Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


sabato 29 dicembre 2018

Shenzhen, la città cinese è la prima al mondo ad elettrificare il 100% dei suoi autobus e taxi


Questa città cinese è la prima al mondo ad elettrificare il 100% dei suoi autobus e taxi

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venerdì 28 dicembre 2018

Commercio con l’estero a Ottobre +2,5%, + 9,6% su base annua



A ottobre 2018 entrambi i flussi commerciali con l’estero registrano una crescita congiunturale, più intensa per le esportazioni (+2,5%) che per le importazioni (+2,1%). L’aumento congiunturale dell’export è da ascrivere prevalentemente al marcato incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+5,3%) mentre quello verso l’area Ue è meno intenso (+0,4%).

Nel trimestre agosto-ottobre 2018, rispetto al precedente, si registrano incrementi per entrambi i flussi, più intenso per le importazioni (+2,7%) che per le esportazioni (+1,0%).

A ottobre 2018 l’aumento dell’export su base annua è pari a +9,6% e coinvolge sia l’area extra Ue (+11,5%) sia i paesi Ue (+8,1%). La sostenuta crescita dell’import (+14,2%) è trainata dal forte incremento degli acquisti dai paesi extra Ue (+24,8%). La correzione per gli effetti di calendario porta la variazione dell’export a +5,3% e quella dell’import a +10,1%.

Tra i settori che contribuiscono in misura più rilevante alla crescita tendenziale dell’export nel mese di ottobre, si segnalano articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+45,0%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+10,0%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+8,9%) e sostanze e prodotti chimici (+12,7%). In diminuzione, su base annua, le esportazioni di autoveicoli (-8,1%) e di prodotti dell’agricoltura (-5,6%).

Su base annua, i paesi che contribuiscono maggiormente all’incremento delle esportazioni sono Stati Uniti (+22,3%), Germania (+7,7%), Svizzera (+16,2%), Francia (+4,6%) e Paesi Bassi (+20,8%).

Nel periodo gennaio-ottobre 2018, la crescita tendenziale dell’export è pari a +3,8% ed è sospinta da metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+6,2%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+8,3%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+7,2%), apparecchi elettrici e articoli in pelle, escluso abbigliamento e simili (+4,0% per entrambi).

Si stima che il surplus commerciale si riduca di 1.130 milioni di euro (da +4.914 milioni a ottobre 2017 a +3.784 milioni a ottobre 2018). Nei primi dieci mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge +32.265 milioni (+66.246 milioni al netto dei prodotti energetici).

Nel mese di ottobre 2018 si stima che l’indice dei prezzi all’importazione aumenti dell’1,3% su settembre 2018 e del 5,5% su base annua. Al netto dei prodotti energetici l’indice rimane invariato rispetto al mese precedente mentre aumenta dello 0,7% in termini tendenziali.

Comunicato Istat



I nostri grafici


Gli ultimi 7 anni








Gli ultimi anni (2018 Ottobre incluso)















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giovedì 27 dicembre 2018

Il consumo dei carburanti per autotrazione a Novembre 2018, salgono gasolio, benzina e gp



Dopo avere visto il consumo di petrolio nel suo complesso, adesso vediamo come ogni mese il consumo dei carburanti di  Novembre 2018. adesso andiamo a controllare con i relativi grafici da noi realizzati, quale sia stato il consumo dei carburanti per autotrazione nel settimo mese dell'anno per evidenziare visivamente l'evoluzione con lo scorrere del tempo.

I consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio), a parità di giorni lavorativi, sono risultati pari a circa 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 2,0 milioni di gasolio, con un incremento del 4,4% (+106.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2017. Nel confronto occorre però tenere conto che nel 2018 è stato ampliato il campione della rilevazione.

In particolare:
A Novembre
- la benzina totale ha mostrato un incremento del 2,5% (+14.000 tonnellate) con un aumento della benzina venduta sulla rete del 2,6% rispetto a novembre 2017;

- il gasolio autotrazione evidenzia un incremento del 4,9% (+92.000 tonnellate) con un incremento del gasolio venduto sulla rete del 5,4% rispetto a novembre 2017

Nei primi undici mesi i consumi di carburanti autotrazione (benzina + gasolio), sono stati pari a circa 28,8 milioni di tonnellate, con un incremento del 3,1% (+853.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2017. Tali dati sono ancora provvisori essendo consolidati solo i primi otto mesi dell’anno.

