Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


sabato 29 settembre 2012

Bike sharing a San Francisco

A San Francisco, California, Stati Uniti d'America, parte un programma di Bike sharing voluto da una società, la Scoot Networks, che  inizialmente mette a disposizione una sessantina di scooter elettrici posizionati in garage presso luoghi strategici. Grazie al sostegno economico di 775 mila dollari messi a  disposizione da finanziatori.
Costa 10 dollari l'iscrizione al servizio e 5 dollari ogni mese ed ancora 5 dollari ogni ora di utilizzo dello scooter o 10 dollari per noleggiarlo per tutto il giorno o tutta la notte. Altri piani tariffari sono stati pensati  per utilizzi costanti, mensili e annuali..

L'articolo dal quotidiano online San Francisco Chronicle informa che nella tariffa sono inclusi sia l'assicurazione che la dotazione del casco. 

Lo scooter

Performance
   La velocità massima è di 25 - 30 MPH (40-50 km/h), Percorrenza di 20 - 30 miglia (30-50 km) in ambito cittadino, tempo di ricarica circa 8 ore se le batterie sono completamente scariche. 

Specifiche Tecniche
  1200W di potenza, motore  tipo brushless  inserito nel mozzo della ruota posteriore, batterie SLA  da 20Ah. Il caricabatterie funziona con una presa da 110 VAC. Lo scooterè  compatibile con la maggior parte dei modelli Android e iPhone .

Regolamentazioni
   Nessuna patente è richiesta in molti stati, in California si richiede la patente per il noleggio per più di 48 ore, è obbligatorio l'uso di un casco da motociclista.



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Il consumo di gas in Italia ad Agosto 2012: + 3,7

Vedendo i dati pubblicati nel sito web del Ministero dello Sviluppo Economico si rileva un incremento dei consumi nel mese di Agosto di quest'anno pari al 3,7% in più rispetto al corrispondente mese del 2011, ma ancora inferiori considerando i primi otto mesi dell'anno solare,  49.956 milioni di metri cubi contro i 50.814 del 2011, pari ad un -1,7%.

Si è estratto meno gas nel nostro territorio, infatti la variazione della produzione nazionale in Agosto è -1 % (+4% gen-ago).

E' interessante notare che è diminuita considerevolmente ad Agosto la quantità delle scorte,  1.177 m3  contro i 1.575 m3 del 2011, addirittura più di un quarto - 25,3% (-16% anno/anno).

Inoltre al terminale di Gela in Sicilia, dove arriva il gas di provenienza nord africana, si registra una quantità di 522 milioni di metri cubi contro il vuoto totale dell'anno passato, durato alcuni mesi in concomitanza con la nota vicenda che ha portato alla 'destituzione' di Gheddafi. Si nota comunque che la quantità è ben lontana dall'essere tornata gli standard ante guerra.


Vediamo i nostri il grafici realizzati elaborando i dati ministeriali.




Cliccare sui grafici per ingrandirli



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venerdì 28 settembre 2012

Pikes Peak su una BMW convertita elettrica

Pikes Peak International Hill Climb è una crono-scalata automobilistica e motociclistica il cui tracciato si snoda lungo le pendici del Pikes Peak, montagna situata nello Stato del Colorado (USA).
Alla gara del 19 Settembre ha partecipato, inserita nella categoria riservata alle auto elettriche, anche una BMW M3 convertita in elettrica classificandosi al quarto posto, prima tra quelle trasformate prendendo un'auto stradale.
Nel video appresso potete apprezzare il percorso di gara da dentro e fuori l'abitacolo. Il rumore di fondo che sentite non è quello del motore ma del vento che soffia sul microfono.




Il pilota vincitore assoluto della gara è stato Fumio Nutahara su Toyota Motorsport GmbH (TMG) EV P002 con il tempo di 10 minuti 15,380 secondi, battendo di quasi 2 minuti il record della gara dell'anno passato. La velocità massima dell'auto configurata per la crono-scalata era di 240 chilometri all'ora  con potenza massima combinata, grazie ai suoi due motori assiali, di 350 kW. Al secondo posto Hiroshi Masuoka con una Mitsubishi i-MiEV Evolution .

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giovedì 27 settembre 2012

Litio argentino per le batterie della Toyota

I giapponesi si sono lasciati trovare impreparati nel fronte delle terre rare delle quali la Cina è il maggior produttore a livello mondiale, detenendo quasi un monopolio assoluto.

