Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


mercoledì 13 ottobre 2010

Treni ad alta velocità ... ma ...

Quando si deve lavorare il tempo è denaro. E' obbligatorio razionalizzare gli spostamenti in funzione del tempo impiegato per gli spostamenti stessi ed ... il costo energetico? EROEI?(argomento a parte), no! il costo in euro. Mercoledì della passata settimana avevo due appuntamenti a Bologna ed un terzo appuntamento nel primo pomeriggio nei dintorni di Firenze. Tempi troppo stretti per non pensare all'auto. Impostato il navigatore satellitare parto della mia vecchia macchina e parto. Imboccando il raccordo autostradale leggo sul display del casello "Blocco per incidente. Chiuso da Barberino del Mugello a Roncobilaccio". Entro in autostrada ed esco dopo un chilometro a Calenzano. Penso che non sia molto intelligente infilarmi in in un imbuto costituito da vecchie strade provinciali che percorrono parallelamente l'autostrada, sicuramente intasate da tutti coloro che cercheranno alternative alla trappola autostradale. Quindi decido di prendere il treno a Prato, la stazione è la più vicina, è la più comoda per il parcheggio ed il traffico è inferiore a quello che troverei ritornando a Firenze alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. La tratta ferroviaria? Tutto perfetto. Arrivo a Bologna, rilassato, tranquillo con solo mezzora di ritardo al primo appuntamento in Comune, poco distante dalla Stazione. Vado a piedi. Conscio del fatto che bucherò sicuramente il secondo appuntamento, mi organizzo mentalmente per arrivare almeno in orario al terzo appuntamento. Salutati i miei interlocutori bolognesi mi dirigo, a piedi, verso la stazione. E' l'ora di pranzo. Perdo l'InterCity per soli 2 minuti. Faccio il biglietto alla macchinetta. Per Prato esiste a breve solo un Regionale che parte dopo 30 minuti, il tempo necessario per prendere un trancio di pizza ad un bar di fronte alla stazione. Salgo sul Regionale ... immancabilmente si ferma a tutte le stazioni. Ok, perfetto. La carrozza non è piena di passeggeri. Ci sono molti studenti, cinesi, un paio di indiani che parlano al cellulare col loro caratteristico inglese, gente comune, la più varia. Tutto bene, esperienza utile come un approccio alla vita molto slow, tutto accettabile se non fosse per il fatto che la gente dentro quel treno soffoca per il caldo opprimente e l'aria irrespirabile. Gran sventolio di ventagli (pendolari consci, che hanno esperienza di come vanno le cose su quel treno) e giornali per muovere un po' l'aria pesante. Mi sento come un minatore intrappolato in attesa che qualche soccorritore arrivi con una trivella a salvare me e gli altri compagni di viaggio. Non facciamola drammatica. Basta aspettare l'arrivo a Prato. Ad un certo punto, quando oramai ero rassegnato a morire esalando l'ultimo respiro saturo di CO2 sul sedile color blu plastica oleosa, percepisco un movimento accanto a me quando il treno si ferma ad una imprecisata piccola stazione lungo il percorso. Un signore ben vestito si è alzato, lo vedo dirigersi verso l'uscita senza giacca, non scende. Si ferma sugli scalini del treno per richiamare l'attenzione del capotreno. Protesta educatamente ma risolutamente: "Non vede che la gente sta male? Si soffoca! Non si respira qui dentro!" Il signore in divisa da ferroviere dichiara di non essere il capotreno ma che provvederà personalmente a ovviare all'inconveniente (non funziona la ventilazione? avvertirà il capotreno). Nel frattempo si adopera ad aprir i finestrini a mano con l'ausilio di una chiave, sembra del tipo esagonale da meccanici. Esegue l'operazione, apre uno ad uno i finestrini accompagnando l'operazione con mugugni ed una litania che appare seccata, una sequela di parole che appariva essere una protesta per un lavoro extra mai compiuto prima d'ora (nessuno ha mai protestato? Solo quel signore ha avuto l'ardire di farlo?). "Ora apro questo finestrino ... le dispiace signora se lo apro ... così va bene? ora apro questo ... le dispiace signore se apro? ora va meglio?" Aperti tutti i finestrini della carrozza in cui mi trovavo il signore vestito da ferroviere viene avvicinato da un passeggero di un altro scompartimento che chiede timidamente come può fare per utilizzare il bagno. Non riesce ad entrare, sembra che il treno abbia tutti i bagni chiusi senza che vi sia nessuno all'interno. "Niente problemi, dice il ferroviere, vuole entrare in toilette? gliela apro subito con queste chiavi!" Si avvia. Sento la sua voce un poco alterata: "Il passeggino. Di chi è il passeggino? .... Di chi è? ... Signora non può stare qui, lo tolga!!!". Come deve essere il viaggio da Bologna a Prato (e viceversa) nel freddo inverno o nell'assolata estate? Mi viene male solo a pensarci. Chissà se questi miserrimi problemi, della gente normale, della maggioranza della popolazione italiana, dei pendolari, degli studenti, di tutti quelli che hanno bisogno del treno tutti i giorni per tutti l'anno, insomma tutti questi problemi della gente, questi miserrimi problemi hanno una qualche piccola, flebile eco alle orecchie delle nostre bene amate Ferrovie dello Stato o in quelle degli operatori privati che entreranno nel business dell'alta velocità. Mi viene da pensare come sia curioso il mondo, siamo noi piccoli disgraziati che paghiamo le infrastrutture, le linee ferrate 'normali' e quelle dell'alta. Ma ci serve davvero l'alta velocità, a noi? Si certo, può servirci, ma prima di tutto dobbiamo far funzionare in modo decente quelle tratte ferroviarie con percorsi sotto i cento chilometri che sono più utili alla gente comune. Una volta reso efficiente ed utile (comoda?) il servizio all'utente pendolare (quello che fa girare il mondo) la gente si abituerebbe più facilmente ad usare anche i mezzi pubblici che da casa portano alla stazione e dalla stazione al luogo di lavoro. In questo modo si toglierebbero dalle strade migliaia, milioni di auto inutili, costose, diminuiremmo gli ingorghi e gli incidenti. Servono treni decenti e nuove efficienti linee di filobus e, nel contempo, manutenendo le metropolitane e linee tranviarie già esistenti.
Vale la pena sprecare risorse per correre da un punto all'altro della nazione dimenticando gli abitanti di quelle città e paesi, a cui passiamo accanto a 250 km orari? A qualcuno certamente fa comodo nel mondo del BAU, ma per gli altri (molti) questo è un business ASS usual.


