Avrei voluto darvi un report della presentazione in quanto siamo stati invitati a partecipare all'inaugurazione, ma purtroppo impegni di lavoro mi costringono ad essere altrove. Accontentiamoci di un estratto giornalistico.
E’ unico al mondo e serve quattro aziende orafe aretine. L’appuntamento è per domani alle 11 nella zona industriale di San Zeno ad Arezzo. E’ lì che il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, aprirà i rubinetti del primo idrogenodotto al mondo realizzato in area urbana, capace di servire quattro aziende orafe, ma con l’obiettivo, entro la fine di quest’anno, di raddoppiare la quantità di gas erogato. I mille metri di tubazione di dieci centimetri di diametro, che corrono a poco più di un metro sotto terra, forniranno ogni ora circa 16 metri cubi di gas a 3 atmosfere, un livello che corrisponde a 53.000 metri cubi all’anno. L’obiettivo del progetto “Idrogeno per Arezzo” è quello di aumentare il numero delle aziende fornite e di arrivare entro il 2008 ad erogare almeno 100.000 metri cubi. "Quella di Arezzo è una tappa importante – commenta il presidente Martini – della Toscana del futuro, una regione più sostenibile ed ecompatibile in cui si dà impulso all’economia nel rispetto dell’ambiente. L’idrogeno ci aiuterà a cogliere l’obiettivo di respiro europeo che ci siamo dati, di incrementare del 20 per cento la quantità di energia prodotta con fonti rinnovabili, anche a servizio delle nostre aziende. Vanno in questa direzione sia l’esperienza aretina che il primo distretto italiano dell’idrogeno sorto lo scorso anno nel pisano e che abbiamo finanziato con 11 milioni di euro dalla Regione».“Idrogeno per Arezzo” è costato invece 1,2 milioni, con un contributo regionale di 400.000 euro. L’accordo volontario per la realizzazione del progetto è stato sottoscritto nell’aprile del 2004, mentre i lavori per la sua realizzazione sono iniziati due anni dopo. L’idrogenodotto collega 4 aziende orafe che usano il gas per il loro processo produttivo e per alimentare i quattro co-generatori a fuel cell da 5kW prodotti ed installati presso di loro. «Non è un caso – conclude Martini – che siano già pervenute richieste per estendere la rete ad altre aziende orafe vicine e che un operatore di telefonia locale voglia posare un cavo di fibra ottica accanto al tubo dell’idrogeno. Tra gli sviluppi futuri c’è anche la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili, il fotovoltaico, e l’utilizzo della sovrapproduzione per l’alimentazione di mezzi ecologici».
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