Nel primo trimestre del 2017 la richiesta di elettricità è in aumento dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2016 (+0,9% a parità di calendario)
Nel mese di Mmarzo 2017, secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, la domanda di energia elettrica in Italia è stata di 26,2 miliardi di kWh, un valore sostanzialmente in linea (-0,1%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
La domanda di energia elettrica del primo trimestre 2017 è in aumento dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2016. A parità di calendario l’incremento è dello 0,9%.
A livello territoriale, la variazione tendenziale di marzo 2017 è stata positiva al Nord (+0,8%) e negativa al Centro (-0,5%) e al Sud (-2%).
In termini congiunturali, il valore destagionalizzato della domanda elettrica di marzo 2017 ha fatto registrare una variazione negativa rispetto al mese precedente (-1,3%). Il profilo del trend è in debole flessione.
Nel mese di marzo 2017 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’81,9% con produzione nazionale e per la quota restante (18,1%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
In dettaglio, la produzione nazionale netta (21,6 miliardi di kWh) è in flessione dell’1,9% rispetto a marzo 2016.
Sono in aumento le fonti di produzione fotovoltaica (+27,9%) ed eolica (+15,2%); in flessione le fonti idrica (-16,5%), termica (-4,5%) e geotermica (-0,8%).
In dettaglio, la produzione nazionale netta (21,6 miliardi di kWh) è in flessione dell’1,9% rispetto a marzo 2016.
Sono in aumento le fonti di produzione fotovoltaica (+27,9%) ed eolica (+15,2%); in flessione le fonti idrica (-16,5%), termica (-4,5%) e geotermica (-0,8%).
Dal Comunicato stampa Terna del 14 aprile 2017
I nostri grafici
Di seguito vediamo i grafici da noi realizzati prendendo i dati ufficiali pubblicati da Terna a partire dal Gennaio 2006 ad oggi.
Per anno solare. Il consumo è al livello più basso degli ultimi 12 anni.
Per una migliore lettura degli ultimi 7 anni.
Qui vediamo, dal Gennaio 2006 ad oggi, i mesi in sequenza che rivelano una linea che indica una stabilizzazione dei consumi da un anno a questa parte.
Nel prossimo grafico si evidenzia una sequenza di barre negative relative alle percentuali degli ultimi 48 mesi con un salto in terreno positivo per la maggior parte dei mesi estivi del 2015 dovuti esclusivamente al caldo eccezionale e al conseguente uso/abuso dei condizionatori, per poi tornare al segno rosso. Persiste il calo in tutti i mesi del 2016 fatta eccezione di dicembre 2106 gennaio 2017 con un consumo superiore forse dovuto al freddo stagionale.
Adesso prendiamo visione del grafico, significativo e chiaro, che rappresenta l'andamento dei consumi come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese trascorso. Esso disegna il crollo progressivo, sempre confermando il solito profilo a gobba di cammello in ginocchio intento a bere, con la lingua fuori. Dopo la crescita dei mesi estivi dell'anno passato a causa delle condizioni climatiche contingenti ed eccezionali, con i mesi estivi particolarmente bollenti del 2015, si nota un ultimo periodo tra una lieve crescita e un ritorno verso la discesa e stabilizzazione negli ultimi due mesi.
Per un aggiornamento della produzione nazionale di energia elettrica derivata da fonti rinnovabili rimandiamo la lettura ad un prossimo post dedicato.
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2 commenti:
Ho recentemente partecipato ad un convegno sulla diagnosi energetica e sui TEE, in cui sono stati presentati casi di grandi imprese energivore che, a seguito di interventi di efficientamento energetico e a parità di output produttivo, sono riusciti ad ottenere dei risparmi in termini di consumo elettrico del 10-15%, con tempi di rientro dell'investimento di 2-3 anni.
Per carità, la situazione economica italiana non si può certo dire florida, su questo sono pienamente d'accordo, ma, come ho già scritto in occasione di altri post analoghi, questo non può essere l'unico fattore che contribuisce alla diminuzione del consumo nazionale. E
il fatto che ci sia una cultura e maggiori opportunità su un uso più accorto dell'energia mi sembra un fatto molto positivo, se non per il PIL, almeno per l'ambiente.
Certo, considerando anche che le piccole e medie imprese e le aziende artigiane già dalla fine degli anni '80 e '90 hanno cominciato a sostituire le macchine che variavano la velocità delle loro macchine di produzione con le pulegge espansibili sostituendole con i più efficienti motori a cc e a gabbia di scoiattolo più inverte vettoriali. L'efficienza dei macchinari porta ad un minor consumo e un risparmio economico e quindi energetico e quindi un vantaggio ambientale.
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