Dal comunicato stampa di Sergio Castellari del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
-- Focal Point dell’IPCC per l’Italia --
Email: castellari@bo.ingv.it
Brusselles, 6 aprile 2007
DELEGAZIONE ITALIANA PARTECIPANTE ALLA SESSIONE WGII:
• Dr. Sergio Castellari
INTRODUZIONE:
A Brusselles dal 2 aprile al 4 aprile si è svolta la Ottava Sessione del Gruppo di Lavoro II (WGII) dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) con la partecipazione di delegati da più di 100 Paesi insieme agli autori responsabili dei singoli capitoli del rapporto WGII.
L’IPCC è un organismo delle Nazioni Unite, istituito nel 1988 dalla Organizzazione Mondiale per la Meteorologia (World Meteorological Organization – WMO) e dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UN Environment Programme – UNEP), allo scopo di fornire ai politici una valutazione obiettiva e corretta della letteratura tecnico-scientifica e socio-economica disponibile in materia dei cambiamenti climatici, impatti, adattamento e mitigazione. L’attività principale dell’IPCC è quella di realizzare ogni sei anni i Rapporti di Valutazione scientifica sullo stato delle conoscenze nel campo dei cambiamenti climatici, i Rapporti Speciali e gli Articoli Tecnici su argomenti ritenuti di particolare interesse scientifico. E’ importante ricordare che l’IPCC è l’organismo ufficiale che fornisce l’informazione scientifica per le deliberazioni della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UN Framework Convention on Climate Change – UNFCCC).
Il rapporto del WGII valuta la letteratura riguardante gli aspetti scientifici, tecnici e socio-economici degli impatti, adattamento e vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Questo rapporto cerca di fornire una analisi obiettiva di come i cambiamenti climatici influenzano i sistemi naturali ed umani, di come gli impatti possono cambiare nel futuro e di come l’adattamento può affrontare questi impatti.
I delegati governativi hanno approvato parola per parola il Summary for Policy Makers (SPM) del Quarto Rapporto di Valutazione (Assessment Report 4 – AR4) del WGII "Impacts, Adaptation and Vulnerability" ed accettato il rapporto suddetto. Da oggi 6 aprile 2007 il SPM del WGII è disponibile sul sito www.ipcc.ch dell’IPCC a Ginevra, e la traduzione italiana sarà disponibile in poche settimane sul sito del Focal Point nazionale (https://www.cmcc.it/web/public/IPCC-Italia)
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mentre il rapporto WGII completo sarà disponibile in forma elettronica e cartacea solo verso la fine di maggio di quest’anno.
Il Rapporto di Valutazione AR4 consiste di tre singoli Rapporti e di un Rapporto di Sintesi:
• il 2 febbraio è stato completato l’AR4 – WG1
• oggi è stato completato l’AR4-WG2
• il prossimo 4 maggio sarà completato l’AR4-WG3
• il prossimo 17 novembre sarà completato il Rapporto di Sintesi AR4
IL RAPPORTO AR4-WGII:
Questo SPM-WGII ha richiesto una discussione negoziale molto più accesa del SPM-WGI discusso a Parigi in febbraio. Avere un riassunto per i decisori politici che tratti di impatti su vari settori (acqua, cibo, ecosistemi, coste e salute) e sulle diverse 8 regioni con cui l’IPCC ha suddiviso il pianeta (Africa, Asia, Australia-Nuova Zelanda, Europa, America Latina, Nord America, Regioni Polari e Piccole Isole) ha sicuramente più forti ripercussioni politiche.
Il SPM è uno strumento di comunicazione scientifica per i non-addetti ai lavori e chiaramente non può contenere il riassunto di tutti i principali risultati presentati nei 20 capitoli del rapporto WGII e per questo richiede sempre una lunga e strenua negoziazione, che è terminata dopo quattro giorni e dopo 15 ore continue di negoziazione, verso le 11 del mattino di oggi, venerdì 6 aprile!
Alcuni Paesi si sono opposti alla presenza nel testo del SPM-WGII di:
• riferimenti ad alcuni risultati scientifici contenuti nel rapporto,
• riferimenti al legame tra adattamento e mitigazione (strategie che devono essere complementari),
• riferimenti ai diversi impatti dei cambiamenti climatici aseconda dei diversi scenari climatici e dei diversi scenari di stabilizzazione, che grande implicazioni possono avere sui lavori dell’UNFCCC.