Proprio per questo motivo l'industria nipponica che opera nel settore delle auto di nuova generazione non vuole rimanere impiccata anche per l'approvvigionamento di un' altra materia prima quale è il litio, l'elemento essenziale per la produzione delle batterie dei veicoli elettrici e ibridi. Ne abbiamo già parlato diffusamente in tanti post precedenti.
La Toyota, che sappiamo essere interessata già da anni nella produzione di auto ibride ed ancor più lo sarà negli anni avvenire, dirige la sua attenzione anche sul versante dell'accumulo dell'energia acquisendo, attraverso una sua affiliata, la  Toyota Tsusho Corp ., la possibilità di sfruttamente dei ricchi giacimenti di litio in Argentina. Questa almeno  è quanto afferma il quotidiano online nipponico Asahi Shimbun

L'accordo raggiunto con l'Argentina consentirebbe alla società di estrarre litio sufficiente a soddisfare la domanda annuale del Giappone per 15 anni. Sarà la prima volta per una società giapponese, anche se in  joint venture con una società australiana, la Orocobre Limited, ad acquisire i diritti di estrazione del litio su larga scala con investimenti di diversi miliardi di yen (decine di milioni di euro) nel progetto. 

La produzione dovrebbe iniziare nel 2014 dalle salamoie dei laghi Salar de Olaroz nel nord-ovest dell'Argentina.

La domanda interna giapponese è di circa 17.000 tonnellate all'anno di carbonato di litio, sufficiente ad alimentare circa 550.000 batterie per  veicoli elettrici medi per  almeno 15 anni.

Attualmente, la domanda di litio del mondo è un po' meno di 150.000 tonnellate l'anno. Con la diffusione della prossima generazione di veicoli, come i veicoli ibridi ed elettrici, tuttavia, la domanda probabilmente raddoppierà a 300.000 tonnellate l'anno nel 2025.

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mercoledì 26 settembre 2012

La nuova Toyota Yaris Hybrid

Ieri mi sono trovato a passare casualmente del concessionario fiorentino della Toyota ed ho colto l'occasione per farmi illustrare brevemente le caratteristiche della nuova Yaris Hybrid. Rispetto alla precedente versione questa nuova è stata strutturata meglio per la destinazione che si propone di essere, un'auto del tutto simile alla convenzionale motorizzata alimentata esclusivamente da carburante. Ha infatti le batterie alloggiate sotto il sedile posteriore il che permette di non togliere spazio al vano di carico come accadeva nella precedente versione e abitabilità interna. Il prezzo è addirittura sovrapponibile alla versione diesel, tra i 17 e i 18 mila euro, al lordo dei futuri incentivi ministeriali che saranno però  attivati solo a partire dal 2013. Il suo sistema Full Hybrid è quello stesso che conosciamo essere montato dalla Toyota e che nell'arco di pochi anni sarà montato su tutti i modelli di vetture disponibili. Una potenza totale di 74 kW, consumi pari a 32,3 km/L nel ciclo urbano con trazione mista, emissioni di 79 g/km di CO2  nel ciclo combinato. 5 anni di garanzia o 100.000 km sulle parti ibride batteria compresa. Una trentina di km in modalità esclusivamente elettrica (mod. EV) oppure mod. ECO per unire l'efficienza alle performance. Con il sistema Full Hybrid in accelerazione si ha il contributo di due motori che lavorano in sinergia, mentre nelle soste, il motore termico lascia spazio a quello elettrico che si fa carico della propulsione fino alla velocità di 50 Km/h, abbattendo i consumi e le emissioni nel circuito cittadino. Nei lunghi tragitti o per le velocità medio-alte entra in funzione maggiormente il motore a benzina, quindi anche le performance in autostrada (a velocità elevata e costante) sono simili a quelle di un'automobile a benzina. La batteria non ha bisogno di essere ricaricata ad una colonnina di ricarica, infatti si ricarica da sola trasformando l'energia, che normalmente viene dissipata sotto forma di calore in fase di frenata o decelerazione, in energia elettrica. Non serve nessun intervento da parte del conducente.  Se utilizzata in modo normale, senza frequenti accelerazioni e frenate brusche (es. una guida frequente su percorsi estremamente lunghi o di montagna), la batteria non dovrà mai essere sostituita. Il costo di manutenzione è uguale a quello di una vettura a benzina dello stesso tipo e classe, quindi pur avendo a disposizione in più un motore elettrico che non necessita di manutenzione, ecco qui che il vantaggio si dimostra lampante. Due motori, ma la manutenzione si effettua su uno solo! Per le auto ibride, infatti, tutta la parte elettrica ed elettronica è esente da manutenzione specifica.
Il motore termico è di 1497 cc benzina, potenza 44 kW a 4.800 giri, coppia 11 Nm a 3.600 giri.
Motore elettrico 45 kW , coppia 159 Nm.


