Krishnan Bhaskaran, laureato con lode alla Sheffield University in Matematica nel 1999, dall'ottobre 2010 ha guadagnato il dottorato presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM) per un progetto di ricerca sui fattori di rischio ambientale per le malattie cardiache. Insegna Epidemiologia estesa, Metodi statistici per l'epidemiologia (PMI) e Metodi Statistici Avanzati d'Edemiologia (ASME) ed è direttore del Corso Breve di Farmacoepidemiologia pratica. Insegna anche le statistiche di base del corso di laurea in medicina UCL. Attualmente è coinvolto in due principali aree di ricerca. Ricerca in cui vi è associazione tra fattori ambientali (temperatura esterna, livelli di inquinamento)e rischio di attacchi cardiaci utilizzando i dati MINAP, l'audit nazionale britannica di ricoveri ospedalieri infarto miocardico. L'altra aerea comprende gli studi farmacoepidemiologici sugli effetti indesiderati dei trattamenti farmacologici, con particolare enfasi su risultati a lungo termine del cancro.
Una recente ricerca, condotta da Krishnan Bhaskaran presso la LSHTM lega in modo inconfutabile i problemi cardiovascolari al rischio d'infarto a causa dell'inquinamento da traffico. In particolare l'esposizione allo smog avrebbe un impatto immediato sulla salute, accelerando il verificarsi di un infarto nei soggetto a rischio, già entro le prime sei ore dall'esposizione allo smog. Il rischio infarto nelle prime sei ore è più alto ed è quando si registra sulla carta il picco di casi soprattutto perché l'inquinamento va a colpire i soggetti più deboli, già di per se' a rischio cardiovascolare e respiratorio.
Dati OMS dicono che solo nelle città della pianura padana il numero di morti da smog potrebbe superare i 7000 l'anno. Inoltre sempre per l'OMS ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per esposizione al particolato.
L'impatto dello smog sulla salute si traduce in morti premature, malattie croniche e acute, diminuzione dell'aspettativa di vita e della capacita' produttiva, migliaia di ricoveri ospedalieri.
E' provato che lo smog uccide.
Solo nelle grandi città italiane ci sono circa 9000 morti attribuiti alle polveri sottili e all'ozono. Si tratta di decessi precoci che potevano essere evitati in assenza di condizioni di inquinamento atmosferico, che quindi in un certo senso accelera il decorso di malattie cardiache e respiratorie.
E' provato che lo smog uccide.
Solo nelle grandi città italiane ci sono circa 9000 morti attribuiti alle polveri sottili e all'ozono. Si tratta di decessi precoci che potevano essere evitati in assenza di condizioni di inquinamento atmosferico, che quindi in un certo senso accelera il decorso di malattie cardiache e respiratorie.
Fonti, ansa e altre
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