Tanto per aggiornarci sui costi del biglietto.
Alta velocità, Prato - Bologna. Non c'è. Ripiegando su Firenze - Bologna. Freccia Rossa o Argento, 35 euro in prima 25 in seconda, 37 minuti. C'è quasi ogni ora
InterCity Prato - Bologna. 12 euro in prima, 9,50 in seconda, 50 minuti circa.
Regionale Prato - Bologna. C'è quasi ogni ora. 6,15 euro in prima e in seconda, 1 h e 15' circa.

Come è andato il terzo appuntamento? Saltato, naturalmente. Bisogna organizzarci meglio, no problem ...

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4 commenti:

Francesco ha detto...

Percorro spesso la dorsale adriatica con Intercity e Frecciabianca. E' un percorso che per alcuni può durare anche 14 ore se tutto va bene (Milano-Crotone). Spesso non ci sono bagni utilizzabili e non tutti hanno una tenuta stagna quindi o si accettano le condizioni da stalla oppure si soffre in silenzio. Senza considerare il microclima estivo con l'aria condizionata che se funziona... non oso immaginare la quantità di pollini e batteri intrappolati nei filtri... quasi quasi sarebbe meglio spenta con il finestrino aperto. Purtroppo non ci sarà mai un Frecciarossa adriatico... ma in fondo non è necessario, basterebbero semplicemente dei treni nuovi e puliti. Troppo complicato?

Ai viaggiatori su rotaia segnalo la possibilità di prendere i treni delle ferrovie tedesche (non li ho mai provati ma si dice che siano un miraggio per noi italiani) http://www.obb-italia.com/

Anonimo ha detto...

Nel tentativo di avere un comportamento ecologicamente responsabile ho deciso, per un certo periodo, di fare il pendolare (da Prato ovest ad Arcetri) con i mezzi pubblici.

Tempo medio di percorrenza (ottimizzato con una combinazione di "piedi" + autobus cittadino + autobus extraurbano + doppio autobus cittadino) = 2h40
Costo mensile circa 70 euro
(il treno, nel mio caso, aumentava il tempo di percorrenza)
In auto: 40 minuti. Costo mensile stimato oltre 230 euro (carburante+autostrada+consumo generale auto).


Ho deciso di investire i 160 euro risparmiati per riacquistare il MIO tempo e ho ripreso ad usare l'auto.

Non guadagno abbastanza per potermi permettere un "prototipo" elettrico ma saro' in prima fila quando sara' possibile acquistare una utilitaria elettrica.

Antonio

Massimo J. De Carlo ha detto...

Francesco, Antonio, non chiediamo molto, vero? Ci sarà qualcuno che ascolterà?

markogts ha detto...

Se il patron della Fiat si butta nei treni, pensate che farà concorrenza alle auto o agli aerei? È la follia delle nostre ferrovie. Io ho problemi analoghi sulla tratta Trieste-Portogruaro. In realtà non posso lamentarmi più di tanto della puntualità o dell'igiene, ma dei tempi di percorrenza: sono quasi doppi rispetto all'auto. E non è una questione di alta velocità, ma di logistica: il treno si ferma cinque-sei volte in 80 km.

In Giappone, i vari treni sono "scaglionati" per densità di fermate e, per ridurre i tempi di sosta, sulle banchine sono segnati i punti di arresto del treno in modo da poter fare la fila esattamente davanti al punto in cui si aprirà la porta della carrozza.