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martedì 25 settembre 2012

USA la benzina

Quanto costa la benzina negli Stati Uniti?
Il grafico storico qui di seguito fornito dall'EIA (US Energy Information Agency) ci permette di seguire l'andamento del prezzo della benzina alla pompa dal 1993 sino ad quasi oggi (17 Settembre 2012) negli Stati Uniti. 

E' del tutto evidente che il picco più alto è stato raggiunto poco prima della famigerata crisi e del tracollo economico globale nella metà del 2008, Luglio, quando raggiunse i 4,164 dollari al gallone. 
Dopo un repentino ridimensionamento del prezzo, piano piano è ricominciato inesorabilmente a crescere con tre creste nell'ultimo anno l'ultima delle quali è rintracciabile, in crescita, ai nostri giorni con 3,939 dollari al gallone. 

Un gallone corrisponde a 3,7854118 litri quindi la benzina viene a costare all'automobilista statunitense 3,939 dollari al gallone ovvero 3,107 euro equivalenti, quindi  0,821 euro al litro, dove il costo del petrolio puro e crudo incide alla pompa di distribuzione per un 65% quindi 0,534 euro al litro. I costi della materia prima più la raffinazione, la distribuzione  e il marketing compongono l'88 % del prezzo finale quindi 0,722 euro al litro. Solo il 12% di tasse pari a 0,099 euro/l.






E' da chiedersi quale relazione ci sia tra il prezzo della benzina e la (una) crisi economica in generale ma negli USA in particolare. Le ultime 'creste' sono il preavviso di una nuova vampata della crisi in maturazione o ne sono la diretta conseguenza? Nell'uno e nell'altro caso i segnali sono piuttosto cupi. Il primo grafico ce lo rivela. Se il prezzo della benzina è rimasto stabile dal '93 alle soglie del 2000 è cresciuto invece sempre più irrefrenabilmente fino al 2008. Possiamo affermare incolpare la speculazione è uno sciocco tentativo di nascondere una realtà, Irrivelabile? Si tratta semplicemente di prezzi alla fonte in crescita 'naturale', il petrolio è sempre più difficile da estrarre e sempre meno è la sua reperibilità in pozzi estrattivi economicamente sostenibili. Il petrolio è energia e grazie all'energia siamo in grado di produrre e sostenere ogni atto e momento della nostra esistenza quotidiana. Non dobbiamo dimenticare che mangiamo energia in tutti i sensi e sempre l'assenza di questa energia sposta la quotidiana esistenza sempre più verso una prossima inesorabile carestia alimentare accentuata dai cambiamenti climatici che l'uso irresponsabile delle risorse (petrolio) ha indotto e velocizzato in un loop inarrestabile.


Solo per curiosità vediamo come sono strutturati i prezzi alla nostra italica pompa di benzina secondo i dati forniti dall'Unione Petrolifera.


La materia prima, il petrolio, ci costa 0,684 euro mentre il prezzo industriale completato dai ricavi industriali delle compagnie 0,818 euro al litro. Con le accise e l'IVA si arriva alla stratosferica cifra di 1,8 / 1,9 euro al litro. C'est la vie!

Precedente post del Maggio 2012: Il costo della benzina e del gasolio negli USA



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lunedì 24 settembre 2012

Alla Mercedes approda il Vito elettrico Kombi

Vedremo se sfonda il E-CELL Kombi il primo veicolo a sette posti della Mercedes Benz con un sistema di trasmissione a emissioni zero  a livello locale.  Sarà in vendita in 15 paesi, dopo essere stato ufficialmente presentato al recente Salone di Hannover, dalla Finlandia alla Spagna e dalla Gran Bretagna alla Repubblica Ceca..

Con un raggio d'azione di circa 130 km, è particolarmente adatto per le operazioni in aree pedonali, centri cittadini o centri benessere. La sua percorrenza è stata fissata per coprire in modo ottimale le brevi distanze, con numerose fermate. Sulla scia del successo del furgone Vito E-CELL (nella foto in alto), i Kombi si apriranno a nuovi segmenti di utilizzo in un'ampia gamma di applicazioni sui trasporto di passeggeri a emissioni zero con navette a corto raggio per ristoranti e hotel in aree urbane con limitazioni di accesso e in genere per l'uso in aree protette. 

Il motore elettrico a magneti permanenti ha una potenza 60 kW, 280 Nm di coppia, elettronica di potenza, trasformatore e caricabatteria con una potenza di 6,6 kW sono alloggiati sotto il cofano. La trazione è alle ruote anteriori.

