Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 30 novembre 2017

I soffiatori per foglie e gli apparecchi da cura dei prati devono essere elettrici

È arrivato il momento di elettrificare tutte le attrezzature per curare i prati. Perchè? Il problema risiede nel fatto che tutte queste apparecchiature oggi funzionano grazie a piccoli motori che generalmente hanno un design primitivo e poca o nessuna tecnologia di controllo delle emissioni. Quindi? Quindi tutti i piccoli motori a benzina usati in cose come la pulizia dalle erbacce, tosaerba, motozappe e così via sono incredibilmente inquinanti e dovrebbero essere eliminati il ​​più presto possibile. Mentre i produttori di automobili e camion hanno accelerato una certa attenzione mettendo a bordo convertitori catalitici, tecniche di combustione avanzate e iniezione di carburante controllata da computer, i piccoli motori utilizzano ancora una tecnologia obsoleta negli anni '60.

I peggiori di tutti sono i motori a due tempi, che richiedono la miscelazione dell'olio con il carburante, circa un terzo dei quali viene espulso dallo scarico invece di essere bruciato, e quindi produce un inquinamento immenso come azione fondamentale del funzionamento.

Nel 2011, la rivista specializzata in recensioni sulle auto Edmunds effettuò un esperimento confrontando le emissioni di un grosso camion Ford (un F-150 Raptor con un motore V8 da 411 cavalli) a due diversi soffiatori (uno a quattro e uno a due tempi). 
Hanno scoperto che rispetto al camion Ford, il soffiatore a quattro tempi produceva 6,8 volte più ossidi di azoto (ossido nitrico e biossido di azoto, sottoprodotti di combustione altamente reattivi che aiutano a formare ozono vicino alla superficie, piogge acide e smog), 13,5 volte di più di monossido di carbonio e oltre 36 volte più idrocarburi non metanici (principalmente gas incombusto, che è velenoso e cancerogeno).
Il due tempi era sostanzialmente peggiore, producendo solo il doppio degli ossidi di azoto, ma be 23 volte il monossido di carbonio e 299 volte gli idrocarburi non metanici.
Hanno concluso: Per eguagliare le emissioni di idrocarburi di circa mezz'ora di lavoro in cantiere con questo soffiatore a due tempi, dovresti guidare un Raptor per 3.887 miglia, o la distanza dal Nord del Texas ad Anchorage, in Alaska.


L'articolo, comparso un paio di giorni fa sulla rivista online The Week a firma di Ryan Cooper, dopo avere mostrato quanto disastrosi siano queste piccole apparecchiature a benzina, si chiede:
Quindi cosa facciamo?
Imporre rapidamente le nuove normative sulle emissioni sulle attrezzature da prato, oltre ad offrire vantaggi per per le apparecchiature elettriche.

L'articolo completo è qui: The government must regulate lawn equipment. Seriously.


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mercoledì 29 novembre 2017

Le colonnine di ricarica sono poche e spesso occupate abusivamente

Firenze è stata a lungo la capitale dei veicoli elettrici privati nel mondo, sin dal lontano 1997 quando l'allora amministrazione varò un fondo per l'incentivazione dell'uso dei veicoli elettrici in città da destinare a coloro che avessero deciso di usare questi mezzi non inquinanti. Insieme al primo 'protocollo d'intesa' l'Amministrazione iniziò a installare le colonnine di ricarica, a Firenze si vide la prima colonnina di ricarica stradale a livello globale. Nella seconda metà del primo decennio del 2000 i punti di ricarica erano già più di 500 ma sin dai primi giorni, si parla del Luglio 2007, ci dovemmo confrontare con una realtà che via via è sempre peggiorata: la sosta di scooter tradizionali e auto termiche agli stalli posti davanti alle colonnine. Era resa impossibile la ricarica. La mala pratica è continuata fino ai giorni nostri anche per una strana tolleranza dei vigili urbani nei confronti dei contravventori termici, nonostante le nostre proteste, i vigili non erano inclini né a fare multe né tanto meno a rimuovere i mezzi 'usurpatori'. Eppure i cartelli posti accanto alle colonnine erano ben presenti e visibili rendendo palese sia il divieto di sosta che la rimozione col simbolo del carro attrezzi. Per sensibilizzare l'opinione pubblica creammo una pagina su Facebook riempiendola di foto che dimostravano la cattiva pratica. L'Amministrazione notò il nostro disagio tanto è vero che si aprì un tavolo di lavoro, grazie all'assessore alla  mobilità di Firenze, con lui, con i vigili urbani e con i tecnici del Comune. Questo tavolo portò a un significativo miglioramento e anche alla sperimentazione di una cartellonistica stradale orizzontale per indicare che il posto di ricarica è dedicato ai veicoli elettrici. La Polizia Municipale cominciò a darsi da fare e, se ancora le cose non sono diventale ottimali, qualcosa è migliorato specialmente nell'approccio col problema da parte dei vigili urbani. A conferma di ciò qualche giorno fa abbiamo letto questo comunicato stampa del Comune.

