Nel mese di maggio 2012 l'energia elettrica richiesta in Italia, pari a 25,9 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 4,1% rispetto a maggio dello scorso anno.
Depurata da un modesto effetto della temperatura, la variazione della domanda elettrica di maggio 2012 diventa -4,0%. Con una temperatura media mensile pressoché invariata rispetto a maggio dell'anno scorso, si è infatti avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (22).
I 25,9 miliardi di kWh richiesti nel mese di maggio 2012 sono distribuiti per il 47% al Nord, per il 29% al Centro e per il 24% al Sud.
A livello territoriale, la variazione della domanda si è articolata in maniera differenziata sul territorio nazionale: -4,7% al Nord, -2,4% al Centro, -4,1% al Sud.
Nel mese di maggio 2012 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 87,3% con produzione nazionale e per la quota restante (12,7%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero.
In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è diminuita del 3,8% rispetto a maggio 2011.
Sono in crescita le fonti di produzione
idroelettrica (+15,9%),
eolica (+39,2%) e
fotovoltaica (+231,1%).
In flessione le fonti
termica (-18,5%) e
geotermica (-3,5%).
Nei primi cinque mesi del 2012, la domanda di energia elettrica in Italia è risultata in calo del 3,2% rispetto ai valori del corrispondente periodo dell'anno precedente; a parità di calendario il valore è -3,9%.
In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di maggio 2012 rispetto al mese precedente è stata pari a +0,6%. Il profilo del trend mantiene un andamento negativo.
Depurata da un modesto effetto della temperatura, la variazione della domanda elettrica di maggio 2012 diventa -4,0%. Con una temperatura media mensile pressoché invariata rispetto a maggio dell'anno scorso, si è infatti avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (22).
I 25,9 miliardi di kWh richiesti nel mese di maggio 2012 sono distribuiti per il 47% al Nord, per il 29% al Centro e per il 24% al Sud.
A livello territoriale, la variazione della domanda si è articolata in maniera differenziata sul territorio nazionale: -4,7% al Nord, -2,4% al Centro, -4,1% al Sud.
Nel mese di maggio 2012 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 87,3% con produzione nazionale e per la quota restante (12,7%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero.
In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è diminuita del 3,8% rispetto a maggio 2011.
Sono in crescita le fonti di produzione
idroelettrica (+15,9%),
eolica (+39,2%) e
fotovoltaica (+231,1%).
In flessione le fonti
termica (-18,5%) e
geotermica (-3,5%).
Nei primi cinque mesi del 2012, la domanda di energia elettrica in Italia è risultata in calo del 3,2% rispetto ai valori del corrispondente periodo dell'anno precedente; a parità di calendario il valore è -3,9%.
In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di maggio 2012 rispetto al mese precedente è stata pari a +0,6%. Il profilo del trend mantiene un andamento negativo.
Dal comunicato stampa di Terna, Roma, 7 giugno 2012
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Qui di seguito un nostro grafico che riassume l'andamento dei consumi elettrici mensili italiani a partire dal gennaio 2006.
Un altro grafico che raggruppa i consumi per anno solare.
Riassumendo (senza commentare, per amor di Patria): Maggio -4,1, -6,2 ad Aprile, -5,2% a Marzo, +2,2% a Febbraio, -2,6% a Gennaio.
Senza dimenticare la demotorizzazione in Italia, - 14,3 a Maggio le immatricolazioni di auto nuove.
Prossimamente vedremo i grafici relativi all'evoluzione della produzione di energia elettrica da rinnovabili, almeno questo con segni positivi importanti specialmente nella produzione da fotovoltaico, eolico e idroelettrica.
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1 commento:
Se penso che il precedente governo puntava alla produzione di energia elettrica con il nucleare, che follia.
Oggi abbiamo aziende come Enel che si lamentano del fatto che la produzione stia scendendo e mette in discussione i propri impianti che se non generano un certo numero di Mega Watt non sono remunerativi (vedi grafico di borsa, gli azionisti lo sanno bene).
Meno male che il referendum li ha bloccati, abbasso il nucleare!!
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