Prosegue la rassegna dei programmi dei partiti in vista delle Elezioni politiche nazionali fissate per il 13 e 14 Aprile p.v. ristretto a due temi ENERGIA e AMBIENTE. Non vogliamo schierarci a favore di nessuno ed è invece nostra intenzione dare uno schema sintetico di come i partiti vedono questi due temi che a noi sembrano essere di primaria importanza.
Il documento del Popolo delle Libertà è basato su 6 punti. Il primo:
Sviluppo - «Difendere e far ripartire l'economia italiana» è l'obiettivo principale: dare forza al "made in Italy", rilanciare le grandi infrastrutture, attuare la legge Biagi, abolire gradualmente l'Irap, rilanciare nucleare e carbone pulito, realizzare rigassificatori e incentivare fonti alternative vere, non quelle assimilate.
le puntate precedenti:
1a - qui
2a - qui
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Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.
venerdì 29 febbraio 2008
Roma: con l’auto elettrica paghi meno il permesso Ztl
Il piano tariffario per l’accesso alle Ztl cittadine prevede nuovi incentivi per chi inquina meno. Già da oggi i possessori di autoveicoli elettrici che richiedano un permesso Ztl pagheranno il 50% in meno (275 euro), gli ibridi otterranno uno sconto del 25 per cento. Il provvedimento è stato approvato lo scorso lunedì dalla Giunta Comunale capitolina, in sintesi lo sconto applicato è ottenuto dal taglio di quella che si può definire la quota “ambientale”, ovvero l’importo da pagare per le emissioni inquinanti prodotte dai veicoli autorizzati a superare i varchi del Centro Storico, di Trastevere e delle Ztl notturne. Evidentemente l'attenzione del comune romano è meno sensibile del comune di Firenze che permette l'accesso gratuito a tutti i veicoli elettrici essendo essi a inquinamento zero sia atmosferico che acustico.
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Petrolio, nuovo record 102.56 $ al barile
WTI .................... 102.56
Louisiana Sweet ...... 105.83
Bonny Light ........... 103.02
Alaska North Slope ... 102.85
Tapis ................... 102.23
Brent Blend ........... 100.57
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giovedì 28 febbraio 2008
Libri: “Con tutta l’energia possibile” di Leonardo Maugeri
Dal petrolio al nucleare, dal carbone la sole, dal gas naturale al vento, dai biocombustibili all’idrogeno, dall’acqua alla geotermia. Esce oggi in libreria “Con tutta l’energia possibile”, il nuovo libro di Leonardo Maugeri, direttore Strategie e Sviluppo Eni e uno dei maggiori esperti mondiali del settore. Nel libro, edito da Sperling & Kupfer, Maugeri spiega i problemi e le prospettive di ciascuna delle fonti di energia di cui il mondo dispone. Con un linguaggio semplice e avvincente che non va a scapito del rigore scientifico, il top manager illustra i grandi dilemmi che gravano sulla difficile sfida energetica del nostro secolo: quella di superare l’eccessiva dipendenza del nostro pianeta dalle fonti fossili (petrolio, carbone, gas) la cui combustione e’ causa di crescente sofferenza per il pianeta. L’autore indica una serie di soluzione realistiche e stringenti, spiegando che nel breve periodo solo l’efficienza energetica ci può salvare dalla deriva, mentre nel lungo periodo solo la ricerca scientifica tecnologica potrà liberarci dalla nostra trappola energetica. E forse - è la speranza di Maugeri - la soluzione v'erra proprio dal sole.
Da economia-oggi.it
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Da economia-oggi.it
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mercoledì 27 febbraio 2008
Ieri doppio record del petrolio: Wti Usa 101 dollari, Brent 99,68
Nuovo balzo del petrolio. Al Nymex, un barile di greggio Usa con consegna ad aprile viene trattato martedì 26 febbraio a 101 dollari, nuovo massimo assoluto di sempre. Il petrolio Brent a Londra ha invece toccato il nuovo record storico a 99,68 dollari.
Aggiornamento ore 12.20 del 27 febbraio:
Tapis 103.49 $b
Alaska North Slope 101.13 $b
Bonny Light 102.71 $b
Louisiana Sweet 104.07 $b
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ASPOItalia-2: il cinquino elettroretrofittato come simbolo
Prosegue il lavoro di organizzazione di ASPOItalia-2 che si terrà a Torino il 3 Maggio di quest'anno. Il logo di quest'anno, opera di Pietro Cambi, sovrappone alla classica curva di Hubbert, simbolo di ASPO, il "cinquino elettrico". Vogliamo far vedere che non pensiamo soltanto ai problemi ma anche alle soluzioni e che riteniamo che la trazione elettrica alimentata a batterie sia un modo di mantenere un certo grado di mobilità su strada anche nel periodo di ridotta disponibilità di petrolio che ci attende.
Trovate la pagina web in Italiano con il programma provvisorio della conferenza a questo link . Avrà luogo sabato 3 Maggio 2008 a Torino, presso la sala convegni del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (Via Giolitti 36). Ingresso gratuito.
(Prof Ugo Bardi - dal blog Aspo Italia)
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Trovate la pagina web in Italiano con il programma provvisorio della conferenza a questo link . Avrà luogo sabato 3 Maggio 2008 a Torino, presso la sala convegni del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (Via Giolitti 36). Ingresso gratuito.
(Prof Ugo Bardi - dal blog Aspo Italia)
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martedì 26 febbraio 2008
Milano: l’Ecopass non basta, record per il Pm10. Comune pensa a blocco del traffico
Impennata record dei veleni nell’aria: nell’ultimo fine settimana sono stati registrati 185 microgrammi di polveri sottili per metro cubo d'aria, un valore quasi quattro volte sopra la soglia d'allarme (50 microgrammi per metro cubo d’aria) fissata dall’Ue. Con questo nuovo superamento della soglia, Milano esaurisce così il suo bonus 2008 - 35 giorni inquinanti fissati dalla legge per un anno intero concessi dall’Ue. I dati non potevano che allarmare i cittadini e le varie forze politiche: la situazione è abbastanza grave e serve una soluzione immediata; l’ecopass è un primo passo, ma è assolutamente insufficiente. I Verdi, i socialisti e gli ambientalisti chiedono interventi immediati contro l'emergenza: al vaglio, blocchi del traffico, targhe alterne e un taglio sui riscaldamenti delle abitazioni. Per trovare una soluzione al problema, la Regione ha convocato per martedì i rappresentanti di Comuni e Province per illustrare e rifinire il piano anti-inquinamento 2008. Cosa potrebbe accadere: se i Comuni capoluogo - Milano in testa - riterranno utile bloccare le auto, allora la soluzione potrà essere presa in considerazione.
Comune verso blocco del traffico
L'Ecopass funziona eppure potrebbe rendersi necessario il blocco domenicale delle auto: con queste parole il sindaco di Milano Letizia Moratti, commenta i brutti dati sul Pm10 registrati nel fine settimana. L’ulteriore provvedimento (il blocco del traffico) – conclude la Moratti - si tratterebbe di un'ulteriore misura, temporanea e di emergenza per contrastare lo smog.
Penati è contrario
La domenica senza auto, come misura da affiancare all'ecopass è una grande contraddizione: commenta così il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, la possibilità del blocco domenicale della circolazione, avanzata dal sindaco Moratti, per combattere l'inquinamento. Secondo Penati, il blocco del traffico andrebbe in contraddizione con l'ecopass: sarebbe come ammettere che chi paga può inquinare. Occorre - conclude Penati - che ci sia una visione più vasta del problema, che si prenda in considerazione tutta l'area metropolitana milanese e non solo il centro città.
Articolo tratto da: ecodimilano.com
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Comune verso blocco del traffico
L'Ecopass funziona eppure potrebbe rendersi necessario il blocco domenicale delle auto: con queste parole il sindaco di Milano Letizia Moratti, commenta i brutti dati sul Pm10 registrati nel fine settimana. L’ulteriore provvedimento (il blocco del traffico) – conclude la Moratti - si tratterebbe di un'ulteriore misura, temporanea e di emergenza per contrastare lo smog.
Penati è contrario
La domenica senza auto, come misura da affiancare all'ecopass è una grande contraddizione: commenta così il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, la possibilità del blocco domenicale della circolazione, avanzata dal sindaco Moratti, per combattere l'inquinamento. Secondo Penati, il blocco del traffico andrebbe in contraddizione con l'ecopass: sarebbe come ammettere che chi paga può inquinare. Occorre - conclude Penati - che ci sia una visione più vasta del problema, che si prenda in considerazione tutta l'area metropolitana milanese e non solo il centro città.
Articolo tratto da: ecodimilano.com
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lunedì 25 febbraio 2008
Lo stato della California elargisce contributi per i veicoli elettrici
La California Air Resources Board offre contributi pari a 5.000 dollari per chi acquista auto elettriche, 1.500 dollari per i quadricicli elettrici e 1.500 per i motocicli nell'ambito di un fondo totale di 1,61 milioni di dollari amministrati dal California Center for Sustainable Energy ( QUI ).
Fueling Alternatives An Alternative Fuel Vehicle Rebate Program ( qui PDF )
Appendix A - List of AFVIP Definitions ( qui PDF )
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Fueling Alternatives An Alternative Fuel Vehicle Rebate Program ( qui PDF )
Appendix A - List of AFVIP Definitions ( qui PDF )
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domenica 24 febbraio 2008
Fiat Seicento Elettra, il video su YouTube
Auto elettriche: Seicento ELETTRA
Il link di YouTube è QUI durata 2 minuti
Altri post / descrizione.
Le Seicento Elettra funzionano di nuovo del 14 Febbraio 2008
Fiat Seicento Elettra del 16 Febbraio 2008
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sabato 23 febbraio 2008
Porsche fa causa al comune di Londra per la Congestion Charge
Caduta di stile da parte della Porsche che intenta causa al comune di Londra che cerca di porre un freno all'accesso delle auto nel centro della città facendo pagare una tassa sempre più onerosa per quelle auto che producono più CO2 al chilometro. L'inasprimento delle regole imposte dal Sindaco di Londra potete leggerle nell'articolo che segue.
Londra, cambia la congestion charge Ken Livingstone prosegue la sua battaglia contro i "trattori di Chelsea". I Suv da ottobre pagheranno 25 sterline al giorno (35 euro) per entrare nell'area off-limits. Libera circolazione invece per le auto con emissioni inferiori ai 120 grammi di Co2 al km. L'obiettivo è ridurre del 60% di qui al 2025 la Co2 made in London Ken il rosso è pronto per una nuova battaglia. Il traffico, le emissioni di CO2, e il "contributo" di Londra al surriscaldamento del Pianeta, continuano ad essere gli avversari prediletti da Ken Livingstone anche, e forse proprio in ragione della imminente campagna elettorale per il rinnovo della carica di primo cittadino della capitale britannica. L'intenzione del sindaco di Londra è quella di rivedere in alcuni punti il sistema della congestion charge, ormai giunta al suo quinto compleanno. Dal prossimo 27 ottobre i "trattori di Chelsea" -così li definisce non troppo bonariamente lo stesso Livingstone- per entrare nella London Congestion Charge Zone dovranno pagare 25 sterline (circa 35 euro) al giorno. In questo modo si confida che i proprietari di veicoli di lusso e sportive super potenziate, con emissioni di CO2 superiori ai 225g al km, si convincano una volta per tutte a lasciar la propria auto a casa e a servirsi della rete capillare dei mezzi pubblici. Se da un lato Livingstone inasprisce le misure per i veicoli più inquinanti, dall'altro concede -sempre a partire da ottobre 2008- libera circolazione a quelli con emissioni ridotte di CO2: al di sotto dei 120 grammi per km percorso. Secondo i calcoli dell'amministrazione londinese le correzioni alla congestion charge dovrebbero interessare un quinto degli automobilisti; attualmente sono infatti il 17% i "trattori" e appena il 2% i veicoli "verdi" che ogni giorno transitano nel centro di Londra. L'obiettivo che il sindaco di Londra intende raggiungere, anche con la creazione di dodici "autostrade ciclabili" (investimento complessivo di 500 milioni di sterline, 700 milioni di euro), è quello di abbattere di qui al 2025 le emissioni di CO2 della sua città del 60%. L'ambizioso Livingstone confida anche sull'impatto culturale del piano londinese: "Spero -ha dichiarato- possa avere una risonanza mondiale e che altre città ci seguano, per contrastare la catastrofe dei cambiamenti climatici".