Controlli della Polizia Municipale negli spazi riservati ai veicoli elettrici, sanzionati e rimossi 26 veicoli
Vita dura per chi parcheggia senza averne titolo negli spazi riservati ai mezzi elettrici. La Polizia Municipale nelle ultime settimane ha effettuato una serie di interventi mirati alla verifica di quali veicoli effettivamente occupassero i posti riservati ai mezzi elettrici.
 Complessivamente sono stati controllati 82 spazi: 26 i veicoli multati e rimossi perché, non essendo elettrici, occupavano abusivamente i posti riservati ai mezzi a batteria. In questi casi si applica la sanzione prevista dall’articolo 158 del Codice della Strada: multa di 40 euro per ciclomotori e mezzi a due ruote, la cifra sale a 85 euro per gli altri veicoli. Per tutti scatta la rimozione.
 Nel corso di questi controlli mirati la Polizia Municipale ha sanzionato ulteriori 12 veicoli parcheggiati sugli attraversamenti pedonali o in corrispondenza di intersezioni. Inoltre, grazie all’utilizzo di strumenti direttamente collegati con le banche dati, sono stati multati anche 2 mezzi risultati senza copertura assicurativa e 5 per omessa revisione. Nel primo caso la sanzione è di 849 euro oltre al sequestro amministrativo del mezzo, nel secondo la multa è pari a 169 euro. (mf)






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martedì 28 novembre 2017

Progetti Pilota Terna di storage

In questo «Focus del mese» viene fornita un’analisi di dettaglio sui Sistemi di accumulo quale soluzione innovativa tecnologica individuata da Terna per far fronte al crescente aumento di impianti di generazione elettrica da Fonti Rinnovabili Non Programmabili (FRNP) in Italia e garantire, al contempo, un incremento dei margini di sicurezza di gestione del Sistema Elettrico Nazionale. 

Questo è l'incipit del Rapporto del mese di ottobre di Terna uscito pochi giorni fa nel proprio sito web. Prosegue sotto.

Il crescente aumento di impianti di generazione elettrica da Fonti Rinnovabili Non Programmabili (FRNP) in Italia, registrato negli ultimi anni soprattutto nelle regioni del Meridione e nelle due Isole Maggiori, ha determinato un impatto sempre più tangibile sui processi del Dispacciamento dell’energia elettrica e, in generale, sull’esercizio in sicurezza del Sistema Elettrico Nazionale (SEN). Al fine di favorire il massimo sfruttamento della generazione da fonti rinnovabili e garantire, al contempo, un incremento dei margini di sicurezza di gestione del Sistema Elettrico, Terna ha individuato nell’accumulo dell’energia una delle possibili soluzioni al problema, pianificando l’installazione di tecnologie opportunamente dislocate sul territorio nazionale e connesse alla Rete di Trasmissione Elettrica Nazionale (RTN).

I progetti di accumulo Terna

- Storage Lab (Power Intensive)

Sito 1 - Condrongianos (Sardegna)
Taglia finale pianificata: circa 8,65 MW
Status: in sperimentazione circa 7,9 MW
procuremente avviato circa 0,75 MW

Sito 2 - Ciminna (Sicilia)
Taglia finale pianificata: circa 7,3 MW
Status: in sperimentazione circa 5,5 MW
procuremente avviato circa 0,75 MW
in programmazione circa 1 MW

- Large Scale (Energy Intensive)