In particolare:
-  la benzina totale nel periodo considerato ha mostrato una lievissima crescita dello 0,2% (+11.000 tonnellate) con un aumento della benzina venduta sulla rete dello 0,4% ;
- il gasolio autotrazione totale segna un aumento del 4,0% (+842.000 tonnellate) con un incremento del gasolio venduto sulla rete del +3,2%.



Il consumo dei carburanti per autotrazione

Vediamo i grafici da noi realizzati suddivisi per anno solare a partire dal 2007.

Il consumo della benzina a Novembre stavolta, per il secondo mese consecutivo,  non segue la fase di discesa 
dei consumi   vista nei mesi precedenti sullo stesso mese dell'anno passato ma, come risulta dal grafico, è si superiore solo all'anno precedente, quindi al penultimo posto  tra gli ultimi 12 anni presi in considerazione, con una percentuale positiva del 2,5%, ma resta ancora negativo considerando i primi 11 mesi, 0,3%.




... il consumo di gasolio è superiore al consumo dello stesso mese del 2017 del +4,9% e dello 4,0% negli 11 mesi del 2018.


Qui sotto vediamo l'andamento del gasolio più la benzina, +4,4% in più nel mese trascorso e del 3,1% nei 10 mesi.


Adesso vediamo i grafici che prendono in considerazione i consumi sommando gli ultimi 12 mesi includendo il mese di riferimento. Non fanno altro che confermare quanto detto sopra.

Per la benzina sembra invertire la discesa nei consumi e accenna a risalire, considerando la guerra Ue contro le auto a gasolio per problemi di inquinamento e quindi limitare l'uso dei mezzi diesel in città .




Il gasolio comunque sale, per ora spinto gran numero di mezzi ancora circolanti.




Il grafico che mette insieme la benzina e il gasolio disegna la curva verso la risalita.





GPL

Diamo un'occhiata anche al consumo del gpl da trazione, essendo anch'esso un derivato del petrolio.  Il propano sale fino a toccare quasi il record del 2016 con un + 2,2%, ma resta pesante la perdita nell'anno 2018 con -3,4%.




E' evidente la fase di regresso da più di un anno del consumo da trazione nel grafico seguente che prende in considerazione la sommatoria dei 12 mesi precedenti.








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sabato 22 dicembre 2018

Natale, alberi finti inquinano 10 volte più di quelli veri


Un albero artificiale di circa 1,90 metri ha un’impronta di carbonio equivalente a circa 40 chili di emissioni di gas serra, che è più di 10 volte quello di un albero vero utilizzato dopo le feste come pellet per combustibile che pero’ se viene riciclato o coltivato in un vaso o in giardino, può avere emissioni trascurabili o addirittura negative. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dello studio pubblicato dal The Guardian.

A determinare la maggior parte dell’impronta di carbonio dell’albero di plastica è – sottolinea la Coldiretti - la sua fabbricazione, a partire dal petrolio alla quale si aggiungono le emissioni industriali derivanti dalla produzione dell’albero e la spedizione per lunghe distanze prima di arrivare al negozio, se si tiene conto che la maggioranza ha origine in Cina a circa novemila chilometri di distanza dall’Italia.  La maggior parte degli alberi finti – continua la Coldiretti sono in PVC, una plastica notoriamente difficile se non impossibile da riciclare perché richiede attrezzature speciali.

L’albero naturale di Natale trova spazio quest’anno nelle case di 3,6 milioni di famiglie per una spesa media di 33 euro, come conseguenza della tendenza dei consumatori ad acquistare degli abeti di varietà particolari ma anche più costose rispetto al più tradizionale abete rosso, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale emerge anche che l’albero di Natale è irrinunciabile per l’81% delle famiglie italiane secondo una tradizione consolidata anche se la maggioranza di oltre sette italiani su dieci sceglie ancora l’albero finto.