Federico Vozza
Qui
Sito web Congestion Charge
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Londra, cambia la congestion charge Ken Livingstone prosegue la sua battaglia contro i "trattori di Chelsea". I Suv da ottobre pagheranno 25 sterline al giorno (35 euro) per entrare nell'area off-limits. Libera circolazione invece per le auto con emissioni inferiori ai 120 grammi di Co2 al km. L'obiettivo è ridurre del 60% di qui al 2025 la Co2 made in London Ken il rosso è pronto per una nuova battaglia. Il traffico, le emissioni di CO2, e il "contributo" di Londra al surriscaldamento del Pianeta, continuano ad essere gli avversari prediletti da Ken Livingstone anche, e forse proprio in ragione della imminente campagna elettorale per il rinnovo della carica di primo cittadino della capitale britannica. L'intenzione del sindaco di Londra è quella di rivedere in alcuni punti il sistema della congestion charge, ormai giunta al suo quinto compleanno. Dal prossimo 27 ottobre i "trattori di Chelsea" -così li definisce non troppo bonariamente lo stesso Livingstone- per entrare nella London Congestion Charge Zone dovranno pagare 25 sterline (circa 35 euro) al giorno. In questo modo si confida che i proprietari di veicoli di lusso e sportive super potenziate, con emissioni di CO2 superiori ai 225g al km, si convincano una volta per tutte a lasciar la propria auto a casa e a servirsi della rete capillare dei mezzi pubblici. Se da un lato Livingstone inasprisce le misure per i veicoli più inquinanti, dall'altro concede -sempre a partire da ottobre 2008- libera circolazione a quelli con emissioni ridotte di CO2: al di sotto dei 120 grammi per km percorso. Secondo i calcoli dell'amministrazione londinese le correzioni alla congestion charge dovrebbero interessare un quinto degli automobilisti; attualmente sono infatti il 17% i "trattori" e appena il 2% i veicoli "verdi" che ogni giorno transitano nel centro di Londra. L'obiettivo che il sindaco di Londra intende raggiungere, anche con la creazione di dodici "autostrade ciclabili" (investimento complessivo di 500 milioni di sterline, 700 milioni di euro), è quello di abbattere di qui al 2025 le emissioni di CO2 della sua città del 60%. L'ambizioso Livingstone confida anche sull'impatto culturale del piano londinese: "Spero -ha dichiarato- possa avere una risonanza mondiale e che altre città ci seguano, per contrastare la catastrofe dei cambiamenti climatici".
Federico Vozza
Qui
Sito web Congestion Charge
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venerdì 22 febbraio 2008
Sugli inceneritori, Maurizio Pallante, Terzo Pianeta di Mario Tozzi
In merito ai tagli all'intervista di Mario Tozzi a Maurizio Pallante sulla decrescita
di Maurizio Pallante - 19/02/2008
Fonte: Beppe Grillo [scheda fonte]
Caro Beppe,
Mario Tozzi mi ha invitato ha partecipare alla sua trasmissione “Terzo Pianeta” sui rifiuti, andata in onda sabato 16 febbraio. Lo spezzone in cui sono stato inserito è stato registrato venerdì 15 nella discarica di Serre. Il mio interlocutore è stato Paolo Degli Espinosa, sostenitore dell’inceneritore di Brescia. Sapevo che non sarei stato trattato alla pari e sospettavo che alcune mie affermazioni potessero essere tagliate, ma pensavo che valesse comunque la pena far sentire una voce fuori dal coro in cui Tozzi canta. In effetti Degli Espinosa ha avuto molto più spazio, con un’intervista iniziale da solo e poi nel dibattito con me. Ma non è stato un fatto negativo, perché ha potuto dire più cose infondate e facilmente smentibili in poche parole. Ciò che non mi aspettavo è invece la quantità dei tagli che sono stati fatti ai miei interventi. Qualche sforbiciata l’avevo messa in conto, ma non è rimasto quasi niente. Ti faccio l’elenco delle cose che sono state cassate.
1. L’inceneritore è uno sfacelo economico. Senza Cip 6 non se ne farebbero. Dopo che sono stati tolti ai nuovi inceneritori, la gara per completare quello di Acerra è andata deserta e Prodi li ha reintrodotti con un apposito decreto per i tre nuovi impianti previsti in Campania.
2. L’incenerimento è una scelta alternativa alla raccolta differenziata. Se le quantità di rifiuti conferiti a un inceneritore diminuissero e il forno non lavorasse a pieno regime il deficit economico crescerebbe.
3. Ogni mezza parola i politici dicono che dobbiamo stare in Europa. Eppure l’incenerimento è l’opposto delle indicazioni europee sul trattamento dei rifiuti, che prevedono, in ordine: la riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio, il recupero energetico senza combustione (fermentazione anaerobica della frazione organica), il recupero energetico con combustione. Questa sequenza me l’ha fatta ripetere una seconda volta. Per tagliarla meglio?
4. Per la parte indifferenziata residua ho descritto il Trattamento Meccanico-Biologico e i suoi vantaggi rispetto all’incenerimento in termini di costi d’investimento, recupero di materia, guadagno economico, impatto ambientale e sulla salute, smaltimento finale dei minimi residui inerti.
4. Di fronte alla (pseudo)argomentazione che le emissioni del traffico sono maggiori di quelle degli inceneritori ho messo in evidenza la sua assurdità logica. Non si possono paragonare le mele con i tacchini. Le emissioni degli inceneritori vanno confrontate con quelle di altri sistemi di trattamento dei rifiuti; quelle del nostro patrimonio edilizio con quelle di case costruite meglio; quelle del traffico automobilistico con quelle di altri sistemi di trasporto.
5. È stata cassata la parte in cui dicevo che le nanopolveri possono essere causa di tumori.
6. Quando Tozzi ha sostenuto che l’incenerimento smaltisce i rifiuti gli ho ricordato la legge di Lavoiser. Anche questa citazione è sparita.
Qui
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di Maurizio Pallante - 19/02/2008
Fonte: Beppe Grillo [scheda fonte]
Caro Beppe,
Mario Tozzi mi ha invitato ha partecipare alla sua trasmissione “Terzo Pianeta” sui rifiuti, andata in onda sabato 16 febbraio. Lo spezzone in cui sono stato inserito è stato registrato venerdì 15 nella discarica di Serre. Il mio interlocutore è stato Paolo Degli Espinosa, sostenitore dell’inceneritore di Brescia. Sapevo che non sarei stato trattato alla pari e sospettavo che alcune mie affermazioni potessero essere tagliate, ma pensavo che valesse comunque la pena far sentire una voce fuori dal coro in cui Tozzi canta. In effetti Degli Espinosa ha avuto molto più spazio, con un’intervista iniziale da solo e poi nel dibattito con me. Ma non è stato un fatto negativo, perché ha potuto dire più cose infondate e facilmente smentibili in poche parole. Ciò che non mi aspettavo è invece la quantità dei tagli che sono stati fatti ai miei interventi. Qualche sforbiciata l’avevo messa in conto, ma non è rimasto quasi niente. Ti faccio l’elenco delle cose che sono state cassate.
1. L’inceneritore è uno sfacelo economico. Senza Cip 6 non se ne farebbero. Dopo che sono stati tolti ai nuovi inceneritori, la gara per completare quello di Acerra è andata deserta e Prodi li ha reintrodotti con un apposito decreto per i tre nuovi impianti previsti in Campania.
2. L’incenerimento è una scelta alternativa alla raccolta differenziata. Se le quantità di rifiuti conferiti a un inceneritore diminuissero e il forno non lavorasse a pieno regime il deficit economico crescerebbe.
3. Ogni mezza parola i politici dicono che dobbiamo stare in Europa. Eppure l’incenerimento è l’opposto delle indicazioni europee sul trattamento dei rifiuti, che prevedono, in ordine: la riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio, il recupero energetico senza combustione (fermentazione anaerobica della frazione organica), il recupero energetico con combustione. Questa sequenza me l’ha fatta ripetere una seconda volta. Per tagliarla meglio?
4. Per la parte indifferenziata residua ho descritto il Trattamento Meccanico-Biologico e i suoi vantaggi rispetto all’incenerimento in termini di costi d’investimento, recupero di materia, guadagno economico, impatto ambientale e sulla salute, smaltimento finale dei minimi residui inerti.
4. Di fronte alla (pseudo)argomentazione che le emissioni del traffico sono maggiori di quelle degli inceneritori ho messo in evidenza la sua assurdità logica. Non si possono paragonare le mele con i tacchini. Le emissioni degli inceneritori vanno confrontate con quelle di altri sistemi di trattamento dei rifiuti; quelle del nostro patrimonio edilizio con quelle di case costruite meglio; quelle del traffico automobilistico con quelle di altri sistemi di trasporto.
5. È stata cassata la parte in cui dicevo che le nanopolveri possono essere causa di tumori.
6. Quando Tozzi ha sostenuto che l’incenerimento smaltisce i rifiuti gli ho ricordato la legge di Lavoiser. Anche questa citazione è sparita.
Qui
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giovedì 21 febbraio 2008
Perchè mai gli inceneritori sono così belli?
Inceneritore di Spittelau a Vienna e inceneritore Maishima a Osaka
Vi siete mai chiesti perchè l'inceneritore dentro la città di Vienna o quello di Osaka sono così attraenti, oserei dire ... belli, tranquillizzanti? Proviamo a rispondere con alcune 'belle immagini' naturali ... animali e funghi ... velenosi.
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Petrolio , nuovo record 101,30
Il petrolio ha toccato un nuovo record assoluto a New York dove è stato scambiato a 101,30 dollari al barile per poi fissarsi al Nymex di New York su 100,74 $. Il Louisiana Sweet a 103, 50. Alle sette di oggi ore italiane, nei mercati orientali abbiamo il Tapis a 102,88 e il Bonny light a 101,07.
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mercoledì 20 febbraio 2008
Energia e ambiente nei programmi di governo : 2a puntata
Prosegue la rassegna dei programmi dei partiti in vista delle Elezioni politiche nazionali fissate per il 13 e 14 Aprile p.v. ristretto a due temi ENERGIA e AMBIENTE. Non vogliamo schierarci a favore di nessuno ed è invece nostra intenzione dare uno schema sintetico di come i partiti vedono questi due temi che a noi sembrano essere di primaria importanza.
Oggi è il turno del Partito Democratico. Chiediamo aiuto ai nostri lettori per aggiungere altri programmi.
Ecco ora i 12 punti del programma del Partito Democratico, con le parole di Veltroni
Primo: modernizzare l’Italia. La priorità va data agli impianti per produrre energia pulita, ai rigassificatori indispensabili per liberalizzare e diversificare l'approvvigionamento di metano, ai termovalorizzatori e agli altri impianti per il trattamento dei rifiuti, alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica. L’Alta Velocità è il più grande investimento infrastrutturale in corso nel nostro Paese: va completato e utilizzato appieno.
