Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


domenica 13 aprile 2008

Il nucleare è solo politica, non aiuta il clima

Jeremy Rifkin l'economista teorizzatore dell'economia basata sull'idrogeno (la sua, visto che si fa pagare 20/25 mila euro a conferenza), intrattiene il pubblico romano sulla questione nucleare con argomenti del tutto condivisibili affermando che:
"Il nucleare è solo politica, non aiuta il clima ... ...Per ottenere "un risultato significativo per la lotta all'emissione dei gas serra, questa percentuale dovrebbe salire al 20%"(il che) vorrebbe dire costruire tre impianti ogni 30 giorni nei prossimi 60 anni, ... non sappiamo ancora cosa fare delle scorie .. , abbiamo impegnato 18 anni e 8 miliardi di dollari per realizzare il deposito di Yucca Mountain, che già ha delle perdite ... non c'e' abbastanza acqua per raffreddare gli impianti basti pensare che in Francia, paese molto nuclearista, il 40% di tutta l'acqua consumata in un anno va a raffreddare le centrali atomiche "..


"Il nucleare è solo politica, non aiuta il clima"

"Sono attivi nel mondo 439 reattori nucleari che producono il 5% dell'energia mondiale e stanno invecchiando". Per ottenere "un risultato significativo per la lotta all'emissione dei gas serra, questa percentuale dovrebbe salire al 20%".
Questo "vorrebbe dire costruire tre impianti ogni 30 giorni nei prossimi 60 anni, secondo uno studio dell'Università di Oxford". Insomma, chi ne parla fa "solo politica". Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on economic trends e 'guru' dell'idrogeno, durante la presentazione della rete sperimentale di distributori di idrogeno che sarà realizzata in Puglia, taglia corto sull'opportunità della scelta nucleare. Un'opzione perdente "sia dal punto di vista economico che da quello ambientale". La Cina, "dove dicono che il mercato del nucleare esploderà, ha soltanto 11 centrali e ne ha programmate altre 40- aggiunge l'economista- sarei molto sorpreso se delle 439 centrali del mondo ne venisse sostituita anche solo la metà" con impianti nuovi. I governanti "dicono che il nucleare serve a tutelare il clima dalle emissioni di gas serra- prosegue Rifkin- ma per avere un impatto solo marginale l'apporto del nucleare al fabbisogno energetico mondiale dovrebbe crescere dal 5 al 20%". E proprio per arrivare al 20% "bisognerebbe iniziare a costruire tre impianti ogni 30 giorni per 60 anni". Inoltre, prosegue Jeremy Rifkin, "non sappiamo ancora cosa fare delle scorie. Nel mio paese, dove certo non mancano i bravi ingegneri e ce ne sono tra i migliori del mondo, abbiamo impegnato 18 anni e 8 miliardi di dollari per realizzare il deposito di Yucca Mountain, che già ha delle perdite". Nel frattempo, prosegue, "continuiamo a non sapere cosa fare delle scorie che intanto si stanno ammucchiando". Ma non basta: "si stima che al 2025 si andra' incontro ad una scarsità di uranio- avverte Rifkin- e allora si parla di passare ad usare il plutonio". Una cosa non consigliabile "in un mondo con terrorismo crescente" come è quello attuale. E ancora, "non c'e' abbastanza acqua per raffreddare gli impianti- avverte Rifkin- basti pensare che in Francia, paese molto nuclearista, il 40% di tutta l'acqua consumata in un anno va a raffreddare le centrali atomiche". Ed è anche accaduto "che nell'estate del 2003, quando molta gente morì per il caldo e di acqua ce n'era poca, questa non bastava" a servire gli impianti. Insomma, il nucleare "non è una bella idea di business, non è una bella idea per l'ambiente, non è una bella idea per il Pianeta- conclude Rifkin- lavoro con le maggiori società energetiche del mondo e posso garantire che non si rinnoverà nemmeno la metà delle 439 centrali nucleari esistenti: è ora di passare alle rinnovabili, quella sull'atomo è una discussione senza fine che non ci porta alla soluzione dei nostri problemi".

dire.it
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nella realizzazione di una centrale nucleare gli elementi che influiscono nella scelta sono il finanziamento, la costruzione, la gestione, la gestione ambientale (scorie, smantellamento) dell'impianto.
Questi elementi, sommati, mi generano un costo che dovrà essere ammortizzato durante i 50 anni di vita utile dell'impianto.
Ovviamente a questo costo, puro, dovrò aggiungere gli oneri finanziari (interessi che devo pagare alle banche) ed assicurativi (sarebbe un suicidio non dotare un impianto del genere di una corposa assicurazione) e gli utili.
Ciò premesso, nel Regno Unito, è stato fatto un bando di gara d'appalto rivolto ai soggetti privati in cui tutti gli oneri sopra descritti sono stati messi in un capitolato.
A tutt'oggi non si è presentato nessuno. Ma se il nucleare è così sicuro ed economico come (loro) dicono, perchè nessun privato si è fatto avanti ?

Massimo J. De Carlo ha detto...

Sono giuste le tue considerazioni.
Sono curioso di sapere quali saranno le scelte del nuovo Governo italiano.