Oltre che per l’altezza i prezzi dell’albero vero variano a seconda delle varietà ma complessivamente, comunque, – precisa la Coldiretti – gli abeti più piccoli che non superano il metro e mezzo saranno venduti anche quest’anno a prezzi variabili tra i 10 e i 60 euro a seconda della misura, della presenza delle radici ed eventualmente del vaso, mentre per le piante di taglia oltre i due metri il prezzo sale anche a 200 euro per varietà particolari. La vendita avviene nei vivai, nella grande distribuzione, presso i fiorai, nei garden, ma ottime occasioni si trovano anche in molti mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

L’albero naturale italiano concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente a differenza delle piante di bassa qualità importate dall’estero che raggiungono l’Italia dopo un lungo trasporto con mezzi inquinanti. In Italia gli alberi naturali – informa la Coldiretti – sono coltivati soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi. Grazie agli alberi di Natale è quindi possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna con il terreno lavorato, morbido e capace di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d’incendi.

Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio – rileva la Coldiretti – derivano per circa il 90 per cento da coltivazioni vivaistiche mentre il restante 10 per cento (cimali o punte di abete) dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli”, diradamenti o potature indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco. In Italia la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) ed in Veneto. Niente a vedere con le piante di plastica che – conclude Coldiretti – arrivano molto spesso dalla Cina e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente.

Fonte: Coldiretti




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venerdì 21 dicembre 2018

Consumi di energia elettrica in Italia a novembre 2018 -1,4%



Consumi di energia elettrica in Italia: a novembre -1,4% . Più che raddoppiata la produzione idrica (+118,8%). Nei primi undici mesi del 2018 la domanda cresce dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2017


Nel mese di novembre 2018, secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, la domanda di elettricità in Italia è stata di 26,3 miliardi di kWh, in diminuzione dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2017. La performance della domanda ha risentito dell’effetto temperatura: quest’anno, infatti, a parità di giorni lavorativi (21) novembre ha fatto registrare una temperatura media mensile superiore di quasi 2°C rispetto a novembre del 2017. Il dato destagionalizzato, corretto per temperatura e a parità di calendario, porta a una variazione della domanda elettrica di novembre pari a -0,7%.

 La domanda elettrica dei primi undici mesi del 2018, pari a 295,3 miliardi di kWh, è in crescita dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2017. In termini rettificati la variazione è positiva dello 0,5%.

 A livello territoriale la variazione tendenziale di novembre 2018 è risultata ovunque negativa: -1,7% al Nord e -1% sia al Centro che al Sud.

 Il valore destagionalizzato e corretto per calendario e temperatura dell’energia elettrica richiesta a novembre 2018 ha fatto registrare una variazione negativa (-0,8%) rispetto al mese precedente (ottobre 2018). Il profilo del trend si porta su un andamento debolmente decrescente.

 Nel mese di novembre 2018 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per il 90,6% con produzione nazionale e per la quota restante (9,4%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,9 miliardi di kWh) è diminuita dell’1,1% rispetto a novembre del 2017. In forte crescita la fonte di produzione idrica (+118,8%) più che raddoppiata rispetto a novembre dello scorso anno; in flessione le altre fonti (termica -12,9%; eolica -10,2%; fotovoltaica -7,1%; geotermica -2,7%).

Dal Comunicato stampa Terna



I nostri grafici

Di seguito vediamo i grafici da noi realizzati prendendo i dati ufficiali pubblicati da Terna a partire dal Gennaio 2006 ad oggi.

Per anno solare. Il consumo del mese si pone tra i livelli medio bassi degli ultimi 13 anni.


Per una migliore lettura degli ultimi 8 anni vediamo il grafico sottostante che permette di localizzare il consumo al terzo posto dietro al 2011.



Qui vediamo, dal Gennaio 2006 ad oggi, i mesi in sequenza che rivelano una linea che negli ultimi mesi segna una tendenza alla risalita.




Nel prossimo grafico si evidenzia una sequenza di barre negative relative alle percentuali degli ultimi 68 mesi, ciascuno dei quali si confronta con lo stesso mese dell'anno precedente. Essendo percentuali che si riferiscono allo stesso mese dell'anno precedente il grafico mostra bene la progressione positiva e negativa di anno in anno. Dopo la significativa crescita della maggior parte dei mesi estivi del 2015, si nota un forte calo nell'anno successivo, 2016,  per poi invertire nuovamente con un rialzo nel 2017 mentre nel 2018 vediamo alti e bassi con prevalenza di segni positivi. 