In particolare, solo tre Paesi si sono opposti in maniera decisa all’inserimento di due tabelle esplicative che, con le dovute bande di incertezza, mostrano il legame dei futuri impatti settoriali e regionali con le proiezioni climatiche di temperatura media globale provenienti dal SPM-WGI (Figure SPM-WGI-7). Alla fine solo la prima tabella con gli impatti settoriali è rimasta nel testo, ma senza il collegamento con le proiezioni climatiche. Questo ha ritardato il raggiungimento del consenso sul testo del SPM, che nei quattro giorni di negoziazione ha perso alcune parti (ad esempio una delle suddette tabelle), ma ha almeno mantenuto i messaggi principali del rapporto.
L’Italia con la Spagna ha spinto molto nei vari gruppi negoziali e nella plenaria della sessione per mantenere nel SPM la maggior parte delle informazioni scientifiche sugli impatti già in corso e su quelli futuri dell’Europa Meridionale presentati in dettaglio nel capitolo sull’Europa.
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Contesto generale del rapporto WG2:
In generale il rapporto IPCC-WGII conferma i principali messaggi chiave del TAR-WGII, in particolare riguardo alle proiezioni di impatti e alla vulnerabilità, e anzi presenta tali risultati con più solidità scientifica.
Rispetto al TAR gli studi di attribuzione dei cambiamenti climatici osservati finora sono migliorati, grazie all’analisi di un più grande data-set rispetto al passato che ha permesso di definire che il riscaldamento antropogenico (come spiegato dal WGI) ha già avuto un forte impatto su molti sistemi fisici e biologici. Il rapporto WGII identifica chiaramente le principali vulnerabilità (key vulnerabilities) per le differenti regioni. Queste nuove informazioni scientifiche contenute nel rapporto WGII potranno essere di grande aiuto per le deliberazioni delle sessioni della UNFCCC.
Nel rapporto WGII si pone l’urgenza di intraprendere al più presto misure di adattamento per reagire a impatti che sono ormai inevitabili e misure di mitigazione dei cambiamenti climatici al fine di alleviare ed evitare i maggiori impatti e i futuri rischi.
Impatti dei cambiamenti climatici sono già in atto a livello globale e regionale e saranno più forti nel futuro:
• Molti sistemi naturali in tutto il pianeta sono stati già affetti da cambiamenti climatici regionali, in particolare aumenti di temperature.
• Un grande numero di data-set raccolti in tutto il globo ha permesso di stimare l’influenza del riscaldamento globale attribuito alle attività umane su molti sistemi fisici e biologici (IMPRONTA UMANA SUI SISTEMI NATURALI).
• Un aumento della temperatura media globale di 2–2,5°C rispetto al presente potrà causare un forte aumento degli impatti (spostamenti geografici di specie, perdite totali di biodiversità, riduzione della produttività agricola e delle risorse idriche in vaste aree (Rapporto WGII).
• Un aumento della temperatura media globale oltre 3,5°C rispetto al presente causerà aumenti della vulnerabilità in molti sistemi naturali ed umani rendendo molto difficile attuare misure di adattamento (Rapporto WGII).
• Alcuni sistemi saranno colpiti fortemente dagli impatti dei cambiamenti climatici: ecosistemi tipo tundra e foreste boreali, ecosistemi mediterranei, mangrovie, barriere coralline, aree costiere, risorse idriche e regioni secche delle basse e medie latitudini, agricoltura in regioni nella basse latitudini e la salute umana.
• Alcune regioni del pianeta saranno più colpite delle altre: l’Artico, l’Africa (in particolare la regione sub-sahariana), le piccole isole e i mega-delta asiatici (Gange-Brahmaputra, Zhujiang).
• Entro la metà di questo secolo il run-off medio di tutti dei fiumi del globo e la disponibilità idrica potranno aumentare di circa il 10-40% nelle alte latitudini e in
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alcune aree umide dei tropici, ma diminuiranno di 10-30% nelle regioni alle medie-latitudini e in alcune altre parti dei tropici già sotto water-stress.
