Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


sabato 20 agosto 2011

La Cina, le risorse e i pirati della Malesia

Nei primi cinque mesi di quest'anno la dipendenza della Cina da fonti energetiche estere ha raggiunto il 55,2%, superando per la prima volta quello degli Stati Uniti, al 53,5%.

Se da una parte la Cina sta aumentando la sua capacità navale, è anche consapevole che la sua dipendenza dalle rotte marittime è una vulnerabilità non solo ipotizzabile ma estremamente vicina alla realtà. Per  esempio, un blocco navale o un attacco dei pirati nello Stretto di Malacca la potrebbe danneggiare sensibilmente con gli approvvigionamenti energetici. Questo è quello che ci racconta il Nikkei Shimbun di Tokyo.

Sarebbe opportuno prendere in considerazione un flusso delle merci alternativo, spostandosi nell'entroterra.

Quindi la Cina ha iniziato a costruire percorsi alternativi per importare risorse energetiche senza passare attraverso lo Stretto di Malacca. Strade, ferrovie e oleodotti sono in costruzione per collegare tre porti principali nell'Oceano Indiano via terra con  studi di fattibilità per una ferrovia in grado di collegare il porto di Gwadar, in Pakistan alla Regione autonoma Uigura dello Xinjiang in Cina occidentale. 

Ci sono anche piani per pipleline con finanziamenti di una gran parte dei progetti attraverso sovvenzioni e prestiti. 

Gwadar è solo 500 km al largo dello Stretto di Hormuz, la porta verso il Golfo Persico. Se la Cina potesse trasportare petrolio via terra da Gwadar, questo sarebbe un percorso molto più breve rispettoa quello oceanico che passa  attraverso lo Stretto di Malacca, con un aumento della sicurezza strategica energetica.

Una ferrovia è in fase di costruzione tra il porto di Kyauk Phyu, Myanmar (ex Birmania) e Ruili, nella provincia cinese dello Yunnan. La ferrovia ha un valore di circa 70 miliardi di yuan (circa 7,65 miliardi di euro) e sarà operativo entro il 2016, mentre un oleodotto lungo un percorso simile sarà attivato entro il 2013. La Cina sta anche sviluppando il porto di Chittagong, nel Bangladesh, uno dei principali porte con acque profonde dell'Asia.

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