Adesso prendiamo visione del grafico, significativo e chiaro, che rappresenta l'andamento dei consumi come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese trascorso. Esso disegna il crollo progressivo. Negli ultimi mesi la silouette disegna alti e bassi con i picchi sempre meno elevati e valli più profonde. Un paio di anomalie vengono dalle crescite dei consumi nei mesi estivi degli ultimi due anni a causa delle condizioni climatiche contingenti, dovuti al riscaldamento globale, a cui si è aggiunta la chiusura francese per le 12 centrali nucleari in revisione a cavallo del 2016/2017, energia da noi prodotta e non importata per i nostri bisogni. In generale si vedono curve con picchi sempre più bassi e minimi più profondi. Adesso siamo in fase di crescita.



Per un aggiornamento della produzione nazionale di energia elettrica derivata da fonti rinnovabili rimandiamo la lettura ad un prossimo post dedicato.






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giovedì 20 dicembre 2018

Scoperte forti concentrazioni di terre rare usate anche nei motori elettrici e batterie



Secondo uno studio condotto dalla Georgia State University e Thiele Caolino Co., riportato nel sito web ufficiale dell'Università dello Stato della Georgia, Usa, gsu.edu, nei minerali delle miniere di caolino della Georgia sono state trovate alte concentrazioni di terre rare, tra le quali quelle terre rare pesanti che hanno una richiesta in forte crescita per i molti usi importanti e che adesso sono in gran parte importati negli Stati Uniti dalla Cina.

Le terre rare sono utilizzate per realizzare prodotti ad alta tecnologia, tra cui la risonanza magnetica (MRI), agenti di contrasto, schermi radiografici, macchine a raggi X portatili, laser medicali, fibre ottiche, lenti ottiche, sensori di pressione, monitor e schermi televisivi, lampade fluorescenti, elettrodi delle batterie ricaricabili e magneti permanenti dei motori elettrici.

Ci sono 17 elementi della tavola periodica che sono raggruppati nelle cosiddette terre rare, che comprendono i 15 elementi della serie dei lantanidi (numeri atomici 57 a 71 nella tavola periodica), più scandio (Sc) e ittrio (Y). Gli elementi di terre rare pesanti sono il gadolinio (Gd) e il lutezio (Lu), con numero atomico da 64 a 71 nella tavola periodica.

Thiele Caolino Co. tra il caolino estratto in due cave vicino a Sandersville, Ga., ha fornito ai ricercatori dello Stato della Georgia campioni di minerali, frammenti e graniglia, per l'analisi. I minerali presenti sono stati identificati mediante diffrazione di raggi X, microscopia elettronica a scansione e analisi chimica. I risultati, pubblicati sulla rivista Clays and Clay Minerals, suggeriscono una nuova potenziale fonte di elementi delle terre rare, tra cui gli elementi meno comuni delle terre rare pesanti.

Esaminando i campioni del materiale, caolino dalle dimensioni della sabbia che chiamano grit,  graniglia, hanno verificato la presenza di una particolare concentrazione degli elementi delle terre rare pesanti, dal gadolinio al lutezio. Un arricchimento negli elementi delle terre rare pesanti è interessante e utile perché nella maggior parte dei casi la crosta terrestre si arricchisce più facilmente degli elementi delle terre rare più leggeri. Sono proprio gli elementi di terre rare pesanti però che hanno un valore tecnologico più importante. Dopo aver fatto una separazione tra i vari componenti del materiale consegnato è stato verificato la presenza delle terre rare pesanti con concentrazioni 100 volte circa superiori rispetto a quanto si trova nelle normali concentrazioni nella crosta continentale superiore. Questa scoperta offre buone speranze per estrarre dal caolino buone quantità da questi minerali essenziali allo sviluppo delle tecnologie nuove .




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mercoledì 19 dicembre 2018

Fatturato e ordinativi dell’industria a Ottobre 2018




A ottobre si stima che il fatturato dell’industria diminuisca in termini congiunturali dello 0,5%, dopo la variazione nulla del mese precedente; nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo cresce comunque dello 0,3% sui tre mesi precedenti.


Gli ordinativi registrano una lieve diminuzione congiunturale (-0,3%); anche in questo caso nella media degli ultimi tre mesi si registra un contenuto aumento (+0,5%) sui tre mesi precedenti.

La dinamica congiunturale del fatturato riflette la flessione sia del mercato interno (-0,7%) sia di quello estero (-0,2%). Anche per gli ordinativi la riduzione congiunturale è dovuta a cali, in questo caso di pari entità (-0,3%), delle commesse provenienti da entrambi i mercati.

Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a ottobre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali per i beni di consumo (+1,4%) e per l’energia (+1,6%); la maggiore contrazione si rileva per i beni strumentali (-3,5%).

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 23 contro i 22 di ottobre 2017), il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 2,0%, con incrementi dell’1,7% sul mercato interno e del 2,7% su quello estero. 

Con riferimento al comparto manufatturiero, il settore del coke e dei prodotti petroliferi raffinati registra la crescita tendenziale più rilevante (+15,5%), mentre il comparto dei mezzi di trasporto mostra la flessione maggiore (-11,5%). 

L’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento tendenziale del 2,0%, dovuto all’incremento dell’1,2% per il mercato interno e del 3,0% per il mercato estero. La maggiore crescita tendenziale si registra nell’industria chimica (+7,9%), mentre la diminuzione più marcata si rileva nel comparto dei mezzi di trasporto (-5,1%).

Comunicato Istat




nostri grafici con i dati forniti dall'Istat.


Fatturato




Ordinativi








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martedì 18 dicembre 2018

Il mercato dell'auto perde colpi in Europa a novembre -8,1%. Bene le elettriche e ibride



Così come già osservato per l’Italia, anche in Europa il mercato dell’auto non accenna a frenare il trend negativo delle vendite, iniziato nel mese di settembre scorso.

Nell’Europa dei 28+EFTA, infatti, le immatricolazioni di autovetture nuove nel mese di novembre, secondo quanto diffuso oggi dall’ACEA, l’Associazione dei Costruttori Europei, sono state 1.158.300, in calo dell’8,1% rispetto alle 1.259.793 archiviate nel novembre 2017. Per gli 11 mesi, invece, il risultato resta sostanzialmente stabile rispetto al periodo gennaio-novembre 2017 quando si immatricolarono 14.492.319 vetture: il 2018, infatti, fin qui totalizza 14.585.417 vendite di auto, +0,6%.  

Dal dettaglio per Paese, si nota una generalizzata flessione delle vendite rispetto a novembre dello scorso anno; tra i 5 Major Markets, 
calo a doppia cifra per la Spagna (-12,6%)
segno negativo per la Germania (-9,9%)
l’Italia (-6,3%)
la Francia (-4,7%)
il Regno Unito (-3,0%). 
Persiste, seppur in lento recupero, l’influenza dell’entrata in vigore della nuova norma WLTP e delle difficoltà di approvvigionamento di prodotto da parte di alcune Case costruttrici.

 “Così come altre Associazioni della filiera – commenta Romano Valente, Direttore Generale dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – siamo preoccupati per le conseguenze che provvedimenti “malus” potrebbero avere sul mercato dell’auto nel 2019”. “L’UNRAE, auspica – prosegue Valente - che la politica nazionale sia indirizzata verso una mobilità a basse emissioni, sostenendo – non secondariamente - anche l’infrastrutturazione”. “Provvedimenti come quello in discussione nelle sedi parlamentari, nonché quelli saltuari come le domeniche ecologiche programmate a Roma che interdicono alla circolazione i diesel di ultima generazione e consentono la libera circolazione in deroga di veicoli con oltre 20 anni di età – conclude il Direttore Generale - non possono considerarsi sostenuti da finalità ambientali.”


Germania – Anche novembre segna un risultato negativo: 272.674 auto vendute e -9,9%
Il mercato delle autovetture nuove in Germania si attesta sulle 272.674 unità, segnando una flessione del 9,9% rispetto alle 302.636 immatricolazioni di novembre 2017. Il cumulato del gennaio-novembre, quindi, cumula poco meno di 3.200.000 di unità (3.198.720) che significano un aumento dello 0,4% rispetto alle 3.187.312 dello stesso periodo del 2017. Analizzando il dettaglio delle vendite per alimentazione, si evince che circa il 60,0% del mercato auto è rappresentato dalle vendite di veicoli a benzina, nonostante il calo del 12,5% registrato nel mese di novembre (il cumulato degli 11 mesi, invece, fa registrare una quota del 62,6%). In territorio negativo anche gli acquisti di auto diesel (-10%) che nel mercato complessivo rappresentano il 34% delle vendite nel mese e il 32,1% nel cumulato. In controtendenza le immatricolazioni di auto ibride, che crescono del 34,7% e rappresentano il 4,3% delle vendite di novembre. Ottima anche la performance delle elettriche che aumentano i propri volumi di oltre il 40%, raggiungendo una quota dell’1,6% a novembre (1,0% di rappresentatività negli 11 mesi).

