, avverte il rapporto. «Si tratta di una
scoperta estremamente grave, da cui si evince chiaramente che con le nostre azioni [...] abbiamo già condannato il pianeta a subire l'innalzamento del livello del mare a causa della sola espansione termica», ha affermato il dottor Pachauri, aggiungendo che, se a questo fenomeno si somma lo scioglimento delle masse di ghiaccio, «si può avere un'immagine chiara del genere di problemi che saremo probabilmente chiamati ad affrontare».
Il rapporto prende in considerazione anche eventi estremi come la
siccità e le
tempeste, affermando che la
frequenza degli «episodi di precipitazioni intense» è aumentata nella maggior parte delle regioni, così come si è
estesa anche l'area colpita dalla siccità.
Il dottor Pachauri ha inoltre sottolineato che «gli effetti dei cambiamenti climatici non saranno avvertiti in maniera uniforme». In Africa, tra i 75 e i 250 milioni di persone potrebbero essere esposti a un aumento dello stress idrico, e in alcune aree le colture pluviali potrebbero ridursi del 50%.
La situazione appare cupa anche in Asia, dove la disponibilità di
acqua dolce è destinata a diminuire, mentre le aree costiere densamente popolate saranno probabilmente più esposte al rischio di inondazione. Dal canto loro, i piccoli Stati insulari di tutto il mondo sono minacciati da
inondazioni,
mareggiate,
erosione e
altri pericoli costieri.
Tuttavia, il rapporto non contiene solo previsioni pessimistiche. Come ha osservato il dottor Pachauri, «fortunatamente l'umanità ha a disposizione diverse
soluzioni», tra cui figurano
politiche e strumenti che i governi possono attuare per creare incentivi di mitigazione e
nuove tecnologie che attualmente
sono già disponibili o che saranno probabilmente commercializzate nei prossimi decenni.
È particolarmente importante creare un efficace segnale del prezzo del carbonio. «Si tratta di una scoperta importante», ha dichiarato il dottor Pachauri. «Se vogliamo intervenire, dobbiamo ovviamente associare al carbonio un prezzo che ci permetta di orientarci verso un'economia a basso contenuto di carbonio».
Il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon si è recentemente recato in Amazzonia e in Antartide per constatare di persona gli effetti del cambiamento climatico. Ha lodato il lavoro svolto dall'IPCC e ha definito l'ultimo rapporto «conciso e di facile comprensione».
Da
Europa Cordis.