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Oggi è il turno del Partito Democratico. Chiediamo aiuto ai nostri lettori per aggiungere altri programmi.
Ecco ora i 12 punti del programma del Partito Democratico, con le parole di Veltroni
Primo: modernizzare l’Italia. La priorità va data agli impianti per produrre energia pulita, ai rigassificatori indispensabili per liberalizzare e diversificare l'approvvigionamento di metano, ai termovalorizzatori e agli altri impianti per il trattamento dei rifiuti, alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica. L’Alta Velocità è il più grande investimento infrastrutturale in corso nel nostro Paese: va completato e utilizzato appieno.
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Il petrolio torna sopra i 100 dollari
Il petrolio ha toccato un nuovo record assoluto a New York dove è stato scambiato a 100,10 dollari al barile.Il petrolio ha superando nelle ultime battute della seduta di ieri il livello di 100,09 dollari toccato lo scorso 3 gennaio per poi fissarsi al Nymex di New York su 100,01 $. Inoltre il Bonny Light è arrivato a 100,22, Louisiana Sweet a 102,51.
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martedì 19 febbraio 2008
Energia e ambiente nei programmi di governo : 1a puntata
Cominciamo oggi una rassegna di quelli che sono i programmi dei vari partiti in vista delle Elezioni politiche nazionali fissate per il 13 e 14 Aprile p.v. ristretto a due temi ENERGIA e AMBIENTE. Non vogliamo schierarci a favore di nessuno ed è invece nostra intenzione dare uno schema sintetico di come i partiti vedono questi due temi che a noi sembrano essere di primaria importanza.
Cominciamo dal programma de L’Italia dei Valori aggiungendo di volta in volta altri estratti di altri programmi quando ne verremo a conoscenza. Chiediamo aiuto ai nostri lettori per aggiungerne altri programmi.
L’Italia dei Valori ha preparato 11 punti come proposta di programma.
11 Ambiente
- Sviluppo energie rinnovabili (finanziamenti auto elettriche, pannelli solari, centrali elettriche autonome)
- Incentivazione del trasporto pubblico
- Erogazione di finanziamenti per ristrutturazioni di edifici piuttosto che costruzione di edifici ex novo
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Cominciamo dal programma de L’Italia dei Valori aggiungendo di volta in volta altri estratti di altri programmi quando ne verremo a conoscenza. Chiediamo aiuto ai nostri lettori per aggiungerne altri programmi.
L’Italia dei Valori ha preparato 11 punti come proposta di programma.
11 Ambiente
- Sviluppo energie rinnovabili (finanziamenti auto elettriche, pannelli solari, centrali elettriche autonome)
- Incentivazione del trasporto pubblico
- Erogazione di finanziamenti per ristrutturazioni di edifici piuttosto che costruzione di edifici ex novo
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Rubbia spiega i problemi del nucleare
Questo video su YouTube è estratto dalla trasmissione 'Annozero' del 14 febbraio.
E' possibile vedere la sequenza anche sul sitoweb del programma televisivo all'indirizzo:
http://www.rai.tv/mppopupvideo/0,,RaiDue-Annozero^0^58796,0.html
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E' possibile vedere la sequenza anche sul sitoweb del programma televisivo all'indirizzo:
http://www.rai.tv/mppopupvideo/0,,RaiDue-Annozero^0^58796,0.html
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lunedì 18 febbraio 2008
Energia geotermica
Nei prossimi mesi, in una sede istituzionale a Roma, sarà presentato alle Autorità di Governo, un documento riguardante lo sviluppo dell'energia geotermica in Italia. Il documento sarà volto a dimostrare che lo sviluppo della geotermia in Italia è necessario, per almeno tre motivi:
- limitare la dipendenza dalle fonti energetiche importate;
- ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti;
- diminuire l'impatto sull'ambiente dei gas ad effetto serra.
Il "MANIFESTO", elaborato dall'UGI (Unione Geotermica Italiana), dal CNG (Consiglio Nazionale dei Geologi) e dall'ATI (Associazione Termotecnica Italiana), sottolinea, innanzitutto, che "per le sue caratteristiche geologiche, l'Italia è un Paese a forte vocazione geotermica, per cui il suo potenziale potrebbe essere valorizzato molto più di quanto fatto fino ad ora". Le risorse geotermiche vengono classificate in base alla temperatura, cioè se essa è superiore o inferiore ai 150°C. Nel primo caso si presta, principalmente, per la produzione di energia elettrica e, subordinatamente per gli usi diretti. Per la risorsa a media e bassa temperatura, al di sotto dei 150°C, diventa preponderante l'uso sotto forma di calore. "Considerati nell'insieme", prosegue IL MANIFESTO"-, "per gli usi elettrici e non elettrici del calore terrestre, è possibile prevedere al 2020 il triplicarsi dell'attuale produzione di energia geotermica in Italia". "Può sembrare un modesto contributo, in termini percentuali, ma lo diventa molto meno se lo si considera in termini economici e della qualità dell'ambiente, come, per esempio, la riduzione di 8-10 milioni di tonnellate annue di CO2 immesse in atmosfera". Pensando, anche e non solo, alla precaria situazione energetica del Paese, non sono più rinviabili decisioni politiche capaci di favorire il rapido sviluppo di tutte le fonti non convenzionali di energia. Per il calore terrestre, disponibile su vaste aree durante l'intero anno, sono utilizzabili, da decenni, tecnologie di coltivazione mature ed eco-compatibili. "E' poi auspicabile", si legge ancora sul "MANIFESTO", che tutte le Regioni d'Italia vogliano dotarsi di propri piani energetici e di normative specifiche volte a stimolare l'accelerato sviluppo del calore naturale in tutte le sue possibili forme di applicazione". Se Paesi, con un potenziale geotermico inferiore al nostro, hanno, da tempo, varato misure per favorire lo sviluppo della geotermia, sia per alleviare la dipendenza energetica dalle fonti importate che per migliorare le condizioni ambientali e, quindi, della nostra salute, non si vede perché non debba farlo l'Italia
Qui
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- limitare la dipendenza dalle fonti energetiche importate;
- ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti;
- diminuire l'impatto sull'ambiente dei gas ad effetto serra.
Il "MANIFESTO", elaborato dall'UGI (Unione Geotermica Italiana), dal CNG (Consiglio Nazionale dei Geologi) e dall'ATI (Associazione Termotecnica Italiana), sottolinea, innanzitutto, che "per le sue caratteristiche geologiche, l'Italia è un Paese a forte vocazione geotermica, per cui il suo potenziale potrebbe essere valorizzato molto più di quanto fatto fino ad ora". Le risorse geotermiche vengono classificate in base alla temperatura, cioè se essa è superiore o inferiore ai 150°C. Nel primo caso si presta, principalmente, per la produzione di energia elettrica e, subordinatamente per gli usi diretti. Per la risorsa a media e bassa temperatura, al di sotto dei 150°C, diventa preponderante l'uso sotto forma di calore. "Considerati nell'insieme", prosegue IL MANIFESTO"-, "per gli usi elettrici e non elettrici del calore terrestre, è possibile prevedere al 2020 il triplicarsi dell'attuale produzione di energia geotermica in Italia". "Può sembrare un modesto contributo, in termini percentuali, ma lo diventa molto meno se lo si considera in termini economici e della qualità dell'ambiente, come, per esempio, la riduzione di 8-10 milioni di tonnellate annue di CO2 immesse in atmosfera". Pensando, anche e non solo, alla precaria situazione energetica del Paese, non sono più rinviabili decisioni politiche capaci di favorire il rapido sviluppo di tutte le fonti non convenzionali di energia. Per il calore terrestre, disponibile su vaste aree durante l'intero anno, sono utilizzabili, da decenni, tecnologie di coltivazione mature ed eco-compatibili. "E' poi auspicabile", si legge ancora sul "MANIFESTO", che tutte le Regioni d'Italia vogliano dotarsi di propri piani energetici e di normative specifiche volte a stimolare l'accelerato sviluppo del calore naturale in tutte le sue possibili forme di applicazione". Se Paesi, con un potenziale geotermico inferiore al nostro, hanno, da tempo, varato misure per favorire lo sviluppo della geotermia, sia per alleviare la dipendenza energetica dalle fonti importate che per migliorare le condizioni ambientali e, quindi, della nostra salute, non si vede perché non debba farlo l'Italia
Qui
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domenica 17 febbraio 2008
L'eolico mondiale fa un balzo in avanti
2007 per l'eolico nel mondo, in totale 94 GW con una crescita del 30% rispetto al 2006. Boom delle installazioni soprattutto negli Usa, con una crescita notevolissima pari a 5,2 GW di potenza di nuove installazioni, il doppio del 2006, stimolata da un investimento di circa 6 miliardi di dollari, Spagna (3,5 GW) e Cina (3,4 GW) che ha avuto un incremento del 156% in un anno. Oggi il giro d'affari del mercato mondiale annuale è stimato in 25 miliardi di euro. Anche per l'Italia è stato un anno di record con oltre 600 MW. L'Europa resta, comunque, leader del mercato eolico mondiale con oltre 57 GW totali a fine 2007 (61% del totale).
Qui
(L'immagine - particolare de "La nascita di Venere " del Botticelli)
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Qui
(L'immagine - particolare de "La nascita di Venere " del Botticelli)
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sabato 16 febbraio 2008
Fiat Seicento Elettra
CARATTERISTICHE TECNICHE (*)
-quattro posti
-motore asincrono trifase, a corrente alternata
- Inverter, a controllo vettoriale con regolazione di coppia.
- potenza massima è di 30 kW (di 15 kW quella continuativa).
- coppia massima di 130 Nm (13,02 kgm)
- rigenerazione in frenata
- pendenza massima superabile è del 25 per cento
- batterie di trazione è formato da 18 elementi al piombo da 12 V ciascuno, collegati in serie, per una tensione totale di 216 V.
- esenti da manutenzione.
- disposizione delle batterie collocate nel tunnel fra i sedili
- peso complessivo è di circa 400 kg
- autonomia di 90 chilometri (ciclo ECE urbano) (*)
- caricabatterie di bordo
-Tramite un gruppo riduttore - differenziale il motore è in presa diretta con le ruote
-Fiat Seicento Elettra non ha, ovviamente, cambio e frizione, ma solo acceleratore e freno. Sul mobiletto centrale si -trova un selettore delle marce a cinque posizioni: P (Parking), N (Neutral), R (Reverse), D (Drive), E (Economy).
-Sul mobiletto centrale trova posto anche un pulsante di emergenza, rosso e illuminato.
(*) Nota di aggiornamento del 21/02/2008 - I dati sono quelli forniti dalla Fiat . Naturalmente la percorrenza effettiva con le batterie al piombo è subordinata al modo di guida e alla condizioni orografiche locali.
