I consumi petroliferi italiani nel mese di marzo 2011 sono ammontati a circa 6 milioni di tonnellate, con una diminuzione pari al 4,5% (-280.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2010.
I prodotti autotrazione, con un giorno di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo del 9,1% (-78.000 tonnellate) rispetto a marzo 2010 e il gasolio autotrazione del 3,8% (-85.000 tonnellate).
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di marzo è così risultata pari a circa 3 milioni di tonnellate, di cui 0,8 milioni di tonnellate di benzina e 2,2 di gasolio autotrazione, con un decremento del 5,2% (-163.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2010.
I prodotti autotrazione, con un giorno di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo del 9,1% (-78.000 tonnellate) rispetto a marzo 2010 e il gasolio autotrazione del 3,8% (-85.000 tonnellate).
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di marzo è così risultata pari a circa 3 milioni di tonnellate, di cui 0,8 milioni di tonnellate di benzina e 2,2 di gasolio autotrazione, con un decremento del 5,2% (-163.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2010.
Il Gpl autotrazione, sempre in marzo, ha mostrato un regresso dello 0,9% (-1.000 tonnellate) mentre i lubrificanti non hanno presentato nessuna variazione.
Nel primo trimestre 2011 i consumi sono stati pari a circa 17,2 milioni di tonnellate, con un calo dell’1% (-181.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2010.
La benzina, nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 5,6% (-130.000 tonnellate), il gasolio un aumento dello 0,9% (+53.000 tonnellate).
Nei primi tre mesi del 2011 la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un calo dello 0,9% (-77.000 tonnellate).
Nel mese considerato (Marzo) le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 27,6% con quelle diesel che hanno rappresentato il 55,8% del totale (era il 38,5% nel marzo 2010).
Nello stesso periodo (primo trimestre 2011) le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 23,1%, con quelle diesel a coprire il 55,4% del totale (era il 38,9 nei primi tre mesi del 2010).
Nello stesso periodo (primo trimestre 2011) le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 23,1%, con quelle diesel a coprire il 55,4% del totale (era il 38,9 nei primi tre mesi del 2010).
COMUNICATO STAMPA Unione Petroli - Roma, 11 marzo 2011
-----------------------------
Con i dati dei mesi precedenti ecco di seguito i nostri grafici a partire dal gennaio 2006.
Raggruppati per anno
Cliccare sul grafico per ingrandirlo
Mesi in sequenza
Cliccare sul grafico per ingrandirlo
Leggere anche:
- I consumi petroliferi italiani nel mese di febbraio 2011
- I consumi petroliferi italiani nel mese di gennaio 2011
- Consumi petroliferi italiani nel mese di dicembre 2010
- Consumi petroliferi italiani nel mese di novembre 2010
.
se avessimo una politica reale e positiva potremmo finalmente abbandonare il fossile uff
RispondiEliminaD'ora in poi consumare meno sarà un passo in avanti non da poco, considerando i troppi sprechi che si sono fatti e si fanno tutti i giorni...insomma: tornare indietro per andare avanti!
RispondiEliminaFaccio presente che l'andamento negativo dei consumi petroliferi è una diretta conseguenza del ristagno dell'attività produttiva.
RispondiEliminaL'economia segna il passo.
Di conseguenza, si spostano meno merci, si consuma meno petrolio.
Ed è un indicatore abbastanza fedele per l'Italia.
Paese dove le merci viaggiano su gomma.
A mio parere, non vedo nel calo dei consumi, un incremento dell'efficenza energetica del nostro paese.
Ma una perdurante difficoltà congiunturale dell'economia.
Bisognerebbe vedere come si comportano altre due fonti energetiche fossili strategiche per l'Italia : carbone e metano.
Per il riscaldamento domestico, complice il minor costo, in alcune realtà si ritorna al carbone.
Il carbone è facile da immagazzinare, occupa meno spazio rispetto alla legna.
Anche se, da punto di vista ambientale, è il maggior resposnabile di produzione di CO2.