Le auto all-alectric a batteria (BEV) segnano uno stallo preoccupante un po' dappertutto nel mondo a differenza delle auto ibride che incontrano un'interessante crescita nel mercato globale, particolarmente in Giappone dove le auto più vendute sono appunto ibride, seguito dagli US. Sicuramente lo stallo è dovuto soprattutto al prezzo iniziale d'acquisto delle auto elettriche e in seconda battuta dalla percorrenza limitata (limitata?).
I punti che segnano a proprio vantaggio le auto elettriche e in generale i veicoli elettrici sono precisi e netti.
Il primo punto positivo risiede nell'abbattimento degli inquinanti atmosferici locali, in città, poche o nulle polveri sottili, gas di scarico climalteranti, sostanze dannose per la salute umana, per le piante e per i monumenti. Un primo punto che rallegra gli ambientalisti, forse solo gli ambientalisti.
Il secondo aspetto positivo è riconducibile alla razionalizzazione dei consumi dei carburanti favorendo l'introduzione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili adattissima per la trazione elettrica, dal solare, eolico, geotermico e idrico. Anche questo secondo punto rallegra non solo gli ambientalisti ma anche chi è interessato al riequilibrio la spesa energetica nazionale così indifesa nei confronti dei paesi terzi che producono petrolio, gas e carbone.
Terzo elemento positivo per gli ambientalisti, gli economisti, e, finalmente anche il comune cittadino è il portafogli. L'energia elettrica costa di gran lunga meno dei carburanti tradizionali, ma esiste anche un secondo risparmio, poco conosciuto, che viene dalla straordinaria durata dei motori elettrici e dalla quasi assenza di manutenzione al contrario di ciò che avviene con i motori termici.
Tirando le fila del discorso veniamo al dunque. Poniamoci la domanda.
Dove e come sarebbe più ragionevole iniziare l'introduzione dei veicoli elettrici?
La risposta viene da queste brevi considerazioni: alti costi delle batterie, percorrenza limitata (?), mezzi non inquinanti, silenziosi, economici nell'uso e nella manutenzione. Sono straordinariamente adatti quando i percorsi sono ripetitivi, costanti nel tempo, per impieghi professionali, con chilometraggi certi tra gli 80 e i 150 /200 chilometri. Dove e quando abbiamo questi parametri chiusi e costanti? Quando i mezzi sono utilizzati in città per servizi quali il trasporto di persone e cose. Cerco di essere più preciso. Taxi, autobus, navette di servizio, trasporto merci, ultimo miglio dei corrieri, bus turistici da città a uno o due piani aperti, traghetti, vaporetti.
Dopo avere compreso che tutti questi servizi possono essere svolti egregiamente e totalmente dai veicoli elettrici a questo punto è necessario che entri in gioco il legislatore che ha il compito di favorire il loro utilizzo con due azioni convergenti. La prima è incentivante e la seconda è disincentivante. Ovvero, quando il legislatore locale deve dare in appalto un servizio ed indice gare dovrebbe inserire dei punti in percentuale estremamente alti caratterizzando il servizio con i veicoli elettrici, al contrario deve imporre delle penali a chi vuole accaparrarsi quel servizio con mezzi inquinanti e inefficienti (a gasolio, benzina, gas). Esemplare è la gara di assegnazione del servizio di bus turistici a Roma, con un "Bando GranTurismo" che, con una procedura selettiva, assegnerà le autorizzazioni per il servizio di trasporto pubblico di linee gran turismo nel territorio dell'Urbe nel programma di 'Roma capitale', dove sono stati definiti dei punti di percentuale alti per i bus a trazione elettrica. Un buon punto di partenza anche se non è stata sufficientemente considerata l'aspetto della disincentivazione. Altresì auspicabile è la scelta di Parigi la cui amministrazione locale ha 'avvertito' gli operatori locali che non potranno più entrare in città con mezzi equipaggiati con motori a gasolio entro pochi anni.
I mezzi elettrici costituiscono un cambio di paradigma per la mobilità ma per convincere deve essere una mobilità ragionevole e l'utilizzo dei veicoli elettrici deve rientrare in una logica di benefici concreti e non ritornare a logiche anacronistiche, quelle che hanno portato danni irreparabili al pianeta, quelle logiche del profitto, dell'auto di massa invasiva e diffusa, quella logica che i grandi costruttori vogliono imporre di nuovo con l'auto elettrica. Rimoduliamo e e ravviamo il cambio di paradigma con i veicoli elettrici.
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I costi d'acquisto di qualsiasi auto elettrica a listino in Italia non rendono mai economicamente conveniente il loro uso rispetto a pari modelli alimentati a gas, soprattutto a metano: conti alla mano, non si arriva ad un punto di pareggio nel periodo d'uso del pacco batterie. Per le ibride il conteggio è leggermente più favorevole, ma solo con percorrenze estremamente elevate (ma non con tutti i modelli). Le scelte commerciali dei costruttori e la mancanza di incentivi statali adeguati strangolano il settore.
RispondiEliminaCris hai parzialmente ragione, quando parli di auto personale. Il pareggio di bilancio non ce l'hai mai con l'auto personale nè che sia a benzina, diesel, nè a metano, è sempre in perdita. Il mio ragionamento riguardo l'uso dei mezzi elettrici da lavoro e ti assicuro che in questo contesto il veicolo elettrico lo raggiunge, il punto di pareggio o break even point in pochi anni, anche con il cambio di batterie al litio.
RispondiEliminacosti..
RispondiEliminaho colleghi che spendono almeno 3 euro al giorno di benza e 3 di autostrada..ci si avvicina ai 2000 euro l'anno..; manutenzione..quando va bene un 500ino l'anno..bollo e assicurazione, facciamo una cifretta simbolica..500 euro..siamo già a 3000 l'anno solo di costi di gestione..
per 40km al giorno a/r non conviene davvero un'auto elettrica?
un saluto.
stefano
Certo, i costi di gestione e dei consumi sono straordinariamente inferiori.
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