Opzione con batterie a litio polimeri 16 kWh
Vedere post precedente Le Seicento Elettra funzionano di nuovo
Caratteristiche tratte da pagina web - Per informazioni inviare mail.
venerdì 15 febbraio 2008
Giornata Internazionale del Risparmio Energetico: M’illumino Di Meno 2008
Per il quarto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2, in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30, lancia per il 15 febbraio 2008 "M'illumino di meno", una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico. Dopo il successo delle passate edizioni, Cirri e Solibello, i conduttori di Caterpillar, chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere oggi stesso per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15 febbraio 2008 dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, astrofili, società sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, università, cral aziendali, ristoranti, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all'opinione pubblica come un altro utilizzo dell'energia sia possibile. Nelle precedenti edizioni "M'illumino di meno" ha contagiato milioni di persone impegnate in un'allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Lo scorso anno il "silenzio energetico" coinvolse simbolicamente le piazze principali di tutt'Italia: a Roma si spensero il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala, a Pisa Piazza dei Miracoli, a Siena Piazza del Campo, a Catania Piazza del Duomo, ad Agrigento la Valle dei Templi, e centinaia di altre piazze in centinaia di altri comuni grandi e piccoli, grazie al prezioso aiuto dell’ ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. La campagna di "M'illumino di meno 2008" inizierà il 15 gennaio e si protrarrà per un mese fino al 15 febbraio (vigilia dell'anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto), dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all'estero, per razionalizzare i consumi d'energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi. Sul sito internet del programma www.caterueb.rai.it, sarà possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte dagli altri aderenti. Quest'anno la campagna "M'illumino di meno" è patrocinata Ministero dell'Ambiente e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La redazione di Caterpillar
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La redazione di Caterpillar
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giovedì 14 febbraio 2008
Le Seicento Elettra funzionano di nuovo
Ricordare il nostro precedente post intitolato Chi vuole uccidere l'auto elettrica! del 19 giugno 2007?
Riportavamo: Il comune di Palermo comprò nel 1998 ottantotto Seicento Elettra per 3,4 miliardi di lire con lo scopo di farle circolare in centro città per abbattere il tasso d'inquinamento. Oggi non funzionano più e le mette all'asta . Le auto furono usate soprattutto da dipendenti pubblici fino a quando fu valido il contratto di manutenzione della Fiat.
Ebbene dopo 10 anni sono disponibili quelle stesse auto rimesse a nuovo. Corrozzerie ok, interni ok, gommature ok, motorizzazione ok, caricabatterie ok. Disponibili due opzioni , batterie al piombo gel e litio polimeri. Per quest'ultima opzione sarà possibile la capacità per avere la percorrenza che più si confà all'utilizzatore.
Per informazioni : info@aae.it
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Riportavamo: Il comune di Palermo comprò nel 1998 ottantotto Seicento Elettra per 3,4 miliardi di lire con lo scopo di farle circolare in centro città per abbattere il tasso d'inquinamento. Oggi non funzionano più e le mette all'asta . Le auto furono usate soprattutto da dipendenti pubblici fino a quando fu valido il contratto di manutenzione della Fiat.
Ebbene dopo 10 anni sono disponibili quelle stesse auto rimesse a nuovo. Corrozzerie ok, interni ok, gommature ok, motorizzazione ok, caricabatterie ok. Disponibili due opzioni , batterie al piombo gel e litio polimeri. Per quest'ultima opzione sarà possibile la capacità per avere la percorrenza che più si confà all'utilizzatore.
Per informazioni : info@aae.it
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mercoledì 13 febbraio 2008
La barca del futuro? Con Panda elettrica incorporata
L’idea, davvero originale, è di Giuliano Laurenti, designer che ha maturato una grande esperienza anche nel mondo dell’auto: ha disegnato un tender in alluminio dotato di auto elettrica che dopo l’attracco può essere sbarcata tramite un sollevatore idraulico che si alza assieme a tutto il prendisole. Poche manovre e l’auto è sulla banchina pronta ad affrontare, dopo le onde, anche il, traffico. Il “tender”, infatti, è l’imbarcazione di servizio dei grandi yacht da crociera, barche da sogno sopra i 35 metri, che spesso hanno difficoltà ad attraccare negli spazi angusti dei porti turistici e che ma i cui proprietari, una volta al largo di Capri, di Portofino, o di Cap Ferrat, non vogliono privarsi del piacere dell’escursione a terra all’insegna della più totale autonomia. Nessun attracco impossibile perché il portellone posteriore del tender è abbattibile ed estensibile al livello d'appoggio a terra, con una variazione da 0 a 2 metri a seconda del porto o della marea.
“La vettura, in navigazione, è assicurata al sollevatore tramite il bloccaggio delle ruote. Per il prototipo abbiamo scelto come vettura una Fiat Panda elettrificata, ma si possono utilizzare altre marche o modelli presenti sul mercato. In questo modo – afferma Laurenti – l’armatore, una volta a terra, ha la possibilità di essere totalmente autonomo e di utilizzare porti e città ove vigano restrizioni al traffico conseguenti alle leggi anti-inquinamento, restrizioni che non sono certo tipiche dell’Italia”. Laurenti presenta a Seatec il suo modello di tender ( la scala è 1 a 20, l’originale, con scafo in alluminio per essere più leggero, avrà una lunghezza di 15 metri) che può essere trasportato sugli yacht ma può essere realizzato anche in versioni “civili” per il soccorso ( rescue) o militari (patrol) affidato in dotazione alla Guardia di finanza o alle Capitanerie di Porto. In funzione degli impieghi possono variare le caratteristiche della carena o le motorizzazioni che possono spingerlo oltre i 35 nodi, velocità di tutto rispetto per questo tipo di imbarcazione. I modelli di auto in commercio hanno tutti un’autonomia di oltre 100 km con velocità superiori ai 100 chilometri orari e possono superare pendenze fino al 25% con un... pieno alle batterie (ricaricabli a bordo) mentre la barca, originale anche nella forma, grazie alla posizione asimmetrica della cabina, permette un eccellente utilizzo degli spazi sopra e sotto coperta. Insomma, per soli sceicchi o con destinazioni civili una barca bella, funzionale e … anfibia.
Qui
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“La vettura, in navigazione, è assicurata al sollevatore tramite il bloccaggio delle ruote. Per il prototipo abbiamo scelto come vettura una Fiat Panda elettrificata, ma si possono utilizzare altre marche o modelli presenti sul mercato. In questo modo – afferma Laurenti – l’armatore, una volta a terra, ha la possibilità di essere totalmente autonomo e di utilizzare porti e città ove vigano restrizioni al traffico conseguenti alle leggi anti-inquinamento, restrizioni che non sono certo tipiche dell’Italia”. Laurenti presenta a Seatec il suo modello di tender ( la scala è 1 a 20, l’originale, con scafo in alluminio per essere più leggero, avrà una lunghezza di 15 metri) che può essere trasportato sugli yacht ma può essere realizzato anche in versioni “civili” per il soccorso ( rescue) o militari (patrol) affidato in dotazione alla Guardia di finanza o alle Capitanerie di Porto. In funzione degli impieghi possono variare le caratteristiche della carena o le motorizzazioni che possono spingerlo oltre i 35 nodi, velocità di tutto rispetto per questo tipo di imbarcazione. I modelli di auto in commercio hanno tutti un’autonomia di oltre 100 km con velocità superiori ai 100 chilometri orari e possono superare pendenze fino al 25% con un... pieno alle batterie (ricaricabli a bordo) mentre la barca, originale anche nella forma, grazie alla posizione asimmetrica della cabina, permette un eccellente utilizzo degli spazi sopra e sotto coperta. Insomma, per soli sceicchi o con destinazioni civili una barca bella, funzionale e … anfibia.
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martedì 12 febbraio 2008
Progetto consumi a “chilometri zero” salva tasche e ambiente
Prezzi: COLDIRETTI, rincari record per spesa “mangia petrolio”. L’aumento del prezzo del petrolio pesa in maniera rilevante sui prodotti alimentari e per evitare che i consumatori debbano farsi carico dell’aumento del costo del greggio la Coldiretti promuove il progetto consumi a “chilometri zero” salva tasche e ambiente. “Acquistare prodotti locali e di stagione - sottolinea una nota dell’associazione - non solo consente di risparmiare ma anche di evitare il consumo di energia e di disperdere nell’atmosfera gas ad effetto serra responsabili dei drammatici cambiamenti climatici”. Secondo una stima della Coldiretti, “consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può risparmiare fino a al 20 per cento nella spesa e evitare la liberazione nell’ambiente di circa 1000 chili di anidride carbonica (CO2) l’anno”. In Italia, ricorda la nota, la Coldiretti “ha avviato una mobilitazione per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli che non inquinano e salvano il clima: dall’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di cibi in vendita alla disponibilità di spazi adeguati nella distribuzione commerciale dove poter acquistare alimenti locali che non devono essere trasportati per lunghe distanze, fino all’inaugurazione del primo circuito a chilometri zero che annovera tra gli aderenti dalla gelateria alla ristobottega di Verona, dall’osteria di Padova allo snack bar di Treviso, dai vari ristoranti del veneziano fino ai locali del parco delle Dolomiti nel Bellunese, riconoscibili da una apposita targa. Anche l’apertura di Farmers Market (mercati degli agricoltori) in molte città italiane, da Taranto a Trento, dove gli agricoltori locali offrono i propri prodotti sono il segno di un cambiamento nei consumi attento al rispetto dell’ambiente e al rapporto diretto con i produttori”. Una opportunità che può essere colta anche acquistando direttamente nelle 57.530 imprese agricole nazionali che vendono frutta, formaggi, vino, olio e salumi e altre specialità alimentari. Per iniziativa della Coldiretti con un semplice click sul sito www.campagnamica.it con il motore di ricerca “In viaggio per Fattorie e Cantine” e’ possibile individuare nel proprio comune, provincia o regione la più ampia gamma di aziende agricole che vendono direttamente selezionando anche le categorie di prodotto desiderate ed eventualmente anche le specialità garantite da marchio. On line - conclude la Coldiretti - anche l’elenco delle centinaia di distributori automatici di latte fresco presenti in Italia dove si risparmia il 40 per cento rispetto ai normali negozi e supermercati.
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lunedì 11 febbraio 2008
Finanziamenti per l'acquisto di impianti fotovoltaici
Socovoltaic Systems (Gruppo Socotherm) e Mps Capital Services Banca per le Imprese (Gruppo Mps) hanno stipulato un accordo sui finanziamenti diretti alla clientela per l'acquisto di impianti fotovoltaici. Lo si apprende da un comunicato.
Socovoltaic Systems, joint venture tra TSNergy e Socotherm, leader mondiale nel rivestimento protettivo di tubazioni per l'estrazione ed il trasporto di petrolio, gas e acqua, intende, con questa iniziativa, promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete nazionale elettrica attraverso l'accesso a formule di finanziamento dedicato.
Socovoltaic Systems propone impianti fotovoltaici per applicazioni industriali e commerciali di potenza superiore ai 25 MW, con particolare specializzazione nel BIPV (Building Integrated Photovoltaic).
Inoltre collabora con i migliori fornitori di moduli e componenti di sistema, progetta impianti fotovoltaici, cura i rapporti con gli enti per il rilascio di permessi e autorizzazioni, fornisce un servizio di consulenza finanziaria e gestisce il progetto per consegnare un impianto fotovoltaico chiavi in mano.
Socovoltaic Systems intende indirizzare il proprio business a stabilimenti e palazzine industriali, scuole, centri commerciali, aree ad uso pubblico, centri sportivi, palestre, ospedali, aeroporti, stazioni ferroviarie, fattorie ed aziende vinicole.
Mps Capital Services Banca per le Imprese (Gruppo Mps) è interessata a sostenere le imprese che intendono sviluppare investimenti nel campo delle energie rinnovabili ed in particolare nel comparto del fotovoltaico con specifici finanziamenti. Intende inoltre mettere a disposizione di Socovoltaic Systems questa tipologia di finanziamenti, destinati alle imprese acquirenti finali di impianti fotovoltaici.