Sito 1 - Ginestra (Campania)
Taglia: circa 12 MW
Status: in esercizio

Sito 1 - Flumeri (Campania)
Taglia: circa 12 MW
Status: in esercizio

Sito 1 - Ginestra (Campania)
Taglia: circa 10,8 MW
Status: in esercizio 

Il crescente aumento di impianti di generazione elettrica da Fonti Rinnovabili Non Programmabili (FRNP) in Italia, registrato negli ultimi anni soprattutto nelle regioni del Meridione e nelle due Isole Maggiori, ha determinato un impatto sempre più tangibile sui processi del Dispacciamento dell’energia elettrica e, in generale, sull’esercizio in sicurezza del Sistema Elettrico Nazionale (SEN). Al fine di favorire il massimo sfruttamento della generazione da fonti rinnovabili e garantire, al contempo, un incremento dei margini di sicurezza di gestione del Sistema Elettrico, Terna ha individuato nell’accumulo dell’energia una delle possibili soluzioni al problema, pianificando l’installazione di tecnologie opportunamente dislocate sul territorio nazionale e connesse alla Rete di Trasmissione Elettrica Nazionale (RTN).

IL PORTFOLIO TECNOLOGICO TERNA
Con i suoi progetti storage, Terna ha voluto coprire l’intero range di applicazioni per i sistemi di accumulo: da quelle fortemente power-intensive a quelle maggiormente energy-intensive (Figura 2). In particolare, per il progetto Storage Lab sono state approvvigionate tecnologie di tipo “Lithium Based” (ovvero tecnologie basate sull’utilizzo del litio per la realizzazione dell’elettrodo positivo) e tecnologie Zebra (acronimo derivante da un precedente brevetto denominato “Zero Emission Battery Research Activities” su tecnologie cosiddette ai sali fusi ad alta temperatura di funzionamento), opportunamente suddivise tra i siti di Codrongianos e Ciminna. Inoltre, nel corso del 2016 sono state installate nei siti di Codrongianos e Ciminna due tecnologie di batterie elettrochimiche di tipo “Flusso”, ovvero a circolazione di elettrolita. A completamento del portafoglio tecnologico installato, Terna prevede di utilizzare in futuro anche sistemi basati su supercapacitori. I progetti Large Scale utilizzano invece un’unica tecnologia basata su tecnologia sodio/zolfo ad alta temperatura (NaS), più idonea per applicazioni strettamente energy intensive.

Per visionare il progetto nel suo complesso scaricare il documento in formato PDF Rapporto del mese di ottobre dal sito Terna.



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lunedì 27 novembre 2017

La produzione nazionale di energia elettrica -4,1% e le rinnovabili a Ottobre 2017

Abbiamo già visto i dati relativi al consumo di energia elettrica in Italia nel mese di Ottobre pubblicati da terna e grazie a questi abbiamo realizzato i grafici esplicativi. I consumi sono aumentati dell'1,2%.

Adesso prendiamo in esame la produzione nazionale di energia con particolare riferimento alle energie rinnovabili.


Nel mese di ottobre 2017 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86,4% con produzione nazionale e per la quota restante (13,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23 miliardi di kWh) è diminuita del 4,1% rispetto a ottobre del 2016. 

Sono in aumento le fonti di produzione fotovoltaica (+36,2%) ed eolica (+0,6%); in flessione le fonti di produzione geotermica (-3,2%), termica (-5,4%) e idrica (-18,4%). 
  



I nostri grafici

Per aiutarci nella comprensione con un semplice sguardo abbiamo realizzato come al solito, alcuni grafici, con i dati forniti da Terna.

La produzione nazionale dal 2009



Per anno solare vediamo che a Ottobre 2017 la produzione nazionale si pone ad un livello intermedio degli ultimi 9 anni, anni presi in considerazione nei nostri grafici. -4,1% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente con una produzione di 22.991 miliardi di kWh, +2,8% negli 11 mesi del 2017.




... e in sequenza mensile.





Il grafico seguente rappresenta l'andamento della produzione nazionale come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese di riferimento. Siamo in presenza di una inversione, così si evidenzia che si produce di meno.




Adesso prendiamo in considerazione le singole componenti delle rinnovabili.


La produzione fotovoltaica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Siamo al  livello massimo di ottobre degli ultimi 9 anni, con un + 36,2% nei confronti dello stesso mese dell'anno passato, 1.921 GWh, e + 14,6% negli 11 mesi del 2017.




La produzione eolica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Siamo al livello massimo degli ultimi 9 anni, con un incremento dello 0,6%, con 1.252 GWh, ma -6,3% nel 2017





Ciascuna delle rinnovabili in un solo grafico.







