Dopo 115 anni, la Scozia ha bruciato il suo ultimo pezzo di carbone per produrre energia elettrica. La centrale di Longannet, l'ultima e più grande centrale elettrica a carbone della Scozia, è stata definitivamente spenta giovedì scorso. Quello che una volta era la più grande centrale a carbone d' Europa, ha chiuso dopo 46 anni avendo come testimoni dello storico evento i lavoratori e i giornalisti riuniti nella sala di controllo principale.
"Ok, qui ci fermiamo," ha sentenziato un lavoratore un attimo prima di premere un pulsante rosso brillante che ha fermato le turbine a carbone che hanno generato l'elettricità per un quarto delle abitazioni scozzesi.
Con la chiusura di Longannet, la Scozia, un paese di circa 5 milioni di persone, mira ad avere abbastanza energia rinnovabile per alimentare il 100 per cento del suo fabbisogno di energia elettrica entro il 2020. E mentre l'Europa ha diminuito i suoi investimenti in fonti rinnovabili di recente, la Scozia sembra sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi per l'energia verde. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è più che raddoppiato dal 2007 costituendo la metà dell'energia elettrica consumata. Questo aumento nelle rinnovabili in Scozia segue un massiccio investimento nelle turbine eoliche onshore e offshore risultando ospitare il più grande parco eolico di tutto il Regno Unito. Whitelee Wind Farm vicino a Glasgow ha una capacità di 539 megawatt e genera elettricità sufficiente ad alimentare poco meno di 300.000 case.
La fine di Longannet è stata attesa a lungo. Due anni fa, Scottish Power, che possiede Longannet, si è resa conto e affermato che l'impianto è troppo costoso da mantenere. Secondo il Guardian, ci si inchinò a una miscela di obsolescenza favorita dall'aumento dei costi di trasmissione e delle tasse più alte per il livello di carbonio emesso. L'onere per produrre l'energia ora ricadrà sulle spalle delle centrali nucleari e del gas, così come delle energie rinnovabili, in particolare sui parchi eolici.
Ancora non sono state prese decisioni su quello che sarà fatto con il sito, anche se diverse proposte sono in fase di discussione, tra cui uno che avrebbe fatto di Longannet un centro di competenze sulle energie rinnovabili. Scottish Power ha detto che delinearà un piano entro la fine dell'anno.
Da parte loro, gli ambientalisti locali hanno accolto favorevolmente la fine di Longannet, ricordando che l'impianto ha bruciato intorno a 4,5 milioni di tonnellate di carbone all'anno, ed è stato responsabile di un quinto delle emissioni di gas climalteranti della Scozia. "Per un paese che praticamente ha inventato la rivoluzione industriale, questo è un passo estremamente significativo, che segna la fine del carbone e l'inizio della fine per i combustibili fossili in Scozia," ha concluso Richard Dixon, direttore degli Amici della Scozia. Adesso, con la chiusura di Longannet, l'unico impianto a combustibile fossile in Scozia resta un impianto a gas di Peterhead, nel nord-est.
Fonte: Think progress.org
"Ok, qui ci fermiamo," ha sentenziato un lavoratore un attimo prima di premere un pulsante rosso brillante che ha fermato le turbine a carbone che hanno generato l'elettricità per un quarto delle abitazioni scozzesi.
Con la chiusura di Longannet, la Scozia, un paese di circa 5 milioni di persone, mira ad avere abbastanza energia rinnovabile per alimentare il 100 per cento del suo fabbisogno di energia elettrica entro il 2020. E mentre l'Europa ha diminuito i suoi investimenti in fonti rinnovabili di recente, la Scozia sembra sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi per l'energia verde. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è più che raddoppiato dal 2007 costituendo la metà dell'energia elettrica consumata. Questo aumento nelle rinnovabili in Scozia segue un massiccio investimento nelle turbine eoliche onshore e offshore risultando ospitare il più grande parco eolico di tutto il Regno Unito. Whitelee Wind Farm vicino a Glasgow ha una capacità di 539 megawatt e genera elettricità sufficiente ad alimentare poco meno di 300.000 case.
La fine di Longannet è stata attesa a lungo. Due anni fa, Scottish Power, che possiede Longannet, si è resa conto e affermato che l'impianto è troppo costoso da mantenere. Secondo il Guardian, ci si inchinò a una miscela di obsolescenza favorita dall'aumento dei costi di trasmissione e delle tasse più alte per il livello di carbonio emesso. L'onere per produrre l'energia ora ricadrà sulle spalle delle centrali nucleari e del gas, così come delle energie rinnovabili, in particolare sui parchi eolici.
Ancora non sono state prese decisioni su quello che sarà fatto con il sito, anche se diverse proposte sono in fase di discussione, tra cui uno che avrebbe fatto di Longannet un centro di competenze sulle energie rinnovabili. Scottish Power ha detto che delinearà un piano entro la fine dell'anno.
Da parte loro, gli ambientalisti locali hanno accolto favorevolmente la fine di Longannet, ricordando che l'impianto ha bruciato intorno a 4,5 milioni di tonnellate di carbone all'anno, ed è stato responsabile di un quinto delle emissioni di gas climalteranti della Scozia. "Per un paese che praticamente ha inventato la rivoluzione industriale, questo è un passo estremamente significativo, che segna la fine del carbone e l'inizio della fine per i combustibili fossili in Scozia," ha concluso Richard Dixon, direttore degli Amici della Scozia. Adesso, con la chiusura di Longannet, l'unico impianto a combustibile fossile in Scozia resta un impianto a gas di Peterhead, nel nord-est.
Fonte: Think progress.org
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