Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.
venerdì 14 novembre 2008
Paese che va, Paese che viene, Paese che ...
Estraiamo alcuni passi dall'articolo comparso su La Stampa del 12 Novembre dal titolo Gli italiani hanno il cuore verde.
Si parla dei traguardi ambiziosi che Obama, il nuovo presidente statunitense, pone al suo Paese.
- Si sa ad esempio che Obama vuole rimuovere il veto di Bush contro il piano della California per la riduzione del 30% dei gas di scarico delle auto
- Obama, ha più volte confermato che tra le sue priorità, subito dopo la crisi economica, vi è la questione energetica.
- ha dichiarato che allocherà 150 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni per promuovere le fonti rinnovabili, il risparmio energetico e la produzione di auto elettriche e a basso consumo.
- La previsione, infatti, è di creare 5 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore ambientale: i green collar jobs
- Da un lato ridurre la dipendenza americana dal petrolio
- Dall’altro combattere il cambiamento climatico.
- Entro il 2025 dovrà ricavare il 25% dell’elettricità da fonti rinnovabili, ed entro il 2050 abbattere dell’80% le emissioni di gas serra
- Gli Stati Uniti devono diventare la nazione leader nella lotta al cambiamento climatico
- Il riscaldamento globale non è un problema del futuro ma di adesso.
Vedremo se alle parole seguiranno i fatti, ma tuttavia è già evidente che su questo tema il nuovo inquilino della Casa Bianca non la pensa come Berlusconi, che poche settimane fa ha fatto osservare ai nostri partner europei che, data la crisi finanziaria, sull’ambiente «non è il momento di fare i don Chisciotte». Con l’elezione di Obama viene però a cadere uno degli argomenti «forti» usati per giustificare lo scetticismo verso il piano europeo sulle emissioni inquinanti: la mancata adesione degli Stati Uniti alla lotta contro il cambiamento climatico. L’Italia, dunque, si trova oggi più isolata nello scontro che la contrappone alla maggioranza dei paesi europei sulle modalità e i tempi di attuazione del cosiddetto «piano 20:20:20». Un pacchetto di misure finalizzato a raggiungere, entro il 2020, il 20% di riduzione delle emissioni di CO2, il 20% di utilizzo di energie rinnovabili e il 20% di miglioramento dell’efficienza energetica.
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