Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


martedì 5 giugno 2012

Bus elettrici a ricarica e alimentazione continua

Braunschweig,  Bassa Sassonia, Germania.. In questa cittadina di 250 mila abitanti circa che verrà sperimentato un nuovo sistema di trasporto pubblico su gomma, elettrico, senza binari, senza cavi, senza dover ricorrere a lunghe soste per la ricarica delle batterie.
Il Ministero tedesco dei trasporti ha annunciato oggi di voler investire 2,9 milioni di euro in questo progetto con una  tecnologia sviluppata da Bombardier (Primove) che è già stata testata con successo ad Augusta (Augsburg), in Baviera, grazie alla quale le batterie dei veicoli elettrici si ricaricano automaticamente grazie ad appositi trasmettitori di una potenza fino a 400 kW, collocati sotto l'asfalto in punti chiave della rete viaria.


Verranno utilizzati due bus articolati , che  entreranno in servizio nel 2013, lunghi 18 metri per il trasporto pubblico lungo un percorso di 12 chilometri, con 7 stazioni di ricarica nascoste sotto all'asfalto, in modo da dare corrente elettrica che per induzione ricaricherà le batterie a bordo dei bus. 
L'obiettivo della Bombardier è quello di vedere in futuro città dove tutti i veicoli possano essere alimentati da energia elettrica, dove i mezzi di trasporto di massa non inquinano e non disturbino l'architettura e i monumenti storici.

La tecnologia Primove per la ricarica wireless comprende due serie di componenti: componenti che sono sepolti lungo il tragitto e i componenti   che sono montati a bordo sul telaio del veicolo. Entrambi i set sono progettati per consentire la massima integrazione strutturale e adatti per il trasferimento di energia ad alta potenza ad efficienza.

I componenti  (wayside) sono completamente interrati e possono essere rivestiti con materiali diversi come l'asfalto o cemento, i segmenti di cavo primarie forniscono il trasferimento effettivo di potenza al veicolo e vengono installati appena sotto la superficie stradale, una schermatura magnetica sotto l'avvolgimento primario (strato magnetico) previene le interferenze elettromagnetiche, sensori di passaggio del veicolo sopra i segmenti, inverter per convertire la tensione di alimentazione DC alla tensione utilizzata nel sistema.

I componenti a bordo del veicolo, sotto la scocca, fungono da ricevitori per convertire il campo magnetico dall'avvolgimento primario in corrente alternata, gli inverter convertono la corrente alternata in corrente continua che alimenta e ricarica del veicolo, il sistema di accumulo che può essere effettuato con le batterie, il sistema di rilevamento e di controllo per individuare i segmenti di cavo e coordina l'accensione / spegnimento.

E' ovvio ritenere che sia possibile utilizzare la stessa tecnologia anche per altri mezzi di trasporto in ambito urbano, penso ai taxi, in minor misura ai furgoni, alle metrovie ferrate ad alta portata, ma anche ai filocarri in ambito extraurbano, argomento che abbiamo trattato spesso precedentemente.

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15 commenti:

M. ha detto...

Lo IARC ha classificato -già nel 2002- i campi magnetici a bassa frequenza come "possibli cancerogeni". La ricarica a induzione mi sembra una scelta irresponsabile i cui costi si scaricano su chi viaggia negli autobus, siano essi i passeggeri o i guidatori.

M. ha detto...

PS: a quando un bel post per mettere a confronto i livelli di elettrosmog di veicoli elettrici motorizzati in maniera diversa (motore in CC vs motore in CA ad esempio)? Io ho avuto modo di assistere alla misurazione dell'elettrosmog all'interno dell'abitacolo di un'utilitaria con motore asincrono trifase e i risultati mi sono sembrati abbastanza altini (confrontati con la soglia di attenzione epidemiologica per quel genere di campi), sarei curioso di approfondire questo lato oscuro prima di pensare attivamente ad una conversione alla mobilità elettrica.

Massimo J. De Carlo ha detto...

M., tutti i veicoli elettrici , come anche i veicoli con motore termico (circondati da decine di chilometri di cavi elettrici ed elettronica) per essere omologati hanno bisogno di superare gli esami di controllo della compatibilità elettronica. Tutte le fabbriche che producono qualsiasi tipo di prodotto funzionano grazie a motori elettrici a corrente continua e alternata controllati da azionamenti o inverter che sottostanno alla stessa normativa. Direi che possiamo stare tranquilli. lo smog prodotto dalle auto tradizionali è molto più pericoloso e sicuramente mortale.

