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lunedì 9 aprile 2007

The New York Times contro la produzione di etanolo con mais

Il noto quotidiano The New York Times ha condannato l’aumento senza precedenti della coltivazione di granturco negli USA per produrre etanolo e sostituire in minima parte il petrolio che il paese consuma.
In un editoriale intitolato “Le conseguenze del mais”, il TNYT commenta l’irresponsabile interesse dei contadini nell’incremento dei camapi destinati alla coltivazione di mais nell’affanno di ottenere rapidi guadagni.
La rapida attenzione verso questa produzione di cereali deriva dalla politica del presidente Bush a favore dei biocombustibili, scatenando il rischio di rompere la bilancia agricola della nazione, con un calo immediato delle aree coltivate a soia e cotone, tra le altre.
Il The New York Times ha rivelato che quest’anno gli agricoltori nordamericani stanno seminando 36,6 milioni di ettari di terreno a mais, la più grande area mai destinata a questa coltivazione dal 1944.
Le terre destinate alla soia diminuiranno del 10% e lo stesso accadrà con il cotone e il grano, aggiunge l’editoriale.
Oltre al pericolo che questo rappresenta nelle esportazioni, il giornale ha segnalato un altro rischio meno noto: lo sfruttamento delle terre soggette a un programma di protezione del medio ambiente.
Si parla di almeno 15 milioni di ettari reintegrati alla natura perchè montagnosi, paludosi o riserve di flora e fauna, che sono conservati grazie a fondi apportati dai contribuenti.
Il programma di conservazione delle riserve ha già paralizzato l’incorporazione di nuove aree e gruppi di agricoltori hanno cominciato a chiedere la liberazione, per la coltivazione, delle terre protette.
Per quanto possa piacere la produzione di etanolo, soprattutto quello derivato dalla cellulosa e da altre fonti differenti dal mais, sarebbe un tragico errore gettare al vento due decenni di protezione ambientale in cambio di guadagni rapidi, ha affermato il quotidiano.
La produzione di etanolo con questo cereale sostituirà una minima frazione della quantità di petrolio che utilizziamo e questa si otterrà al prezzo di una nuova caccia pazzesca di terre coltivabili e sarà maggiore la perdita in conservazione che il guadagno in indipendenza energetica.
Il TNYT ha segnalato, tra le sue principali informazioni, l’articolo di condanna a questo proposito scritto dal presidente cubano, Fidel Castro, a proposito dei piani di Bush d’incrementare l’uso di alimenti come il mais o la soia per la produzione di etanolo.

The Consequences of Corn (The New York Times)
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra che l'articolo ottusamente evidenzi un aspetto critico ma non così limitante, soprattutto a confronto alle difficoltà che si prospettano col petrolio sempre più costoso, basta cercare nuovi terreni da coltivare all'estero, distribuendo così meglio la ricchezza ai coltivatori (africani, sud americani, indiani, cinesi, ...) di canna da zucchero, barbabietole, cellulosa, ... invece che concentrare la ricchezza nelle mani di pochi petrolieri. Saluti, Fab.

Anonimo ha detto...

Inoltre i benefici della combustione del bioetanolo (etanolo da canna da zucchero, scarti vegetali zuccherini, ...) sono nel contenere pericolose emissioni di CO e CO2 e nell'evitare emissioni di benzene, SO2, NO2 molto presenti per la combustione dei carburanti tradizionali.