Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 29 novembre 2018

In Italia più di 3000 comuni sono autosufficienti per l'energia elettrica e 37 per quella termica grazie alle rinnovabili


Secondo un rapporto di Legambiente l’Italia è sempre più rinnovabile e in tutti i comuni esiste almeno un impianto che produce energie pulite con il fotovoltaico in testa con 20GW.

Sono 3.060 i comuni autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 37 per la termica i comuni al 100% rinnovabili in un modello di autoproduzione che oggi è al centro delle Direttive Europee. Nel Forum QualEnergia, dove è stato presentato martedì scorso, 27 Novembre 2018, il dossier Comuni Rinnovabili di Legambiente, con le migliori 100 storie dal territorio italiano "Il nuovo Piano energia e clima deve cogliere appieno i benefici della decarbonizzazione: con - 55% delle emissioni al 2030 vantaggi pari a 5,5 miliardi di Euro all’anno e 2,7 milioni di  nuovi posti di lavoro” 

L’energia rinnovabile unisce l’Italia. In tutti e 7.978 municipi sono stati installati uno o più impianti da fonti rinnovabili. Un bel risultato, visto che 10 anni fa erano solo 356. Nel Paese del Sole sono ben 7.862 i Comuni in cui sono presenti impianti fotovoltaici, 6.822 quelli del solare termico, 1.489 quelli del mini idroelettrico (in particolare al centro nord) e 1.025 quelli dell’eolico (soprattutto al centro sud), 4.130 quelli delle bioenergie e 595 quelli della geotermia. Grazie a questo mix di impianti distribuiti su tutto il territorio, ben 3.060 comuni sono diventati autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 58 per quelli termici, mentre 37 municipi si confermano rinnovabili al 100% per tutti i fabbisogni delle famiglie. In dieci anni la produzione da rinnovabili è cresciuta di oltre 50 TWh mettendo in crisi il modello fondato sulle fossili, con un contributo delle rinnovabili che è passato dal 15 al 34,4% rispetto ai consumi elettrici e dal 7 al 17,7% in quelli complessivi. Risultati importanti che ora devono essere da stimolo per obiettivi molto più ambiziosi al 2030 per fermare i cambiamenti climatici e realizzare una prospettiva vantaggiosa per l’ambiente e l’economia.



Il rapporto annuale di Legambiente quest’anno ha puntato sulle storie dal territorio che raccontano il futuro dell’energia per l’Italia: 100 esperienze virtuose e all’avanguardia per la capacità di soddisfare i fabbisogni energetici attraverso risorse energetiche locali, gestite attraverso reti e sistemi di accumulo nei piccoli comuni come nei grandi centri urbani di tutto lo Stivale, tra aziende agricole e università, condomini, ospedali o consorzi, tutti già pronti per affrontare il cambiamento energetico necessario per fermare i cambiamenti climatici.

Secondo il rapporto Comuni Rinnovabili 2018, è la Lombardia la regione con il maggior numero di impianti a fonte rinnovabile in Italia, con 7.989 MW installati, grazie soprattutto all’eredità dell’idroelettrico del secolo scorso. La Puglia è invece la regione col maggior numero di installazioni delle "nuove” rinnovabili, ossia solare e eolico (5.056 MW su 5.388 MW totali).

Il problema è che lo sviluppo delle rinnovabili è stato fortemente rallentato negli ultimi anni, perché le politiche hanno guardato in un'altra direzione. Negli ultimi cinque anni, infatti, la crescita delle installazioni è fortemente rallentata, la media per il solare è stata di 407 MW all’anno e di 301 MW per l’eolico, cifre del tutto inadeguate a raggiungere perfino i già limitati target fissati dalla SEN. Il segnale positivo è che nel fotovoltaico gli impianti sono andati avanti malgrado lo stop agli incentivi, con 233mila impianti realizzati di piccola taglia negli ultimi tre anni.


 Dal comunicato stampa Legambiente



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1 commento:

Mauro ha detto...

Nell'asse "x" metterei il governo in carica.