Qui sotto vediamo la quantità di energia prodotta da fonte idroelettrica separata dalle altre componenti rinnovabili sommate insieme.




Qui sotto è la quantità di energia termoelettrica rapportata a tutte le rinnovabili.






Il grafico seguente, di forte Terna, mostra il ruolo di tutte le componenti nella produzione di energia, le rinnovabili (idroelettrica + geotermica/eolica/fotovoltaica)  e la termica.




Le rinnovabili costituiscono poco meno di 1/3 del nostro fabbisogno nazionale .



Continuiamo con una novità inserita nei post da qualche mese a questa parte per i nostri grafici avendo avuto delle sollecitazioni da parte di lettori del nostro blog.

Il grafico delle rinnovabili come sommatoria dei 12 mesi precedenti al rilevamento ultimo, il primo con il solare, eolico, geotermico, a parte l'idroelettrico.







Crescono tutte le componenti rinnovabili ad eccezione della geotermia e ancor più dell'idrica che mostra una discesa drammatica e continua dal Settembre 2015.












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domenica 26 novembre 2017

Ottobre: tra i più secchi degli ultimi 100 anni

Ottobre chiude con un record preoccupante: quello di essere stato tra i mesi di ottobre più secchi degli ultimi cento anni in molte città toscane. Ha piovuto pochissimo, solo il 5% delle piogge attese in questo mese; un  dato che risulta ancora più pesante se inquadrato nel contesto della lunga siccità dei mesi scorsi, fatta eccezione per settembre. 



Precipitazioni

Le piogge osservate nel mese di ottobre sono risultate soltanto il 5% di quelle attese nel periodo. Con un'anomalia di -95%, le precipitazioni osservate sono state eccezionalmente al di sotto della media climatica (1981-2010). Ad Arezzo sono piovuti 7 mm rispetto ai 105 che ne piovono mediamente in ottobre, a Prato 4 mm rispetto ai 121 attesi, a Massa Carrara 14 mm rispetto a 167 attesi. Lo si evince bene dalla mappa che mostra la percentuale di piogge osservate rispetto alla media.    
Questi dati fanno di ottobre 2017 il più secco degli ultimi cento anni in particolare nelle città di Pistoia, Prato, Pisa e Livorno. Risulta il secondo più secco a Grosseto, Firenze, Arezzo e Massa-Carrara; "solo" il terzo più secco a Siena e Lucca.   
Nei 10 capoluoghi mediamente si sono avuti 7 giorni piovosi in meno.
Nessun respiro per la carenza idrica che ormai da mesi interessa la Toscana con gravi conseguenze sul comparto agricolo. Peraltro il periodo ottobre - dicembre è molto importante per la ricarica delle falde e l'assenza di precipitazioni risulta quindi ancora più pesante.   
La tabella a seguire indica i deficit dei mm di pioggia espressi in % (1981-2010) relativi al mese di ottobre ed all'intero anno 2017 (da gennaio a ottobre). La mappa della Toscana mostra la percentuale di pioggia caduta a ottobre  rispetto alla media del mese. 
Temperature
Dal punto di vista termico il mese di ottobre è risultato in media rispetto alla norma del trentennio 1981-2010.
Le maggiori anomalie negative sono state osservate nei valori minimi giornalieri, inferiori di -1.6 °C rispetto alla media; quasi esattamente in media invece le temperature medie ( -0.2 °C)sopra media le massime giornaliere (anomalia di 1.1 °C). 
CAPOLUOGHI
A Firenze, Arezzo, Pisa e Grosseto sono state osservate le seguenti anomalie di temperatura media:
Anomalia ottobre 2017 nelle 4 città (climatologia 1981-2010)
FirenzeArezzoPisaGrosseto
Anomalia temperatura media-0.3 °C-0.5 °C- 0.5 °C+0.4 °C
Il grafico sotto mostra l'andamento dell'anomalia di temperatura media a ottobre in Toscana dagli anni cinquanta ad oggi. 


Dal sito LAMMA  http://www.lamma.rete.toscana.it/




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sabato 25 novembre 2017

Fatturato e ordinativi dell’industria a settembre 2017

A settembre, per il fatturato dell'industria si rileva una flessione congiunturale pari all'1,2%. Nonostante questo calo il risultato del terzo trimestre rimane comunque positivo, con una crescita dello 0,8% rispetto al trimestre precedente.