Le potenti batterie agli agli ioni di litio di lunga durata sono sotto il pavimento del vano passeggeri. La tensione nominale è di 360 V, con una capacità di 36 kWh. Per fornire un raggio d'azione di 130 km (New European Driving Cycle NEDC), la velocità massima è limitata a 89 kmh. Ha un'accelerazione vivace 6.5 secondi  da 0 - 50 kmh o 11 secondi 0-80 kmh.

 Le batterie del Vito E-CELL richiedono al massimo 5 ore per ricaricarsi ad una presa di  380/400 V. Se necessario è poi anche possibile caricare da una presa a 230 V. La frenata a recupero permette di ricaricare le batterie, mentre in movimento.


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sabato 22 settembre 2012

Mangiamo energia

Lo sapevamo da sempre. Tutto ciò che viene prodotto e raccolto nei campi lo si deve al petrolio e all'elettricità. La distribuzione del prodotto avviene grazie ai carburanti utilizzati nei mezzi di trasporto, derivati del petrolio. La Coldiretti ce lo spiega sufficiente bene.

Con un rincaro del 26,2 per cento a luglio è una stangata da record per i costi dell'energia elettrica a carico delle imprese. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat su ordini e fatturato a luglio, dalla quale si evidenzia che è la bolletta energetica a provocare il rincaro dei costi delle imprese agricole del 3,1 per cento secondo l’Ismea. La corsa dei costi a carico delle imprese spinta da energia e carburanti  mette a rischio la competitività del sistema produttivo costretto a fare i conti con il forte calo dei consumi sul mercato nazionale. Gli aumenti più evidenti nelle spese aziendali riguardano infatti prodotti energetici, balzati alle stelle (+9,5 per cento) soprattutto a causa dell'energia elettrica, che oggi costa alle imprese il 26,2 per cento rispetto a dodici mesi prima mentre i carburanti, rincarano del 5,5 per cento. Boom dei prezzi pure per i concimi, le cui quotazioni sono più alte del 5 per cento nel confronto con il luglio 2011 ed i mangimi, con un +3,7 per cento generale. Non fanno eccezione  le sementi, dove si spende il 2,5 per cento in più.


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venerdì 21 settembre 2012

La conversione ibrida, la soluzione per il trasporto pubblico

La motrice Desiro Classic serie 642 è prodotta dalla Siemens Mobility AG con una tradizionalissima motorizzazione diesel utilizzata per il trasporto pubblico in Germania e in altre parti d'Europa e  in giro per il mondo. E' dotata di due motori a 6 cilindri da 275 kW ciascuno e ha una versione più potente da 360 kW  che sviluppano  una velocità massima di 120 kmh.

C'è una novità.

La motrice sarà resa ibrida.

Sarà il primo veicolo convertito ibrido per il trasporto pubblico grazie ad progetto in comune tra Deutsche Bahn e MTU con il supporto da parte del Ministero Federale per lo Sviluppo dei Trasporti, dell'Edilizia e dell'Urbanistica.

Cosa si vuole ottenere con la conversione suddetta?

Ma  la riduzione delle emissioni di CO2 e  naturalmente il risparmio del (costosissimo) carburante derivato dal petrolio!

Il nuovo sistema di trazione MTU, con alimentazione ibrida, utilizza un generatore per convertire l'energia cinetica generata durante la frenata in energia elettrica. L'energia elettrica viene temporaneamente immagazzinata nelle batterie e quindi utilizzato a richiesta e necessità per il funzionamento della locomotrice. Come detto l'obiettivo è quello di ridurre le emissioni di CO2 e il consumo di carburante.

Quanto si pensa di risparmiare?

Fino al 25 per cento di gasolio. Ripeto 25%!

Il ministero federale dei Trasporti ha presentato i partner del progetto a InnoTrans 2012 (International Trade Fair for Transport Technology) a Berlino, con l'approvazione di contributi a fondo perduto per un importo di 1,9 miliardi di euro finalizzato allo sviluppo della trazione ibrida sui veicoli di trasporto leggero su rotaia. 


Ha spiegato il Segretario di Stato  Bomba: "Abbiamo bisogno di nuovi concetti di mobilità e di veicoli per un futuro rispettoso dell'ambiente e del clima. Il Ministero federale dei trasporti ha quindi in atto il finanziamento per una serie di progetti a livello nazionale per il trasporto di persone e merci sia su strada che per ferrovia. Una volta che il sistema ibrido sarà pronto per la produzione in serie in Germania, centinaia di queste motrici elettriche potrebbero essere convertite con la trazione diesel-elettrica con accumulo di energia, contribuendo così alla riduzione dei gas serra nocivi per l'ambiente e per abbattere i costi energetici".

