Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 9 dicembre 2010

In crescita i consumi di energia elettrica: +1,9% a novembre. Contenti?

Ancora in crescita i consumi di energia elettrica: +1,9% a novembre

+ 1,7% la domanda di elettricità nei primi 11 mesi dell'anno

Dopo l'aumento di ottobre (+1,1%), anche a novembre la quantità di energia elettrica richiesta in Italia - 27,3 miliardi di kWh - ha fatto registrare una crescita pari a +1,9% rispetto a novembre dello scorso anno.
Depurata dall'effetto di una temperatura media mensile leggermente inferiore rispetto a novembre 2009, e a parità di giornate lavorative (21), la variazione della domanda di novembre 2010 diventa +1,8%.


I primi undici mesi dell'anno hanno fatto registrare un incremento della domanda di energia elettrica pari a +1,7% rispetto al corrispondente periodo del 2009, quando la diminuzione del fabbisogno fu -6,7% rispetto allo stesso periodo del 2008. A parità di calendario, il risultato non varia.

Nel mese di novembre 2010 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 85,8% con produzione nazionale e per la quota restante (14,2%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero.

In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,8 miliardi di kWh) è aumentata del +0,3% rispetto a novembre 2009. 
Sono in crescita le fonti di produzione idroelettrica (+66,3%)
geotermica (+2,9%), 
eolica (+58,7%)
fotovoltaica (+128,2%)
In flessione la sola fonte termoelettrica (-10,2%).

A livello territoriale, la variazione della domanda è ovunque positiva ma differenziata sul territorio nazionale: +2,2% al Nord, +1,6% al Centro, e +1,5% al Sud. I 27,3 miliardi di kWh richiesti nel mese di riferimento sono distribuiti per il 47% al Nord, per il 29% al Centro e per il 24% al Sud.

In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di novembre 2010 ha fatto registrare un -0,1% rispetto al mese precedente.
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Qui di seguito un nostro grafico che riassume l'andamento dei consumi elettrici mensili italiani a partire dal gennaio 2006.

Cliccare sul grafico per ingrandire

Questo mese aggiungo un altro grafico che raggruppa i consumi durante l'anno solare.A Voi le conclusioni.


Cliccare sul grafico per ingrandire

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4 commenti:

Silvano Robur ha detto...

No.
Non sono contento.
Crescita dei consumi non è sinonimo di crescita economica.
Se produrre acqua calda uso una resistenza termica degli usuali scaldabagno, ecco che varò fatto un danno economico.
A me, all'ambiente, a coloro che verranno dopo di me.
Se invece usassi uno scaldabagno a pompa di calore aria / aria, ecco che mediamente il consumo sarà di un terzo dell'analogo scaldabagno a resistenza.
Se poi accoppiamo il tutto con pannelli termosolari e fotovoltaici ecco che la ripresa economica sarà accompagnata da una diminuizione dei consumi energetici.
Si parla tanto di "km zero" per i prodotti necessari al nostro sostentamento alimentare.
Guardate che lo stesso discorso vale anche per l'energia.
Una bella stufa per poter funzionare ha bisogno di legna che proviene dalle nostre foreste.
E che per arrivare alle nostre case percorre mediamente una trentina di km.
Non mi si venga a dire che la biomassa legnosa è una fonte rinnovabile. Perchè il gasolio consumato dal camion per portare la legna una volta bruciato non ritorna più.
Una pompa di calore aria/aria montanta sul balcone di casa è certamente meno impattante di una stufa.
Perchè l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ha dei costi di trasporto infrastrutturali ed energetici.
ridicoli.
E comunque posso sempre produrla localmente con il fotovoltaico.

Silvano Robur ha detto...

No.
Non sono contento.
Crescita dei consumi non è sinonimo di crescita economica.
Se produrre acqua calda uso una resistenza termica degli usuali scaldabagno, ecco che varò fatto un danno economico.
A me, all'ambiente, a coloro che verranno dopo di me.
Se invece usassi uno scaldabagno a pompa di calore aria / aria, ecco che mediamente il consumo sarà di un terzo dell'analogo scaldabagno a resistenza.
Se poi accoppiamo il tutto con pannelli termosolari e fotovoltaici ecco che la ripresa economica sarà accompagnata da una diminuizione dei consumi energetici.
Si parla tanto di "km zero" per i prodotti necessari al nostro sostentamento alimentare.
Guardate che lo stesso discorso vale anche per l'energia.
Una bella stufa per poter funzionare ha bisogno di legna che proviene dalle nostre foreste.
E che per arrivare alle nostre case percorre mediamente una trentina di km.
Non mi si venga a dire che la biomassa legnosa è una fonte rinnovabile. Perchè il gasolio consumato dal camion per portare la legna una volta bruciato non ritorna più.
Una pompa di calore aria/aria montanta sul balcone di casa è certamente meno impattante di una stufa.
Perchè l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ha dei costi di trasporto infrastrutturali ed energetici.
ridicoli.
E comunque posso sempre produrla localmente con il fotovoltaico.

Silvano Robur ha detto...

No.
Non sono contento.
Crescita dei consumi non è sinonimo di crescita economica.
Se produrre acqua calda uso una resistenza termica degli usuali scaldabagno, ecco che varò fatto un danno economico.
A me, all'ambiente, a coloro che verranno dopo di me.
Se invece usassi uno scaldabagno a pompa di calore aria / aria, ecco che mediamente il consumo sarà di un terzo dell'analogo scaldabagno a resistenza.
Se poi accoppiamo il tutto con pannelli termosolari e fotovoltaici ecco che la ripresa economica sarà accompagnata da una diminuizione dei consumi energetici.
Si parla tanto di "km zero" per i prodotti necessari al nostro sostentamento alimentare.
Guardate che lo stesso discorso vale anche per l'energia.
Una bella stufa per poter funzionare ha bisogno di legna che proviene dalle nostre foreste.
E che per arrivare alle nostre case percorre mediamente una trentina di km.
Non mi si venga a dire che la biomassa legnosa è una fonte rinnovabile. Perchè il gasolio consumato dal camion per portare la legna una volta bruciato non ritorna più.
Una pompa di calore aria/aria montanta sul balcone di casa è certamente meno impattante di una stufa.
Perchè l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ha dei costi di trasporto infrastrutturali ed energetici.
ridicoli.
E comunque posso sempre produrla localmente con il fotovoltaico.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Sostanzialmente d'accordo.