M. ha detto...

Non direi, o non in valore assoluto. Ad esempio lo smog generato dalle auto a benzina è valutato dalla stessa IARC al pari dell'elettrosmog come possibile cancerogeno (2B)...ed spero sia ovvio che, con questo, non sto difendendo l'inquinamento delle auto tradizionali!

È, sì, vero che i prodotti debbono rispondere a requisiti determinati dalla normativa, meno tranquillizzante sapere che la più celebre normativa in materia di elettrosmog sia la famigerata "Linee guida per la limitazione dell'esposizione a campi elettrici e magnetici variabili nel tempo ed a campi elettromagnetici (fino a 300 GHz)" dell'ICNIRP.

L'unica protezione garantita dal rispetto di quelle linee guida è quella dagli effetti termici, come specificato nelle premesse del volume. Per quanto riguarda gli effetti di lungo termine tanti boh, mah, forse. Nondimeno viene al momento considerata la bibbia sulla base della quale vengono scritte normative e leggi.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Mi ricordo una delle prime lezioni di clinica patologica quando il professore dichiarava che i cavolini di bruxelles erano indiziati di essere una delle cause di cancro all'intestino. Non credo che invece che siano dubbi (in letteratura clinica) che i cicli aromatici, l'isobutile, il particolato, ecc. 'sono' causa di cancro. Sono componenti e dei carburanti e delle loro emissioni. Ci sono forme patologiche , secondo le tue conoscenze e in letteratura medica, dei macchinisti dei treni o dei tram?

M. ha detto...

No, non sono a conoscenza dell'esistenza o meno di studi specifici sulle categorie di lavoratori citate.

C'è invece una vastissima letteratura scientifica che sembrerebbe suggerire, nelle conclusioni tirate dallo IARC, una possibile correlazione tra esposizione a campi magnetici a bassa frequenza e sviluppo di patologie tumorali. Si veda

http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol80/mono80.pdf

Ricerche sull'esposizione di particolari categorie di lavoratori:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15732257

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16622866

Riporto, infine, da Andreuccetti dell'IFAC:

"La grande diffidenza che si riscontra nell'opinione pubblica nei confronti delle sorgenti di campo magnetico a bassissima frequenza nasce soprattutto dal notevole divario (vedi figura) che esiste tra le prescrizioni degli standard di sicurezza, che ammettono esposizioni continuative fino a livelli di centinaia di microtesla, e le risultanze degli studi epidemiologici, dai quali emerge una possibile correlazione tra esposizioni croniche anche a bassi livelli (superiori ad una soglia indicativa di circa 0,4 µT) e rischio di insorgenza di leucemia infantile."

http://www.ifac.cnr.it/pcemni/domarisp/doribelf.php

Massimo J. De Carlo ha detto...

Esiste certamente un collegamento tra l'esposizione dei campi magnetici e l'insorgenza di leucemia, specialmente nei bambini, ma sono legati alla lunga esposizione sotto i tralicci di alta tensione o a breve distanza da essi. La tua preoccupazione è data dal fatto che vuoi dimostrare una ipotesi mettendo insieme situazioni diverse e oggettivamente non assimilabili.

M. ha detto...

Che differenza c'è tra l'esposizione continuativa agli 0,4 µT vicino ad un traliccio dell'alta tensione e quella più o meno sporadica agli n µT cui verrebbe esposto il conducente di autobus / il pendolare durante il suo turno / tragitto quotidiano? Questa è la domanda che bisognerebbe porsi per indirizzare la ricerca sul campo. Lo stato attuale delle conoscenze ci permette di procedere disinvoltamente ad una sperimentazione umana su larga scala (come stiamo facendo già con telefonini e radiofrquenze in genere, anch'esse classificate cancerogene 2B) o sarebbe il caso di aspettare che il quadro divenga più chiaro? Questo invece un dubbio personale che mi assilla.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Il problema sta proprio in questo, è un tuo problema personale privo di contenuti reali. Se frequenti una moderna fabbrica, da una cartiera a una che abbia linee di montaggio per produrre beni, vedresti che sono presenti macchine con motori elettrici in cc o ac con potenze di centinaia di kW, circondate da inverter e azionamenti. Suvvia, non la fare più grande di quello che è nella reantà. Proponi a qualche laureando di fare una tesi sull'argomento per vedere se gli viene accettata...ne dubito.

M. ha detto...

Beato te che hai tante certezze. Non sarebbe la prima volta che si chiude un occhio sulle condizioni di lavoro degli operai, no? Sarà un caso che il limite di esposizione per campi magnetici a 50 Hz in Italia è fissato a 500 µT per i lavoratori, a 100 µT per la popolazione (contro gli 0,4 µT di cui sopra)?

