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Il Giappone ha 54 reattori, 21 reattori hanno iniziato a funzionare almeno 30 anni fa e se saranno disattivati i
reattori esistenti vecchi di 40 anni senza sostituirli con nuovi reattori, rimarranno attivi solo 18 reattori alla fine del 2030. Se questi ultimi lavorassero tutti insieme con un tasso operativo del 90% avrebbero una capacità di soli 21 GW, pari al 16 % del volume di potenza annuale di generazione
della nazione.
Con una capacità complessiva di 49 gigawatt, i 54 reattori rappresentato il 26 % del volume annuo di produzione di energia elettrica nell'anno fiscale 2007.
Entro il 2050, tutti i reattori nucleari saranno fuori servizio se non sono previste eccezioni alla modifica di legge annunciata dal ministro dell'Ambiente Goshi Hosono il 6 gennaio u.s..
Le nuove regole spingeranno verso l'eliminazione graduale del nucleare.
Il problema nasce da una drastica decisione presa recentemente dal Governo che taglia in due la questione nucleare come una mannaia, un dispositivo di legge che pone un limite di 40 anni sulla vita operativa dei reattori nucleari
Già nel 2030 si creerà un buco nero della capacità produttiva di energia elettrica del Giappone non si trovano
vie d'uscita con le fonti di energia alternativa e modi per ridurre la domanda .
E quindi?
Il governo dovrà di conseguenza aumentare la produzione di energia utilizzando fonti energetiche rinnovabili e gas naturale e carbone, insieme al contenimento dei consumi di energia elettrica. Però un aumento della produzione di energia termica farebbe salire i costi del carburante e le emissioni di anidride carbonica.
Il vecchio Piano energetico di base del governo aveva chiesto la costruzione di almeno 14 reattori entro il 2030, aumentando la capacità complessiva a 68 GW (49 GW del 2007), pari a circa la metà della produzione di energia annuale. Ma l'incidente alla centrale nucleare a Fukushima 1, causata dal Grande Terremoto e dallo tsunami nel Giappone orientale, ha indotto ad un drastico ripensamento e trasformazioni di questo progetto. Ora sarà difficile riuscire a costruire nuovi reattori di fronte all'opposizione dei residenti locali e ad un pubblico più vasto allarmato per l'incidente.
La nuova normativa prevista è stata progettata per spianare la strada per ridurre la dipendenza del paese dal nucleare che pone il governo nella necessità di riorganizzare un piano energetico di base entro l'estate.
Yoshihiko Noda, il corrente Primo Ministro giapponese, ha dichiarato che si devono smantellare i reattori esistenti quando raggiungono la fine della loro vita, mentre è impossibile costruirne di nuovi ed è parimenti impossibile per ridurre la dipendenza dal nucleare immediatamente a zero. Se il rapporto di produzione di energia termica aumenta sensibilmente, i consumatori potrebbero essere costretti ad affrontare un aumento dei costi del carburante ed ancor più dell'elettricità.
Noda deve trovare una soluzione coerente che copra un certo periodo.
Nel frattempo vuol far riavviare alcuni reattori , 20 o 30 dei 54 reattori forse sono in grado di tornare in rete.
(lo schema in alto viene dall'Asahi Shimbun)
Leggere anche i post relativi alla uscita dal programma nucleare dei belgi, svizzeri, tedeschi, oltre che dell'Italia .
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Il Giappone non dispone di una buona insolazione e hanno un tasso di abitanti/mq altissimo che sconsiglia anche l'eolico. Il geotermico è stra-sfruttato.
RispondiEliminaPossono solo sfruttare le correnti marine e l'eolico in mare come l'Inghilterra.
Possono puntare sul risparmio energetico che fin ora è stato zero. Teniamo conto che il Giappone da tempo e pian-piano trasferisce le industrie all'estero (la maggioranza sono all'estero) mentre mantiene in loco gli uffici.
Possono decidere di "allungare" la vita dei reattori (infatti ci pensano) come fanno in Francia. ma questo vuol dire maggior pericolo!!!
Possono incrementare l'importazione della corrente del Sud-Corea magari investendo in nuove centrali nucleari presso i cugini poveri.
Non la vedo tanto tragica.
Ciao