Anche per gli ordinativi a settembre si registra una diminuzione congiunturale (-3,9%). Peraltro, anche in questo caso il risultato del terzo trimestre è positivo, con una crescita del 2,4%.

L'andamento congiunturale del fatturato a settembre è dovuto a flessioni pressoché identiche sui due mercati (-1,3% per quello interno e -1,2% per quello estero). Per gli ordinativi, invece, il calo è più marcato sul mercato interno (-5,8%) rispetto a quello estero (-1,4%).

Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano diminuzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti principali di industrie - ad eccezione dell'energia (+1,7%) - particolarmente rilevante per i beni intermedi (-2,6%).

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di settembre 2016) il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 5,2%, con incrementi del 4,6% sul mercato interno e del 6,3% su quello estero.

L'indice grezzo del fatturato aumenta, in termini tendenziali, dell'1,8%: il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente interna dei beni intermedi.

Per il fatturato gli incrementi tendenziali più rilevanti si registrano nella metallurgia (+13,1%) e nei prodotti petroliferi (+11,5%).

Nel confronto con il mese di settembre 2016, l'indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 4,5%. L'incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+9,6%), mentre la flessione maggiore si osserva nelle apparecchiature elettriche (-5,9%).


Comunicato Istat

nostri grafici con i dati forniti dall'Istat.












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venerdì 24 novembre 2017

Il grafene potrebbe fornire illimitata energia pulita col suo movimento interno

L'energia illimitata non esiste. Ok. Ma potrebbe avvicinarsi molto ad essere realtà a certe condizioni e quantità opportune. Dispositivi di piccole dimensione potrebbero essere alimentati senza l'utilizzo delle classiche batterie ricaricabili o pilette, come gli orologi da polso, i pace-maker, gli apperecchi biomedicali, acustici e sensori portatili.  Una fonte di energia microscopica con auto-ricarica potrebbe rendere molti oggetti di uso quotidiano dispositivi di facile uso e mantenimento. Per piccoli dispositivi dunque, non per auto o altro, ma comunque una tecnologia  straordinariamente interessante ancora di più per certi versi. 
I ricercatori della University of Arkansas, guidati dal professor Paul Thibado, hanno trovato una forte evidenza che il movimento interno di materiali 2D potrebbe essere utilizzato come fonte di energia pulita e illimitata. Il team ha riferito di avere mosso i primi passi verso la creazione di un micro dispositivo in grado di trasformare questa energia di movimento in energia elettrica, potenzialmente in grado di una utile ricaduta per molte applicazioni di uso comune. Un brevetto è stato recentemente applicato su questa invenzione, chiamato  Vibration Energy Harvester, or VEH
Il team ha studiato i movimenti interni atomi di carbonio di grafene osservando due caratteristiche distinte: un piccolo moto browniano e moti più grandi e coordinati. In questi movimenti più grandi, l'intero corpo viene mosso su e giù  come un unico sottile pezzo di metallo e più volte flesso. Questo modello di piccoli movimenti casuali combinati con grandi movimenti bruschi è noto come Lévy flights. Il fenomeno può essere osservato in una varietà di contesti, come segnali biomedici, dinamica del clima, e altro. Thibado ha affermato di essere il primo ad aver osservato questi flights  che si verificano spontaneamente in un sistema inorganico di scala atomica.

Altri ricercatori hanno teorizzato che la temperatura indotta genera una curvatura a inversione e il grafene potrebbe essere utilizzato come fonte di energia. Il lavoro di Thibado è eccellente grazie alla scoperta che il grafene ha increspature naturali che invertono la loro curvatura quando gli atomi vibrano in risposta alla temperatura ambiente. “Questa è la chiave per utilizzare il movimento di materiali 2D come fonte di energia utile”, ha dichiarato Thibado. A differenza degli atomi in un liquido, che si muovono in direzioni casuali, gli atomi collegati in un foglio di grafene si muovono insieme. Ciò significa che la loro energia può essere sfruttata utilizzando la nanotecnologia esistente.

Tale dispositivo VEH è composto da un sottile foglio di grafene caricato negativamente  sospeso tra due elettrodi metallici. Quando il grafene si flette verso l'alto, induce una carica positiva nell'elettrodo superiore, mentre, quando gira verso il basso, carica quello inferiore, creando così una sorta di corrente alternata.