Regno Unito – Incertezza e ritardi fanno calare il mercato dell’auto anche a novembre -3,0%
Nel Regno Unito l’incertezza economica, i ritardi dovuti all’approvvigionamento a causa delle nuove normative WLTP e il calo della fiducia dei consumatori porta le immatricolazioni di auto nuove a calare ancora: nel mese di novembre, infatti, si sono registrate 158.639 vendite, in flessione del 3,0% rispetto alle 163.541 del novembre 2017. Questo risultato porta il cumulato degli 11 mesi 2018 a 2.223.058 unità, che significano un calo del 6,9% a fronte delle 2.388.144 registrate lo scorso anno. Sul fronte delle alimentazioni, da segnalare nel mese l’aumento delle immatricolazioni di veicoli a benzina (+3,5%) e delle alimentazioni a basso impatto ambientale (+24,6%) a scapito delle vendite delle autovetture diesel che perdono il 16,7% dei volumi e 5,4 punti di quota (ora al 32,4%). Da un’analisi per canale, invece, emerge un unico incremento, che ha riguardato il canale delle società (+8,6%) grazie alle 4.853 unità. Calano, invece, gli acquisti delle famiglie (-6,4%) con 69.355 vendite di nuovi veicoli e una quota che ora si attesta al 43,7% del totale mercato; resta sostanzialmente stabile (-0,7%) il noleggio che archivia 84.431 immatricolazioni.

 Francia – Ancora in flessione il mercato dell’auto francese: novembre perde il 4,7% dei volumi
Anche in Francia il mercato dell’auto nuova chiude con un risultato negativo il mese di novembre. Con 171.611 immatricolazioni, infatti, si registra una contrazione dei volumi del 4,7% rispetto alle 180.005 dello scorso anno. Il periodo gennaio-novembre, chiude quindi con 2.008.091 vendite, a fronte delle 1.917.376 dello stesso periodo 2017. Prosegue il trend che vede segni positivi per tutte le alimentazioni ad eccezione delle motorizzazioni a gasolio, che registrano una flessione del 13,7% e 785.598 immatricolazioni, passando da una quota del 47,5% degli 11 mesi 2017 al 39,1% del periodo gennaio-novembre 2018. Risultati a doppia cifra, invece, per la benzina che guadagna oltre 7 punti percentuali rispetto allo scorso anno attestandosi al 54,6% di quota con 1.095.960 veicoli. Ottimi risultati anche per le ibride, che crescono del 32,8%, al 4,8% di quota e per le elettriche che registrano un incremento del 20,0% grazie alle 26.625 unità immatricolate nei primi 11 mesi.

Spagna – Calo a doppia cifra delle vendite di auto a novembre: -12,6% 
Le immatricolazioni di autovetture nuove in Spagna a novembre hanno subito una flessione del 12,6%, avendo registrato 91.063 unità contro le 104.170 di novembre 2017. A un mese dalla chiusura dell’anno, il mercato spagnolo cumula 1.222.147 vendite, con un saldo ancora positivo rispetto allo scorso anno (+8,0%) quando si immatricolarono 1.131.988 veicoli. Le cause di questa flessione vanno ricercate prevalentemente nell’accelerazione delle vendite dei mesi estivi, prima dell’entrata in vigore della nuova normativa sulle emissioni WLTP e nell’incertezza sullo sviluppo del settore e dell’economia nei prossimi mesi che stanno ritardando l’acquisto dell’auto. Resta generalizzata la flessione, che a novembre ha visto un importante calo del noleggio (-28,4%) e dei privati, che perdono il 10,6% delle vendite rispetto a novembre 2017. In calo anche le società che registrano un decremento del 12,3%. Nel mese di novembre, infine, aumenta al 61,3% la quota della benzina, in flessione al 30,5% quella del diesel e all’8,2% la rappresentatività delle vetture ibride ed elettriche.

