sabato 11 maggio 2013

Produzione industriale - 5,2%

Con la pubblicazione di un comunicato stampo nel proprio sito web e dai dati Istat rileviamo che "a marzo 2013 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,8% rispetto a febbraio. Nella media del trimestre gennaio-marzo l'indice ha registrato una flessione dello 0,4% rispetto al trimestre precedente.

Corretto per gli effetti di calendario, a marzo 2013, l'indice è diminuito del 5,2% in termini tendenziali (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di marzo 2012). Nella media del primo trimestre dell'anno la produzione è scesa del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a marzo 2013, una crescita tendenziale per il solo comparto dell'energia (+2,2%); significative flessioni si rilevano, invece, per i raggruppamenti dei beni strumentali (-8,0%), dei beni intermedi (-6,5%) e dei beni di consumo (-4,5%).

Nel confronto tendenziale, a marzo 2013, i settori in crescita sono quelli della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+6,3%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,4%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,8%).

Il settore che, in termini tendenziali, registra in marzo la più ampia variazione negativa è quello dell'attività estrattiva (-16,0%)."



Qui di seguito abbiamo preparato un grafico con i dati diffusi nel sito Istat.

Indice della produzione industriale: dati destagionalizzati, corretti per gli effetti di calendario (base 2010=100).

Un'altra picchiata già verso il suolo, come del resto gli altri indicatori che controlliamo periodicamente, si vedano:

- Scende ancora il consumo di gas in Italia ad aprile
- Consumo di energia elettrica - 1,8%
- Crollo sincrono del mercato dell'auto in Italia -10,8% e Francia -5,2%

Altri indicatori nei prossimi giorni.



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2 commenti:

  1. Ieri (11 maggio 2013) un "esperto" (per me dice sempre grandi scemate) di Autoblog, il sig. Claudio Nobis, citava che la mancata vendita di auto dalla parte della FIAT era imputabile alle rivendicazioni sindacali, dimenticandosi bellamente che la produzione e la vendita sono due cose diversissime.

    Insomma adesso cercano tutte le scuse possibili pur di non ammettere la crisi e il fattore che il mercato dell'auto è saturo.

    Scuse tutte scuse per non ammettere che la crisi si aggrava sempre di più e vedrai che la useranno per spiegare anche le crisi di altri comparti.

    Ciao

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  2. Direi anzi che il settore automotive è davvero fortunato; vende tecnologia vecchia di un secolo ad una platea vastissima che solo da un paio d'anni ha subito un leggero calo.
    Non mi trovano d'accordo pensieri che vedono l'auto come morta o in profonda crisi il mercato relativo, perché non è solo quanto vendi è anche cosa pensa la gente di ciò che vendi; in Italia si venderanno quest'anno quasi un milione e mezzo di auto, in un paese che si dichiara in crisi più del 2% del totale abitanti cambierà auto,
    Se consideriamo il 'netto' (cioè ultra ottantenni, infra diciottenni e chi non ha la patente) i numeri vedono un paese che risparmia ma non cambia mentalità.
    L'auto è e rimane pressoché l'unico mezzo di trasporto riconosciuto 'valido' dagli italiani.
    un saluto.

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