L'Istat presenta, per la prima volta, la valutazione quantitativa delle risorse idriche naturali, determinata attraverso gli indicatori idrologici (precipitazione, evapotraspirazione reale, deflusso totale, ricarica degli acquiferi) derivati dalla rilevazione "Dati meteo-climatici ed idrologici", che ha come unità rispondenti gli enti gestori delle reti di monitoraggio meteorologico e idrometrico nazionali, regionali e locali.
I dati diffusi si riferiscono agli anni del decennio 2001-2010 e alla media annuale del trentennio 1971-2000. Il calcolo degli indicatori è realizzato considerando come unità di analisi il bacino idrografico e sono diffusi per regione e per distretto idrografico (i limiti dei distretti sono quelli definiti in base al d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152).
Le particolari caratteristiche idrogeologiche e climatiche della penisola italiana condizionano notevolmente la disponibilità e la distribuzione delle risorse idriche sul territorio. A scala nazionale, nel decennio 2001-2010 si registra un leggero aumento della quantità di risorse idriche rispetto al trentennio di riferimento. Ad un maggiore livello di dettaglio, stagionale e territoriale, il trend è, tuttavia, piuttosto eterogeneo. Forti precipitazioni, alluvioni, ondate di calore o di gelo, concentrati in particolari aree territoriali ed in brevi lassi di tempo, sono sempre più frequenti ed influenzano sensibilmente la distribuzione e la disponibilità delle risorse idriche.
Le precipitazioni medie nel periodo 2001-2010 in Italia corrispondono ad un volume di acqua di 245.457 milioni di metri cubi. Tale valore supera solo dell'1,8% il valore del trentennio 1971-2000. Il 2001 è stato l'anno più siccitoso, con 190.839 milioni di metri cubi (-20,8%), seguito dal 2007 (194.680 milioni di metri cubi), mentre il 2010 è risultato l'anno più piovoso con 306.883 milioni di metri cubi (+27,3%).
Nel decennio 2001-2010 l'evapotraspirazione reale, ovvero l'acqua che si trasferisce dal suolo all'atmosfera sia per evaporazione che per traspirazione delle piante, corrisponde al 60,5% delle precipitazioni, mentre nel periodo 1971-2000 era pari al 64,6%. In particolare, nel 2010 l'evapotraspirazione è stata pari al 50,7% delle precipitazioni, contro il 75,2% del 2007.
Il deflusso medio complessivo a mare dei corsi d'acqua e delle acque sotterranee è di 122.884 milioni di metri cubi nel decennio 2001-2010, in aumento del 6,0% rispetto al trentennio 1971-2000 (quando era 115.882 milioni di metri cubi). Tuttavia, su base annua, i dati riferiscono forti oscillazioni, con un valore minimo nel 2001 (-8,1%) ed uno massimo nel 2010 (+56,6%).
La ricarica dell'acquifero, ossia la quantità di acqua che si infiltra nel sottosuolo, una parte della quale contribuisce alle risorse idriche disponibili, nel 2001-2010 è stata in media di 59.193 milioni di metri cubi (+7,5%), con un incremento massimo del 59,2% nel 2010 ed una riduzione del 39,2% nel 2006.
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I grafici sono stati realizzati da noi con i dati forniti dall'Istat.
I dati diffusi si riferiscono agli anni del decennio 2001-2010 e alla media annuale del trentennio 1971-2000. Il calcolo degli indicatori è realizzato considerando come unità di analisi il bacino idrografico e sono diffusi per regione e per distretto idrografico (i limiti dei distretti sono quelli definiti in base al d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152).
Le particolari caratteristiche idrogeologiche e climatiche della penisola italiana condizionano notevolmente la disponibilità e la distribuzione delle risorse idriche sul territorio. A scala nazionale, nel decennio 2001-2010 si registra un leggero aumento della quantità di risorse idriche rispetto al trentennio di riferimento. Ad un maggiore livello di dettaglio, stagionale e territoriale, il trend è, tuttavia, piuttosto eterogeneo. Forti precipitazioni, alluvioni, ondate di calore o di gelo, concentrati in particolari aree territoriali ed in brevi lassi di tempo, sono sempre più frequenti ed influenzano sensibilmente la distribuzione e la disponibilità delle risorse idriche.
Le precipitazioni medie nel periodo 2001-2010 in Italia corrispondono ad un volume di acqua di 245.457 milioni di metri cubi. Tale valore supera solo dell'1,8% il valore del trentennio 1971-2000. Il 2001 è stato l'anno più siccitoso, con 190.839 milioni di metri cubi (-20,8%), seguito dal 2007 (194.680 milioni di metri cubi), mentre il 2010 è risultato l'anno più piovoso con 306.883 milioni di metri cubi (+27,3%).
Nel decennio 2001-2010 l'evapotraspirazione reale, ovvero l'acqua che si trasferisce dal suolo all'atmosfera sia per evaporazione che per traspirazione delle piante, corrisponde al 60,5% delle precipitazioni, mentre nel periodo 1971-2000 era pari al 64,6%. In particolare, nel 2010 l'evapotraspirazione è stata pari al 50,7% delle precipitazioni, contro il 75,2% del 2007.
Il deflusso medio complessivo a mare dei corsi d'acqua e delle acque sotterranee è di 122.884 milioni di metri cubi nel decennio 2001-2010, in aumento del 6,0% rispetto al trentennio 1971-2000 (quando era 115.882 milioni di metri cubi). Tuttavia, su base annua, i dati riferiscono forti oscillazioni, con un valore minimo nel 2001 (-8,1%) ed uno massimo nel 2010 (+56,6%).
La ricarica dell'acquifero, ossia la quantità di acqua che si infiltra nel sottosuolo, una parte della quale contribuisce alle risorse idriche disponibili, nel 2001-2010 è stata in media di 59.193 milioni di metri cubi (+7,5%), con un incremento massimo del 59,2% nel 2010 ed una riduzione del 39,2% nel 2006.
I grafici sono stati realizzati da noi con i dati forniti dall'Istat.
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