Qui
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Socovoltaic Systems, joint venture tra TSNergy e Socotherm, leader mondiale nel rivestimento protettivo di tubazioni per l'estrazione ed il trasporto di petrolio, gas e acqua, intende, con questa iniziativa, promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete nazionale elettrica attraverso l'accesso a formule di finanziamento dedicato.
Socovoltaic Systems propone impianti fotovoltaici per applicazioni industriali e commerciali di potenza superiore ai 25 MW, con particolare specializzazione nel BIPV (Building Integrated Photovoltaic).
Inoltre collabora con i migliori fornitori di moduli e componenti di sistema, progetta impianti fotovoltaici, cura i rapporti con gli enti per il rilascio di permessi e autorizzazioni, fornisce un servizio di consulenza finanziaria e gestisce il progetto per consegnare un impianto fotovoltaico chiavi in mano.
Socovoltaic Systems intende indirizzare il proprio business a stabilimenti e palazzine industriali, scuole, centri commerciali, aree ad uso pubblico, centri sportivi, palestre, ospedali, aeroporti, stazioni ferroviarie, fattorie ed aziende vinicole.
Mps Capital Services Banca per le Imprese (Gruppo Mps) è interessata a sostenere le imprese che intendono sviluppare investimenti nel campo delle energie rinnovabili ed in particolare nel comparto del fotovoltaico con specifici finanziamenti. Intende inoltre mettere a disposizione di Socovoltaic Systems questa tipologia di finanziamenti, destinati alle imprese acquirenti finali di impianti fotovoltaici.
Qui
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domenica 10 febbraio 2008
Sì al parco eolico del San Gottardo
Il parco eolico sul San Gottardo si farà. È stata infatti firmata la convenzione tra il produttore e il patriziato di Airolo “che prevede la cessione dei diritti di superficie dei terreni predisposti per la realizzazione”, si legge in una nota stampa apparsa oggi. Nel contratto il produttore disporrà "dell'esclusivo utilizzo" delle superfici per i prossimi 30 anni, mentre il patriziato beneficerà annualmente di una rendita. Le autorità municipali di Airolo e quelle cantonali stanno ora vagliando ed approfondendo i contenuti del progetto. Il Consiglio comunale della località leventinese verificherà invece i contenuti della Convenzione con il produttore nella seduta che si terrà il 7 di aprile.
Da r3i.ch
Da r3i.ch
sabato 9 febbraio 2008
Commenti al video " Go kart elettrico batte tutti i 125cc"
Sono ormai passati dieci mesi da quando il famoso go kart elettrico batté tutti i go kart con motore a scoppio a Rioveggio (vedere qui la notizia e qui il video su YouTube ). Ho trovato interessante i commenti lasciati da qualcuno.
Ecco qua di seguito:
jeppmagic (10 months ago)
Reply
GRANDE!!
sampei125cc (9 months ago)
Reply
a me sembra molto esagerata come cosa....
nn supera nessuno degno di nota.. gli altri nn fanno che buttarsi fuori a vicenda..
mi sembravano di livello anche scarso i piloti tanti errori di marce..e di traiettorie...
quel coso un 125 su una pista decente nn legge neanche il numero posteriore.. altro che rioveggio...
beppino1985 (9 months ago)
Reply
sampei125cc...... ma tu sei quel famosissimo pilota vissuto di grandissimo spessosre....wow......MA DAATE FOCO......l'elettrico è1000 volte meglio del benzina....per tutti i motivi possibili immaginabili
brikjunior (7 months ago)
Reply
Birel CR32 - TM K9B - VEGA Bianche XS (azzardo pure con un paio di Vega BLu SL5) e quel kart elettrico manco mi legge la scritta Birel sulla tuta (è scitta molto molto grande)....pure con l'altro kart che ho (un TOPKART con un TM KV95) mi vede...è un ottimo cosa il kart elettrico...ma il 2T è sempre un 2T....
bigGTIdog (6 months ago)
Reply
that is awsome,can it run a full sprint race?
stichbass88 (5 months ago)
Reply
mah...
devasthead (4 months ago)
Reply
che figata!
VinxII (4 months ago)
Reply
Sono l'organizzatore della manifestazione... se magari puoi levare il commentino fuori luogo "per non intralciare il traffico" mi fai un piacere (visto che il motivo era ben altro malo puoi anche immaginare). Per il resto, mi fa piacere che ci sia gente come SAMPEI che...di kart capisce veramente il "giusto" :)
Caro Sampei, mi sa che tu Marco in pista non ce l'hai mai visto...e mi sa pure che faresti fatica a leggergli il numero senza un binocolo!!! :)
micheleart89 (2 months ago)
Reply
io preferisco un go kart a marce...ke e meglio di quello a benzina senza marce e di quello elettrico..xke quando parte nn perde cavalli...invece l'elettrio e quello aa benzina senza marce li perdono x l'accellerazione iniziale....cmq bel video complimenti a tutti i piloti...ciao
beppino1985 (2 months ago)
Reply
vinxill ma buttate da un ponte và.
Siete i famosi dinosauri della meglio gioventù, siete passatti!
bombafra (2 weeks ago)
Reply
parole sante
cogitone (1 week ago)
Reply
Per un motorista puro il rombo del motore è irrinunciabile ma deve essere una bella sensazione quella di avere un mezzo prestazionale e silenzioso. Forse si assapora meglio l'ebbrezza della velocità. Bisognerebbe poter fare l'esperienza. Comunque complimenti.
beppino1985 (2 minutes ago)
Reply
motoristi...quando ci sarà un vero confronto su scala nazionale con i kart elettrici farete tutti, alla fine della gara, la stessa faccia del pilota che appare alla fine del filmato!!
Siete passatiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!
Ecco qua di seguito:
jeppmagic (10 months ago)
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GRANDE!!
sampei125cc (9 months ago)
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a me sembra molto esagerata come cosa....
nn supera nessuno degno di nota.. gli altri nn fanno che buttarsi fuori a vicenda..
mi sembravano di livello anche scarso i piloti tanti errori di marce..e di traiettorie...
quel coso un 125 su una pista decente nn legge neanche il numero posteriore.. altro che rioveggio...
beppino1985 (9 months ago)
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sampei125cc...... ma tu sei quel famosissimo pilota vissuto di grandissimo spessosre....wow......MA DAATE FOCO......l'elettrico è1000 volte meglio del benzina....per tutti i motivi possibili immaginabili
brikjunior (7 months ago)
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Birel CR32 - TM K9B - VEGA Bianche XS (azzardo pure con un paio di Vega BLu SL5) e quel kart elettrico manco mi legge la scritta Birel sulla tuta (è scitta molto molto grande)....pure con l'altro kart che ho (un TOPKART con un TM KV95) mi vede...è un ottimo cosa il kart elettrico...ma il 2T è sempre un 2T....
bigGTIdog (6 months ago)
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that is awsome,can it run a full sprint race?
stichbass88 (5 months ago)
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mah...
devasthead (4 months ago)
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che figata!
VinxII (4 months ago)
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Sono l'organizzatore della manifestazione... se magari puoi levare il commentino fuori luogo "per non intralciare il traffico" mi fai un piacere (visto che il motivo era ben altro malo puoi anche immaginare). Per il resto, mi fa piacere che ci sia gente come SAMPEI che...di kart capisce veramente il "giusto" :)
Caro Sampei, mi sa che tu Marco in pista non ce l'hai mai visto...e mi sa pure che faresti fatica a leggergli il numero senza un binocolo!!! :)
micheleart89 (2 months ago)
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io preferisco un go kart a marce...ke e meglio di quello a benzina senza marce e di quello elettrico..xke quando parte nn perde cavalli...invece l'elettrio e quello aa benzina senza marce li perdono x l'accellerazione iniziale....cmq bel video complimenti a tutti i piloti...ciao
beppino1985 (2 months ago)
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vinxill ma buttate da un ponte và.
Siete i famosi dinosauri della meglio gioventù, siete passatti!
bombafra (2 weeks ago)
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parole sante
cogitone (1 week ago)
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Per un motorista puro il rombo del motore è irrinunciabile ma deve essere una bella sensazione quella di avere un mezzo prestazionale e silenzioso. Forse si assapora meglio l'ebbrezza della velocità. Bisognerebbe poter fare l'esperienza. Comunque complimenti.
beppino1985 (2 minutes ago)
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motoristi...quando ci sarà un vero confronto su scala nazionale con i kart elettrici farete tutti, alla fine della gara, la stessa faccia del pilota che appare alla fine del filmato!!
Siete passatiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!
venerdì 8 febbraio 2008
Il nucleare francese è ultracompetitivo?
A proposito dell'energia elettrica da centrali nucleari ricevo una mail da Domenico Coiante che puntualizza circa la cosiddetta economicità rispetto ad altre modalità di produzione. Ringrazio il Dott. Coiante per il permesso concesso di renderlo pubblico.
Caro Max,
Caro Max,
non per consolarti, ma ti prego di considerare che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Dunque è vero il KWh nucleare francese è ultracompetitivo! Deve essere qualcosa presente solo nella dolce Francia a rendere così economico il costo! Infatti basta traversare la manica per arrivare in Inghilterra e la situazione cambia decisamente, tanto che il governo inglese, dopo la privatizzazione (vera!) del settore fatta perchè la gestione pubblica era andata pesantemente in rosso e dopo che nessun consorzio privato si era fatto avanti per accollarsi il settore, ha dovuto tornare precipitosamente indietro creando un apposito ente a partecipazione statale per gestire la cosa. Ora continua ad esortare i privati ad intraprendere nuovamente gli affari nucleari ma con scarsi risultati. Vedrai che dovranno anche loro offrire un'incentivazione pubblica sul kWh come quella di 1.8 centesimi di dollaro offerta da Bush negli States.
Ma torniamo alla Francia. Qualcuno sa dove l'EDF mette tutto il plutonio che viene estratto dagli elementi di combustibile bruciato? Che valore viene attribuito dal Governo a questo materiale strategico nella logica della "Force de Frappe"? Vi ricordate la vendita del plutonio al Giappone per alimentare il reattore veloce giapponese? Come andò a finire?
Anche negli States il kWh nucleare era estremamente conveniente quando tutto il plutonio prodotto veniva acquistato dal governo. In quel caso il kWh appariva come un byproduct. Non appena, finita la guerra fredda, fu privatizzato il settore (1978), nessuno ordinò più una centrale atomica. Come mai?
Bisognerebbe proprio poter leggere in chiaro il bilancio economico francese e soprattutto le osservazioni della loro Corte dei Conti per capire quanto è incentivato il nucleare francese nel superiore interesse nazionale.
D'altra parte se ai cittadini francesi va bene così, perchè preferiscono che una parte delle loro tasse sia destinata a questo nobile scopo, chi siamo noi per criticarli?
Ciao
Domenico
Domenico Coiante ha scritto sull'argomento articoli che potete leggere interemanete qui:
maggio 2006 Il Costo dell'Energia Nucleare
agosto 2006 A Proposito dei Dati Sugli Impianti Nucleari
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Domenico Coiante ha scritto sull'argomento articoli che potete leggere interemanete qui:
maggio 2006 Il Costo dell'Energia Nucleare
agosto 2006 A Proposito dei Dati Sugli Impianti Nucleari
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giovedì 7 febbraio 2008
Auto elettriche: fuel cell contro plug-in
L'auto elettrica a batteria - che di per sé non rappresenta nulla di rivoluzionario perché è stata inventata oltre 100 anni fa - da un decennio a questa parte sta generando una "famiglia" sempre più numerosa di derivazioni. I "membri" di questa famiglia sono accomunati dall'elettrificazione del sistema di trazione - più o meno spinto - mentre li differenzia il metodo di rifornimento e di stoccaggio dell'energia.
