Nel mese di gennaio 2011 l'energia elettrica richiesta in Italia, pari a 27,8 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione dello 0,6% rispetto a gennaio dello scorso anno.
Depurata dall'effetto del calendario – nel primo mese del 2011 si è contato un giorno lavorativo in più (20 vs 19) - e a parità di temperatura media, pressoché in linea con quella di gennaio dello scorso anno, la variazione della domanda di gennaio 2011 diventa -1,2%.
Nel mese di gennaio 2011 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 86% con produzione nazionale e per la quota restante (14%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (24,2 miliardi di kWh) si è ridotta di un 3,5% rispetto a gennaio 2010. Sono in crescita le fonti di produzione geotermica (+5,8%) e fotovoltaica (+115,9%). In flessione le fonti idroelettrica (-3,6%), termoelettrica (-2,6%°) ed eolica (-37,5%).
A livello territoriale, la variazione della domanda si è articolata in maniera differenziata sul territorio nazionale: -0,8% al Nord, -1% al Centro, e +0,1% al Sud.
I 27,8 miliardi di kWh richiesti nel mese di riferimento sono distribuiti per il 45,6% al Nord, per il 28,6% al Centro e per il 25,8% al Sud.
In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di gennaio 2011 ha fatto registrare un -2,4% rispetto al mese precedente. Il profilo del trend rimane tuttavia stazionario.
L'analisi dettagliata dei consumi elettrici mensili provvisori del 2010 e del 2011, è disponibile nella pubblicazione “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, consultabile alla voce “Sistema elettrico – Dispacciamento – Dati esercizio” del sito www.terna.it.
Roma, 8 febbraio 2011 – Comunicati Stampa
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Qui di seguito un nostro grafico che riassume l'andamento dei consumi elettrici mensili italiani a partire dal gennaio 2006.
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Un altro grafico che raggruppa i consumi durante l'anno solare.
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Come è possibile rilevare meglio da questi due grafici riportati sopra sembra che nel gennaio 2011 il consumo sia stato superiore sia al corrispondente mese di 2010 (27,4 miliardi di kWh) che del 2009 (27,3 miliardi di kWh) a differenza di quanto affermato dal comunicato stampa (i dati sono stati presi dai vecchi comunicati stampa, possiamo avere sbagliato noi?).
Leggere anche:
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A cosa si deve il calo dell'energia eolica?
RispondiEliminaMi sa alla scarsa infrastrutturazione delle linee A.T.
RispondiEliminaNon riescono a ricevere quanto prodotto.
Preoccupante è il consumo del agricolo per il fotovoltaico.
Coltivare non è redditizio.
I costi unitari di produzione sono sempre più alti, i sussidi sempre quelli, tutti si danno al fotovoltaico.
Di questo passo come lo faremo il pane ?
Il crollo è ancora più evidente se confrontato ai dati di dicembre. Domani metto sul blog il grafico sugli ultimi due anni.
RispondiEliminaIn effetti, Silvano, è preoccupante l'uso del terreno agricolo ai fini produttivi energia col FV, ma qualche volta FV e coltivazione possono convivere. Non sempre, però.
Per la produzione dell'eolico:
RispondiEliminac'è stato semplicemente meno vento. Non cambiano le priorità di dispacciamento imposte dalla AEEG al gestore della rete trasmissiva di mese in mese: tutte le rinnovabili intermittenti hanno sempre priorità massima; se il consumo istantaneo non è abbastanza alto, si modula o si spegne un generatore delle turbogas a metano o si interrompe la produzione di qualche idroelettrico a bacino. Se la produzione elettrica da rinnovabili di sole e vento non avesse queste spiacevoli caratteristiche di intermittenza e impredicibilità, non saremmo qui a disperarci per le incertezze energetiche del futuro.
Per i mq rubati al mais:
con la corposa diminuzione degli incentivi in seguito all'introduzione del Conto Energia 2011 la questione verrà riportata gradualmente alla normalità, ossia gli agricoltori opteranno per il FV solo se i terreni sono veramente improduttivi. Per quanto mi riguarda poi, le terre dedicate alle coltivazioni sono a loro volta state rubate ai boschi e ai loro abitanti naturali già alcuni secoli fa sempre per soddisfare i ns inefficienti bisogni, per cui non ci vedo questo scandalo.
Ricordate questo numero: il 78% delle terre agricole della Pianura Padana sono destinate alla coltivazione di mangimi vegetali da vendere agli allevatori di bovini e suini. Se ognuno di noi mangiasse il 50% di latte e carne in meno, si potrebbero liberare circa 10.000kmq per altri usi che non siano il mais e il fieno per le mucche.
Quoto Defcon1970.
RispondiEliminaCiò che dice è puro vangelo.