Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


domenica 30 agosto 2009

Sei milioni di profughi per cambiamenti ambientali ogni anno

Sei milioni di persone ogni anno sono costrette a lasciare il proprio territorio a causa dei cambiamenti climatici. Un dato che per il 2050, secondo le stime dell’Unhcr (*) , potrebbe riguardare 200/250 milioni di persone. È questo il profilo dell’emergenza umanitaria degli ecoprofughi, i nuovi migranti costretti a fuggire da desertificazione, inondazioni ed effetti del riscaldamento globale. Lo ha comunicato Legambiente in occasione di Festambiente (7-16 Agosto), festival di ecologia e solidarietà organizzato a Rispescia .

Secondo le nostre stime - sottolinea l’associazione - la metà dell’onda migratoria sarà causata da catastrofi naturali. Altri 3 milioni di persone saranno costrette ad emigrare in seguito ai progressivi cambiamenti ambientali, come l’innalzamento del livello del mare e la desertificazione. Fino ad ora sono state le guerre la principale causa delle migrazioni di massa. Oggi, il riscaldamento globale rappresenta il fattore determinante. Sono circa due anni che il numero dei profughi ambientali ha superato quello dei profughi di guerra, eppure non si riesce a dar loro assistenza in maniera adeguata, perché giuridicamente non sono riconosciuti ’rifugiati' dalla Convenzione di Ginevra. Oltre all’immediata necessità di uno status giuridico per i profughi ambientali la vera urgenza consiste nel capire che molte questioni legate all’ospitalità e all’accoglienza nei nostri Paesi devono in primo luogo essere affrontate attraverso un serio impegno collettivo nella lotta ai cambiamenti climatici. Gli effetti del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici sono già una drammatica realtà in molti paesi, che hanno pagato un prezzo alto per vittime e sfollati. In Brasile quest’anno sono state 1 milione le persone colpite dalle inondazioni con un numero di sfollati tra 400.000 e 600.000, mentre in 350 mila sono stati colpiti in Namibia dalla recente inondazione dovuta alle piogge torrenziali iniziate dal mese di gennaio scorso. Il 50% delle strade e il 63% dei raccolti è a rischio, con anche gravi danni all’economia e per la sussistenza: secondo l’Onu 544 mila persone potrebbero confrontarsi con un’insufficienza di cibo tra il 2009 e il 2010. Dati poco confortanti anche in Angola dove 160 mila persone hanno subito inondazioni, ma è un numero destinato a crescere. E ancora, in Myanmar il ciclone Nargis nel maggio 2008 ha fatto 140 mila vittime, colpendo anche altri 2-3 milioni di persone e costringendo 800 mila persone a sfollare.

Anche l’Italia ha iniziato a scontare gli effetti del riscaldamento globale in quanto area mondiale a più alta vulnerabilità in termini di perdita di zone umide e in particolare degli ecosistemi e della biodiversità marino-costierà. Legambiente stima che saranno sommersi circa 4.500 chilometri quadrati del territorio nazionale, distribuiti in prevalenza al Sud, dove si concentreranno la maggior parte delle aree che andranno incontro a una progressiva desertificazione. A maggior rischio secondo il rapporto Enea è la Sardegna con il 52% del territorio esposto al pericolo della desertificazione.

Fonte: La Stampa online


(*) L'UNHCR è l’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati). L’agenzia fu creata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1950 e di fatto, incominciò ad operare il 1° gennaio 1951. Stati che ancora si stavano riprendendo dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale volevano accertarsi di avere un’organizzazione forte ed efficace che badasse agli interessi dei rifugiati – o li 'proteggesse' nei paesi in cui avevano cercato asilo. L’UNHCR fu anche incaricata di aiutare i governi a trovare "soluzioni permanenti" per i rifugiati. Il mandato originario dell’UNHCR era limitato ad un programma di tre anni destinato ad aiutare coloro che erano ancora rifugiati della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, gli esodi non solo non cessarono, ma si trasformarono in un fenomeno persistente su scala mondiale. Nel dicembre del 2003, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite abolì l’obbligo per l’agenzia di rinnovare il proprio mandato ogni pochi anni. Lo statuto dell’UNHCR fu redatto praticamente in simultanea con la Convenzione del 1951 sui Rifugiati; ne consegue che lo strumento chiave del diritto internazionale e l’organizzazione designata al suo monitoraggio sono particolarmente ben sincronizzati. L’Articolo 35 della Convenzione del 1951 rende esplicita la relazione e richiede agli stati di cooperare con l’UNHCR sulle questioni relative alla messa in vigore della Convenzione stessa e ad eventuali leggi, regolamenti o decreti che gli stati possono redigere e che possono avere un effetto sui rifugiati.
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