Con il pacchetto di alimentazione ibrida, Tognum MTU ha sviluppato un sistema di trazione pulito, silenzioso ed economico registrando un risparmio di carburante fino al 25 per cento riscontrato nel corso della ricerca. Per il momento non siamo venuti a conoscenza dei particolari riguardanti le caratteristiche del power train elettrico e della capacità e tipologia del pacco batteria.

Questo resoconto viene da un comunicato stampa fa capire quanto sia opportuno (necessario) approntare per migliorare un settore strategico per ogni paese evoluto e come la soluzione della ibridazione dei mezzi pubblici di una certa dimensione risulti essere una necessità stringente e praticabile da SUBITO

Riteniamo che sia il caso di darci da fare in questa direzione.

O no?


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giovedì 20 settembre 2012

La cattura e sequestro del carbonio (CCS)

La Mitsubishi Heavy Industries, Ltd. (MHI) e la Southern Company, un importante fornitore di energia elettrica degli Stati Uniti,  congiuntamente stanno portando avanti un progetto dimostrativo, iniettando nel sottosuolo anidride carbonica (CO2), gas altamente climalterante, emesso da una centrale elettrica a carbone. Il progetto segna una tappa importante nel mondo essendo il primo progetto integrato di CCS (Carbon Capture and Storage - cattura e sequestro del carbonio) per il gas di scarico emesso da una centrale elettrica a carbone  su una scala quantitativa di 500 tonnellate al giorno (MTPD). Sulla base dei risultati, MHI intende fornire un sistema altamente affidabile, prima tra le aziende che si occupano di tale tecnologia, per contribuire a risolvere il problema del riscaldamento globale.  
 Il progetto dimostrativo prevede la cattura e compressione della CO2 dai fumi emessi dalla centrale a carbone nello stabilimento di Barry Southern Company in Alabama, e il suo sequestro in una formazione salina ad una profondità di 3.000-3.400 metri nella struttura geologica Citronelle Dome, che è a circa 12 chilometri a ovest dall'impianto. L'aspetto 'sequestro' del progetto è condotto in fase III sotto la  sponsorizzazione del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti (DOE) volto a ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
L'impianto di Barry è costituito principalmente da una canna fumaria con i depuratori di gas, fumi, la cattura di CO2 / ri-generazione del sistema, macchine a compressione di CO2, e componenti elettrici. Per il recupero di CO2 l'impianto adotta il KM CDR Process ®, che utilizza un solvente esclusivo KS-1 ad alte prestazioni  di assorbimento di CO2 e desorbimento che è stato sviluppato congiuntamente da MHI e la Kansai Electric Power Co., Inc. Rispetto ad altre tecnologie di cattura della CO2 , il processo di KM CDR utilizza molta meno energia con efficienza di recupero di CO2 superiore al 90%.  .

La  Southern Company è una delle più grandi società di energia negli Stati Uniti, con una capacità produttiva di oltre 42.000 MW che servono 4,4 milioni clienti nel sud-est del paese mentre la  MHI è leader nel settore con un record per avere installato 10 impianti di cattura di CO2  (gas naturale) attualmente in funzione, più uno in costruzione, per le applicazioni di impianti chimici.

Dubitiamo che questa sia una soluzione definitiva e sicura. Si tratta del solito 'sistema' di nascondere la polvere sotto il tappeto e, come sempre accade, la polvere è destinata a tornare fuori prima o poi con gravi danni all'ambiente nel suo complesso, il pianeta, difficilmente rimarginabili. La tecnologia sicura per contenere il gas climalterante per eccellenza, il  CO2, è quella di evitare di produrla lasciandola là dove si trova ovvero racchiusa nella molecola stabile del carbone..


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mercoledì 19 settembre 2012

Un'alternativa all'auto per la mobilità?

E' chiaro, rappresenta una nicchia estrema di quelle che possono essere considerate le soluzioni alternative all'auto per gli spostamenti di raggio limitato in situazioni orografiche particolari.

