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venerdì 10 gennaio 2020

La domanda di energia secondo il preconsultivo 2019


Dal Preconsuntivo petrolifero 2019 pubblicato dall'Unione Petrolifera si rileva che nel 2019 la domanda di energia torna a flettere, rallentano tutte le fonti ad eccezione del gas. La fattura energetica cala di oltre 3 miliardi di euro (-7,4%)

Nel 2019 i consumi complessivi di energia si stimano pari a 161 MTep, con una riduzione dell’1,2% rispetto al 2018, anno, fra i pochi del decennio, in cui si era rilevato un recupero.

Contrazione da attribuire non solo a cause di natura climatica - temperature più miti rispetto allo scorso anno - ma soprattutto al contesto economico in stagnazione che ha rallentato le attività industriali, in particolare di quelle energy intensive. Nel 2019 il Pil è stimato in lieve aumento dello 0,1-0,2% a fronte dell’1,7% del 2017 e dello 0,8% del 2018.

Il gas, unica fonte in crescita con un aumento di circa il 4%, si conferma la prima fonte di energia del Paese con un peso del 38,5%, sostenuto sostanzialmente dal recupero della produzione termoelettrica dovuto alla contrazione delle importazioni nette di energia elettrica (-13,9%), che hanno risentito dell’indisponibilità del nucleare in Francia (da cui l’Italia dipende per oltre il 33% del proprio fabbisogno), e alla maggiore competitività degli impianti a ciclo combinato a gas rispetto ai solidi.

In forte calo i combustibili solidi (-30%) quale conseguenza dello svantaggio competitivo degli  impianti a carbone legato ai prezzi della CO2, che dagli 8 euro/tonnellata di inizio anno sono saliti fino ai 28 di luglio.

Le rinnovabili, dopo il rimbalzo del 2018, fanno rilevare un sostanziale stallo in quanto la frenata dell’idroelettrica dovuta alla minore piovosità (-8%) è stata compensata dall’incremento di fotovoltaico (+9,5%) ed eolico (+12,6%).
Scendono, anche se marginalmente, la geotermica (-0,6%) e le biomasse (-0,5%). Il peso delle rinnovabili sul totale della domanda si conferma superiore al 17%, di cui il 75% utilizzato nella produzione elettrica. 

Il petrolio si conferma la seconda fonte con un peso di poco superiore al 36% e un totale di 58,2 MTep, in contrazione dello 0,7% rispetto al 2018, dovuto sostanzialmente alla minore richiesta del fabbisogno netto della petrolchimica. 
(*) Stime per l’intero anno 2019 su 9 mesi provvisori. Variazioni calcolate su milioni.
FONTE: UP su dati ISTAT

La flessione delle quotazioni delle diverse fonti di energia, nonché il calo dei consumi, hanno comportato per il 2019 una fattura energetica stimata sui 39,6 miliardi di euro, con un riduzione di circa 3,2 miliardi di euro rispetto al 2018 (-7,4%). Valore inferiore di oltre 25 miliardi di euro rispetto al picco del 2012 (-39%). 

Alla riduzione del 2019 hanno contribuito principalmente il gas (-1,7 miliardi), l’energia elettrica (-640 milioni), il carbone (-470 milioni), la fonte petrolifera (-260 milioni di euro) e marginalmente le biomasse (-90 milioni).

Dal Preconsuntivo petrolifero 2019 dell'Unione Petrolifera 


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