Cito da un documento ARPAT Toscana "Profili di rischio per comparto produttivo" CONFEZIONE DI CAPI DI ABBIGLIAMENTO, per rimanere nel campo esposizione dei lavoratori:

"Esposizione a campo magnetico a bassa frequenza (50 Hz) [...] Recenti studi condotti in vari paesi, considerano probabile l’associazione tra esposizione a campi magnetici a bassa frequenza al di sopra della soglia di 0,2 μT e l’insorgenza di rare forme neoplastiche, ma al tempo stesso che non vi siano rischi quantitativamente significativi connessi con la normale esposizione della popolazione. Il valore di 0,2 μT è stato scelto non in base a criteri di sicurezza, ma semplicemente come valore statistico per classificare la popolazione sulla quale è
stato condotto lo studio epidemiologico.
Pur accettando la correttezza del criterio per la protezione dalle correnti indotte nel corpo umano,
l'ipotesi della presenza di effetti ignoti, in mancanza di risultati definitivi degli studi, ha ispirato
alcune Regioni italiane ad adottare criteri di maggiore prudenza per l’esposizione ai campi
magnetici variabili alla frequenza di 50 Hz, considerando come soglia di attenzione il valore di
induzione magnetica B = 0,2 μT.
La validità scientifica dei metodi con cui sono state condotte tali indagini epidemiologiche è messa
in dubbio da altri studiosi che si occupano di elettromagnetismo e ad oggi il dibattito è ancora in
corso."

Come vedi, abbiamo assai meno certezze di quelle che consentirebbero di sbilanciarsi con un "non la fare più grande di quello che è nella realtà." ;-)

Massimo J. De Carlo ha detto...

Mostra dati clinici. E' su questi che ci si basa per affermare con certezza che le emissioni delle auto alimentate da carburanti sono dannose, cancerogene, producono patologie invalidanti e mortali. Tutto fa male , anche lavorare. anche stare al sole, bisogna dimostrare quanto. Quanto.

M. ha detto...

Allora non mi sono spiegato! Io di certezze non ne vedo nè in una direzione nè nell'altra, per questo preferisco andarci cauto! ;-)

Poi una cosa è stare vicino ad un motore elettrico, una cosa vicino ad un sistema di ricarica ad induzione (il tema dell'articolo). Finchè il dubbio non sarà dileguato preferisco continuare ad usare la presa elettrica. Pace!

Massimo J. De Carlo ha detto...

Allora sono io che mi spiego meglio. Se non hai certezze è perchè tiri ecciti un argomento fuori luogo. Porsi una domanda come fai tu arrivando a conclusioni o ipotesi incongrue è fuorviante sulla mobilità elettrica. E' questo che vuoi inserire surrettizialmente, secondo me, per qualche motivo. Se invece ti fermi al discorso della ricarica per induzione, allora prende tutt'altra prospettiva. La distanza , qui, dalla fonte dove è il trasferimento di energia è il punto di rilievo. Cmq anche io preferisco la spina , la presa e il cavo, per molte ragioni.

M. ha detto...

...anzi! Ho tutto l'interesse a dileguare il prima possibile i miei dubbi per lasciare finalmente a casa quel bidone mangiareddito da 1800 cc! Ho già provato due piccole auto elettriche e sono soddisfattissimo delle prestazioni, dei consumi, della manutenzione nulla, dell'autonomia decisamente sovrabbondante rispetto ai miei km giornalieri. Nell'elettrico vedo il futuro, solo che, prima di mettirmici ogni giorno a bordo, vorrei dileguare questo dubbio che ho. Male che va, se il problema esistesse, basterebbe una schermatura adeguata a risolverlo. O la scelta di una motorizzazione piuttosto che un'altra. Per le auto non saprei, in altri casi mi è parso di capire che i motori a CC brushless impatterebbero assai meno di quelli a CA. Mi piacerebbe ricevere lumi da chi ne sa più di me, tutto qui!

mauriziodaniello ha detto...

Sarebbe interessante per Tram e Treni specie locali!
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Essendo su binari dovrebbe essere molto più facile il posizionamento ed eviterebbe di stendere tralicci lungo la linea ferroviaria per quelle tratte poco usate. In questo caso sarebbe, secondo me, più economico dei tralicci o dei treni diesel.
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Non sono d'accordo con M. in quando quei dati sono altra cosa di questo congegno.
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Ciao