Un'auto impiegherebbe più di un'ora per percorrere il tratto stradale tra La Paz, sede del Governo della Bolivia, e El Palo. L'alternativa. Invece si impiegheranno solo 16 minuti, al massimo, utilizzando una cabinovia che si snoda per circa  4 km con numerose stazioni intermedie capace di trasportare 3.000 persone/ora alla velocità di 5 metri al secondo. Fa parte di una rete composta da tre nuovi impianti funiviari che  costituiscono la più grande rete di trasporto urbano mai realizzata al mondo sviluppandosi ad  altitudini variabili tra i 3.600 ed i 4.000 metri sul livello del mare, su una lunghezza complessiva di 11 chilometri e con 11 stazioni. Si risolveranno in modo efficace i problemi di mobilità per migliaia di pendolari tra le due città, muovendo complessivamente 9.000 persone per ora per direzione ed assorbendo una considerevole parte del traffico dalle strade che attualmente sono estremamente congestionate. Le cabine sono in grado di portare 10 persone sedute. 
La posa della prima pietra è prevista entro il 2012, la consegna alle città è prevista per la fine del 2014, la realizzazione di un'azienda italiana che ha sede a Merano. La stessa azienda, a Londra, ha realizzato una cabinovia  per attraversare il Tamigi, che in soli due mesi dall'inaugurazione ha trasportato oltre un milione di passeggeri, e viene considerato un trasporto pubblico rapido e confortevole.



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martedì 18 settembre 2012

La Toyota ibrida vince a Interlagos

Nella quinta gara del Campionato Mondiale Endurance FIA, la 6 Ore di San Paolo ad Interlagos, ha vinto la Toyota TS030 Hybrid condotta da Alex Wurz e Nicolas Lapierre.

Come si intuisce facilmente dal nome l'auto è ibrida così come ibrida era la Audi R18 e-tron che si è classificata al secondo posto.

Quest'ultima è stata la prima auto ibrida a vincere una gara ufficiale del circuito FIA e più precisamente la prestigiosa "24 Ore di Le Mans".

Ne avevamo dato notizia qualche mese fa con il post intitolato : Vince un'auto ibrida alla "24 Ore di Le Mans", storico!


L'auto ha la carrozzeria in fibra di carbonio composito, naturalmente il cambio di velocità  trasversale sequenziale a 6 marce,. un powertrain  Toyota Hybrid System - Racing (THS-R), un serbatoio di carburante da 73, il motore V8 da 3,4 litri alimentato a benzina, un motore anteriore ibrido Aisin AW, uno posteriore ibrido DENS e 7 super-condensatori Nisshinbo.


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lunedì 17 settembre 2012

Il Giappone con il vento in poppa

Mentre il governo giapponese ha scelto di abbandonare l'energia nucleare entro il 2030, l'energia eolica  riscuote un aumento di popolarità, considerando il numero crescente di centrali elettriche off-shore e gli  importanti progetti industriali per la costruzione di turbine eoliche, come ci informa il quotidiano online Asahi Shimbun
Il Ministero dell'Ambiente ha annunciato che mira ad aumentare la potenza di energia eolica off-shore a 8.030.000 kW, pari a otto centrali nucleari, entro il 2030, e di progettare nuovi parchi eolici o ampliate quelli esistenti in tutto il paese. Cinquanta metri al largo della costa di Kamisu, nella Prefettura di Ibaraki, la società Windpower gestisce sette  turbine eoliche  da 2.000 kW sviluppate congiuntamente da Hitachi Ltd. e Fuji Heavy Industries Ltd. Le due aziende prevedono di aumentare il numero di turbine a 15 entro la fine del 2012, per un totale di 30.000 chilowatt.
Tokyo Electric Power Co., operatore della centrale n.1 al centro del disastro nucleare di Fukushima ha in programma di acquistare l'energia elettrica creata in quel sito fino a 23 yen (0,23 euro) per kWh.
Windpower e Marubeni Corp. hanno un piano per costruire insieme un altro, più grande parco eolico con 50 turbine off-shore, lontano un chilometro dalla costa, con una potenza di 5.000 kW, entro il 2017, con la prospettiva di coprire il 18 % dell'energia elettrica consumata da tutte le 200.000 famiglie della Prefettura di Ibaraki.
Altre aziende giapponesi hanno ottenuto il permesso di produrre energia eolica off-shore.
Il 4 settembre, Toshiba Corp., produttore di macchinari pesanti Hitachi Zosen Corp., JFE Steel Corp. e altri hanno annunciato piani per costruire turbine eoliche offshore, con un vero e proprio impianto di generazione di energia che dovrebbe essere in funzione in 10 anni.
Mitsubishi Heavy Industries Ltd., che ha venduto 3.000  turbine eoliche terrestri negli Stati Uniti, e ora sta guardando con attenzione  il mercato offshore giapponese. La società è attualmente responsabile della costruzione di turbine eoliche per un progetto da 2.400 kW al largo della costa di Choshi, nella Prefettura di Chiba.
Molte aziende vedono con interesse la produzione di energia eolica off-shore più proficua perché ha il potenziale per superare i limiti di quella prodotta a terra anche a causa del fatto che è ammessa la costruzione di turbine eoliche  a terra solo  lontano dalle zone della città per il loro rumore e le vibrazioni prodotte, quindi la loro esistenza è limitata a regioni scarsamente popolate, come le remote zone montane, dove il trasporto del materiale da costruzione è difficile. Al contrario, ci sono numerosi siti adatti per l'installazione di turbine eoliche in mare, in cui il materiale è più facile da trasportare.