I fogli di grafene utilizzati nel laboratorio di Thibado hanno una dimensione di una decina di micron, così piccola che più di 20.000 di loro potrebbe stare sulla testa di uno spillo. Ogni Lévy flight di 10 nanometri potrebbe produrre 10 picowatt di potenza. Come risultato, ciascuna di queste micro membrane ha il potenziale per produrre energia sufficiente per alimentare un orologio da polso, senza mai usurarsi e senza essere necessaria una ricarica.

Un video esplicativo.

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Dal sito Graphene Info




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giovedì 23 novembre 2017

Consumi di energia elettrica in Italia: a ottobre +1,2%

In crescita la produzione di fotovoltaico ed eolico. Nei primi dieci mesi del 2017 domanda in aumento dell’1,7% rispetto al corrispondente periodo del 2016 (+1,9% a parità di calendario).

Nel mese di ottobre 2017, secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, la domanda di elettricità in Italia è stata di 26,4 miliardi di kWh, in aumento dell’1,2% rispetto ai volumi dello stesso mese dell’anno precedente. La performance della domanda ha risentito dell’effetto calendario: quest’anno, infatti, ottobre ha avuto un giorno lavorativo in più (22 contro 21) e una temperatura media mensile sostanzialmente in linea rispetto a ottobre del 2016
  
 La domanda dei primi dieci mesi del 2017 è in crescita dell’1,7% rispetto al corrispondente periodo del 2016. A parità di calendario il valore è +1,9%. 
  
 A livello territoriale, la variazione tendenziale di ottobre 2017 è stata positiva al Nord (+1,9%) e al Centro (+1,2%) e sostanzialmente stabile al Sud (-0,3%). 
  
 In termini congiunturali, il valore destagionalizzato della domanda elettrica di ottobre 2017 ha fatto registrare una variazione positiva rispetto al mese precedente (+1,1%). Il profilo del trend si porta su un andamento leggermente negativo. 
  
Nel mese di ottobre 2017 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86,4% con produzione nazionale e per la quota restante (13,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23 miliardi di kWh) è diminuita del 4,1% rispetto a ottobre del 2016. Sono in aumento le fonti di produzione fotovoltaica (+36,2%) ed eolica (+0,6%); in flessione le fonti di produzione geotermica (-3,2%), termica (-5,4%) e idrica (-18,4%). 
  

Dal Comunicato stampa Terna



I nostri grafici

Di seguito vediamo i grafici da noi realizzati prendendo i dati ufficiali pubblicati da Terna a partire dal Gennaio 2006 ad oggi.

Per anno solare. Il consumo del mese si pone tra i livelli più bassi degli ultimi 12 anni.


Per una migliore lettura degli ultimi 7 anni.



Qui vediamo, dal Gennaio 2006 ad oggi, i mesi in sequenza che rivelano una linea che negli ultimi mesi segna una tendenza ad una risalita.




Nel prossimo grafico si evidenzia una sequenza di barre negative relative alle percentuali degli ultimi 58 mesi, che si confrontano con gli stessi mesi dell'anno precedente. Un salto in terreno positivo per la maggior parte dei mesi estivi del 2015 dovuti esclusivamente al caldo eccezionale e al conseguente uso/abuso dei condizionatori, cosa che ritenere identica a quella dell'anno in corso. 



Adesso prendiamo visione del grafico, significativo e chiaro, che rappresenta l'andamento dei consumi come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese trascorso. Esso disegna il crollo progressivo, disegno che ricordava il solito profilo a gobba di cammello in ginocchio intento a bere, con la lingua fuori, fino all'inizio di quest'anno. Negli ultimi mesi alla silouette del cammello si aggiunge un qualcosa che ancora non ha una forma ben definita, si affaccerà un altro cammello? o che genere di animale? Vedremo. Sono recenti i dossi dopo la crescita dei mesi estivi di due anni fa a causa delle condizioni climatiche contingenti, dovuti all'innegabile riscaldamento globale, e (non più) eccezionali (vedansi i mesi appena trascorsi) dei mesi estivi particolarmente bollenti del 2015 e 2017 e  la richiesta francese per le 12 centrali nucleari in revisione, energia da noi esportata alla fine dell'anno passato.


Per un aggiornamento della produzione nazionale di energia elettrica derivata da fonti rinnovabili rimandiamo la lettura ad un prossimo post dedicato.



