Secondo una ricerca che verrà pubblicata su Current Biology (Cell Press), nel lontano nord della Terra, gli inverni, rispetto a dieci anni fa, cedono il passo in anticipo di qualche settimana alle giornate primaverili, i cui primi segni della primavera si vedono negli animali e nelle piante anche un mese prima rispetto agli anni '90. Ciò che sta succedendo nell’Artico non è altro che l’effetto del riscaldamento globale, avvisaglie di quello che succederà nel resto del pianeta.
''Siamo stati molto sorpresi di vedere un anticipo cosi' marcato - spiega Toke Hoye, che ha condotto lo studio - soprattutto se si considera che l'intero periodo estivo nell' Artico dura solo tre o quattro mesi''. La fenologia ha già segnalato la tendenza all'anticipo della primavera già ad altre latitudini, ma mai cosi' veloci: studi recenti hanno riportato che in Europa negli ultimi dieci anni i primi segni del risveglio si hanno 5,1 giorni prima per gli animali e 2,5 per le piante. Gli scienziati, inoltre, hanno rilevato considerevoli variazioni nella risposta ai cambiamenti climatici perfino all’interno delle specie, con maggiori evidenze tra le piante e gli animali che vivono nelle zone dove la neve si scioglie più tardi. Una variazione che potrebbe portare a problemi di «rottura» della complessa rete di interazione tra le specie.
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(L'immagine: Botticelli, particolare della Primavera, 1480 circa)
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