Nei laboratori di ricerca di tutto il mondo si sta già pensando al nucleare della prossima generazione, e l’Italia fa parte dei maggiori progetti avviati al mondo. Mentre da noi ci si interroga sull'eventualità di tornare al nucleare, e nel mondo si costruiscono nuove centrali, nel chiuso dei laboratori si sta preparando l’energia del futuro, e il nostro paese è in prima fila in molti dei progetti principali per le centrali del futuro. Il futuro a lungo termine delle centrali si chiama fusione nucleare, un processo in cui due atomi leggeri si fondono per crearne uno più pesante, un processo privo di scorie e dal combustibile praticamente illimitato. Lo studio di applicazioni commerciali di questo tipo di reazione è affidato al consorzio Iter, che vede tutte le principali potenze mondiali collaborare, e di cui fa parte anche l’Italia.
Fino al momento della fusione però si potrà sfruttare la fissione, la reazione dei reattori tradizionali che invece si basa sulla scissione di atomi pesanti: «Tra il 2010 e il 2015, dovrebbero essere disponibili i reattori di cosiddetta 'Generazione tre e mezzo' – ha spiegato Stefano Monti, esperto Enea in questo campo – che hanno una lunga vita utile (60 anni), dispositivi di sicurezza infallibili e migliore utilizzo del combustibile, di cui uno dei progetti più interessanti di è Iris sviluppato da un consorzio internazionale di cui fanno parte istituzioni, tra cui l’Enea, e imprese italiane. La quarta generazione di reattori è invece ancora in fase di ideazione, e potranno essere operativi fra 20 o 30 anni».
Proprio le centrali di quarta generazione, che produrranno molte meno scorie (il 20% del combustibile, mentre oggi è l'80%), saranno più sicure e di durata più lunga, potrebbero essere secondo gli esperti la soluzione per un rientro dell’Italia nel nucleare. «Quando si parla di nucleare bisogna tenere conto dei costi per le centrali, ma anche per le infrastrutture e per l'accettazione da parte della collettività – ha spiegato a margine del convegno Luigi Paganetto, presidente Enea – si può anche decidere di tornare al nucleare con le tecnologie attuali, ma lo si farebbe sapendo che fra vent'anni la centrale sarebbe obsoleta. Inoltre investendo nelle centrali di quarta generazione l’Italia potrebbe tornare ad avere il ruolo di avanguardia che aveva prima del referendum». Secondo Paganetto, un problema ancora grande è quello delle scorie, che anche l’Italia deve affrontare non avendo ancora sistemato quelle derivanti dall’attività degli anni '80.
Energia - E' in Italia la ricerca per il nucleare del futuro
lagazzettadelmezzogiorno.it
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Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.
venerdì 11 aprile 2008
Costruire centrali con la tecnologia attuale già obsolete nel giro di vent'anni
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3 commenti:
Nella realizzazione di una centrale nucleare gli elementi che influiscono nella scelta sono il finanziamento, la costruzione, la gestione, la gestione ambientale (scorie, smantellamento) dell'impianto.
Questi elementi, sommati, mi generano un costo che dovrà essere ammortizzato durante i 50 anni di vita utile dell'impianto.
Ovviamente a questo costo, puro, dovrò aggiungere gli oneri finanziari (interessi che devo pagare alle banche) ed assicurativi (sarebbe un suicidio non dotare un impianto del genere di una corposa assicurazione) e gli utili.
Ciò premesso, nel Regno Unito, è stato fatto un bando di gara d'appalto rivolto ai soggetti privati in cui tutti gli oneri sopra descritti sono stati messi in un capitolato.
A tutt'oggi non si è presentato nessuno. Ma se il nucleare è così sicuro ed economico come (loro) dicono, perchè nessun privato si è fatto avanti ?
ma il carburante nucleare non era in esaurimento?
ho letto più di una notizia che dava disponibilità di uranio ancora per 20 anni (considerando il consumo attuale).
E' oppure no un problema?
Mauro.
Secondo l'agenzia nucleare internazionale sembra che l'uranio estraibile da riserve conosciut sia disponibile ancora per una sessantina di anni a patto che il consumo sia invariato rispetto a quello attuale. Se costruiamo centrali in numero maggiori le riserve si esauriranno prima. Nello stesso tempo dichiarano che 'presumibilmente' saranno scoperti (??!!) nuovi giacimenti e che potrà essere estratto anche dal mare .. per cui parlano di ulteriori centinaia o migliaia di anni sfiorando il ridicolo. Meglio giocare al SuperEnalotto. Indubbiamnete c'è la possibilità di realizzare centrali non con l'uranio come carburante ma con il torio, ma siamo in fase sperimentale, o la fusione nucleare , ma siamo ancora al prestudio di fattibilità.
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