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lunedì 17 settembre 2007

Il passaggio di Nordovest ormai e' libero dai ghiacci in barca a vela

È stato per secoli il mito e l’incubo di ogni esploratore dei mari, fin da quanto nel 1497 John Cabot tentò invano di affrontarlo. Violato 100 anni fa da Roald Amundsen, il celebre Passaggio a Nord-Ovest nell’Artico era rimasto nel XX secolo una sfida quasi impossibile. Ma negli ultimi anni la situazione è cambiata: un’impresa appena conclusa da un americano, ha dimostrato che lo scioglimento dei ghiacci sta rendendo il Passaggio una passeggiata. Roger Swanson, un ex allevatore di maiali del Minnesota diventato avventuriero dei mari, a 76 anni e al terzo tentativo è riuscito su un ’ketch’ a vela di 17 metri ad attraversare il Passaggio dall’Atlantico al Pacifico. Rispetto ai precedenti del 1994 e del 2005, quando la sua imbarcazione era rimasta intrappolata, Swanson ha trovato una realtà completamente diversa. "Non c’era praticamente ghiaccio, è stato un viaggio bellissimo e senza problemi", ha raccontato al Wall Street Journal.
Lo scioglimento dell’Artico sta creando una situazione fino a poco tempo fa impensabile nei mari canadesi a nord del Circolo polare artico. Gli scienziati prevedono che entro il 2020 il Passaggio possa diventare sicuro per le rotte commerciali. Secondo Mark Serreze, ricercatore del National Snow and Ice Data Center americano, dal 1979 il ghiaccio artico si è ridotto in media di 98.000 km quadrati l’anno. "Ciò che osserviamo in questo 2007 - ha affermato lo scienziato - è senza precedenti: è la prima volta che il Passaggio è rimasto interamente libero dai ghiacci". Dal 1906, quando Amundsen completò dopo tre anni la sua impresa, sono state solo 110 le imbarcazioni che hanno completato con successo l’attraversamento del Passaggio. Di queste, 80 erano rompighiaccio o grandi navi commerciali e solo 30 erano piccole imbarcazioni private. Ma adesso nei piccoli porti canadesi lungo la rotta di Amundsen, come Cambridge Bay o Resolute, stanno arrivando da tutto il mondo yacht di avventurieri pronti a sfidare quello che sembrava un corridoio marino impossibile da percorrere. "Mi sento un pò un impostore, fino a ora non ho avuto alcun problema", ha raccontato al Wsj James Allison, un britannico la cui barca è all’ancora a Cambridge Bay, in attesa di completare il Passaggio e diventare il primo inglese a riuscire nell’ impresa.
Il passaggio a nord-ovest è il soggetto di una disputa territoriale tra Canada e Stati Uniti. Gli Usa lo considerano acque internazionali, mentre il Canada le considera proprie acque territoriali. Nell’estate del 2000, diverse navi si avvantaggiarono della sottile copertura di ghiaccio estiva sul Mare Glaciale Artico per compiere l’attraversamento. Se il passaggio a nord ovest era una rotta navale mitologica tra gli Usa e la Russia esisteva invece un’autentico percorso terrestre da cui i primi esseri umani giunsero sul continente americano. Durante le ere glaciali e il pleistocene l’attuale stretto di Bering (largo appena 85 chilometri con una profondità massima di 50 metri) non esisteva e l’Alaska era unita all’Asia da una sottile lingua di terra chiamata Beringia.
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L'ultima prova del riscaldamento globale e' la "completa navigabilita'" del "passaggio a nord ovest'. Lo scioglimento dei ghiacci a un livello mai raggiunto prima con una calo del 25%, pari a un milione di chilometri quadrati in un solo anno, ha aperto la rotta più diretta tra Pacifico e l'Atlantico attraverso le acque canadesi. Lo ha annunciato l'Agenzia Spaziale Europea che sul suo sito web ha pubblicato una foto satellitare che mostra le acque solitamente bloccate ora completamente sgombre. "L'area coperta dai ghiacci si e' ridotta a appena tre milioni di chilometri quadrati, un milione in meno rispetto ai precedenti minimi registrati nel 2005 e il 2006", ha spiegato Leif Toudal Pedersen dell'agenzia spaziale danese, aggiungendo che "il calo e' stati pari a 100.000 chilometri quadri all'anno in media negli ultimi dieci anni ma quest'anno se ne sono persi un milione". Il precedente record negativo, toccato nel 2005, era di 4 milioni di chilometri quadrati. Le ultime rilevazioni fanno sembrare addirittura ottimistiche le stime del Comitato Onu sul clima (Ipcc) che prevede lo scioglimento completo della calotta polare nel 2070.
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