martedì 31 maggio 2011

Nucleare? I tedeschi dicono: Auf Wiedersehen!

"Dobbiamo seguire una nuova strada. Vogliamo che l'elettricità del futuro sia sicura, affidabile ed economicamente sostenibile. Le forniture energetiche in Germania hanno bisogno di una nuova architettura".

Parole inequivocabili che segnano la fine del nucleare in Germania le ha pronunciate la cancelliera Angela Merkel, non un personaggio qualunque nato negli stanzini politico-affaristi di certi paesi da spogliare.   Angela ha nella sua biografia un particolare che rende credibile la scelta del suo governo. Studiò all'Istituto Centrale per la Chimica Fisica dell'Accademia delle Scienze a Berlino-Adlershof (dal 1978 al 1990). Conseguito il dottorato con una tesi dottorale sulla chimica quantistica, continuò ad operare nella ricerca. 

 La chiusura del nucleare seguirà delle scadenza ben precise, definitive.

Otto dei 17 reattori tedeschi, già scollegati dopo la catastrofe di Fukushima dalla rete di produzione di energia elettrica, non saranno più riattivati,  la decisione è "irrevocabile".

 Tra dieci anni, nel 2022, l'ultimo dei 17 reattori atomici tedeschi sarà spento.

L'ultimo reattore sarà spento entro il 2021, tra appena dieci anni. Dal 2021 al 2022 tre reattori saranno tenuti in standby, pronti all’uso, in caso di rischio di blackout. Alla fine sarà tenuto in stand-by come riserva un solo reattore, ma solo per la produzione di energia in caso di emergenze e per evitare blackout.

Gli esperti hanno calcolato in 40 miliardi di euro i costi dell'addio al nucleare. Il mantenimento della tassa sull'energia atomica pagata dai produttori di energia aiuterà a finanziare la spesa.

 Tra il 2020 e il 2030 il governo vuole che le energie rinnovabili passino a coprire almeno tra il 70 e l’80 per cento del totale del fabbisogno d'energia della prima potenza economica europea.

 E l'Italia?

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3 commenti:

  1. in Italia al momento facciamo un'enorme fatica a proporre soluzioni vacca miseria. Ci chiudono le porte in faccia, persino i comuni e non parlo del meridione. Abbiamo un sacco di soluzioni e l'unico che al limite ci ascolta è Terna, che ci suggerisce comunque di passare attraverso le competenze territoriali, è una delusione continua, tra comune, provincia e regione si rimpallano i progetti e il bello E' CHE NON CI CAPISCONO UN TUBO. pensa che in Bulgaria ci abbiamo messo solo 3 mesi per le autorizzazioni lagalissime e per accontentate anche chi poneva il quesito dell'impatto ambientale, IN BULGARIA!!!

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