Inoltre le iniziative del governo hanno stimolato questo tipo di investimenti. Il Giappone nel luglio di quest'anno ha implementato un sistema tariffario  feed-in, in base al quale le aziende elettriche devono acquistare l'energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili applicabili ad un prezzo fisso, e il Ministero dell'Ambiente sta anche considerando di fissare un prezzo di acquisto dell'energia elettrica in mare aperto superiore a quella  di energia ' terrestre'.

L'ostacolo che rimane da superare è quello legato ai costi di costruzione. La costruzione di un parco eolico al largo della costa costa almeno 1,5 volte di più di quello di terra, per la fissazione dei pali nel fondo marino e stabilire reti elettriche di collegamento con la  terraferma.



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domenica 16 settembre 2012

Il popolo ha bisogno di EROEI

Al primo livello del Campanile di Giotto, esposta sul lato Sud, troviamo una formella con uno strano personaggio barbuto provvisto di ali evidentemente posticce. La figura è quella di Dedalo (raffigurato in bassorilievo da Andrea Pisano, 1290 circa – 1349 circa) che, come narra la leggenda, costruì le ali per sé e il figlio Icaro con la cera al fine di fuggire dal labirinto nel quale erano stati rinchiusi da Minosse. Ma cosa ci fa la formella di Dedalo tra quelle raffiguranti le Arti e Mestieri alla base del Campanile? Dedalo è un personaggio della mitologia greca considerato architetto, scultore ed inventore, famoso per avere ideato il famoso labirinto del Minotauro oltre che lo strumento base del volo, le ali appunto. Di ali abbiamo bisogno per sfuggire dai luoghi della errata conoscenza, per spiccare il volo e uscire dagli stereotipi. 

Ritengo importante leggere l'articolo scritto da Ugo Bardi sul Fatto Quotidiano "EROEI: il conto in banca dell'energia" per capire quanto una fonte di energia sia una vera fonte e non uno spreco. Veniamo al contenuto dell'articolo.
EROEI è il rapporto fra l'energia ottenuta e l'energia spesa è in atri termini la “resa energetica sull'investimento"

Il concetto di EROEI è semplice, ma il suo calcolo richiede una procedura piuttosto complessa. Bisogna tener conto non solo del costo energetico di costruzione dell'impianto, ma anche di quello per manutenzionarlo, rifornirlo e poi smantellarlo alla fine del ciclo. Troverete probabilmente una sorpresa il fatto che tecnologie rinnovabili come l'energia eolica e fotovoltaica sono alla pari (e fanno anche meglio) di un combustible fossile come il carbone. Non è sempre stato così; una volta i combustibili fossili vincevano alla grande. Per esempio, il grande successo del petrolio nel ventesimo secolo è stato dovuto al suo EROEI altissimo: intorno a 100. Pensate a un investimento in banca che vi rende cento volte la somma investita; niente male, vero? Ma le oggi cose sono cambiate. I costi energetici necessari per tirar fuori petrolio robacce come le sabbie bituminose e gli scisti (“shales”) sono enormi e quindi la resa energetica si è molto abbassata. Secondo alcuni dati recenti (**) l’EROEI del petrolio è oggi fra 10 e 20 (o forse anche meno) e si trova quindi anche quella più o meno alla pari con le rinnovabili

Ho trascritto anche troppo, quindi vi rimando alla lettura dell'articolo a questo indirizzo


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sabato 15 settembre 2012

Fine del nucleare in Giappone nel 2030

Lo avevo anticipato nel post di un paio di giorni fa, Gli scienziati dicono no al seppellimento delle scorie radioattive, scrivendo alla fine: Ultima ora: il Giappone abbandonerà il nucleare entro il 2030. Confermato.
Il Giappone ha scelto l'inversione di rotta a 180 gradi nei confronti dello sviluppo del nucleare. Se poco prima del disastro nucleare di Fukushima aveva deciso di avviare nuove centrali nucleari per coprire più del 50% della richiesta di energia elettrica, alla luce degli eventi tragici del dopo 11 Marzo 2011  che ha vomitato radiazioni e costretto circa 160.000 persone ad abbandonare le loro case, il governo ha rimesso in discussione tutto. Se prima di quella data fatidica l'approvvigionamento energetico dato dal nucleare  era intorno al 30% grazie al funzionamento di 54 reattori nucleari adesso sono tornati ad essere operativi solo un paio di essi sotto le forti pressioni delle aziende produttrici di energia e le resistenze della popolazione e delle amministrazioni locali.

