Il rapporto diffuso dal Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), secondo cui la temperatura media del pianeta potrebbe aumentare di quattro gradi Celsius entro il 2100, vengono considerate più che attendibili da alcuni scienziati, mentre altri esperti le ritengono piuttosto imprecise. Unanime è il consenso sulla responsabilità dell’uomo. Ma secondo altri climatologi, le previsioni della commissione sono anche troppo prudenti, poiché non prenderebbero in considerazione studi più recenti, ad esempio, sullo scioglimento del ghiacciaio della Groenlandia. Ma le eccezioni ci sono, e forse la più problematica è l’impatto dello scioglimento di ghiacciai e lastre di ghiaccio sull’entità dell’aumento del livello del mare. Secondo alcune versioni del quarto rapporto di valutazione, trapelate ai media prima della pubblicazione ufficiale della settimana scorsa, l’aumento del livello dei mari potrebbe oscillare tra 28 e 43 centimetri entro il 2100: molto meno dei livelli pronosticati nel 2001, tra nove e 88 cm.
David Fahey, del laboratorio di ricerca National Oceanic and Atmospheric Administration’s Earth Systems Research Laboratory, negli Usa. "A mio parere, il cambiamento climatico è un disastro incombente, lento e inesorabile".
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(L'immagine, Delacroix - Il mare davanti le alture)
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