Comunicato stampa, 3 giugno 2011
Il gruppo di scienziati energiaperilfuturo.it esprime grande soddisfazione nell'apprendere che la Corte di Cassazione ha confermato il referendum sul nucleare. Invitiamo tutti i cittadini a partecipare al referendum e a votare SI per affermare la propria contrarietà al rientro dell'Italia nel nucleare.
L'incidente di Fukushima ha confermato che le centrali nucleari non sono sicure. La Germania, la più grande potenza industriale europea e la quarta nel mondo, ha deciso definitivamente di uscire dal nucleare e di puntare sulle energie rinnovabili per compensare la diminuzione nell'uso dei combustibili fossili. Basterebbero questi due avvenimenti per giustificare il voto SI al referendum.
Vogliamo tuttavia sottolineare ancora una volta che il rientro dell'Italia nel nucleare non risolverebbe, ma aggraverebbe i nostri problemi energetici per vari motivi:
(a) l'Italia non ha uranio, risorsa limitata e non rinnovabile, che dovremmo importare come accade oggi per i combustibili fossili;
(b) il nucleare produce scorie radioattive pericolose per centinaia di migliaia di anni; il collocamento in sicurezza di queste scorie è un problema che non è stato risolto neppure negli Stati Uniti, il paese tecnologicamente più avanzato e uno dei più ricchi di territorio;
(c) dopo un periodo di funzionamento di 40-50 anni, le centrali dovrebbero essere smantellate, ma non lo si può fare poiché sono esse stesse gigantesche "scoria" radioattive; si aspettano allora 50 o 100 anni affinché la radioattività, almeno in parte, diminuisca.
Per queste ed altre ragioni il nucleare non è economicamente conveniente, come certificato anche dalle agenzie internazionali di rating. Oggi il nucleare si sviluppa essenzialmente solo nei paesi a basso tasso di democrazia, con intervento diretto dello Stato e quasi sempre in commistione col nucleare bellico.
Anche se il nucleare fosse economicamente conveniente e privo di incidenti gravi, non dovrebbe ugualmente essere sviluppato per motivi etici: lascia una pesante eredità sulle spalle delle prossime generazioni, crea nuove tensioni sullo scenario politico a causa della stretta connessione col nucleare bellico e aumenta le già troppo grandi differenze fra le nazioni, portando a nuove forme di colonialismo. Il nucleare non è la soluzione adatta per risolvere il problema energetico se vogliamo custodire il pianeta.
La via di uscita dalla crisi energetica è quella del risparmio, efficienza energetica e sviluppo delle energie rinnovabili: solare, eolica, idroelettrica, geotermica e altre minori. Non si tratta di un ripiego, ma di una strada sicura che dobbiamo aprire e che sarà progressivamente ampliata dalle prossime generazioni. L'Italia, che non ha carbone, non ha petrolio, non ha metano e neppure uranio, solo sviluppando le energie rinnovabili e, in particolare, l'energia solare così abbondante, potrà raggiungere l'indipendenza energetica.
Vincenzo Balzani
Coordinatore del gruppo di scienziati www.energiaperilfuturo.it
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Il gruppo di scienziati energiaperilfuturo.it esprime grande soddisfazione nell'apprendere che la Corte di Cassazione ha confermato il referendum sul nucleare. Invitiamo tutti i cittadini a partecipare al referendum e a votare SI per affermare la propria contrarietà al rientro dell'Italia nel nucleare.
L'incidente di Fukushima ha confermato che le centrali nucleari non sono sicure. La Germania, la più grande potenza industriale europea e la quarta nel mondo, ha deciso definitivamente di uscire dal nucleare e di puntare sulle energie rinnovabili per compensare la diminuzione nell'uso dei combustibili fossili. Basterebbero questi due avvenimenti per giustificare il voto SI al referendum.
Vogliamo tuttavia sottolineare ancora una volta che il rientro dell'Italia nel nucleare non risolverebbe, ma aggraverebbe i nostri problemi energetici per vari motivi:
(a) l'Italia non ha uranio, risorsa limitata e non rinnovabile, che dovremmo importare come accade oggi per i combustibili fossili;
(b) il nucleare produce scorie radioattive pericolose per centinaia di migliaia di anni; il collocamento in sicurezza di queste scorie è un problema che non è stato risolto neppure negli Stati Uniti, il paese tecnologicamente più avanzato e uno dei più ricchi di territorio;
(c) dopo un periodo di funzionamento di 40-50 anni, le centrali dovrebbero essere smantellate, ma non lo si può fare poiché sono esse stesse gigantesche "scoria" radioattive; si aspettano allora 50 o 100 anni affinché la radioattività, almeno in parte, diminuisca.
Per queste ed altre ragioni il nucleare non è economicamente conveniente, come certificato anche dalle agenzie internazionali di rating. Oggi il nucleare si sviluppa essenzialmente solo nei paesi a basso tasso di democrazia, con intervento diretto dello Stato e quasi sempre in commistione col nucleare bellico.
Anche se il nucleare fosse economicamente conveniente e privo di incidenti gravi, non dovrebbe ugualmente essere sviluppato per motivi etici: lascia una pesante eredità sulle spalle delle prossime generazioni, crea nuove tensioni sullo scenario politico a causa della stretta connessione col nucleare bellico e aumenta le già troppo grandi differenze fra le nazioni, portando a nuove forme di colonialismo. Il nucleare non è la soluzione adatta per risolvere il problema energetico se vogliamo custodire il pianeta.
La via di uscita dalla crisi energetica è quella del risparmio, efficienza energetica e sviluppo delle energie rinnovabili: solare, eolica, idroelettrica, geotermica e altre minori. Non si tratta di un ripiego, ma di una strada sicura che dobbiamo aprire e che sarà progressivamente ampliata dalle prossime generazioni. L'Italia, che non ha carbone, non ha petrolio, non ha metano e neppure uranio, solo sviluppando le energie rinnovabili e, in particolare, l'energia solare così abbondante, potrà raggiungere l'indipendenza energetica.
Vincenzo Balzani
Coordinatore del gruppo di scienziati www.energiaperilfuturo.it
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