La sottofamiglia degli ibridi ha infinite declinazioni: si va dalle soluzioni cosidette "combustion power dominated" (come la Toyota Prius, che ha una batteria di soli 2 kW/h della quale oltretutto utilizza solamente il 10% della capacità per poter garantire 8 anni di vita al sistema) ai "range extended Evs" (come la piattaforma E-Flex della General Motors) e altri plug-in hybrids come la prima di una serie di venti Suv della Ford , consegnata per una sperimentazione pratica alla Southern California Edison.
La diversificazione avviene perché non tutti i costruttori perseguono la medesima strategia. Infatti più si aumenta il grado di elettrificazione e quindi l'efficienza del sistema, più la batteria deve essere di grande capacità (in termini di kW/h, ma anche di durata di vita), ma allo stesso tempo il sistema diventa costoso. C'è dunque chi preferisce soluzioni meno drastiche ma più immediate, e chi punta tutto sulla "soluzione finale".
Dato che teoricamente le celle a combustibile sono meglio industrializzabili rispetto alle batterie elettrochimiche, e che pochi kg di idrogeno permettono diverse centinaia di km di autonomia e possono essere ricaricati in pochi minuti - sempre che ci sia l'infrastruttura disponibile e una produzione di idrogeno che possa sfruttare fonti rinnovabili - alcuni costruttori come Daimler o Honda puntano tutto sulle vetture a fuel cell cercando di "saltare a piedi pari" le tecnologie intermedie, una scommessa che potrebbe anche rivelarsi azzardata ma che d'altro canto mostra una strategia precisa e rivoluzionaria. Nulla a che fare con il luogo comune che vuole che alle case automobilistiche non interessi abbandonare il petrolio.
In particolare, all'Evs-23 di Anaheim, Honda Usa ha presentato i dettagli della FCX-Clarity, una vettura veramente ben industrializzata (prodotta nello stesso stabilimento dove sono nate anche le supersportive NSX) e dal prezzo di produzione (sembra) inferiore ai 200.000 dollari. Parte di questa leadership è sicuramente dovuto al fatto che prima ancora che azienda automobilistica, la Honda si qualifica come "engineering company". Sta di fatto che semplicemente visitando il sito della Clarity nelle prime due settimane dalla presentazione, 33.000 californiani hanno firmato una richiesta formale per ricevere una Clarity in leasing, a 600 dollari al mese: un successo strepitoso che inizialmente creerà anche controindicazioni, dato che Honda per il 2008 prevede di consegnare solo un centinaio di vetture.
Tra l'altro la Honda non si limita alla vettura elettrica a idrogeno, ma sta preparando anche soluzioni a livello di ricarica domestica e di produzione di idrogeno decentralizzato, sia utilizzando gas naturale ("reforming") che elettricità generata da pannelli fotovoltaici. E i pannelli non li compra, li produce in proprio: Honda dalla fine del 2005 ha iniziato la produzione di pannelli fotovoltaici in film sottile che si differenziano per un ammortamento energetico di 2 anni (al posto di 5).
Un'ultima considerazione di tipo energetico: oltre all'energia necessaria per viaggiare, gli ingegneri Honda tengono sott'occhio anche le energie grigie (quelle che si sommano durante la costruzione della vettura). Considerando tutta l'energia in gioco nella vita di una vettura (produzione, utilizzo e riciclo o smaltimento) l'utilizzo (carburante) incide per circa il 70-80% nel caso di un veicolo convenzionale e per 60-70% nel caso di un veicolo elettrico alimentato con energia elettrica ottenuta dalla "combustione a freddo" di idrogeno tramite fuel cell, valori destinati a diminuire ulteriormente, considerando la crescente efficienza delle vetture elettriche.
Insomma, chi vincerà tra fuel cell e ibride plug-in? Non si sa ancora; forse (perché no?) la combinazione delle due, ovverosia un'ibrida in serie plug-in con il "range extender" (a potenza costante e quindi più efficiente ed economico) costituito da una fuel cell a idrogeno. L'unica certezza invece è che per le batterie tutti si affideranno al litio. Ci assicurano che sia il terzo tra i materiali più abbondanti del pianeta e quindi non dovrebbe causare limitazioni produttive dovute alla scarsità di materia prima.
da quattroruote.it qui
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La sottofamiglia degli ibridi ha infinite declinazioni: si va dalle soluzioni cosidette "combustion power dominated" (come la Toyota Prius, che ha una batteria di soli 2 kW/h della quale oltretutto utilizza solamente il 10% della capacità per poter garantire 8 anni di vita al sistema) ai "range extended Evs" (come la piattaforma E-Flex della General Motors) e altri plug-in hybrids come la prima di una serie di venti Suv della Ford , consegnata per una sperimentazione pratica alla Southern California Edison.
La diversificazione avviene perché non tutti i costruttori perseguono la medesima strategia. Infatti più si aumenta il grado di elettrificazione e quindi l'efficienza del sistema, più la batteria deve essere di grande capacità (in termini di kW/h, ma anche di durata di vita), ma allo stesso tempo il sistema diventa costoso. C'è dunque chi preferisce soluzioni meno drastiche ma più immediate, e chi punta tutto sulla "soluzione finale".
Dato che teoricamente le celle a combustibile sono meglio industrializzabili rispetto alle batterie elettrochimiche, e che pochi kg di idrogeno permettono diverse centinaia di km di autonomia e possono essere ricaricati in pochi minuti - sempre che ci sia l'infrastruttura disponibile e una produzione di idrogeno che possa sfruttare fonti rinnovabili - alcuni costruttori come Daimler o Honda puntano tutto sulle vetture a fuel cell cercando di "saltare a piedi pari" le tecnologie intermedie, una scommessa che potrebbe anche rivelarsi azzardata ma che d'altro canto mostra una strategia precisa e rivoluzionaria. Nulla a che fare con il luogo comune che vuole che alle case automobilistiche non interessi abbandonare il petrolio.
In particolare, all'Evs-23 di Anaheim, Honda Usa ha presentato i dettagli della FCX-Clarity, una vettura veramente ben industrializzata (prodotta nello stesso stabilimento dove sono nate anche le supersportive NSX) e dal prezzo di produzione (sembra) inferiore ai 200.000 dollari. Parte di questa leadership è sicuramente dovuto al fatto che prima ancora che azienda automobilistica, la Honda si qualifica come "engineering company". Sta di fatto che semplicemente visitando il sito della Clarity nelle prime due settimane dalla presentazione, 33.000 californiani hanno firmato una richiesta formale per ricevere una Clarity in leasing, a 600 dollari al mese: un successo strepitoso che inizialmente creerà anche controindicazioni, dato che Honda per il 2008 prevede di consegnare solo un centinaio di vetture.
Tra l'altro la Honda non si limita alla vettura elettrica a idrogeno, ma sta preparando anche soluzioni a livello di ricarica domestica e di produzione di idrogeno decentralizzato, sia utilizzando gas naturale ("reforming") che elettricità generata da pannelli fotovoltaici. E i pannelli non li compra, li produce in proprio: Honda dalla fine del 2005 ha iniziato la produzione di pannelli fotovoltaici in film sottile che si differenziano per un ammortamento energetico di 2 anni (al posto di 5).
Un'ultima considerazione di tipo energetico: oltre all'energia necessaria per viaggiare, gli ingegneri Honda tengono sott'occhio anche le energie grigie (quelle che si sommano durante la costruzione della vettura). Considerando tutta l'energia in gioco nella vita di una vettura (produzione, utilizzo e riciclo o smaltimento) l'utilizzo (carburante) incide per circa il 70-80% nel caso di un veicolo convenzionale e per 60-70% nel caso di un veicolo elettrico alimentato con energia elettrica ottenuta dalla "combustione a freddo" di idrogeno tramite fuel cell, valori destinati a diminuire ulteriormente, considerando la crescente efficienza delle vetture elettriche.
Insomma, chi vincerà tra fuel cell e ibride plug-in? Non si sa ancora; forse (perché no?) la combinazione delle due, ovverosia un'ibrida in serie plug-in con il "range extender" (a potenza costante e quindi più efficiente ed economico) costituito da una fuel cell a idrogeno. L'unica certezza invece è che per le batterie tutti si affideranno al litio. Ci assicurano che sia il terzo tra i materiali più abbondanti del pianeta e quindi non dovrebbe causare limitazioni produttive dovute alla scarsità di materia prima.
da quattroruote.it qui
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mercoledì 6 febbraio 2008
I costi ambientali dell'atomo
Riportiamo qui di seguito un nuovo articolo di Sergio Zabot comparso su qualenergia.it sui bilanci energetici e ambientali dell’energia nucleare: perché l'intero processo del nucleare non può dirsi a basse emissioni di CO2. La difficoltà di stimare i veri costi dell'intera filiera.
L’industria nucleare e i suoi fautori in genere sostengono che l’energia nucleare è una fonte di energia sostenibile e che produce quantità trascurabili di CO2.
Intanto nessuna fonte di energia che è ricavata dalla crosta terrestre può essere considerata sostenibile, nel senso di “durevole”. Inoltre, se un gran numero di centrali fosse costruito per soddisfare la crescente domanda di elettricità, le riserve conosciute di minerale con alte concentrazioni di uranio (High-grade ores, con contenuto di uranio maggiore dello 0,1%) si esaurirebbero rapidamente, lasciando enormi riserve di minerale a bassa concentrazione (Low-grade ores con meno dello 0,1% di uranio), per la maggior parte delle quali occorrerebbe più energia per utilizzarle di quanto se ne ricaverebbe dai reattori.
La pretesa poi che l’energia nucleare non produca emissioni di CO2 può sembrare plausibile se si guarda solo al “cortile” dove è in funzione il reattore nucleare, senza considerare quindi l’intero processo, dall’estrazione del minerale fino al confinamento finale delle scorie.
In realtà, contabilizzando correttamente tutta la CO2 emessa nei vari processi di lavorazione, una centrale nucleare alimentata da minerale “High-grade” emette tra un quarto e un terzo della CO2 prodotta da un ciclo combinato a gas. Ma questa fortuna dura solo fino a quando durano i minerali ricchi di uranio. Poi il ricorso a minerali meno ricchi di uranio porterebbero all’emissione di quantità di CO2 maggiori di quella degli impianti a gas.
Sul lungo periodo quindi il nucleare non è la soluzione per ridurre le emissioni di gas climalteranti. Il costo in energia da altre fonti, prodotta principalmente da fonti fossili, per produrre energia nucleare, non è ancora riconosciuto, né pienamente contabilizzato. Ancora più preoccupante poi è il fatto che molti di questi costi energetici e ambientali si manifestano dopo che una centrale nucleare ha finito di produrre energia elettrica e, quindi, questi costi dovranno essere pagati dalle generazioni future che non hanno usufruito dell’energia prodotta con il nucleare.
Purtroppo la grande complessità del “sistema nucleare” rappresenta il maggiore ostacolo alla comprensione dei differenti aspetti delle applicazioni civili dell’energia nucleare stessa e spesso non è possibile o è negato il libero accesso a tutte le informazioni necessarie per una scelta razionale e consapevole da parte dei decisori pubblici.
Gli impianti nucleari non sono solo una tecnologia energetica. Essi rappresentano complessi interessi tecnici, economici, politici e … militari.
Tecnicamente l’energia nucleare è, fino ad ora, il sistema energetico più complesso mai progettato e realizzato. A parte la complessità tecnologica, il sistema nucleare è unico per i tempi straordinariamente lunghi che esso comporta. L’insieme delle sequenze o filiere correlate a un impianto di potenza commerciale, dall’inizio della costruzione fino alla sistemazione definitiva e sicura delle scorie, copre un periodo che può variare dai 100 ai 150 anni.