• Le aree colpite da siccità aumenteranno in estensione. Aumenteranno anche gli eventi di più intensa precipitazione ed aumenteranno i rischio di inondazioni. In Africa le proiezioni climatiche stimano che entro il 2020 75-250 milioni di persone saranno esposte ad un forte aumento di water stress.
• Si avrà un maggiore rischio di estinzione per circa 20-30% delle specie vegetali ed animali con un aumento della temperatura media globale oltre 1,5-2,5 C rispetto a quella di questi anni. In Australia e Nuova Zelanda le proiezioni climatiche stimano una forte perdita di biodiversità entro il 2020 (Great Barrier Reef e Quennsland Wet Tropics).
• L’aumento dell’acidificazione degli oceani causato dall’aumento delle concentrazione atmosferica di CO2 causerà forti impatti negativi su organismi marini come i coralli e le specie a loro collegate.
• Alle basse latitudini la produttività agricola tenderà a diminuire anche per un aumento della temperatura media globale di solo 1-2 C.
• Le zone costiere saranno esposte ad un maggiore rischio di erosione costiera causata dai cambiamenti climatici che causeranno un innalzamento del livello globale marino.
• Le proiezioni climatiche relative agli impatti sulla salute prevedono uno scenario drammatico in particolare per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo: aumento della malnutrizione e dei rischi di malattie infettive e respiratorie, aumento di mortalità a causa di eventi più estremi come onde di calore, alluvioni, tempeste e siccità, aumento della frequenza delle malattie cardio-respiratorie a causa dell’aumento delle concentrazioni di ozono troposferico a livello superficiale.
Risposte ai cambiamenti climatici: adattamento e mitigazione devono essere complementari
L’adattamento è una misura necessaria per gli impatti che sono inevitabili.
Maggiore adattamento è necessario a livello locale e regionale al fine di ridurre le vulnerabilità, ma esistono limiti e barriere.
Possibili strategie di adattamento preventivo al fine di ridurre i rischi potenziali di alcuni impatti-chiave come perdite di biodiversità, scioglimento dei ghiacciai richiederanno ingenti impegni finanziari.
La vulnerabilità ai cambiamenti climatici in alcuni settori e regioni può essere accentuata da altri fattori di stress sociale ed ambientale.
Però molti impatti, in particolare quelli che potrebbero avvenire dopo il 2020, possono essere ridotti o ritardati da pronte misure di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Gli effetti dei cambiamenti climatici non mitigati produrranno forti limiti alla capacità adattiva dei sistemi naturali e umani e richiederanno un grosso dispendio di risorse finanziarie.
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Futuri impatti dei cambiamenti climatici per l’Europa:
Nel rapporto WGII il capitolo 12 tratta degli impatti e delle vulnerabilità chiave dell’Europa:
• Per la prima volta sono stati stimati con maggiore certezza scientifica gli impatti dei cambiamenti climatici già in atto in Europa: ritiro dei ghiacciai, spostamenti di specie, rischi da onde di calore.
• Quasi tutti i Paesi Europei subiranno in futuro impatti negativi dei cambiamenti climatici che avranno forti ripercussioni a livello economico (maggiore rischio di inondazioni, di erosione costiera, di stress nella maggioranza degli organismi ed ecosistemi, aumento del ritiro dei ghiacciai, maggiore riduzione della copertura nevosa con conseguenze sul turismo invernale e in alcune aree dell’Europa si avranno estinzioni di specie.
• In Europa Meridionale i cambiamenti climatici avranno i più forti impatti negativi: una forte riduzione della disponibilità idrica e del potenziale energetico idroelettrico, una riduzione del turismo e una riduzione della produttività agricola ed un aumento dei rischi alla salute dovuto ad una maggiore frequenza di onde di calore e di incendi boschivi naturali.
• Nell’Europa Centrale ed orientale la precipitazione media estiva tenderà a diminuire e aumenteranno i rischi da ondate di calore e diminuirà la produttività forestale.
L’area Mediterranea:
E’ importante ricordare che i rapporti WGI e WGII mostrano chiaramente la vulnerabilità del Europa Meridionale e della area Mediterranea ai futuri cambiamenti climatici (ALTA VULNERABILITA’ DELL’AREA MEDITERRANEA) nelle proiezioni future di temperatura media atmosferica superficiale, precipitazione media e run-off annuale.
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