Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.
lunedì 17 agosto 2009
Economia ed efficienza energetica
Mi chiederete : ma che c'entra l'economia con l'efficienza energetica ?
Tanto.
Ci sono analogie talmente calzanti da poter applicare tutti i principi della termodinamica all'economia.
Un esempio ?
Esiste un motore termico perfettamente adiabatico (adiabatico vuol dire che non scambia energia con l'ambiente circostante) che possa funzionare ?
La risposta è NO !
Basta guardare un motore a combustione interna che muove le nostre automobili.
Il motore assorbe energia a temperatura alta attraverso la combustione della benzina.
Produce una potenza meccanica che mi fa muovere le ruote.
Restituisce parte dell’energia a temperatura più bassa all’ambiente attraverso il radiatore.
In economia l’analogia con un motore adiabatico si chiama protezionismo.
Il protezionismo è strettamente imparentato con l’inflazione.
E’ il protezionismo che alimenta l’inflazione.
Quello che sta facendo il nostro Governo è una attiva politica protezionistica di difesa di posizioni economiche rilevanti detenute dai soliti nomi noti della finanza italiana.
Come è possibile questo ?
Lo Stato italiano, per salvare dalla crisi economica le imprese e le banche, ne finanzia i loro debiti.
Cura con i pannicelli caldi.
Perché se io finanzio i debiti di imprese e banche inefficienti questi non saranno minimamente tentati di migliorare i loro prodotti né di farsi concorrenza.
Con questo sistema un prodotto sempre mediocre mi costa sempre lo stesso prezzo.
Quindi il cittadino paga il prodotto due volte : attraverso le proprie tasse che servono a ripianare i debiti delle banche e delle imprese aumentato dell’inflazione.
Se il prodotto è a domanda fissa chi produce non ha alcuna intenzione di abbassare i prezzi.
Anzi. I prezzi seguiranno la dinamica dei costi di produzione maggiorato del margine di profitto.
E la concorrenza ?
Lasciamo perdere !
Se Mamma Stato mi copre i debiti perché dovrei far concorrenza alle altre imprese ?
Anzi !
Ci sediamo attorno ad un tavolo e fissiamo il prezzo di vendita del prodotto.
Ognuno coltivi il proprio orto e non rompa le scatole al vicino !
Chiamasi “concorrenza collusiva”.
Come avrebbe dovuto comportarsi il buon Tremonti ?
Tagliare il prelievo fiscale sulle buste paga dei dipendenti.
In questa maniera si avrebbe aumentato il potere di acquisto ed alimentata la domanda di beni.
Mi direte : ma l’inflazione ?
L’inflazione nasce dove non c’è concorrenza, dove non c’è scambio con l’esterno.
L’inflazione è l’entropia dell’economia.
Abbassa il potenziale entalpico del potere di acquisto.
L’entalpia è il bene.
E’ l’energia disponibile.
Rappresenta la ricchezza reale.
L’entropia è il male.
E’ l’energia persa.
Rappresenta l’inflazione prodotta dai monopoli della concorrenza collusiva.
Il cittadino, con maggiore potere di acquisto, DECIDE LUI cosa acquistare.
Esempio : acquisto di un’automobile.
A parità di prezzo può scegliere tra :
a) Ditta Rossi - costruisce macchine alimentate a carbone, efficienza energetica bassa, attorno al 5 %, inquinamento alto.
b) Ditta Verdi – costruisce macchine alimentate a benzina, efficienza energetica media, attorno al 15 %, inquinamento medio.
c) Ditta Azzurri – costruisce auto elettriche, efficienza energetica alta, attorno all’85/90%, inquinamento zero.
In regime di concorrenza perfetta le ditte a) e b) si estinguerebbero subito.
Come i dinosauri.
Acquistare un’auto elettrica significa aumentare l’efficienza energetica, eliminare il costo marginale sociale (costo per spese mediche) derivante dal prolungarsi di una attività inquinante.
Ma esiste un’altra inflazione : quella derivante dall’aumento del costo dei prodotti energetici derivanti dall’approssimarsi del picco di produzione del petrolio.
Pare che un primo picco sia stato raggiunto nel 2006.
Il prossimo, sarà l’ultimo.
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Ringrazio l'amico,Ing. Silvano Robur, per il presente post
.
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4 commenti:
post chiaro e conciso. un ottimo
Il picco del petrolio è unico, non ce ne saranno altri. Se effettivamente ha avuto luogo nel 2006 sarà tale e resterà insuperato. Altrimenti non avrebbe senso parlare di picco.
Ulteriori informazioni presso:
http://www.peakoil.nl/wp-content/uploads/2009/08/2009_August_Oilwatch_Monthly.pdf
Rispondo a gio_bass.
No. Non è unico.
Lo si è visto nelle estrazioni minerarie.
Il primo picco è quello di estrazione a costo standard.
Il cosidetto "primo commerciale".
E' quella estrazione che viene fatta utilizzando le usuali tecnologie di costo ordinario ed estraendo il greggio "economicamente" estraibile.
Raggiunto questo picco ci si deve ingegnare ad estrarre il petrolio più in profondità con più investimenti.
Quindi il primo picco è quello del petrolio "facile".
Il secondo è quello del petrolio "difficile".
Il profilo della curva ricorda la sagoma di un vulcano.
Il primo picco a sinistra.
Immediatamente si ha una diminuizione di produzione.
La curva scende.
Quindi si investe per andarsi a prendere il petrolio difficile.
La curva sale.
Aumenta la produzione sorpassando quella del primo picco.
A questo punto si raggiunge il secondo picco.
Abbiamo raggiunto anche l'ultimo barile di petrolio "difficile" da estrarre.
Ora la curva è tutta in discesa !
Tutti a mangiare a casa di Scaroni !
Visto che si parla di economia volevo sottoporre all'attenzione anche esperienze come Arcipelago SCEC
www.arcipelagoscec.org
E la sua opera divulgativa sulla crisi attuale (il primo video è da vedere): http://emilia-romagna.arcipelagoscec.net/taxonomy/term/5
Purtroppo temi come quello dell'inflazione secondo me vanno visti in un contesto più ampio (sono comunque d'accordo sul concetto espresso nel post!)
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