Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


lunedì 29 agosto 2011

Dalla geotermia il 10 per cento del fabbisogno energetico in 15 anni

È il CNR ad  assicurarlo, tramite Adele Manzella, responsabile per i progetti geotermici dell'ente di ricerca. 

Il geotermico e' presente in enormi quantità nel sottosuolo, senza considerare il possibile apporto dei vulcani sottomarini

Teoricamente sarebbe sufficiente per soddisfare l'intero fabbisogno energetico nazionale, ma il problema e' quanta energia si è in grado di utilizzare. Con le attuali tecnologie nei prossimi anni si potrà raddoppiare l'attuale produzione ma con le nuove tecnologie sarà possibile decuplicarla, a patto che il loro sviluppo sia aiutato da investimenti adeguati.

Il geotermico e' una fonte energetica particolarmente duttile potendo produrre sia energia elettrica che alimentare pompe di calore per gli usi agricoli secondo le varie temperature. Si produce energia elettrica con il vapore sopra i 100 gradi, per poi passare all'uso diretto del calore quando la temperatura scende a 60-70 gradi soprattutto nei processi industriali come le cartiere, l'industria casearia, fino ad arrivare con una temperatura a 30 gradi adatta per le terme o all'acquacoltura e infine alle pompe di calore per la climatizzazione. 

Un grande vantaggio del geotermico è la sua utilizzabilità in tutto l'arco della giornata 24 ore su 24. Ne è testimone già la regione Toscana, con una potenza installata di circa 840 Megawatt, e dove  si registra  un rinnovato interesse con la  presentazione di 30 nuove richieste nell'ultimo anno per poter effettuare ricerche finalizzate alla costruzione di impianti. I tempi per arrivare alla realizzane di un impianto si aggirano intorno ai 2 o 3 anni.

Circa un mese fa si è svolto un seminario di Geotermia con la presentazione del progetto Vigor e del progetto Atlante Geotermico. Il progetto VIGOR (Valutazione del potenzIale Geotermico delle RegiOni della  convergenza) ha lo scopo di fornire informazioni analitiche utili ad avviare attività di prospezione e di utilizzo dell'energia da fonte geotermica, attraverso la realizzazione di una puntuale attività di ricognizione, analisi e studio finalizzata a sistematizzare ed ampliare le conoscenze del potenziale naturale e delle possibilità di valorizzazione della risorsa geotermica sul territorio delle Regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia (regioni della Convergenza). Il soggetto attuatore del progetto VIGOR è il CNR, ente che possiede competenze ed un know how specifico nel settore geotermico riconosciuti a livello internazionale, vanta la presenza di una capillare rete di istituti sul territorio e si avvale di numerosi contatti e sinergie con le Università delle regioni interessate e con altri enti di ricerca. La coordinatrice del progetto VIGOR è la Dr.ssa Adele Manzella  (Cnr-Igg).   

Fonti: CNR e ADN

Leggere anche:
- Marsili Project. Geotermia offshore in Italia
- Chiusdino 1, nuova centrale geotermica da 20 MW
- La geotermia in Giappone (e in Italia)
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3 commenti:

mauriziodaniello ha detto...

Basta guardare la cartina del centro CNR o quello di Vulcanologia Italiano per rendersi conto che esistono numerose zone tra cui la SARDEGNA da sfruttare e MAI prese in considerazione. Infatti altre come quello Campano è stato abbandonato da anni senza nessuna spiegazione!
Nessuna installazione per il recupero del calore per utilizzarlo poi per altre produzioni d'elettricità i cosiddetti combinati e un uso antiquato (lo dice la General Electric) di quelli esistenti.

Ciao

Anonimo ha detto...

Seguo il mondo della geotermia e le sue applicazioni elettriche e termiche da decenni e l'unica vera potenzialità inesplorata che si constata in Italia sta nel trovare il modo di sfruttare i fluidi ad alta entalpia sotto il vulcano Marsili, in pieno Tirreno Meridionale.
Per il resto sono:
- miglioramenti dell'esistente parco di generazione toscano (già in atto), tramite ottimizzazioni e upgrade delle turbine a vapore e nuovi impianti (pochi, stimati per adesso da Enel in 100MWe) tramite pompaggio di acqua di superficie in vecchi serbatoi abbandonati perché esauriti o poveri(di acqua freatica, non certo di calore). Qui il CNR se ne può stare tranquillo, perché in Enel hanno poco o niente da imparare. Bisogna però convincere Regione Toscana, Province di Pisa e Grosseto e Comuni interessati che le comunità locali possono fare a meno di una certa quantità delle acque superficiali che usano adesso per irrigazione e simili e dare a Enel il diritto di emungimento per rivitalizzare quella risorsa. Sembra che, sotto la pressione del nuovo Presidente di Regione, le cose si stiano sbloccando.
- EGS (Enhanced Geothermal Systems): qui il CNR sì che ci potrebbe essere di grande aiuto, verificando sperimentalmente che, ad es, se fratturo le rocce bollenti asciutte a 7000 piuttosto che 5000m di profondità, posso trascurare l'intensità della serie quasi continua di micro e mini terremoti che hanno verificato altrove accade (sia in Europa che in USA). Certo, con gli EGS la potenzialità energetica sarebbe enorme, ma i rischi per adesso lo sono altrettanto in un paese molto densamente abitato come il nostro. Qui i più bravi sono gli americani, che hanno sperimentato di più. Noi lo potremmo diventare, ma bisognerebbe trovare un posto largamente disabitato che non sia protetto da mille vincoli dove sperimentare e.... non ce l'abbiamo.
- depistaggi. Si continua a confondere l'opinione pubblica mettendo quasi sullo stesso piano la geotermia ad alta entalpia (vapore a 150-300°C, dove il calore proviene dal magma) con quella a bassissima entalpia sfruttata dalle sonde geotermiche in combinazione alle pompe di calore (zero fluidi e dove il calore proviene dai raggi solari); il sensore di temperatura in fondo alla sonda geotermica (a 97m di profondità) dell'impianto di climatizzazione di casa mia, misura un oscillazione annuale di 1,5°C rispetto alla temperatura atmosferica media annuale di 14,5°C. Nel caso della bassa entalpia c'è poco da scoprire e molto da fare in termini di investimenti di privati cittadini, condomini e imprese; io ho riconvertito in sonda geotermica un pozzo artesiano che non ha mai intercettato la falda, nemmeno a 110m, ma lo scorso inverno ho speso meno di 1000KWhe (187€) di energia elettrica per riscaldamento e ACS per 4 persone.

Stefano ha detto...

Bisogna diffondere la cultura della geotermia a bassa entalpia in Italia. Gli investimenti non sono diversi da quelli necessari per un impianto fotovoltaico ma la durata nel tempo è sicura.