Un reattore nucleare non è un sistema a sé stante; per rendere disponibile l’energia incorporata nell’uranio, così come si trova nella crosta terrestre, sono necessari numerosi processi industriali. Questo insieme di processi, così come schematizzato nella figura (vedere in fondo all'articolo) , è chiamato appunto il sistema nucleare.
Per motivi pratici e per poter meglio analizzare gli aspetti energetici e ambientali suddividiamo il sistema nucleare in tre principali filiere:
1. la conversione del minerale di uranio in elementi utilizzabili nei reattori (Upstream o Front End);
2. la costruzione, la conduzione (operation & maintenance) e la manutenzione straordinaria del reattore;
3. la gestione delle scorie radioattive e la sistemazione in depositi geologici sicuri (Downstream o Back End).
Quest’ultima fase a sua volta comprende: la riconversione e la sistemazione del minerale di uranio scartato (il cosiddetto uranio impoverito o “depleted uranium”), lo smantellamento (decommissioning) delle centrali alla fine del loro ciclo di vita, lo stoccaggio temporaneo del combustibile, il ritrattamento e la sistemazione finale delle scorie; infine, la sistemazione delle miniere di uranio non più produttive e la sistemazione delle aree dove sorgono le centrali stesse.
Ognuna di queste attività comprende un certo numero di processi industriali. Ogni processo consuma elettricità, combustibili fossili, materiali, acqua, sostanze chimiche ed emette anidride carbonica e altri gas a effetto serra. Solo le operazioni nel reattore non producono virtualmente CO2.
Infine, ognuna di queste attività comporta il rilascio nella biosfera di radiazioni, oltre che all’utilizzo di enormi quantità di acqua e alla sottrazione per centinaia di anni di ingenti porzioni di territorio per la costruzione delle centrali, per lo stoccaggio del combustibile e per la sistemazione temporanea e poi finale di tutto il materiale irradiato.
I principali costi energetici di un rettore di potenza, fino alla fine della sua vita utile sono:
1. i costi energetici per costruire e condurre l’impianto in sé;
2. i costi energetici per estrarre il minerale dalle miniere e per raffinarlo;
3. i costi energetici per “arricchire” l’uranio e fabbricare gli elementi di combustibile;
4. i costi per la conduzione e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti.
Il secondo costo dipende molto dalla concentrazione di uranio nel minerale e raggiunge il limite di convenienza energetica quando il minerale diventa talmente povero che conviene bruciare direttamente il combustibile fossile invece che produrre uranio.
Infine, occorre considerare e contabilizzare i “debiti energetici” che devono essere pagati dopo che il reattore ha terminato la sua vita utile:
5. i costi energetici per condizionare gli elementi di combustibile spenti, che poi spenti non sono, tanto è vero che occorrono enormi quantità di acqua per raffreddarli ancora per decenni in apposite piscine;
6. i costi del confinamento dell’uranio impoverito “avanzato” dopo il processo di arricchimento; questo materiale, allo stato attuale, viene letteralmente “abbandonato”, a parte piccole quantità utilizzate per realizzare zavorre, corazze e … proiettili;
7. i costi per lo smantellamento degli impianti stessi, la custodia temporanea e il confinamento finale delle diverse tipologie di detriti radioattivi.
Un altro costo sempre ignorato è quello legato alla sicurezza in termini di presidii armati e scorte armate che tutti i paesi “nucleari” devono sostenere. Questi costi, che implicano l’impiego di migliaia di uomini e notevoli mezzi di trasporto e di sussistenza con tutti i conseguenti consumi di energia fossile, sono a carico degli apparati di difesa nazionali, sono contabilizzati separatamente e i dati e le informazioni non sono generalmente disponibili per indagini pubbliche.
Pagare tutti i costi della prima categoria e tutti i debiti elencati successivamente richiede la combustione di combustibili fossili che notoriamente producono CO2.
E’ quindi falso che l’energia nucleare non produce emissioni di CO2. Fino ad ora nessuno dell’enorme ammontare dei “debiti” provocati degli impianti nucleari esistenti è stato pagato. E’ anche molto difficile stimare questi costi, sia per mancanza di precedenti, sia perché molte attività sono altamente pericolose e ancora senza soluzioni certe.
Nessun grande impianto nucleare è mai stato smantellato; nessun paese ha ancora identificato un sito in cui conferire definitivamente le scorie radioattive per i prossimi secoli. I costi sociali, ambientali ed economici di queste attività si prospettano così elevati che molti ormai sostengono che è più conveniente abbandonare e isolare i reattori nucleari alla fine della loro vita utile, con tutte le loro scorie radioattive dentro, invece che smantellarli e trasferire i residui non si sa dove.
Pretendere che questi debiti non esistono, non porta da nessuna parte. Essi non sono dei semplici debiti non esigibili da ascrivere in qualche bilancio societario. Un giorno o l’altro il genere umano dovrà pagarli o pagherà le conseguenze di un ambiente avvelenato.
Altro articolo dello stesso autore qui
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L’industria nucleare e i suoi fautori in genere sostengono che l’energia nucleare è una fonte di energia sostenibile e che produce quantità trascurabili di CO2.
Intanto nessuna fonte di energia che è ricavata dalla crosta terrestre può essere considerata sostenibile, nel senso di “durevole”. Inoltre, se un gran numero di centrali fosse costruito per soddisfare la crescente domanda di elettricità, le riserve conosciute di minerale con alte concentrazioni di uranio (High-grade ores, con contenuto di uranio maggiore dello 0,1%) si esaurirebbero rapidamente, lasciando enormi riserve di minerale a bassa concentrazione (Low-grade ores con meno dello 0,1% di uranio), per la maggior parte delle quali occorrerebbe più energia per utilizzarle di quanto se ne ricaverebbe dai reattori.
La pretesa poi che l’energia nucleare non produca emissioni di CO2 può sembrare plausibile se si guarda solo al “cortile” dove è in funzione il reattore nucleare, senza considerare quindi l’intero processo, dall’estrazione del minerale fino al confinamento finale delle scorie.
In realtà, contabilizzando correttamente tutta la CO2 emessa nei vari processi di lavorazione, una centrale nucleare alimentata da minerale “High-grade” emette tra un quarto e un terzo della CO2 prodotta da un ciclo combinato a gas. Ma questa fortuna dura solo fino a quando durano i minerali ricchi di uranio. Poi il ricorso a minerali meno ricchi di uranio porterebbero all’emissione di quantità di CO2 maggiori di quella degli impianti a gas.
Sul lungo periodo quindi il nucleare non è la soluzione per ridurre le emissioni di gas climalteranti. Il costo in energia da altre fonti, prodotta principalmente da fonti fossili, per produrre energia nucleare, non è ancora riconosciuto, né pienamente contabilizzato. Ancora più preoccupante poi è il fatto che molti di questi costi energetici e ambientali si manifestano dopo che una centrale nucleare ha finito di produrre energia elettrica e, quindi, questi costi dovranno essere pagati dalle generazioni future che non hanno usufruito dell’energia prodotta con il nucleare.
Purtroppo la grande complessità del “sistema nucleare” rappresenta il maggiore ostacolo alla comprensione dei differenti aspetti delle applicazioni civili dell’energia nucleare stessa e spesso non è possibile o è negato il libero accesso a tutte le informazioni necessarie per una scelta razionale e consapevole da parte dei decisori pubblici.
Gli impianti nucleari non sono solo una tecnologia energetica. Essi rappresentano complessi interessi tecnici, economici, politici e … militari.
Tecnicamente l’energia nucleare è, fino ad ora, il sistema energetico più complesso mai progettato e realizzato. A parte la complessità tecnologica, il sistema nucleare è unico per i tempi straordinariamente lunghi che esso comporta. L’insieme delle sequenze o filiere correlate a un impianto di potenza commerciale, dall’inizio della costruzione fino alla sistemazione definitiva e sicura delle scorie, copre un periodo che può variare dai 100 ai 150 anni.
Un reattore nucleare non è un sistema a sé stante; per rendere disponibile l’energia incorporata nell’uranio, così come si trova nella crosta terrestre, sono necessari numerosi processi industriali. Questo insieme di processi, così come schematizzato nella figura (vedere in fondo all'articolo) , è chiamato appunto il sistema nucleare.
Per motivi pratici e per poter meglio analizzare gli aspetti energetici e ambientali suddividiamo il sistema nucleare in tre principali filiere:
1. la conversione del minerale di uranio in elementi utilizzabili nei reattori (Upstream o Front End);
2. la costruzione, la conduzione (operation & maintenance) e la manutenzione straordinaria del reattore;
3. la gestione delle scorie radioattive e la sistemazione in depositi geologici sicuri (Downstream o Back End).
Quest’ultima fase a sua volta comprende: la riconversione e la sistemazione del minerale di uranio scartato (il cosiddetto uranio impoverito o “depleted uranium”), lo smantellamento (decommissioning) delle centrali alla fine del loro ciclo di vita, lo stoccaggio temporaneo del combustibile, il ritrattamento e la sistemazione finale delle scorie; infine, la sistemazione delle miniere di uranio non più produttive e la sistemazione delle aree dove sorgono le centrali stesse.
Ognuna di queste attività comprende un certo numero di processi industriali. Ogni processo consuma elettricità, combustibili fossili, materiali, acqua, sostanze chimiche ed emette anidride carbonica e altri gas a effetto serra. Solo le operazioni nel reattore non producono virtualmente CO2.
Infine, ognuna di queste attività comporta il rilascio nella biosfera di radiazioni, oltre che all’utilizzo di enormi quantità di acqua e alla sottrazione per centinaia di anni di ingenti porzioni di territorio per la costruzione delle centrali, per lo stoccaggio del combustibile e per la sistemazione temporanea e poi finale di tutto il materiale irradiato.
I principali costi energetici di un rettore di potenza, fino alla fine della sua vita utile sono:
1. i costi energetici per costruire e condurre l’impianto in sé;
2. i costi energetici per estrarre il minerale dalle miniere e per raffinarlo;
3. i costi energetici per “arricchire” l’uranio e fabbricare gli elementi di combustibile;
4. i costi per la conduzione e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti.
Il secondo costo dipende molto dalla concentrazione di uranio nel minerale e raggiunge il limite di convenienza energetica quando il minerale diventa talmente povero che conviene bruciare direttamente il combustibile fossile invece che produrre uranio.
Infine, occorre considerare e contabilizzare i “debiti energetici” che devono essere pagati dopo che il reattore ha terminato la sua vita utile:
5. i costi energetici per condizionare gli elementi di combustibile spenti, che poi spenti non sono, tanto è vero che occorrono enormi quantità di acqua per raffreddarli ancora per decenni in apposite piscine;
6. i costi del confinamento dell’uranio impoverito “avanzato” dopo il processo di arricchimento; questo materiale, allo stato attuale, viene letteralmente “abbandonato”, a parte piccole quantità utilizzate per realizzare zavorre, corazze e … proiettili;
7. i costi per lo smantellamento degli impianti stessi, la custodia temporanea e il confinamento finale delle diverse tipologie di detriti radioattivi.
Un altro costo sempre ignorato è quello legato alla sicurezza in termini di presidii armati e scorte armate che tutti i paesi “nucleari” devono sostenere. Questi costi, che implicano l’impiego di migliaia di uomini e notevoli mezzi di trasporto e di sussistenza con tutti i conseguenti consumi di energia fossile, sono a carico degli apparati di difesa nazionali, sono contabilizzati separatamente e i dati e le informazioni non sono generalmente disponibili per indagini pubbliche.
