domenica 18 marzo 2018

Il filocarro in Commissione Europea

Questo è il discorso che in Commissione Europea ha fatto Dario Tamburrano riguardo la tecnologia del filocaro. Argomentato più volte trattato anche in questo Blog e recentemente condiviso nei progetti dell' AD di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini (leggere qui).


"Signor Commissario,
Oggi vorrei osare e andare un pizzico out of the box, un po’ avanti e po’ indietro nel tempo.

Quasi 80 anni fa in Europa operava già una soluzione di trasporto merci senza emissioni, alimentata ad energia rinnovabile.

Gli italiani nel 1938 avevano difficoltà di approvvigionamento di combustibili e svilupparono pertanto una filovia che trasportava materiali grazie a dei filocarri elettrici modificati (trolley trucks) di derivazione Fiat. La Filovia dello Stelvio raggiunse gli ottanta chilometri di estensione. Era alimentata ad energia idroelettrica.

Venne dismessa nel 1956.

Oggi il governo svedese, Siemens e Volvo Scania stanno sperimentando da anni tale soluzione. I risultati sono ottimi, i progressi tecnologici hanno migliorato l’affidabilità del sistema rendendo possibile il trasporto merci elettrico a lunga distanza altrimenti difficile con il solo accumulo elettrochimico.

I costi di realizzazione al km sono relativamente contenuti e recuperabili con l’esercizio grazie all’efficienza della trazione elettrica.
è possibile una logistica flessibile senza soluzioni di continuità verso i centri urbani raggiungibili muovendosi fuori dalle linee elettrificate: per brevi percorsi con l’energia accumulata in batterie durante i tragitti autostradali, con generatori elettrici di bordo o con classici motori endotermici alimentati a combustibili alternativi.

È un’innovazione che non stravolge gli equilibri occupazionali di guidatori e compagnie di trasporto.

Il Parlamento europeo già si espresse nel giugno 2016 a favore dei trolley trucks nella relazione sui progressi nel campo delle energie rinnovabili.

Servono ora visione e coordinazione a livello UE, fondi per avviare le infrastrutture sperimentali e il rinnovo graduale del parco truck, per le necessarie economie di scala ed evitare colli di bottiglia ai confini.

Una soluzione che non esclude le altre lodevoli iniziative programmate e già in campo, tutte possono coesistere per un nuovo modello di mobilità integrata, senza emissioni né dipendenze geopolitiche.

Queste sono le grandi opere che vorremmo lasciare alle generazioni che arriveranno"





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