I dati raccolti da Ev-K2-Cnr ed elaborati dall’Irsa-Cnr, di prossima pubblicazione, attestano che la superficie dei ghiacci si è ridotta, determinando un aumento dei laghi, e che la temperatura in alta quota è aumentata tre volte di più che in bassa quota. "Il Parco Nazionale dell’Everest (Sagarmatha National Park, Snp), circondato dalla catena himalayana, costituisce un esclusivo punto di osservazione per lo studio dei cambiamenti climatici e per conoscerne gli effetti sul nostro pianeta", spiega il presidente del Comitato Ev-K2-Cnr, Agostino Da Polenza. E proprio mentre la spedizione scientifica italiana, guidata da Da Polenza, è appena arrivata alla Piramide sull’Everest (realizzata e gestita dal Comitato a 5.050 metri di quota), giungono dal Tetto del Mondo alcuni dati di grande interesse e preoccupazione, che evidenziano l’arretramento dei ghiacciai e l’innalzamento delle temperature in alta quota.
Ma dati preoccupanti giungono anche dalla elaborazione dell’Irsa-Cnr sulla base dei rilevamenti effettuati dalle stazioni che Ev-K2-Cnr ha posizionato lungo la nepalese Valle del Khumbu, presso le località di Lukla (2850 m. slm), Namche Bazar (3400), Pherice (4200) e presso la Piramide Ev-K2-Cnr. "Non vi è dubbio che il regresso dei ghiacciai sia connesso con l’aumento della temperatura globale del Pianeta", sostiene Gianni Tartari dell’Irsa-Cnr e presidente del Consiglio scientifico di Ev-K2-Cnr. "La serie di misure effettuate dal Comitato a partire dal 1994, in particolare nei pressi del Laboratorio-Osservatorio Piramide, confermano un incremento medio di temperatura intorno a un grado per decade. Un valore che diminuisce scendendo di quota, probabilmente a causa della presenza di aerosol in atmosfera che fungono da schermo alla radiazione solare. Si conferma perciò la tendenza rilevata già alla fine degli anni ’90 con le registrazioni condotte in 49 stazioni climatiche distribuite in tutto il Nepal da differenti gruppi di ricerca, e che mostravano un incremento medio di 0.06 ºC/anno tra il 1977 e il 1994".
L’incremento osservato ha trovato riscontri anche nelle anomalie di temperatura registrate dai ricercatori cinesi sull’altopiano tibetano, cioè sul versante Nord della catena himalayana, dove si misurano variazioni fino a due gradi per decade, mentre attualmente a bassa quota si evidenzia un aumento medio di 0,6 gradi per decade. "Il più rapido incremento di temperatura alle quote elevate può avere un molteplice effetto sulla dinamica dei ghiacciai", afferma Tartari, "con la rapida fusione del ghiaccio e l’apporto delle precipitazioni in forma liquida anziché solida". Il confronto tra le cartografie evidenzia infine un aumento di oltre il 70% del numero dei laghi (da 50 a 86) che corrisponde ad una crescita della superficie totale del 49,7%. I laghi di nuova comparsa sono più abbondanti nella fascia tra i 5100 e 5400 m. "Questi dati confermano come il nostro impegno nel monitoraggio climatico e ambientale di quest’area sia nodale", conclude Da Polenza. "L’Asia è, date anche le sue condizioni e le sue tendenze dal punto di vista demografico, socio-economico e industriale, un continente cruciale per le sorti del pianeta".
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