Dai comunicati ACEA e UNRAE





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lunedì 17 dicembre 2018

I consumi petroliferi novembre 2018 a +4,3%



Stando ai dati provvisori della rilevazione MISE odierna si rileva quanto segue:

MESE DI NOVEMBRE 2018

I consumi petroliferi italiani sono ammontati a 5,1 milioni di tonnellate, con un incremento pari al 4,3% (+209.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2017.

I consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio), a parità di giorni lavorativi, sono risultati pari a circa 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 2,0 milioni di gasolio, con un incremento del 4,4% (+106.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2017. Nel confronto occorre però tenere conto che nel 2018 è stato ampliato il campione della rilevazione.

In particolare:
la benzina totale ha mostrato un incremento del 2,5% (+14.000 tonnellate) con un aumento della benzina venduta sulla rete del 2,6% rispetto a novembre 2017;

il gasolio autotrazione evidenzia un incremento del 4,9% (+92.000 tonnellate) con un incremento del gasolio venduto sulla rete del 5,4% rispetto a novembre 2017.

Da segnalare la performance positiva dei bitumi (+25,7%) che, a partire dall’inizio dell’estate, hanno invertito un trend che era stato per lungo tempo negativo.

Si ricorda che nel mese di novembre le immatricolazioni di autovetture nuove hanno subito un calo del 6,1%. Quelle diesel hanno rappresentato il 44,8% del totale (era il 56,1% a novembre 2017), mentre quelle a benzina il 41,1% (era il 30,3% a novembre 2017).

Quanto alle altre alimentazioni, nel mese considerato il peso del Gpl è stato del 7,1%, quello delle ibride del 5,4%, quello del metano dell’1,3% e le elettriche dello 0,3%.


PRIMI UNDICI MESI 2018

I consumi petroliferi italiani sono stati pari a 55,8 milioni di tonnellate, con un incremento del 3,8% (+2.046.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2017
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I consumi di carburanti autotrazione (benzina + gasolio), sono stati pari a circa 28,8 milioni di tonnellate, con un incremento del 3,1% (+853.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2017. Tali dati sono ancora provvisori essendo consolidati solo i primi otto mesi dell’anno.

In particolare:
la benzina totale nel periodo considerato ha mostrato una lievissima crescita dello 0,2% (+11.000 tonnellate) con un aumento della benzina venduta sulla rete dello 0,4% ;
il gasolio autotrazione totale segna un aumento del 4,0% (+842.000 tonnellate) con un incremento del gasolio venduto sulla rete del +3,2%.
Da segnalare il trend in continua crescita del carboturbo (jet fuel) che, rispetto allo stesso periodo del 2017, cresce del 7,5% (circa 300.000 tonnellate in più).

Si ricorda che nei primi undici mesi le immatricolazioni di autovetture nuove sono risultate in calo del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2017, con quelle diesel a coprire il 51,6% del totale (era il 56,4% nei primi undici mesi del 2017) e quelle a benzina il 35,1%.

Le auto ibride hanno coperto il 4,5% delle nuove immatricolazioni, quelle alimentate a GPL il 6,5%, quelle a metano il 2,0% e le elettriche lo 0,3%.

Comunicato stampa Unione Petrolifera




I nostri grafici 


Qui di seguito sono i nostri grafici preparati grazie ai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico riguardanti il consumo di petrolio. Dedicheremo a parte un post sul consumo dei carburanti nei prossimo giorni.

Il petrolio

Il grafico dei consumi di petrolio per anno solare. Il consumo del mese appena trascorso ha una buona crescita del 4,3% rispetto allo stesso mese del 2017 per cui si colloca al quintultimo posto tra quelli degli ultimi 13 anni presi in considerazione . Nei primi 11 mesi dell'anno l'incremento del consumo è del 3,8%.


Il grafico dei consumi con i mesi in sequenza dal Gennaio 2006. La curva rivela una tendenza ad una leggera crescita dgli ultimi mesi.

Il grafico seguente è relativo ai consumi sommando i 12 mesi precedenti al mese di riferimento partendo dal dicembre 2006. Dopo una risalita partita all'inizio del 2015 si nota una transitoria stasi, una fase di decrescita e una successiva risalita dei consumi dal 2018.

Il grafico delle percentuali mese su mese dell'anno precedente dal Gennaio 2006. Altalenante dalla metà del 2016 quasi sempre positiva in tutto il 2018.





Prossimamente con i grafici il consumo dei carburanti con un post dedicato.



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