Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 28 agosto 2008

Petrolio, biocarburanti, crisi alimentare



In questo video viene spiegato in modo semplice e chiaro il punto di vista di coloro che credono che l'uso di colture per i biocarburanti non è una buona soluzione per l'ambiente. Breve clip con riferimenti presi da articoli dai giornali come il LA Times e il New York Times ed anche da agenzie ufficiali come il DOE. Il video illustra i motivi come segue: se aumenta la domanda e cresce il timore produzione di conseguenza aumenta il prezzo del petrolio, i produttori di materie prime da cui si ricavano biocarburanti vengono indotti alla produzione e quindi si incrementa l'uso di biocarburanti. Quindi gli elevati prezzi del petrolio e la mancanza di materie prime alimentari rendono più costosi gli alimenti, producendo la crisi globale che abbiamo visto di recente. Se si ritiene che il recente abbassamento dei prezzi del petrolio sia sufficiente per salvarci guardiamo il video e teniamolo bene in mente nel futuro prossimo.

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2 commenti:

Gianni Comoretto ha detto...

Recente abbassamento dei prezzi?

Proviamo ad immaginarci sei mesi fa, con il petrolio a 90$, a raccontare in giro che tutti, tra sei mesi, sarebbero stati contenti perché i prezzi del petrolio erano scesi al tranquillizzante livello di 115$. Mentre tutti gli analisti ci raccontavano che era un picco speculativo e congiunturale, saremmo tornati presto a 50$. In prospettiva, immaginiamoci a raccontare in giro che tra sei mesi tutti saranno felici e tranquillizzati perché il prezzo è sceso a 160$, il recente aumento a 200$ era solo speculazione.

Comunque sono anni che il prezzo del petrolio, ad inizio agosto, inizia a scendere per poi risalire.

Anonimo ha detto...

Non illudiamoci. Tenete presente che nessuno dei paesi produttori di petrolio ha un serio interesse ad aumentare la produzione. Vorrebbe dire uccidere la gallina.
Ma approfondiamo l'analisi : Se il giacimento ha una potenzialità pari a 100 posso decidere di estrarre tutto il 100 in un anno, oppure 10 all'anno per 10 anni, oppure 1 all'anno per 100 anni.
Mi si potrebbe obiettare : ma perchè non sfruttare tutto e subito ? La risposta si articola esaminando due aspetti : la capacità di produzione ed il prezzo di vendita. Ora se il nostro produttore estrae 2 ML di barili al giorno non può domani mattina etrarne 100 ML. Prima di questo dovrà adeguare gli impianti e integrare la rete produttiva e di stoccaggio. Dovrà anticipare dei soldi. E questo per cosa ? Per tenere il prezzo del barile a valori costanti per accontentare i paesi consumatori ? Riassumiamo in due parole cosa significa per i paesi produttori aumentare la produzione :
a) Investire negli impianti di produzione indebitandosi con le banche che dovranno finanziare ciò.
b) Vendere il barile e prezzi costanti ma con un utile più basso perchè ho un aumento degli immobilizzi (ciò le spese che ho immobilizzato nell'adeguamento degli impianti).
Ebbene, signori, questo non avverrà mai.
E' più saggio e più economico produrre costantemente, anzi, meglio diminuire, non aumentare la produzione, perchè con l'aumentare della domanda il prezzo non può che salire. Non v'è quindi nessuna speculazione. Il barile tra 5 o 6 anni sfonderà quota 250 dollari. Complice anche delle tensioni internazionali.
E l'occidente ? Si dovrà affidare alla mano invisibile regolatrice dell'economia di Adam Smith. Dimenticarsi del petrolio, del metano e del carbone. Pensare ad altro, consumare di meno, solare, eolico, geotermico, biomasse, idroelettrico. L'Italia in 3 anni ha diminuito del 7 % le importazioni di petrolio.
Questo dovuto all'aumento dei combustibili petroliferi e alla diminuizione del loro consumo, sopratutto per l'autotrazione, ed alla conversione a metano di alcune centrali termoelettriche.
Ma non possiamo adagiarci su illusioni di una diminuizione del prezzo del petrolio : è una normale flessione dovuta al rallentamento dell'economia mondiale.