Ma ecco la sorpresa. La nuova strategia del Giappone punta a chiudere definitivamente il sogno dell'energia nucleare nel 2030.

Il primo ministro Yoshihiko Noda ha dichiarato il 10 settembre di mettere in gioco tutte le risorse politiche possibili per consentire l'uscita da nucleare nel 2030 e  risolvere la questione se la  riduzione graduale della generazione atomica sia da considerare un male o un bene per l'economia nazionale. Le potenti lobby imprenditoriali sostengono che l'abbandono dell'energia nucleare a favore dei combustibili fossili e delle fonti rinnovabili come l'energia solare ed eolica farà aumentare i prezzi dell'energia elettrica, che renderà l'industria del paese non competitiva e spingerà la produzione fuori dai propri confini nazionali. Di contro i  sostenitori anti-nucleare  sostengono che un cambiamento di politica energetica creerà nuove opportunità per gli utili aziendali in settori quali l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica che darà una spinta importante all'innovazione e all'economia con nuove opportunità dilavoro.

Il governo ha preso in considerazione tre opzioni su quale debba essere la quota di energia nucleare per la produzione di energia elettrica: zero il più presto possibile, il 15 per cento entro il 2030 e di 20-25 per cento entro la stessa data. 

I sondaggi mostrano che la maggioranza degli elettori sono favorevoli ad una  uscita dal nucleare quanto prima. 



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venerdì 14 settembre 2012

Ancora più giù i consumi di petrolio, benzina e gasolio

Ancora una pesante battuta d'arresto per i consumi petroliferi italiani che nel mese di agosto 2012 sono ammontati a circa 5,5 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 7,5% (-444.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2011.

I prodotti autotrazione, a parità di giorni di consegna, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo pari al 10,1% (-85.000 tonnellate) rispetto ad agosto 2011, mentre il gasolio autotrazione del 9,7% (-198.000 tonnellate).

La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di agosto è così risultata pari a circa 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,8 milioni di tonnellate di benzina e 1,8 di gasolio autotrazione, con un decremento del 9,8 % (-283.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2011.

Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 20,1%, con quelle diesel che hanno rappresentato il 54,3% del totale (era il 56,8% nell'agosto 2011).

Nei primi otto mesi 2012, i consumi sono stati pari a circa 43,3 milioni di tonnellate, con un calo dell’8,6% (-4.081.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2011.
La benzina nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 9,7% (-612.000 tonnellate), il gasolio del 9,1% (-1.550.000 tonnellate).
Nel periodo considerato la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un peggioramento del 9,3% (-2.162.000 tonnellate).

Nei primi otto mesi dell'anno, le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 19,9%, con quelle diesel a coprire il 53,9% del totale (era il 55,6 nei primi otto mesi del 2011).

Roma, 13 settembre 2012 – Comunicato stampa dell'Unione Petrolifera

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Pubblichiamo come di consueto i nostri grafici dopo avere trattati i dati provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Non vi è dubbio che i consumi totali di petrolio continuano inesorabilmente a diminuire in modo continuo, costante. Sono diminuiti sensibilmente nel mese di Agosto del corrente anno e lo sono in modo evidentemente drastico se confrontati ai consumi degli ultimi 6 anni, a partire cioè dal gennaio 2006. Nel complesso il 2012 è il peggiore e la tendenza è verso il basso.

Il petrolio
I dati dei mesi precedenti ecco di seguito i nostri grafici a partire dal gennaio 2006.
Raggruppati per anno
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Mesi in sequenza dal gennaio 2006
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I carburanti per autotrazione
Mettiamo i dati dei consumi dei carburanti per realizzare grafici esplicativi.

Benzina
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Gasolio
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Benzina + gasolio
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E' evidente la crisi delle pompe di benzina e gasolio, una conferma che è tutto il settore dell'auto e dei trasporti a ricevere un clamoroso schiaffo da parte dell'utenza. Le auto nuove non si vendono più come una volta (siamo tornati indietro di 50 anni), non funziona neppure il mercato dell'usato, i carburanti costano troppo. E allora? Si lascia la macchina sotto casa, prima di disfarsene. Sarà sempre peggio, non ci sono luci in fondo al tunnel, neppure nel settore del trasporto merci, dove la crisi è arrivata in Europa ma anche in Cina


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