Pochi giorni fa abbiamo
parlato dei Consumi di energia elettrica in Italia: -2,6% a
settembre, adesso vediamo con più attenzione, facendo uso dei
grafici da noi realizzati utilizzando i dati ufficiali della Terna,
la parte che riguarda la produzione di energia elettrica in Italia da
fonti rinnovabili pulite.
Nel mese di settembre
2013 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta da questa
per l’89,1% (23,3 miliardi di kWh) è in calo del 2,1% rispetto a
settembre 2012 mentre la quota restante del 10,9% è stata importata
dall'estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,3
miliardi di kWh) è in calo del 2,1% rispetto a settembre 2012.
A fronte di calo di
produzione nazionale da fonte termoelettrica (-6,2%), si è avuta una
forte crescita dalle fonti di produzione rinnovabile:
- fotovoltaica 2.224 GWh
(+27,2%) ed
- eolica 982 GWh
(+11,1%); e crescono anche la produzione
- geotermica 436 GWh
(+0,9%) e
- idrica 3.277 GWh
(+0,6%).
Occorre prima di tutto
rivedere il grafico che abbiamo già visto nel post precedente
relativo alla produzione in Italia di energia elettrica dal gennaio 2006 a settembre 2013.
Quello che spicca immediatamente all'occhio è una progressiva costante discesa.
Nel grafico che segue vediamo due linee, una fucsia relativa alla
produzione nazionale totale e una blu relativa alla produzione da
fonti rinnovabili.
Vediamo ancora più in
dettaglio le varie componenti rinnovabili nei grafici seguenti.
Sommando l'energia
prodotta da geotermico, eolico e solare fotovoltaico distinta
dall'idrica.
Ogni componente è presa a sé stante.
Adesso vediamo l'andamento per anno
solare della produzione fotovoltaica dal 2009 ad oggi ...
...ed eolica.
In sostanza i dati di Terna ci dicono che la produzione nazionale di energia a settembre viene da fonte rinnovabile per il 29,6 % (su un totale auto prodotto dell' 89,1%). A giugno era intorno al 45%, a luglio il 36,7%, ad agosto il 37,2%, il che significa che, nelle stesse misure percentuali, abbiamo prodotto una quantità enorme di energia elettriche senza far ricorso alle fonti inquinanti e climalteranti, i carburanti derivati del petrolio e gas, liberando il nostro paese dall'oneroso sperpero economico dovuto all'approvvigionamento estero, le importazioni, ricorrendo alle fonti di energia locale, pressoché ubiquitaria sia pur stagionale, messa a disposizione dalla natura gratuitamente.
Vale o no proseguire su questa strada incrementando la produzione di energia elettrica da fonti naturali? La mia risposta è sì, sia per il portafoglio che la salute del pianeta e nostra.
.
15 commenti:
Sarebbe interessante vedere anche l'apporto delle biomasse. La quale e' anche essa una rinnovabile.
Pensare di bruciare le biomasse per produrre energia mi fa venire le bolle allergiche, ma certo, sarebbe interessante.
Credo che l'uso migliore che può fare il singolo cittadino dell'uso delle biomasse sia riscaldare la casa con moderni termocamini o stufe ad alto rendimento e bassa produzione di particolato, limitatamente a zone limitrofe agli approvigionamento di legname
Dissento da Arturo. Le biomasse da essenza legnosa va prodotta e consumata localmente per la produzione di energia elettrica e termica per il teleriscaldamento. Va precisato che le essenze legnose vengono prodotte come materiale di risulta da interventi di bonifica fluviali e boschivi. Le emissioni di polveri sottili sono limitati da tre livelli di filtro. Le ceneri vengono utilizzati come inerti fini (filler) per bitumi e cementi.
In Sud Tirolo ho potuto visitare un impianto a Silandro. L'inquinamento da polveri sottili e' stato eliminato in quanto in luogo delle stufe e dei caminetti a legna si e' ricorso al teleriscaldamento. Il fiume Adige viene mantenuto pulito da tronchi e ramaglie al pari dei boschi. Cosa ci dovremmo fare altrimenti della legna raccolta dalla pulizia dei boschi e dei fiumi ?
Domanda off topic per Arturo : nella foto ti stai immergendo su un U boote ?
Pulire i fiumi posso capirlo, ma perchè bisognerebbe pulire i boschi? A che serve? Mi sembra un lavoro completamente inutile.
Rispondo a ijk. La pulizia dei boschi serve a togliere tutto quanto possa servire ad innesco di incendi o di ostacolo al libero fluire delle acque, il cui locale ristagno provoca un peggioramento delle caratteristiche meccaniche del terreno. Con la consenguenza degli eventi franosi. Poi ci sono le trincee tagliafuoco. Spazi privi di vegetazione legnosa che impediscono agli incendi di rimanere confinati entro zone limitae e controllabili.
Al curatore del blog, le bolle allergiche sono passate ?
Mica tanto. Comprendo la fame di energia( ci mancherebbe!) ma mi sollecita più l'idea di lasciare lì dov'è, la materia organica, per farla tornare ad essere concime naturale del bosco o raccoglierla per produrre concime e distribuirlo dove serve. Se la togliamo dal bosco per bruciarla depauperiamo il suolo di sostanza vitale.
D'accordissimo. Per le foglie secche infatti si lasciano li dove sono. Le ramaglie cadute e gli alberi morti, che ci facciamo ?
Entrano nel catabolismo naturale. Se ne nutrono batteri e funghi, le ritrasformano in sostanze azotate e, nel ciclo vitale della flora e fauna, se ne nutrono insetti ecc.. Direi che si interrompe in parte (o totalmente) la catena vitale del bosco.
Vero. Ma sono anche un formidabile innesco per gli incendi.
Indubbiamente. Mi chiedo quanto tempo debba passare per rendere sterile un terreno a cui si sottrae il nutrimento e quindi l'autorigenerazione.
Esula dalle mie conoscenze. C'e' qualcuno che puo' dire la sua al riguardo ?
Posta un commento