domenica 20 novembre 2011

Il sole splende, la pioggia non cade su di noi

Ma che colpa abbiamo noi? Cantava Shel Shapiro dei Rokes in una vecchia canzone della metà degli anni 'sessanta'. Un po' di colpa ce l'abbiamo con i cambiamenti climatici dovuti dalle attività umane,  i consumi smodati di petrolio e la pratica suicida del bruciare tutto quel carbonio accumulato dalla natura milioni di anni fa. Bruciato nelle centrali elettriche, nelle stufe, nei motori delle auto. Questa è una colpa, ed è colpa nostra, ancora aggravata dal fatto che, sapendolo, continuiamo a bruciare e scoppiare (letteralmente) con i motori. Ma, senza confondere il clima con la meteorologia (anche se le due cose s'intersecano e si riverberano l'una con l'altra), rileviamo una contingenza dalle parti dell'alta Toscana orientale. L'invaso del Bilancino (nella foto a fianco l'invaso nei bei tempi) che doveva preservare il territorio a valle dai numerosi disastri avvenuti recentemente e nei secoli, millenni passati, dalle alluvioni (tutti ricordiamo quella distruttiva di Firenze 1966), dalla sete degli uomini e dei campi, producendo  anche energia elettrica, adesso sta soffrendo per una emergenza idrica. Un mese ancora poi si dovrà ricorrere alle botti per dissetare Firenze e non solo. Questo è il problema che il quotidiano La Nazione mettendo in luce con il titolo “Un mese, poi le autobotti.  L'invaso ai minimi storici. Publiacqua: vietato sprecare. Non piove: ancora trenta giorni di autonomia. A rischio Chianti e Pistoia ”.

Il bacino artificiale di Bilancino è a secco, l'estate lunghissima e calda ha ritardato l'arrivo dell'autunno e delle sue piogge.  Se non piove, non si riuscirà a mandare l'acqua nelle zone più periferiche che vengono approvvigionate   di solito, come il Chianti e Pistoia. L'autorità di bacino ha rilevato dati per niente rassicuranti: restano 35 milioni di metri cubi d'acqua, quando la media dovrebbe essere 69 milioni.  È il livello più basso dal 2002, quando entrò in funzionamento la diga mugellana, addirittura peggiore dell'estate torrida del 2003. Bilancino copre il fabbisogno di 1 milione di persone.Adesso le falde del Valdarno sono già prosciugate e i fiumi/torrenti come la Pesa e la Greve sono rigagnoli; tutto dipende dall'invaso del Mugello. E' da rilevare però, che quelli della gente comune non sono che il 22% dei consumi totali di acqua in Toscana, il resto è responsabilità dell'agricoltura intensiva, che spesso usa metodi obsoleti, che sprecano, come lo 'spruzzo in aria', dell'industria, per il raffreddamento degli impianti, e degli imbottigliatori di acqua minerale, 'che hanno concessioni pubbliche a prezzi ridicoli'.


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1 commento:

  1. Stessa situazione a Forlì e dintorni: Ridracoli è vuota.
    http://www.romagnacque.it/dati_diretta-d-13.html

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