venerdì 27 maggio 2011

La bici al chiodo

E' ufficiale. Se ne parlava da un anno, ora ci siamo. Entro il 6 giugno si va a lavorare in sede. Da settembre 2008, dopo un anno a spostarmi a piedi tra ufficio e treno, come altri colleghi, feci il grande passo e non me ne pentii mai. Quasi 225 giorni all'anno avanti e indietro, con qualsiasi clima, pioggia, freddo, sottozero (è meglio il freddo che il caldo se si pedala), vai in stazione, piega, sali, poi scendi dispiega arriva dal cliente, cambiati via l'impermeabilizzazione nel garage, perfettamente a nuovo in ufficio e viceversa. Certe volte, con le fs che sopprimevano treni prendere far salire la bici su un treno zeppo, perché non riesci mai a salire sul "pezzo" riservato alle bici, ti annunciano il treno per dove ma non saprai se non all'ultimo se l'area bici davanti o dietro. Hai voglia poi di spostarti sulla banchina affollata lungo un treno da sette-otto pezzi. Per non parlare dei guasti, delle discese a Sesto, a Monza e le salite su altri treni zeppi. Diverse volte me la son fatta da Monza a Milano Fulvio Testi pur di veleggiare libero nell'aria e non star rinchiuso come una sardina in una scatola già piena... con la bici fra le gambe. Tutto questo sta per finire, non cesserò di utilizzare biciclette, non userò più la mia mitica pieghevole, ma ciò che ho fatto lo rifarei. E' stato un poco faticoso, alcune volte pesantuccio ( spessissimo rischioso ) ma ho goduto di una libertà, di una velocità di spostamento, che, in uno come me, che non ha mai praticato ciclismo ma che è salito a cinque anni su una bici e non ne è quasi mai più sceso, ha ampiamente ripagato il disagio di spostarsi anche con intere settimane di pioggia, anche con la neve a terra. Devo dire che ho anche lasciato un segno, sono stato uno dei primi e siamo aumentati, ho anche contagiato un collega dba milanese che si è preso una bici ancora più piccola, una 16'' che abbina alla macchina che ha a disposizione col car sharing. Lui NON HA PIU' UNA SUA MACCHINA. Se pero' fino ad oggi sono stato un pioniere, a continuare anche domani con la bicicletta ... sarei un eroe, molto vicino al martire. La dura realtà è che il grosso della popolazione non sente le esigenze che sentiamo io e qualcun altro. Anche se un giorno le sentiranno per forza, per ora, è naturale che ii molti fanno anche per i pochi. Aggiungiamo che i mezzi pubblici sono progettati da chi non li prenderà mai ed anche chi li prende, per la piu' parte, si sogna puntualità e comodità, non la possibilità di portarci sopra una bici pieghevole. Portare la bicicletta sui treni delle Nord vuol dire cercare lo scontro, anche se hai i TSR coi sedili a parete con il vuoto sotto. Su certi treni non riesci a salire, scendere liberamente. Poi metti nella sacca, tira fuori dalla sacca e falle attraversare la stazione, rimetti nella sacca, le scale della metro, la metro che "vomita" "fagogita" persone, sali le scale, esci, copriti se piove, sali sul bus, scendi, arrivi alla tua ditta e lasci la bici SOTTO L'ACQUA a far arrugginire le parti non in alluminio perchè la tua ditta non ha un posto coperto per ricoverarla. No, fare il martire non fa per me. Quando arriverà quello che deve arrivare, quando quelli dell' "inventeranno qualcosa" dovranno inventarsi loro qualcosa, allora sarò di nuovo pronto. Nel frattempo, prima di appenderla al chiodo... una bella ripulita. Direi che se l'è proprio meritata.


Ringrazio vivamente l'amico Giovanni Orrù per il permesso di pubblicazione.
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