Alla sua inaugurazione, lo scorso mese di settembre, l'LHC, ossia il Large Hadron Collider, aveva fatto parlare di sé tutto il mondo. E questo per due motivi. Il primo, più veritiero e scientifico, era legato al fatto che all'interno dell'LHC particelle atomiche e subatomiche si sarebbero dovute scontrare a velocità prossime a quelle delle luce per ricreare le condizioni avutesi subito dopo il Big Bang. Il fine primo della ricerca, infatti, è quello di trovare l'origine della "massa" (ossia la misura dell'inerzia offerta dai corpi al cambiamento del proprio stato di moto), che dovrebbe risiedere in una particolare particella, il Bosone di Higgs. Ma attraverso l'LHC, un gigantesca ciambella con un diametro di 27 km, si cercheranno anche i segreti della materia e dell'energia oscura, elementi che compongono il 76% dell'Universo in cui viviamo e di cui non si conosce quasi nulla, si cercheranno anche prove dell'esistenza di altre dimensioni e del perché nell'Universo esiste così poca antimateria che, secondo le teorie più accreditate, se ne formò, all'inizio dei tempi, tanto quanto la materia.
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