Pagare tutti i costi della prima categoria e tutti i debiti elencati successivamente richiede la combustione di combustibili fossili che notoriamente producono CO2.
E’ quindi falso che l’energia nucleare non produce emissioni di CO2. Fino ad ora nessuno dell’enorme ammontare dei “debiti” provocati degli impianti nucleari esistenti è stato pagato. E’ anche molto difficile stimare questi costi, sia per mancanza di precedenti, sia perché molte attività sono altamente pericolose e ancora senza soluzioni certe.
Nessun grande impianto nucleare è mai stato smantellato; nessun paese ha ancora identificato un sito in cui conferire definitivamente le scorie radioattive per i prossimi secoli. I costi sociali, ambientali ed economici di queste attività si prospettano così elevati che molti ormai sostengono che è più conveniente abbandonare e isolare i reattori nucleari alla fine della loro vita utile, con tutte le loro scorie radioattive dentro, invece che smantellarli e trasferire i residui non si sa dove.
Pretendere che questi debiti non esistono, non porta da nessuna parte. Essi non sono dei semplici debiti non esigibili da ascrivere in qualche bilancio societario. Un giorno o l’altro il genere umano dovrà pagarli o pagherà le conseguenze di un ambiente avvelenato.
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martedì 5 febbraio 2008
In costruzione la turbina da record
La turbina della Enercon (Germania) da 6MW di potenza alta complessivamente 198 metri produrrà 18 MkWh sufficiente per fornire 4.500 famiglie di energia pulita all'anno.
Construction of world’s most powerful wind turbines in progress in Emden
Enercon is currently installing two E-126/6 MW WECs on the Rysumer Nacken in Emden, Germany. This new Enercon model is a sophisticated version of the E-112 (6 MW rated power) – the world’s most powerful wind turbine to date. Enercon GmbH, the project’s builder/owners, will be testing several types of storage systems in combination with the multi-megawatt wind turbines.
This is the debut of precast concrete towers for Enercon wind turbines of this dimension. Previously, in-situ concrete (125 m hub height) or steel towers (97 m hub height) were used for the E-112/6 MW. The towers for the E-126/6 MW will be 131 meters tall and made up of 36 concrete segments manufactured at WEC Turmbau Emden GmbH. Once completed, the hub height will reach 135 metres and the overall height an impressive 198 metres.
These WECs are equipped with a number of new features: Not only has the rotor diameter been increased from 114 to 126 metres but the optimized blade design with the spoiler extending down to the hub will be installed for the first time on ENERCON's largest machine.
Due to the elevated hub height and the new blade profile, the performance of the E-126 is expected to by far surpass that of the E-112. At the Rysumer Nacken site, the annual yield has been forecast at over 18 million kilowatt hours - enough to provide more than 4500 households with green power.
The foundations for both E-126 turbines are already in place and the first tower installed. Sixty-four piles per wind turbine (average length of 25 metres) were rammed into the ground along the silty bank of the Ems River. One thousand five hundred cubic metres of concrete delivered from Enercon’s own plant, as well as 180 tonnes of reinforcing steel are incorporated into the deep foundation.
Qui
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Construction of world’s most powerful wind turbines in progress in Emden
Enercon is currently installing two E-126/6 MW WECs on the Rysumer Nacken in Emden, Germany. This new Enercon model is a sophisticated version of the E-112 (6 MW rated power) – the world’s most powerful wind turbine to date. Enercon GmbH, the project’s builder/owners, will be testing several types of storage systems in combination with the multi-megawatt wind turbines.
This is the debut of precast concrete towers for Enercon wind turbines of this dimension. Previously, in-situ concrete (125 m hub height) or steel towers (97 m hub height) were used for the E-112/6 MW. The towers for the E-126/6 MW will be 131 meters tall and made up of 36 concrete segments manufactured at WEC Turmbau Emden GmbH. Once completed, the hub height will reach 135 metres and the overall height an impressive 198 metres.
These WECs are equipped with a number of new features: Not only has the rotor diameter been increased from 114 to 126 metres but the optimized blade design with the spoiler extending down to the hub will be installed for the first time on ENERCON's largest machine.
Due to the elevated hub height and the new blade profile, the performance of the E-126 is expected to by far surpass that of the E-112. At the Rysumer Nacken site, the annual yield has been forecast at over 18 million kilowatt hours - enough to provide more than 4500 households with green power.
The foundations for both E-126 turbines are already in place and the first tower installed. Sixty-four piles per wind turbine (average length of 25 metres) were rammed into the ground along the silty bank of the Ems River. One thousand five hundred cubic metres of concrete delivered from Enercon’s own plant, as well as 180 tonnes of reinforcing steel are incorporated into the deep foundation.
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lunedì 4 febbraio 2008
Eco-trucchi
Eco-trucchi - Lo Spiegel denuncia: fornitori spacciano energia nucleare o da carbone per energia pulita. Uwe Leprich, dell'Istituto superiore di Tecnica ed Economia del Saarland, parla di “inganno del consumatore”. E' così che qualifica il modo d'agire di molti fornitori elettrici europei, i quali vendono come elettricità “pulita” quella che in realtà proviene da fonte nucleare o carbone. Secondo le informazioni del settimanale Spiegel, la truffa funziona così: un'azienda compra elettricità alla Borsa, ad esempio da Akw Kruemmel per 7 centesimi al kilowattora e poi la nobilita con un certificato ecologico fornito da un impianto idroelettrico norvegese; l'etichettatura gli costa 0,05 cent aggiuntivi per kwh, ma le consente di spacciare elettricità grigia per verde. Quest'operazione poco trasparente ai danni degli ignari utenti europei è resa possibile dal “Renewable Energy Certificate System” (Recs). Consiglio: si esigano spiegazioni dal fornitore.
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domenica 3 febbraio 2008
'Antropocene': a causa dell'uomo cambia epoca geologica
Ci ha messo solo duecento anni, che paragonati ai 4,5 miliardi di vita della Terra sono un'inezia, ma l'uomo ha cambiato cosi' tanto il nostro Pianeta da 'meritarsi' un'epoca geologica dedicata. La proposta ufficiale viene dall'organizzazione dei geologi inglesi, ed e' pubblicata in un articolo sulla rivista della società geologica americana, Gsa Today. La nuova epoca, che sostituirebbe l'Olocene, 'in carica' da appena diecimila anni, si dovrebbe chiamare 'Antropocene'. ''Dall'inizio della rivoluzione Industriale - scrivono gli autori - la Terra ha subito cambiamenti sufficienti da lasciare dei segni stratigrafici ben distinti da quelli dell'Olocene, sia dal punto di vista del suolo che biologico. Anche se ancora in fase iniziale questi cambiamenti sono sufficientemente robusti per cambiare la nomenclatura''. La storia geologica del nostro Pianeta e' scandita dalla variazione nella composizione dei sedimenti. Il passaggio dal pleistocene all'olocene, ad esempio, avvenuto diecimila anni fa, e' stato determinato dalla fine di una glaciazione, e dal conseguente cambio di vegetazione e di composizione del suolo. ''Sono già diversi anni che l'uomo viene considerato un 'agente geologico' - spiega Pietro Antonio De Paola, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi - ed effettivamente ormai le attività industriali hanno manomesso in modo irreversibile la superficie terrestre. Si pensi ad esempio alle attività di estrazione delle risorse, che fanno abbassare il terreno di diversi metri. La proposta ha un suo valore, anche se forse e' un po' prematuro parlare di definizioni ufficiali, che di solito richiedono diversi anni di discussioni''. Secondo l'esperto italiano, il nostro paese e' uno specchio fedele delle variazioni planetarie: ''Anche da noi assistiamo a fenomeni che cambiano il suolo permanentemente. Si pensi ad esempio alle grandi discariche di cui si parla in questi giorni: la loro attività modifica pesantemente le caratteristiche degli strati superficiali''. Quattro sono gli effetti dell'attività umana che secondo l'articolo giustificano il cambio di nome dell'epoca geologica:
SUOLO: l'uomo ha causato un aumento drammatico dell'erosione e del denudamento dei continenti, con l'agricoltura e la costruzione ma anche con il cambiamento del corso dei fiumi.
CICLO DEL CARBONIO: i livelli di CO2 sono aumentati di un terzo dall'epoca preindustriale. Il conseguente aumento delle temperature e' dello stesso ordine di grandezza di quelli che hanno determinato altri cambiamenti di epoca geologica nel passato, come tra Paleocene e Eocene 56 milioni di anni fa.
CAMBIAMENTI BIOLOGICI: la combinazione di estinzione (a livelli del periodo in cui scomparvero i dinosauri), migrazioni di specie e sostituzione della fauna selvatica con quella coltivata hanno prodotto un preciso segnale nella stratigrafia dei terreni.
OCEANO: due i cambiamenti principali, nel livello delle acque, che sta crescendo a ritmi paragonabili a quelli di altre variazioni di epoche, e nell'acidità, che sta diminuendo causando problemi a flora e fauna marina che si riflettono nei sedimenti depositati sul fondo.
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SUOLO: l'uomo ha causato un aumento drammatico dell'erosione e del denudamento dei continenti, con l'agricoltura e la costruzione ma anche con il cambiamento del corso dei fiumi.
CICLO DEL CARBONIO: i livelli di CO2 sono aumentati di un terzo dall'epoca preindustriale. Il conseguente aumento delle temperature e' dello stesso ordine di grandezza di quelli che hanno determinato altri cambiamenti di epoca geologica nel passato, come tra Paleocene e Eocene 56 milioni di anni fa.
CAMBIAMENTI BIOLOGICI: la combinazione di estinzione (a livelli del periodo in cui scomparvero i dinosauri), migrazioni di specie e sostituzione della fauna selvatica con quella coltivata hanno prodotto un preciso segnale nella stratigrafia dei terreni.
OCEANO: due i cambiamenti principali, nel livello delle acque, che sta crescendo a ritmi paragonabili a quelli di altre variazioni di epoche, e nell'acidità, che sta diminuendo causando problemi a flora e fauna marina che si riflettono nei sedimenti depositati sul fondo.
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sabato 2 febbraio 2008
Sono aumentate del 15% le superfici marine biologicamente morte
Visto dallo spazio, il mare senza vita assume un colore blu cupo, di contro al verde-clorofilla delle aree nelle quali la catena alimentare prospera in tranquillità. Al paradosso del deserto in mezzo all'acqua, si aggiunge quello del pianeta diventato troppo azzurro, privo di quel verde da cui traggono nutrimento pesci e cetacei. Il fenomeno del riscaldamento delle acque superficiali che blocca la circolazione delle correnti e lo scambio di sostanze nutritive tra gli strati dell'oceano non è scoperta di oggi. Il satellite della Nasa "SeaWiFs" ha calcolato che dal '96 a oggi le superfici marine prive di vita sono aumentate del 15 per cento: l'equivalente di 6,6 milioni di chilometri quadri in più.
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venerdì 1 febbraio 2008
150 MPG Extreme Hybrid SUV
Il video è qui
- more than 150 miles per gallon of gasoline based on the EPA Combined Urban/Highway Driving Cycle with 6 days per week of 40 miles per day in all electric mode and one day at 100 miles with assistance of the gas engine. Different driving patterns will produce different results
- 40 mile all-electric range on a single, overnight charge.
- Extended range of 400 miles with hybrid operation.
- Rapid acceleration in all modes of operation, including all electric mode in which no gasoline is burned at all.
- Highway speeds up to 87 miles per hour in either all electric or hybrid mode
Even faster acceleration and higher speeds possible in future production models should the company decide to configure them for such performance.
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