Ieri abbiamo letto un articolo su un quotidiano online su possibili incentivi dedicati all'acquisto di auto elettriche, forse nel 2013. Forse.
L'auspicio viene dall'onorevole Agostino Ghiglia del Pdl, firmatario di uno dei due disegni di legge, l'altro disegno è quello di Andrea Lulli, del Pd, confluiti nella proposta bipartisan che da mesi giace alla Camera in qualche recondito cassetto, insieme ai decreti attuativi della nostra legge sulla Conversione/Retrofit che permetterebbero (finalmente!!) di mettere in pratica con un regolamento semplice ciò che predichiamo da anni: trasformare le auto tradizionali in auto elettriche
Sicuramente accoglieremo con favore gli incentivi per le auto elettriche anche se inseriti in un contesto nel quale l'industria automobilistica italiana, elettrica, è diventata marginale. Resa marginale dall'assoluta indifferenza dei legislatori se non addirittura osteggia per interessi miopi e subordinati a contesti industriali vecchi quanto potenti.
Quando arriveranno gli incentivi, essi andranno direttamente nelle tasche dei costruttori giapponesi, francesi, con qualche rara eccezione per i tedeschi e cinesi. Incentivi per le auto elettriche italiane: zero. L'industria italiana sarà stata marginalizzata ancora di più.
Se i legislatori hanno ancora un barlume di volontà di operare a favore della produzione nazionale per creare posti di lavoro per far rimanere in Italia euro utili per contribuire a sanare i bilanci nazionali dovrebbero impegnarsi di più e meglio per legiferare per far crescere una nicchia che diventerà (se compresa fino,in fondo) fonte di crescita, sviluppo basata sulla tecnologia innovativa. 'Crescita, sviluppo, tecnologia innovativa' termini sfruttati molto nei comizi ma per niente messi in pratica dai 'politici'.
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