Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


martedì 20 marzo 2007

Inquinamento: L'allarme dei medici

Smog e stili di vita killer: responsabili del 75% delle morti. Tra il 2002 e il 2004 in 13 città italiane oltre i 300mila abitanti si sono registrati 8.820 decessi l'anno attribuibili ai valori di Pm10. E si abbassa l'età in cui insorgono i tumori e le malattie respiratorie. L'inquinamento ambientale e gli stili di vita scorretti sono responsabili nel nostro Paese sette volte su dieci (75%) delle malattie e delle cause di morte. Non solo. In 13 città italiane con oltre 200 mila abitanti - secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità - tra il 2002 e il 2004 si sono registrati ben 8.820 morti l'anno attribuibili a valori elevati di PM10. Preoccupanti anche gli effetti dei cambiamenti climatici: nell'estate del 2003, particolarmente calda, si sono avuti in Italia 2.222 decessi in più rispetto all'anno precedente, e nel solo periodo compreso tra il 15 luglio e il 15 agosto l'aumento delle morti è stato del 36% nella popolazione generale e del 40% tra le persone di oltre 65 anni. A fornire le cifre dei rischi del degrado ambientale sulla salute sono i camici bianchi italiani della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e dell'Isde Italia (Associazione italiana medici per l'ambiente), che hanno presentato oggi a Roma un documento comune sul tema. L'iniziativa congiunta ha l'obiettivo di coinvolgere i medici attraverso la sottoscrizione di un programma, distribuito nelle sedi degli ordini dei medici, che ne affermi il ruolo attivo anche nella tutela dell'ambiente. "Noi medici - ha spiegato Amedeo Bianco, presidente Fnomceo - siamo i primi testimoni delle evidenti ricadute che il danno ambientale provoca sulla salute dei nostri pazienti. Come operatori delle aziende sanitarie e dei dipartimenti di prevenzione, per esempio, rileviamo quotidianamente dati che indicano un aumento delle malattie e della mortalità da inquinamento atmosferico. Come medici di medicina generale constatiamo direttamente negli ambulatori la diffusione sempre maggiore dei tumori e soprattutto l'abbassamento dell'età in cui queste malattie insorgono". "E, come pediatri, registriamo l'aggravarsi nei bambini, soprattutto quando sono residenti nelle zone più inquinate e trafficate, di patologie come l'asma, il raffreddore, le bronchiti, le broncopolmoniti e soprattutto i tumori". Per questo, i medici hanno deciso di scendere in campo, già nei mesi scorsi quando è stato introdotto nel nuovo Codice deontologico un articolo ad hoc, il numero 5, che invita i medici a considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora come determinante fondamentale della salute dei cittadini. Un articolo che invita anche ad un atteggiamento attivo. Il 'camice bianco', infatti, deve favorire e partecipare alle iniziative di prevenzione e di tutela della salute sia nei luoghi di lavoro che nella vita quotidiana. "La partecipazione merita di essere sottolineata - spiega Roberto Romizzi, presidente dell'Isde Italia - i medici che operano sul territorio, così come gli specialisti, verificano ogni giorno i danni che l'ambiente inquinato provoca nella popolazione. Ma le potenzialità di questa consapevolezza devono portare a azioni pratiche". Il documento preparato dai medici sarà ora inviato ai diversi organismi politici e amministrativi, dai ministeri alle amministrazioni comunali per invitare a coinvolgere i 'camici bianchi nelle strategie e nella programmazione per la tutela dell'ambiente.
da La Nazione - Roma, 15 marzo

(L'immagine - EdwardMunch, L'urlo 1893)

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