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mercoledì 22 novembre 2017

Differenza prezzi dei carburanti tra Italia e USA

Nel proprio sito web l'EIA ('US Energy Information Agency ) ha fornito ieri l'analisi dei costi al dettaglio dei carburanti per autotrazione, benzina e gasolio, prezzi medi per il mese di Settembre. Un utile occasione per confrontarli con i prezzi registrati in Italia nello stesso mese.


Questo è lo screenshot della pagina EIA di ieri.





Al cambio la valuta americana USD valeva ieri  0,8530 euro alle ore 14.00 in Italia. 
Riportando il costo in Euro la benzina costava a Settembre 2,260 al gallone quindi € 0,597 al litro (1 gallone è pari a 3,7854118 litri) mentre il gasolio costava 2,79 USD al gallone ovvero € 2,38 quindi € 0,629 al litro. Questo è il costo che l'automobilista statunitense paga con il rifornimento alla pompa.
Il costo effettivo del carburante nella sua componente quale derivato del petrolio è rispettivamente il 45% per la benzina e il 42% per il gasolio, ovvero, considerando il costo del carburante con i costi di raffinazione e distribuzione pesa sull'utente finale per l'88% la benzina e 89% per il gasolio, pesando le tasse per il 12% e l'11% rispettivamente. 
Di conseguenza il costo della materia prima, espressa in Euro è 0,269 per la benzina e 0,283 per il gasolio.

Prendiamo adesso dal sito ufficiale della Unione petrolifera il costo del carburante alla pompa e le varie suddivisioni.





La prima cosa che salta agli occhi nostrani è il divario con nostri prezzi alla pompa misurabili in circa 2,5/3 volte soprattutto imputabile alle tasse considerate come IVA e accise che insieme pesano per il 65% nella benzina e il 62% nel gasolio.
Ma non basta. Anche il costo della materia prima è alta, 55% in più per la benzina  e il 52% per il gasolio, rispettivamente 0,417 euro e 430 euro.

Ritornando ai dati visibili nel sito EIA vediamo una discrepanza notevole tra i prezzi alla pompa di uno stato rispetto all'altro. Per esempio, il 13 Novembre la California ha registrato, come sempre del resto, il prezzo medio più alto per la benzina con 3,275 USD al gallone, mentre si sono pagati 2,302 USD al gallone sulla costa meridionale del Golfo del Messico. Idem per il gasolio. Prezzo più alto in California, 3,610 USD, prezzo più basso sul Golfo, 2,697. Un dollaro a gallone, il che non è poco.




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martedì 21 novembre 2017

Il business del riciclo delle batterie delle auto elettriche

Le imprese del riciclo stanno affinando i processi per recuperare i metalli che sono stati utilizzati nelle batterie nel modo più economico ed efficiente possibile affinchè possano essere riutilizzati per produrre nuove batterie. Lo scopo è duplice sia di fare affari sia affrontare un decifit di  materiali come il cobalto e il litio nel momento in cui le vendite di auto elettriche decolleranno tra il 2020 e il 2025. 

Il principale ostacolo che le aziende del riciclo devono affrontare oggi è la carenza di batterie esauste da riciclare per rendere la loro tecnologia ottimale dal punto di vista costo-efficacia, in mancanza ancora di grandi numeri necessari nelle vendite di auto elettriche e della necessità di riciclare i materiali. 

I profitti? I profitti possono venire anche nell'immediato per il fatto che il prezzo del carbonato di litio e la grafite naturale o sintetica è raddoppiato o triplicato negli ultimi tre/quattro anni. La domanda di cobalto e litio già nel 2021 sono calcolati per 30 mila e 81 mila tonnellate all'anno, parte delle quali potrebbero essere fornire dalle aziende del riciclo con una percentuale che va  dal 10% al 18% con un bel guadagno considerando i costi del materiale, ma anche una necessità fatta virtù  soprattutto per il cobalto che ha attualmente il Congo come fornitore fondamentale mentre le riserve di litio e miniere da sfruttare sono ancora numerose, sparse tra la Cina a alcuni paesi andini per quantità considerevoli.

Gli impianti pilota del riciclo ci sono già ma sono in attesa delle batterie esauste in quantità e della grande partenza del mercato.

Questi sono i temi affrontati da un interessante articolo dell'agenzia Reuters, Metal recyclers prepare for electric car revolution, di qualche giorno fa.





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